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Il profilo delle scuole per migranti: il caso di Pechino

1.1 Organizzazione della ricerca sul campo

Al fine di comprendere appieno la marginalizzazione cui sono sottoposti i bambini migranti, soprattutto quelli di origine rurale che vengono esclusi dall’istruzione pubblica urbana, è stato effettuato uno studio diretto sul campo. In due momenti distinti, nella primavera del 2012 e nell’autunno del 2013, si è proceduto alla visita di sei scuole per migranti distribuite nel territorio periurbano di Pechino. Le testimonianze degli inse- gnanti e dei dirigenti delle scuole hanno permesso di far luce sulle precarie condizioni in cui versano non solo le strutture scolastiche ma soprattutto i loro alunni.

L’organizzazione della ricerca è avvenuta di concerto con una collega giapponese, Mayu Horie, ideatrice del progetto iniziale, con la quale sono state condotte le prime visite nel giugno 2012. I primi contatti con le scuole sono stati presi tramite un’organizzazione non governativa basata a Pechino, la “Dagong Zhi You” (Gli amici dei migranti), che fa capo a Zhang Zhiqiang. Quest’ultimo, originario della provincia del Sichuan, è un influente personaggio a livello nazionale nel campo della difesa dei diritti dei migranti. Oltre a essere il referente dell’ONG, Zhang è anche interessato alle vicende dei bambini migranti, recentemente ha prodotto infatti un’indagine accurata sulle scuole per migranti della capitale (Zhang, 2012).

Nel 2012 sono state visitate tre scuole, di cui due situate nel distretto di Chaoyang e una nel distretto di Fengtai (quest’ultima è stata chiusa nel febbraio 2014). Le scuole sono state contattate grazie all’aiuto di Zhang Zhiqiang, che ha fornito una lista di alcu- ne scuole per migranti di Pechino, presumibilmente quelle più disposte ad accettare vi- site di estranei. A conclusione di questa prima parte della ricerca, che ha compreso anche alcuni colloqui con gli alunni delle scuole, Zhang si è reso disponibile per un in- contro in cui ha raccontato parte delle sue esperienze nel campo della tutela dei diritti dei migranti, nonché alcuni aspetti della sua esistenza a Pechino.

Approfittando della possibilità offerta dal programma di studio Overseas, durante il semestre trascorso a Pechino si sono riprese le fila della ricerca avviata nel 2012. Alla fine del 2013 si è proseguito con la visita di altre tre scuole, questa volta poste nel di- stretto di Changping. Contemporaneamente si sono tenuti rapporti con Zhang Zhiqiang e con Bai Yun, di un’altra ONG, la “Nongmin Zhi Zi” (I figli dei migranti).

Ogni visita delle sei scuole ha avuto il suo fulcro nell’intervista al preside, cui sono state poste domande incentrate sulle condizioni oggettive della scuola. Quindi si è partiti con l’anno di apertura, si è proseguito con il numero di alunni iscritti, il numero di do- centi, le classi attive (se solo elementari o anche materne e medie). Per avere un’idea del livello di insegnamento impartito si è chiesto, quale fosse l’età media dei docenti e quanti gli anni di esperienza lavorativa. Nel 2012 le domande hanno poi riguardato pre- valentemente aspetti concreti della gestione della scuola, per esempio la giornata tipica del preside, oppure aspetti psicologici quali il carattere degli alunni.

Nel 2013 si è avuto modo di articolare le domande in modo leggermente diverso, limitando quelle sulla condizione della scuola e invece aggiungendo riferimenti alla si- tuazione politica attuale. La delicatezza dell’argomento di ricerca ha richiesto la super- visione finale di Zhang Zhiqiang e Bai Yun, che in momenti diversi hanno controllato che le domande effettivamente fossero neutre e prive di provocazioni.

Ai dirigenti delle tre scuole di Changping sono state sottoposte ventisei domande divise in tre gruppi relativi rispettivamente alla situazione oggettiva della scuola, agli alunni e al loro percorso di crescita, al destino delle scuole per migranti e del fenomeno migratorio. Le aggiunte rispetto alla prima fase di ricerca sono state relative alla discri- minazione percepita, all’opinione degli intervistati nei confronti delle demolizioni e della riforma del sistema dello hukou.

