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2.2 Cicli Produttivi

2.2.6 Area Prodotto Finito

Cella frigo di competenza della societ`a Piramide: nell’area prodotto fini- to vengono stoccati i bancali costituiti da cassette (in plastica o in legno) contenenti le confezioni in uscita dalla sala confezionamento. Tali banca- li vengono prelevati e movimentati dagli operatori con l’ausilio di carrelli elevatori e transpallet (elettrici e manuali), in attesa di essere spediti. Gli operatori gestiscono anche il carico sui tir. Gli ordini vengono emessi dal box spedizioni.

Capitolo 3

Modifiche al processo

Durante la permanenza presso l’azienda sono emerse alcune problematiche, di cui due particolarmente critiche: l’assenza dei dispositivi di protezione individuali nell’uso di composti chimici e la questione del microclima (che verr`a trattata separatamente nel Capitolo 4).

In particolare non erano state previste delle procedure operative per la modifica della concentrazione di cloro nelle vasche di lavaggio e la prepa- razione della soluzione acquosa di metabisolfito di sodio, utilizzata per la conservazione delle patate.

Queste gravi mancanze avrebbero potuto portare a situazioni di alto ri- schio di carattere medico per i dipendenti: `e per questo che sono state im- plementate queste due procedure, descritte brevemente in seguito e riportate per intero in Appendice B e Appendice C, e acquistati tutti i DPI necessari.

3.1

Metabisolfito di Sodio

Il metabisolfito di sodio, N a2S2O5, `e un sale di sodio dell’acido metabisolfo-

roso. Nel detabase REACH, viene indicato come corrosivo e irritante, e pu`o provocare danni gravi in particolare agli occhi.

In Florette viene utilizzato, diluito in acqua, come conservante, esclusiva- mente per le patate: permette una conservazione migliore vista la sua natura di antiossidante, garantendo quindi una shelf-life pi`u estesa nel tempo, da cui una resa visiva delle verdure migliore e pi`u duratura nelle confezioni vendute

nei negozi.

Si presenta in polvere, e attualmente `e conservato nel deposito materiali da imballo: non `e la condizione migliore, in quanto distante dal punto di effettivo utilizzo, ma la struttura possiede i requisiti consigliati per lo stoc- caggio e l’uso di tale sostanza.

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E stata comunque proposta una possibile modifica, spostando il luogo all’interno del piccolo deposito dove `e presente la tanica del cloro: aven- do spazio a sufficienza e, nuovamente, le caratteristiche di aerazione e poca umidit`a per una conservazione ottimale, `e un luogo ideale in quanto da una parte diminuisce la distanza fra preparazione della soluzione e il suo finale utilizzo in sala bianca, per cui il trasporto sarebbe pi`u veloce, e dall’altra si tratterebbe di un locale confinato e chiuso a chiave, accessibile solo quindi a personale autorizzato.

La criticit`a pi`u grave che `e stata prontamente eliminata, era l’assenza to- tale di una qualsiasi maschera protettiva: vista l’alta pericolosit`a del contatto con gli occhi, ma anche per un rischio di inalazione, `e stato proposto l’acqui- sto di una maschera facciale completa, dotata di filtri P3. Questa proposta `e stata immediatamente accolta dall’azienda che ha effettuato l’acquisto.

In secondo luogo si `e quindi proposta una procedura, descritta nell’Appen- dice B, per il corretto utilizzo dei DPI durante l’utilizzo di questa sostanza.

3.2

Ipoclorito di Sodio

L’ipoclorito di sodio `e una delle sostanze pi`u utilizzate nell’industria alimen- tare e non: si tratta di un efficace ed economico disinfettante che permette un buon abbattimento delle cariche batteriche che si trovano nelle materie prime.

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E presente in basse concentrazioni, fra i 50 e i 150ppm in acqua di lavag- gio che non deve superare i 4◦C, secondo il D.M. 3746.

Come in diversi processi, viene utilizzata una pompa a membrana, situa- ta con relativa tanica nella stanza preposta nella zona locali accessori, che a

3.3. CARTELLONISTICA 29 intervalli regolari pompa piccole quantit`a di sostanza.

La mancanza di una procedura per l’eventuale rabbocco e correzione della concentrazione dell’ipoclorito nelle vasche di lavaggio si `e rilevata la maggiore criticit`a di questo processo: purtroppo, nel sistema attualmente in uso, non `

e possibile avere una misurazione precisa e computerizzata della concentra- zione, si rivela quindi necessaria la verifica manuale e relativa modifica. Le problematiche non nascevano su questa procedura di controllo, gi`a presente nelle procedure aziendali redatte e implementate per la certificazione I.F.S. Food, bens`ı sulla successiva correzione e rabbocco. Era presente una semplice tanica non tarata che veniva utilizzata a tale scopo, mancava l’indicazione agli operatori di quali fossero i dispositivi di sicurezza da usarsi, necessari la pericolosit`a del contatto cutaneo e in particolare per gli occhi.

I lavoratori con la qualifica Operatore Qualit`a in sala bianca, unici auto- rizzati e formati per la rilevazione della concentrazione di cloro ed eventuale modifica manuale, sono quindi stati dotati di occhiali protettivi e di una ta- nica tarata dotata di beccuccio allungabile. Quest’ultimo inserto, seppur non necessario, `e stato volutamente acquistato in quanto, parlando direttamente con i lavoratori e con i responsabili, erano state notate nel tempo diverse macchie sul vestiario causate dagli schizzi durante il travaso: con questa so- luzione economica e di uso comune, si sono abbattuti tali schizzi ed eventuali problematiche, in tale operazione, per le persone meno alte.

Anche in questo caso, ´e stata proposta una procedura operativa, descritta nell’Appendice C

Non `e stato necessario apportare altre modifiche al vestiario, in quanto si tratta di operazioni che si svolgono tutte all’interno della sala bianca, dove, come detto in precedenza, pu`o accedere solo personale autorizzato e adeguatamente vestito. Infatti, essendo l’ultimo stadio prima delle pese e quindi dell’imbustamento, i requisiti qualitativi erano gi`a sopra agli standard richiesti dalle schede di sicurezza per tale sostanza.

3.3

Cartellonistica

In ultimo, `e stata migliorata notevolmente la presenza di indicatori visivi: se prima vi era una quantit`a veramente limitata di cartelli indicanti pericolo (in

particolare movimentazione di transpallet elettrici o basse temperature), si `e cercato di aumentare queste indicazioni con plastificati in numero elevato e in dimensioni adeguate.

Tutti gli accessi ai locali sono quindi stati dotati di indicazioni di pericoli di basse temperature, vestiario e DPI necessari, macchine in movimento, pos- sibile presenza di acqua e rischio scivolamento, sia agli ingressi sia all’interno dei locali.

3.4

Ulteriori suggerimenti

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E stata effettuata anche un’ulteriore proposta riguardante la segnaletica oriz- zontale e verticale principalmente nell’area Agreage e deposito materie prime: a seguito di ripetuti episodi di bancali depositati in prossimit`a delle uscite di sicurezza, si `e ipotizzata un’implementazione di segnaletica direttamente sul pavimento per delimitare le zone di deposito ed evitare eventuali problemi di accesso alle vie di fuga.

Capitolo 4

Studio microclimatico

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