All’interno dei servizi educativi per l’infanzia il personale educativo deve essere pienamente consapevole della valenza educativa della sua attività in ogni ambito, ed agire in piena coerenza, esaltando l’unità dell’azione educativa in una visione sistemica ed integrata. È importante un’adeguata progettazione delle esperienze. Gli strumenti dedicati alla progettazione che i servizi educativi del Comune di Scandicci hanno sono: il progetto pedagogico, il progetto educativo, la programmazione e il PoF triennale per le sezioni di scuola d’infanzia.
4.1 I servizi per l’infanzia: luoghi di relazione, esperienza e apprendimento
ogni bambino è costruttore attivo di saperi, competenze ed autonomie, attraverso originali processi di apprendimento che prendono forma con modalità e tempi unici e soggettivi nella relazione con i coetanei, gli adulti e gli ambienti.
Il processo di apprendimento privilegia le strategie di ricerca, confronto e compartecipazione; si avvale di creatività, incertezza, intuizione, curiosità;
propone la centralità della motivazione e del piacere dell’apprendere.
Apprendimento e cura, sviluppo di conoscenze specifiche ed esperienze affettive, gioco libero e laboriosità organizzate sono interconnessi. I molteplici linguaggi espressivi, scientifici, artistici, culturali sono dimensioni naturali e autentiche che permeano il contesto di vita dei servizi educativi per l’infanzia,
da proporre ai bambini attraverso processi significativi di conoscenze costruite.
L’azione educativa prende perciò forma attraverso la progettazione.
Progettare significa prima di tutto costruire significati: implica fermarsi, comprendere dove si è, per costruire prospettive di senso. La progettazione è uno strumento importante per capire quali possibilità vogliamo dare ai bambini, in quale direzione sia significativo procedere, per quello che sono, per quello che sono stati e che potranno essere.
Progettare significa allora non tanto e non solo individuare obiettivi ed esperienze da realizzare o proiettare la mente verso mete irraggiungibili, ma provare a costruire contesti educativi in grado di rispondere ai bisogni dei bambini, individuando orizzonti che ne alimentino la formazione, concretamente e dinamicamente. Significa anche entrare in un’ottica in cui alla decisione presa possono non conseguire risultati certi, uguali a quelli che ci è piaciuto immaginare: le condizioni possono cambiare, i percorsi si possono fare accidentati, le occasioni possono far intravedere orizzonti diversi.
Progettare significa allora intraprendere un percorso non garantito, proporsi una meta sensata e possibile, ma sapendo che, dietro l’angolo, potrà cambiare, perché se ne prospetterà un’altra o perché saremo costretti a fermarci. L’unica cosa che sicuramente possiamo fare è essere consapevoli della strada che è stata fatta, ricordando ogni passaggio e avendone presente il senso.
La progettazione è una strategia di pensiero e di azione rispettosa e solidale con i processi di apprendimento dei bambini e degli adulti, che accetta il dubbio, l’incertezza e l’errore come risorse, ed capace di modificarsi in relazione all’evolvere dei contesti. Si realizza attraverso i processi dell’osservazione, della documentazione e della riflessione critica come pratica consolidata e non occasionale. La progettazione si realizza attraverso una stretta sinergia tra l’organizzazione del lavoro e la ricerca educativa.
4.2 Il gioco come sinonimo di apprendimento
Gioco e apprendimento sono due concetti fortemente interconnessi: il gioco è fonte inesauribile di apprendimento, soprattutto, in età infantile e rappresenta una delle esperienze più importanti nell’orizzonte di vita dei bambini da 0 a 6 anni; coinvolge tutte le dimensioni della personalità e sollecita lo sviluppo di competenze senso-motorie, socio-affettive, espressive e cognitive.
Il gioco rappresenta un’area intermedia e neutra di esperienza che contiene elementi sia del mondo interno che della realtà.
Giocare è un modo particolare di agire, una maniera di trattare la realtà in forma soggettiva, è creatività ed espressione piena della personalità e del Sé, è adattamento attivo al mondo e alla vita. osservare il bambino nel gioco ci fa conoscere i molteplici aspetti della sua personalità e della sua esistenza.
L’attività ludica è un’esperienza coinvolgente e ricca di stimoli, capace di catturare l’attenzione, attivare e motivare anche i bambini con maggiori difficoltà, accompagnandoli nell’acquisizione di conoscenze, strategie e competenze. L’équipe educativa, interagendo in modo costante con i bambini, li accompagna nei momenti ludici, favorendo lo sviluppo cognitivo, oltre che l’equilibrio emotivo-affettivo.