Laddove i presidi hanno mostrato maggiore apertura e confidenza, soprattutto du- rante le interviste del 2012, è stata anche effettuata una visita completa degli edifici scolastici e sono stati incontrati alcuni alunni. Per i bambini non sono state previste del- le interviste strutturate, come quelle proposte ai docenti, ma solo dei colloqui informali per evitare di inibirli e permettere loro di aprirsi maggiormente. Nel 2013 i contatti coi bambini sono avvenuti limitatamente a un centro culturale situato a Changping.

Per riportare le interviste effettuate, si è adottata un’indicazione bibliografica che comprende diverse parti:

- indicazione del docente (D) seguita da un numero cardinale, nel caso in cui sia stato intervistato più di un docente in una stessa scuola (D1, primo docente intervistato; D2, secondo docente);

- indicazione della scuola visitata (una lettera compresa tra A e F); - numero indicante la domanda cui il docente risponde;

- data nel formato gg/mm/aa.

Per esempio D2-A-22-20/05/2012 è la sigla che indica la risposta data dal secondo do- cente intervistato nella scuola A alla domanda 22 in data 20 maggio 2012.105

Per l’intervista di Zhang Zhiqiang si ricorre a un metodo analogo, indicando l’intervistato con Zh, il numero della domanda e la data dell’intervista. Infine per i bambini non sono state previste delle interviste strutturate. Le testimonianze da essi ri- lasciate verranno indicate solo con la lettera per la scuola e la data.

La ricerca effettuata si colloca pienamente nel filone descrittivo del fenomeno ma non ha previsto un’analisi qualitativa empirica del livello di istruzione impartita nelle scuole per migranti. Le analisi tecniche sulla qualità dell’istruzione che effettivamente i migranti ricevono nelle zone urbane prevedono lunghe interviste a campioni considere- voli di scolari migranti e locali al fine di assestarne il livello scolastico (Lai et al., 2012). Ciò rappresenta una difficoltà notevole per i ricercatori, in particolare per quelli di na- zionalità non cinese. È infatti necessario valutare la qualità delle scuole per mezzo di confronti tra quelle statali e quelle per migranti. Le scuole pubbliche tuttavia sono rara- mente accessibili ad estranei, contraddistinte da livelli di competitività tali da rendere impossibili interruzioni di qualsiasi sorta agli studenti degli ultimi anni (del nono anno, in particolare).

1.2 Scelta delle scuole, contatti e ostacoli

In considerazione delle reticenze di molti intervistati e del fatto che le scuole per migranti costituiscono ancora un argomento sensibile in Cina, si è scelto di adottare

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nomi fittizi per indicare i docenti e i bambini intervistati, e soprattutto di non riportare i nomi e le esatte posizioni delle scuole per migranti visitate. Quindi le sei scuole che si è avuto modo di visitare saranno indicate con delle lettere alfabetiche: A, B, C, D, E, F.

Le scuole A, B, C e D sono state raggiunte attraverso un elenco di alcune scuole di Pechino fornito da Zhang Zhiqiang. La peculiarità di queste prime quattro strutture è che si trovano in un distretti diversi e molto distanti della città di Pechino: la scuola A e la B sono site a Chaoyang, la scuola C era situata nel distretto di Fengtai, infine la scuola D è collocata nella parte sudoccidentale del distretto di Changping. In particolare Chaoyang e Changping sono due distretti ad alta concentrazione di migranti nella muni- cipalità di Pechino, diversamente da Fengtai dove le scuole per migranti non sono molto numerose. La scuola A si distingue dalle altre cinque perché non ha un proprietario ma al contrario è stata fondata da una ONG, la “Dagong Qingnian Yishu Tuan” (Compagnia artistica dei giovani migranti), riconducibile a un cantante originario della provincia dello Henan.

Ciascuno dei dirigenti delle prime quattro scuole è stato prima contattato telefoni- camente, partendo dall’elenco di Zhang Zhiqiang. L’ipotesi che queste primi dirigenti fossero maggiormente predisposti all’incontro con estranei e visitatori è dettata dalla constatazione che si sono detti sin da subito disponibili alle interviste e anzi hanno mo- strato le proprie scuole con orgoglio. Le restanti due scuole, la E e la F, non figurano nella lista di Zhang Zhiqiang e hanno permesso di conoscere meglio una realtà, quella di Changping, che in molto differisce da Chaoyang, Fengtai e Haidian, in parte per la posizione maggiormente periferica, in parte perché lo sviluppo urbanistico qui procede più lentamente.

