L’intero percorso ha previsto una strea connessione tra input teorici, bisogni e prache di lavoro e di va-lutazione già in essere nei distre della provincia di Bologna: a parre dagli strumen in uso e dalle effeve azioni messe in campo a livello distreuale in tema di valutazione, il gruppo ha quindi individuato l’ambito di valutazione sul quale concentrare l’aenzione durante gli incontri laboratoriali e, al contempo, ha defi-nito ulteriori proposte e possibili piste di lavoro sugli aspe valutavi non affronta in aula.
Prima di procedere ad una descrizione deagliata della proposta del gruppo e del prodoo dei laboratori è quindi opportuno riportare i suggerimen e gli aspe da tenere soo osservazione che sono emersi du-rante il confronto in aula tra i partecipan.
Il primo incontro ha portato il gruppo a produrre una prima mappatura delle avità di valutazione del PdZSB sviluppate o in via di implementazione da parte degli Uffici di Piano.
A parre dagli strumen in uso e dalle azioni messe in campo a livello distreuale in tema di valutazione, il gruppo ha valutato pun di forza e debolezza delle diverse aree della valutazione (ex ante, in inere, ex post – cfr fig.1), individuando quelle maggiormente ‘scoperte’ a livello provinciale.
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Il piano Momento della
valutazione
Fig. 1 - Schema di riferi-mento per l’analisi delle prache in essere nei Distre della Provincia di Bologna in tema di
at-vità di valutazione svolte/in essere/in via di sviluppo
Si traa di azioni di po valutavo preceden la chiusura del documento di Piano. Vengono general-mente svolte in tu i Distre della Provincia e consistono in avità di Analisi del contesto, del bisogno e dell’offerta (svolte a vari livelli: Profilo di comunità – provinciale e distreuale –, dai Tavoli temaci, dagli UdP). A queste azioni si associano quelle connesse alla valutazione della coerenza/adeguatezza dell’offerta (svolte prevalentemente da UdP e Tavoli temaci) e alla valutazione delle risorse imputate a servizi/interven programma (svolte da UdP e Comitato di Distreo). Questa area di valutazione non è quindi stata oggeo di lavoro di gruppo in quanto i partecipan hanno rilevato un buon grado di spe-rimentazione e sviluppo su tuo il territorio provinciale.
MAPPATURA ATTIVITA’ DI VALUTAZIONE IN ITINERE DEL PdZSB
Si traa di azioni di po valutavo svolte durante il periodo di implementazione di quanto previsto nel documento di Piano. Vengono generalmente svolte in tu i Distre della Provincia anche se ogni ter-ritorio ha sviluppato o sta sviluppando pologie di valutazione differenziate:
• Monitoraggio da (a cura degli UdP, dei Tavoli temaci) ad esempio sulla spesa, avità, proge
dell’auavo, da FRNA;
• Valutazione di Processo (a cura degli UdP, dei tavoli temaci, del Comitato di Distreo), con indi-catori scompos per aree. Si traa di da comunque da raccogliere in quanto richies a livello is-tuzionale;
• Verifica dei proge annuali su Auavo (svolta dai Tavoli e dall’UdP, araverso indicatori o schede di verifica/audit predisposte dall’UdP).
Questa area di valutazione non è quindi stata oggeo di lavoro di gruppo in quanto i partecipan hanno rilevato un buon grado di sperimentazione e sviluppo su tuo il territorio provinciale.
MAPPATURA ATTIVITA’ DI VALUTAZIONE EX POST DEL PdZSB MAPPATURA ATTIVITA’ DI VALUTAZIONE EX ANTE DEL PdZSB
Definizione Valutazionedelprocessodiimplementazionedelpiano
Perchésivaluta Ͳ Per supportare la realizzazione degli interventi previsti nel
PianooAttuativo
Si traa di azioni di po valutavo svolte al termine del periodo di avità del Piano, in generale ancora poco sviluppate a livello Distreuale: generalmente si traa di una valutazione svolta annualmente sugli Auavi (svolte sia a livello di UdP e di Comitato di Distreo che presso i Tavoli) e non sull’intero docu-mento di Piano.
Questo po di analisi condoa in gruppo ha portato, sin dai primi incontri, ad individuare le diverse
cri-cità legate al tema valutazione e programmazione socio-sanitaria:
• Difficoltà a individuare criteri di valutazione slega da UNA cultura organizzava (in altri termini, parlare di valutazione in campo sociale è cosa ben diversa dagli approcci e asse sviluppa in am-bito sanitario; come afferma un partecipante, infa, ‘Se samo su un piano sanitario la valuta-zione è più struurata sugli esi, sul piano sociale si misura meno l’evento, si parla più dell’andamento, del processo’);
• Poca trasferibilità delle prache valutave fino ad ora sviluppate a livello di singolo Distreo (lo svi-luppo di prache valutave portate avan a livello locale è direamente connesso a quel preciso contesto locale, ai cambiamen istuzionali intervenu negli ulmi anni, talvolta all’instabilità di alcune amministrazioni comunali);
• La richiesta di da dall’esterno è davvero pressante ed onerosa; spesso non si ha neanche il tempo per traare i da che devono comunque essere prodo per altri interlocutori (Provincia, Re-gione, Istat…). Inoltre una grande difficoltà incontrata dagli UdP è dare ‘valore’ ai da raccol (in altri termini si ha la sensazione che nessuno in parcolare sia deputato a stabilire la ‘bontà’ del numero);
• Sempre a proposito dei da, gli UdP ravvisano una grande difficoltà nella raccolta da presso gli operatori del territorio (disomogeneità nella raccolta delle informazioni tra Comuni e difficoltà nel ritorno da rispeo ai servizi resi);
• La valutazione costa e, di conseguenza, occorre invesre una parte delle risorse (economiche, di saperi, di competenze) e disponibilità anche su questo aspeo e non solo in un momento iniziale legato alla redazione del documen di Piano.