Le attività ludiche si possono distinguere in:
• gioco strutturato-organizzato: attività nelle quali l’educatore è il regista, sollecita direttamente il bambino e osserva l’esperienza che egli sta facendo nella dimensione sia individuale che sociale in spazi e materiali definiti e in un contesto circoscritto e predefinito;
• gioco libero-non strutturato: attività caratterizzate dalla libera scelta del bambino. Le scelte operate dai bambini hanno una valenza simbolica, possono ripercorrere attraverso il gioco le esperienze più difficili, vissute come sfide, ma anche quelle più rassicuranti.
tutti i giochi, più o meno complessi, richiedono al soggetto di comprendere, di conoscere e riconoscere unità di significato, attribuendo loro un senso, di effettuare operazioni con le stesse, giungendo a classificare oggetti e dunque a strutturare concetti, a metterli in relazione tra loro, a decodificare e realizzare sistemi e implicazioni.
Il gioco è un facilitatore della crescita complessiva di ogni bambino e, per tale ragione, nei nostri servizi diviene il punto di partenza per progettare l’esperienza educativa: il personale educativo utilizza l’osservazione diretta del gioco per continuare a ristrutturare un ambiente interessante, per rilanciare e offrire opportunità aperte o strutturate di esperienza significativa.
4.3 apprendere facendo
nei servizi educativi per l’infanzia 0/6 anni i bambini apprendono mettendo in gioco sé stessi e le proprie capacità nelle esperienze dirette: è attraverso l’agire, l’azione e l’esperienza che tutti noi ci impossessiamo di ciò che ci è utile per accrescere il nostro sapere. un apprendimento che connette insieme cuore (sviluppo emotivo), mente (sviluppo cognitivo) e mano (sviluppo pratico). Sperimentando la realtà si vivono esperienze e si provano emozioni e sentimenti. In questa ottica diventa estremamente importante aiutare i bambini a fare da soli all’interno di un ambiente ricco di stimoli.
I contesti educativi sono progettati in modo da rendere i bambini autonomi nelle loro esperienze, perché se fanno, capiscono e apprendono.
In questa direzione il personale educativo, si impegna a predisporre contesti ricchi di stimoli, all’interno dei quali i bambini si muovono liberamente mettendo in pratica la loro capacità di problem solving.
È per questo che diventa importante:
• progettare, organizzare e valorizzare gli spazi e i materiali: il modo in cui sono strutturati gli spazi e distribuiti i materiali incide in maniera significativa sulla qualità delle esperienze che si compiono nei servizi educativi per l’infanzia;
• valorizzare la vita di relazione: la dimensione affettiva è essenziale nei processi di crescita. L’affetto, il rispetto, la serenità, l’allegria, lo scambio, l’ascolto, l’aiuto sono dimensioni dell’esperienza per divenire bambini sereni ed equilibrati.
• sostenere le esperienze ludiche: risorsa privilegiata di apprendimento e relazioni, il gioco, in tutte le sue dimensioni (simbolico, motorio, libero, strutturato, cooperativo, cognitivo) è uno strumento per lo sviluppo del bambino, attraverso il quale egli sperimenta, esprime la sua creatività, acquisisce le prime regole sociali e morali, regola le sue emozioni e, attraverso il rapporto con gli altri bambini, manifesta bisogni, desideri e sentimenti;
• promuovere la capacità di problem solving: problematizza la realtà per arrivare a nuove conoscenze, attraverso la formulazione e la verifica di ipotesi che portino alla risoluzione dei problemi di partenza;
• sviluppare la metodologia laboratoriale: consente percorsi esplorativi dove
i saperi “freddi” incontrano quelli “caldi”, ossia quelli che ogni bambino può toccare, manipolare e trasformare, dove si imparano negoziazioni e dinamiche comunicative caratterizzate dalla disponibilità, dalla calma, dalla condivisione cognitiva ed emotiva;
• consolidare i processi metacognitivi: è importante lavorare su questi aspetti poiché consente ai bambini di impadronirsi delle abilità e delle attitudini idonee a “pensare con la propria testa”;
• favorire le aperture al territorio: ciò consente che “il fuori” del servizio educativo diventi palestra di vita e si conoscano le regole proprie di ogni contesto.
Questo modo di ripensare il protagonismo dei bambini consente al personale educativo di passare dal paradigma dell’apprendere qualcosa, vale a dire apprendere conoscenze, contenuti, informazioni, costruire tali conoscenze attraverso l’azione, elaborando l’esperienza attraverso il filtro della propria storia e della propria mente.