Le scuole E ed F sono state individuate grazie alle indicazioni fornite di volta in volta dai presidi intervistati, cui è stato chiesto di suggerire il contatto di un’altra scuola. In questa seconda fase delle ricerche la difficoltà più evidente è stata rappresentata dalla diffidenza dei presidi e delle altre parti intervistate. Grazie alle raccomandazioni dei singoli presidi, tuttavia, si è potuto attuare nel piccolo un sistema di guanxi (contatti so- ciali) che ha contribuito ad attutire le iniziali reticenze degli intervistati e ha permesso loro di aprirsi.

Il preside Ding della scuola D ha infatti fornito i contatti di due colleghi, dirigenti di due scuole per migranti, la D3 e la F. Il primo preside ha rifiutato qualunque incontro, mentre il prof. Shi della scuola F ha acconsentito, seppur malvolentieri, a rilasciare un’intervista. A sua volta il prof. Shi ha poi segnalato un collega, il preside Zhang della scuola E, non molto lontana dalla scuola F. È presumibile che entrambi i due intervistati non fossero abituati alle visite di ricercatori, diversamente dai primi quattro intervistati. Il prof. Shi ha infatti così esordito prima ancora di leggere le domande dell’intervista:

Noi cinesi siamo molto ben disposti nei confronti degli stranieri che arrivano nel nostro Paese e diamo loro il benvenuto. Ma per quanto riguarda le visite alle nostre scuole, ci è richiesto di fare molta attenzione. Per dirla senza giri di parole, il nostro governo non intende mostrare degli aspetti negativi ai vi- sitatori stranieri, né che questi ottengano risonanza a livello internazionale. Dunque siamo cauti nel ricevere questo genere di interviste, non vogliamo che quanto detto in simili circostanze possa essere trasmesso ai media stra- nieri (D1-F-0-24/12/2013).

Superate le prime resistenze, tuttavia, le interviste sono procedute in modo soddi- sfacente, forse con ancor maggiore professionalità, aprendo spiragli sulla realtà del di- stretto di Changping, che attualmente ospita il numero maggiore di scuole per migranti. 1.3 Le ONG Dagong Zhi You e Nongmin Zhizi e il ruolo di Internet

Il sichuanese Zhang Zhiqiang è giunto a Pechino nel 2002 per lavorare nel settore dell’edilizia. Come spesso accade ai lavoratori edili, anche Zhang è stato vittima di un ritardo nei pagamenti. L’esperienza guadagnata col ricorso alle vie legali per riscattare i 120 RMB (circa 15 euro odierni) e studi da autodidatta gli hanno permesso di maturare una conoscenza del sistema giuridico cinese e degli strumenti legali a disposizione dei lavoratori migranti (Zh-10-16/06/2012).

Ciò lo ha portato a divenire un paladino dei diritti dei lavoratori migranti. Zhang nel 2007 ha infatti fondato una ONG, la Dagong Zhi You (Amici dei migranti), allo scopo di fornire consulenze legali ai lavoratori migranti (Gongmin Xingdon, 2009).

Uno degli aspetti su cui oggi si focalizza maggiormente l’attività di tale ONG è l’istruzione dei bambini migranti ed in particolare le scuole per migranti esistenti nella

capitale (Gongmin Xingdong, 2009). L’indagine piuttosto completa effettuata da Zhang nel 2012 e disponibile sul sito web dell’ONG offre un chiaro quadro della situazione pechinese ed un elenco aggiornato delle scuole per migranti, difficilmente reperibile al- trove (Zhang, 2012).

Domiciliato a Pechino, ma spesso lontano dalla capitale per lavoro o ragioni di si- curezza, Zhang Zhiqiang è stato incontrato una volta nel 2012 ed è stato un punto di ri- ferimento durante tutto il periodo di ricerca, perché in possesso dei contatti di numerose scuole, oltre ad essere parecchio addentro alle dinamiche delle scuole per migranti.

Nella seconda fase delle ricerche, Zhang stesso ha fornito anche il contatto di un’altra ONG, la Nongmin Zhizi (I figli dei migranti), di cui è responsabile Wang Chunhua, coadiuvata da Bai Yun. L’ONG è sorta nel 2006 grazie ai volontari dell’Università Normale di Pechino.