Durante il confronto sono sta individua anche alcuni miglioramen possibili, da introdurre per raf-forzare i processi valutavi in ao del PdZSB:
1- Spostare l’aenzione e la tensione valutava anche sulla Valutazione della qualità del Piano: oc-corre concentrarsi sul Piano nella sua interezza, per comprendere se, effevamente, al termine del periodo, quanto programmato è stato effevamente adeguato, in termini di risposta, per il benessere sociale di quella zona/comunità. In altri termini, si deve modificare l’auale ‘senso’
della valutazione, che è quello della rendicontazione. Per esemplificare: “Dimmi cosa hai fao, non tanto come, ma solo se ciò che hai fao vale la quantà di risorse che hai ricevuto”
2- Ridurre gli indicatori a pochi, condivisi e comprensibili, omogenei, creando sistemi
informa-vi/operavi omogenei a livello distreuale.
Su queste due opzioni, potenzialmente oggeo di sviluppo a livello di laboratorio, il gruppo si è con-frontato, assumendo la decisione di lavorare sul primo aspeo.
Relavamente al secondo punto, i partecipan hanno infa concordato di non ulizzare l’occasione la-boratoriale per parlare di da minimi omogenei a livello Distreuale, non tanto perché non sia impor-tante, quanto perché questo può essere un obievo già raggiungibile lavorando fra Uffici di piano, data l’esperienza sviluppata rispeo alla richiesta e produzione da.
L’obievo di una condivisione – fra uffici di piano distreuali – di un sistema informavo minimo ba-sato su da è stato quindi approvato da tu i componen del gruppo, soolineando l’importanza di rac-cordarsi con gli strumen informavi aualmente già in uso ai diversi livelli, in parcolare il sistema informavo GARSIA.
Viene inoltre suggerito un percorso possibile, che la Provincia potrebbe coordinare, in termini di
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zione di prache omogenee relave alla quesone ‘traamento, raccolta, elaborazione da’ a livello provinciale:
• definizione, araverso la condivisione tra tecnici Udp dei Distre, dei da minimi omogenei
• organizzazione, araverso la condivisione tra tecnici Udp dei Distre, dei da minimi in indicatori
• costruzione di un sistema informavo minimo basato su da (data base) ad uso di tu i Distre
• la riflessione sul flusso informavo di tu i da distreuali potrebbe essere a cura della Provincia
• definizione/ideazione di uno schema po di report (da decidere la sua cadenza, se semestrale, annuale, ecc.) che ogni Distreo è tenuto a compilare a parre dai da minimi condivisi.
Di conseguenza, il gruppo ha lavorato, nei tre incontri laboratoriali rimanen, sulla definizione del di-segno di valutazione della adeguatezza del PdZSB, cercando di costruire un sistema di valutazione in grado di dare risposte (quali-quantave) ai seguen aspe e quesi:
• Siamo dentro a una strategia che produce benessere?
• Abbiamo effevamente integrato gli strumen e le poliche entro l’obievo che ci eravamo da
nel piano per il benessere? che risulta abbiamo raggiunto?
• Abbiamo leo bene i bisogni del territorio in termini di esigenze ed adeguatezza della risposta/servizio?
• Se il 60% della salute dipende dalla dimensione socio-relazionale e solo il 10% dal Servizio Sani-tario Nazionale, occorre occuparsi del tema del benessere e salute in senso ampio. Quali sono gli interven che contano per promuovere il benessere?
• Quale è stato il livello di qualità raggiunto nella partecipazione, anche in termini di responsabiliz-zazione dei vari sogge che partecipano alla programmazione?
• Quali esi in termini di comunicabilità del piano sono sta raggiun?
Questo po di scelta è inoltre risultata maggiormente opportuna data la composizione del gruppo aula:
* rispeo ad un lavoro sui da e sugli indicatori, questo ‘oggeo di lavoro’ era infa quello che mag-giormente riusciva ad implicare una collaborazione ava con il Terzo Seore ed un contributo competente; inoltre, l’obievo di una co-decisione – fra uffici di piano distreuali e terzo seore – dei criteri di valutazione del Piano è stato sostenuto da tu;
* si traava di iniziare a rifleere tu insieme e sviluppare un percorso sicuramente innovavo e
‘creavo’, che permeeva, per sua stessa natura, la partecipazione;
* si traava di costuire un sistema di valutazione sull’oggeo principe del sistema di Welfare re-gionale (ex lege 2/03 e PSSR).