comunque, non oltre il 31 dicembre 2014” (D.L 30 dicembre 2013 n 150, art 13 comma 1).
EMILIA-ROMAGNA N.
2.1 La produzione, la raccolta e la gestione dei rifiuti urbani in Europa
Lo studio, come più volte ripetuto, si focalizza sulla gestione efficiente del servizio di raccolta dei rifiuti urbani. Anche dalla gestione e dalla raccolta di quest’ultimi dipende il raggiungimento dell’economia verde tanto auspicata dall’Unione Europea. Si tratta, è vero, di un piccolo spicchio dell’intera produzione dei rifiuti a livello europeo e nazionale; ma dalle potenzialità rilevanti per il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla normativa europea.
Secondo quanto riportato da EUROSTAT (Ufficio Statistico dell’Unione Europea)62 la produzione annua dei rifiuti in UE 28 (UE 27 + Croazia)63 per il 2012 è stimata pari a circa 2.468 milioni di tonnellate, equivalenti ad una produzione pro capite64 di circa 5 tonnellate, attestandosi così ai livelli del 2010. Di quei 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti 100 milioni circa di tonnellate (4% del totale) sono classificati come rifiuti pericolosi; ogni cittadino europeo produce, quindi, 200 kg l’anno di rifiuti pericolosi.
61 Fonti principali di questo capitolo sono il “Rapporto Rifiuti Urbani – Dati di sintesi” a cura di
ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), edizione 2014 e le banche dati e le pubblicazioni di Eurostat (Ufficio Statistico dell’Unione Europea) reperibili al sito web http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/eurostat/home/. Eventuali scostamenti tra i dati, tratti dalle due fonti di informazione, derivano dal fatto che ISPRA rielabora i dati Eurostat sulla base dei reali valori italiani. Si precisa, tuttavia, che le statistiche sui rifiuti sono frutto di metodologie armonizzate a livello europeo in ottemperanza al Regolamento (CE) n. 2150/2002.
62
Eurostat detiene la leadership dell’Environmental Data Centre on Waste (Centro ambientale dei dati sui rifiuti) in virtù di un accordo stipulato con il Centro Comune di Ricerca, DG Ambiente della Commissione e Agenzia europea dell’Ambiente nel 2005. Il Data Centre on Waste elabora reporting ed indicatori necessari a valutare l’efficacia delle politiche intraprese in materia di rifiuti; sviluppa e coordina metodologie statistiche ad hoc, ne verifica continuamente la loro qualità e coordina le informazioni provenienti dalle diverse istituzioni.
63 A partire dal 1° luglio 2013 anche la Croazia è entrata a far parte dell’Ue. In linea con quanto
riportato da ISPRA (2014) nei casi in cui vi è la diponibilità di dati si farà riferimento a questa nuova aggregazione.
64
Il dato di produzione pro capite permette di svincolare l’informazione dal livello di popolazione residente.
33 Per ISPRA, che rielabora i dati Eurostat sulla base dei valori italiani effettivi, l’UE 28 ha generato nel 2012 rifiuti urbani per un valore pari a 246,8 milioni di tonnellate ovvero pari a 489 kg/abitante. È evidente, come precedentemente anticipato, che i rifiuti urbani detengono una quota esigua dell’ammontare totale dei rifiuti; (si veda figura 2.1).
Figura 2.1 Composizione del totale dei rifiuti prodotti in UE 28 – dati 2012
Fonte: Elaborazione propria su dati ISPRA65
Il 67,2% di quel 10% di rifiuti urbani, ovvero 165,8 milioni di tonnellate, promana dai 5 Paesi maggiormente popolati; in ordine decrescente: Germania, Francia, Italia, Regno Unito e Spagna. A livello pro capite la leadership è detenuta dalla Danimarca (668 kg/ab) a cui si contrappone l’Estonia con 279 Kg/abitante (si veda figura 2.2).
Qualora si suddividesse l’UE 28 in due distinti raggruppamenti: uno riferito ai “vecchi” Stati membri, ovvero ai 15 Paesi che entrarono a far parte dell’Ue prima dell’ampliamento a 25 Paesi nel 2004, e uno riferito ai “nuovi” Stati Membri (NSM), ossia ai 13 Paesi di più recente ingresso66, osserveremo che i NSM hanno valori di produzione pro capite più contenuta rispetto ai precedenti (358 kg/ab per
65 Tabella da me elaborata sulla base dei dati riportati all’interno del “Rapporto Rifiuti Urbani” cit.
L’Ue, infatti, non distingue i rifiuti in base alla provenienza; ma solo in base alla pericolosità: si veda nota 26.
66
Si tratta di Slovenia, Ungheria, Malta, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e Cipro (dal 1 maggio 2004), Bulgaria e Romania (dal 1° gennaio 2007) e Croazia (dal 1° luglio 2013). Tale suddivisione ha l’obiettivo di evidenziare le diverse condizioni socio- economiche e le diverse situazioni di partenza che hanno riguardato i Paesi dell’Ue.
10% 90% 100% 0% 20% 40% 60% 80% 100% 120% Rifiuti urbani Rifiuti speciali Totale rifiuti prodotti 2.468.000.000 ton 246.800.000. ton 2.221.200.000 ton
34 anno contro i 523 kg/ab per anno). La spiegazione potrebbe risiedere nei minori consumi dei primi, dipendenti dalle diverse condizioni economiche, almeno all’avvio.
Se analizziamo la figura 2.2 dal punto di vista temporale se ne deduce che prosegue nell’Ue un trend in diminuzione nella produzione complessiva dei rifiuti urbani: dal 2011 al 2012 è stata registrata una flessione del 2,4% (da quasi 253 milioni di tonnellate a circa 246,8 milioni di tonnellate); mentre tra il 2010 ed il 2011 è stato registrato un calo dello 0,9%. Le riduzioni più consistenti si sono verificate nei “vecchi” Stati membri, complessivamente -2,6% rispetto al 2011; in riferimento ai “nuovi” Stati membri la flessione è stata, invece, dell’1,4%. Un’analisi più dettagliata presenta, tuttavia, delle notevoli differenze sia all’interno dei “nuovi” Stati membri (es. flessione in Lettonia -15%), sia all’interno dei “vecchi” Stati membri (es. Italia e Spagna -4,4%).
Figura 2.2 Produzione pro capite di RU nell’UE (kg/abitante per anno), 2010 - 2012
Fonte: elaborazioni ISPRA su dati Eurostat67
La continua decrescita della produzione sia totale che pro capite dei rifiuti urbani è legata non solo alla crisi economica internazionale che penalizza i consumi, ma anche a modelli di consumo e produzione più sostenibili. Lo si deduce
35 comparando la serie storica della produzione dei rifiuti urbani tra il 2007 e il 2012 con quella di un driver economico, al fine di valutare la presenza o meno del c.d. decoupling.68
La figura 2.3, estrapolata dal Rapporto Rifiuti Urbani (ISPRA 2014)69, riporta i due andamenti, prendendo come driver economico la spesa per consumi finali delle famiglie (SCFF). Come si evince, vi è una netta dissociazione nel periodo considerato: i rifiuti urbani si riducono di più del dato SCFF, ad eccezione dell’anno 2009, nel quale si verifica il c.d. “reverse decoupling” o dissociazione inversa (tasso di riduzione della spesa per consumi finali delle famiglie superiore al tasso di riduzione dei rifiuti urbani prodotti).
Figura 2.3 – RU prodotti, SGFF e RU prodotti per unità di SCFF nell’UE 28
Fonte: elaborazioni ISPRA su dati Eurostat70