Wang Chunhua non solo coordina le attività rivolte ai bambini migranti, ma orga- nizza anche gruppi di studio rivolti agli insegnanti e ai genitori dei bambini migranti. Bai Yun nello specifico si occupa della gestione del centro culturale, dipendente dalla medesima ONG, che ha sede in un villaggio urbano nel distretto di Changping. Il centro è un doposcuola aperto tutti i giorni in una fascia oraria strategica, dalle 16 alle 18, cioè immediatamente dopo la fine delle lezioni, per ospitare quei bambini i cui genitori rin- casano più tardi. Si presenta come una grande sala di lettura, una sorta di biblioteca per bambini, con un ufficio per gli adulti. Nel finesettimana si organizzano delle attività di artigianato e ludiche che coinvolgono i bambini e i genitori. Questi ultimi sono invitati a partecipare ai gruppi di studio per adulti di Wang Chunhua che riscuotono un discreto successo. Il centro organizza persino campi invernali ed estivi per i bambini durante le vacanze scolastiche.106

Frequentando il centro culturale è stato possibile instaurare rapporti di confidenza con alcuni bambini, con i tutor responsabili delle attività giornaliere, con alcuni genitori che restavano nell’ufficio del centro per dare una mano nella gestione. Questi contatti sono stati utili per inquadrare il fenomeno migratorio e la questione dell’istruzione dei

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Di norma sono le scuole pubbliche ad organizzare delle attività fuori porta per i propri alunni, mentre le scuole per migranti non sempre prevedono simili programmi.

bambini migranti sotto il profilo umano e psicologico, oltre che verificare praticamente i dati statistici attualmente disponibili.

Entrambe le ONG hanno un’attiva partecipazione sul web. Zhang Zhiqiang e il suo staff curano un sito legato alle scuole per migranti di Pechino, sempre aggiornato, dove sono disponibili la missione dell’ONG, inchieste, sondaggi, notizie giornalistiche di ri- lievo per gli studenti migranti, commenti degli addetti ai lavori, testimonianze degli in- segnanti.107

Wang gestisce attivamente il blog dell’ONG in merito ai gruppi di studio (xuexi

quan) che coinvolgono soprattutto gli adulti.108 Lo staff dell’ONG, e dunque anche Bai Yun, gestisce un blog specifico per il centro culturale, Nongmin Zhi Zi.109

Emerge un’attiva partecipazione sulla rete di queste ONG, talvolta anche con l’ausilio dei volontari universitari. Sebbene non sempre i blog e i siti siano attivi e ag- giornati, la varietà di piattaforme disponibili permette alle ONG di dar voce alla propria missione in difesa del diritto allo studio dei migranti.

Internet ha un ruolo più che mai attivo in Cina e rappresenta ormai una fonte auto- revole. Per esempio i volontari universitari, che tramite le ONG raggiungono le scuole per migranti e con esse collaborano, sono anche soliti riportare sul web il risultato delle loro ricerche, testimonianze fotografiche e commenti. Ne risulta una documentazione preziosa, talvolta confluita nella sezione enciclopedica (Baike) del motore di ricerca ci- nese Baidu (omologo di Google). Le fonti virtuali sono state spesso confrontate con quanto direttamente emerso dalla ricerca e dunque è emerso un quadro più completo dell’evoluzione storica del fenomeno a Pechino.

Due casi servono a esemplificare l’importanza delle fonti web utilizzate. Il centro culturale legato all’ONG Nongmin Zhi Zi è stato frequentato in giorni di regolare atti-

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Beijing Dagong Zidi Xuexiao, http://www.dgzd.org.cn/ 07/06/2014

Fino al 2013 esisteva un altro sito web, poi chiuso, rivolto alla popolazione migrante residente a Pechino. Zhang ha curato inoltre, almeno fino al 2010, un blog sul portale Sina che raccoglieva materiale multime- diale e testimonianze sulle scuole. Il blog è ancora consultabile:

Dagong Zhi You de Boke, Blog.sina http://blog.sina.com.cn/8858zhiqiang 07/07/2014

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Zhuguang Tongxunm, Blog.sina http://blog.sina.com.cn/zhuguangtongxun 07/06/2014

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Beijing Nongmin Zhizi Xuexi Zhongxin, Blog.sina http://blog.sina.com.cn/u/2578992892 07/06/2014. L’ultimo aggiornamento del blog risale al 2013.

vità, ma è grazie ai blog che si è potuto constatare come effettivamente il centro abbia organizzato attività di medio calibro che hanno coinvolto numerosi bambini e adulti della comunità in cui il centro sorge. Insomma i resoconti del personale incontrato al centro culturale sono stati ampiamente confermati dalle testimonianze registrate sui blog collegati all’ONG.110

Una seconda occasione ha rivelato l’utilità delle fonti web. Infatti solo attraverso internet si è giunti a conoscenza della chiusura di una scuola visitata nel giugno 2012. La scuola C è stata chiusa nel febbraio 2014, a ricerche concluse, e per fortuna alcune testate giornalistiche online ne hanno riportato la notizia. Diversamente nulla si sapreb- be del destino della scuola, né tantomeno dei suoi alunni.111

1.4 Obiettivo della ricerca

Sin dalle prime fasi della ricerca, l’obiettivo è stato quello di conoscere il ruolo delle scuole per migranti nella società urbana pechinese e il servizio concretamente svolto a favore delle comunità di migranti entro cui le scuole sono collocate.

In quanto capitale del Paese, Pechino è la città su cui si è concentrata in assoluto la maggior parte delle analisi sull’istruzione dei migranti fin qui condotte da osservatori cinesi e occidentali. Sin dagli anni novanta la capitale ospita numerose scuole per mi- granti, molte delle quali ancora attive, infatti il processo di assorbimento dei bambini migranti nelle scuole pubbliche procede a rilento rispetto alla municipalità di Shanghai. Inoltre Pechino è stata protagonista di più ondate di chiusure di scuole per migranti che secondo lo Human Rights Wacth (2006) sarebbero state effettuate per svuotare la città

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Per esempio Bai Yun, responsabile diretta del centro culturale aveva testimoniato delle attività orga- nizzate in occasione di particolari momenti dell’anno, come il 21 dicembre, solstizio di inverno. Ciò ha trovato pieno riscontro nelle testimonianze fotografiche sul blog Zhuguang Tongxun.

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Ji Xiujun (2014), “Beijing Shi Fengtaiqu Shiji Xuexiao Kaixueri Yin Cun Anquan Yinhuan Zao Ting Shui Dian”, Zhongguo Jiaoyu Bao http://news.jyb.cn/basc/xw/201402/t20140212_569591.html 13/03/2014

Si noti a tal proposito che l’articolo è stato bloccato dal motore di ricerca Baidu, è stato raggiunto solo attraverso la web cache di Google.com. Per fortuna anche se Google non permette il collegamento diretto al sito, ha infatti mantenuto in memoria (la web cache appunto) una fotografia dell’articolo che è stato così consultato. Anche questo è indice del margine di libertà con cui si può affrontare la problematica del fenomeno migratorio interno cinese e tutte le vicissitudini correlate.

dai migranti in previsione dei giochi olimpici del 2008. Le chiusure sono state effettuate massicciamente anche nel 2011.

Ciò dimostra che la realtà pechinese delle scuole per migranti per molti aspetti pos- siede tratti unici, in parte ancora inesplorati dalla letteratura disponibile.112

La prima parte della ricerca del 2012 ha avuto un obiettivo principalmente conosci- tivo. Per questo, grazie alle indicazioni di Zhang Zhiqiang, sono state selezionate scuole molto diverse tra loro per posizione geografica, gestione e condizioni architettoniche. La partecipazione della popolazione migrante era un’incognita, con le prime interviste si è pertanto appurato che genere di utenza attira questo genere di scuole. In sostanza le domande alla base di questa prime interviste si possono riassumere con i seguenti inter- rogativi: da quanto tempo esistono le scuole? Chi le frequenta e per quali ragioni? Esi- stono delle differenze nella provenienza regionale degli studenti? Come vengono gestite le scuole? Chi insegna e come lo fa? Rette scolastiche e stipendi sono adeguati e all’altezza dei livelli nazionali statali?

Molto spazio è stato anche dato alla dimensione psicologica. E dunque ci si è chie- sto come i docenti si preoccupassero dello sviluppo psicofisico degli alunni, quali spe- ranze nutrissero nei confronti dei bambini, quali punti di forza e quali aree di miglioramento questi individuassero nella struttura scolastica.

Come il capitolo precedente ha rivelato, in più città del Paese sono state prese mi- sure per risolvere o frenare il fenomeno delle scuole per migranti. La capitale invece ha mostrato lentezza nell’affrontare la proliferazione incontrollata di scuole per migranti, poi improvvisamente sono state chiuse in massa. Uno degli interrogativi che ha guidato la ricerca nella seconda fase è stato cercare di capire se le scuole rimaste svolgono un ruolo attivo e necessario per la popolazione migrante in età scolare. Ed in particolare perché alcune scuole sono rimaste nella capitale e continuano ad operare, mentre altre

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