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I PROGETTI NELL ’AMBITO DI METANOPOL

Nicola Di Troia

Il rapido sviluppo che sta avendo Milano negli ultimi anni porta a fare dei naturali confronti con le grandi capitali Europee. La prima cosa che sal- ta all’occhio è la dimensione della città; infatti Milano con i suoi 1,3 mln di abitanti e un territo- rio di 181,8 kmq risulta essere molto piccola, ma se allarghiamo il perimetro delle nostre consi- derazioni alla prima cerchia dei comuni limitro- fi alla città, arriviamo a 3,2 mln di abitanti con una estensione territoriale di 1.620 kmq. Viene quindi naturale pensare a San Donato Milanese come parte integrante della città metropolita- na di Milano grazie alla vicinanza alla stazione di Rogoredo e ai collegamenti infrastrutturali che negli anni hanno connesso l’area in maniera strategica e organica al centro di Milano, tant’è che in 20 minuti con la linea 3 della metropolita- na è possibile raggiungere il centro di Milano e tutte le interconnessioni.

San Donato risulta ben collegata a Milano an- che per la presenza della linea S1 del Passante Ferroviario, con fermata all’interno di un’im-

portante area di sviluppo con funzioni di inte- resse sovracomunale, rivolte alla città e all’in- tero territorio regionale. Inoltre, la vicinanza all’aeroporto di Linate, all’autostrada del Sole, le tangenziali Est e Ovest e la storica via Emi- lia, che collegava il centro di Milano con le città emiliane e il Sud, determina una condizione di eccellenza dal punto di vista dell’accessibilità. Proprio per la sua posizione strategica, San Donato Milanese fu scelta da Enrico Mattei come luogo ideale dove realizzare Metanopoli, la “città del metano” costruita per i lavoratori di ENI nell’immediato dopoguerra. Progettata secondo criteri urbanistici d’avanguardia, in li- nea con la filosofia del villaggio aziendale che mirava a integrare in un’unica realtà operai, impiegati e dirigenti dell’azienda di Stato, Me- tanopoli ha mantenuto nel tempo il suo aspetto originario, con case basse circondate da giardini e viali alberati. Nel corso degli anni, prima ENI per i sui immobili con funzioni direzionali poi

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altre importanti realtà industriali quali BMW e diverse industrie chimico-farmaceutiche, hanno richiamato sul territorio importanti architetti di caratura internazionale, quali Gabetti-Isola, Al- bini-Helg, Marco Bacigalupo, Ugo Gatti, Marcello Nizzoli, Gian Mario Oliveri. Vista la particolarità dell’ambiente progettato, la morfologia degli spazi, la tipologia dei materiali utilizzati, con il DGR n. 7/13834 del 15.7.2003 è stato apposto un vincolo paesaggistico sul quartiere Metano- poli, con l’obiettivo di preservare la qualità del costruito e del verde circostante in quanto crea- tosi un equilibrio difficilmente replicabile con le attuali teorie e logiche che governano l’urbani- stica.

Richiamati dalla presenza dell’ENI e dalle im- portanti infrastrutture, molte società di presti- gio hanno deciso di stabilire la propria sede a San Donato Milanese: tra le più importanti BMW, IRCCS Policlinico San Donato, Unipol, Snam, Sai- pem, Cerved. Questo agglomerato di aziende ha trasformato la città in un grosso “centro direzio- nale” diffuso, oggi allargato al centro direziona- le sorto a Rogoredo in prossimità della stazione ferroviaria, dove Società come Sky hanno deci- so di collocare il loro headquarter, avvalorano l’idea di considerare la zona 4 e San Donato un unico quartiere della grande Milano.

Lo sviluppo di San Donato in una logica di rige- nerazione urbana più ampia ha interessato ne- gli ultimi anni, anche se in modo discontinuo, tutta l’area sud-est dell’hinterland milanese: da Fondazione Prada, che è solo una parte del grande progetto di riqualificazione sviluppato da Beni Stabili nell’area industriale a sud dello Scalo di Porta Romana, fino alla realizzazione

del quartiere di Santa Giulia e i progetti di svi- luppo nell’area di Rogoredo.

Negli ultimi anni è stata prestata maggiore at- tenzione da parte dell’Amministrazione Comu- nale – ma soprattutto degli investitori privati – alle potenzialità che offre la zona del sud-est di Milano, caratterizzata dalla presenza di scali ferroviari e aree industriali dismesse, che per decenni non sono state adeguatamente consi- derate.

Oltre a ciò, bisogna considerare l’incremento della richiesta di nuove residenze, che Milano non riuscirà a soddisfare ancora a lungo. Le ulti- me analisi di mercato, infatti, fanno pensare che la richiesta di abitazioni nei prossimi anni sarà sempre più importante soprattutto nelle aree dell’hinterland, dove i prezzi più competitivi ri- spetto al centro città e la presenza di servizi e infrastrutture più efficienti rispetto al passato permetteranno uno sviluppo sempre più rapido dell’edilizia residenziale. A supporto di questa ipotesi, il fatto che nell’area di San Donato non si sia registrato un calo delle vendite anche in tempi di crisi rappresenta un andamento con- trocorrente rispetto ad altre aree circostanti. Il modello di “città giardino” voluto da Mattei negli anni ‘50, in cui possano co-esistere impre- se, complessi residenziali e servizi per i citta- dini, si è dimostrato vincente. L’organizzazione agilissima, cui fa spesso riferimento Enrico Mat- tei, richiede inevitabilmente una struttura dove abitare e una struttura dove produrre, quali operazioni non disgiunte nello spazio; questo serve non solo ad azzerare i tempi di trasferi-

mento, ma anche a incrementare la capacità lavorativa e il senso di appartenenza all’azien- da. Questa architettura ha influenzato anche lo strumento urbanistico del resto della città; in- fatti una delle caratteristiche è la mancanza del- le recinzioni a protezione degli edifici, carattere che ha permesso lo sviluppo di questa porzione urbana come una vera e propria “città giardino”, garantendo una delle quantità di verde pro-ca- pite più alte d’Italia. Non vi è dubbio, quindi, che a Metanopoli grazie a queste particolarità vada

riconosciuta una qualità urbana difficilmente riscontrabile in altre aree periferiche non solo milanesi, così come un rapporto tra architettura e ambiente particolarmente armonioso.

Anche gli ultimi interventi residenziali realizza- ti a San Donato sono connotati da una grande qualità. Il quartiere residenziale “Torri Lom- barde” per esempio costituisce un importante complesso inserito all’interno dell’impianto ur- banistico definito da Kenzo Tange; il quartiere

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progettato dagli architetti Pensotti e Ubaldi, il cui scopo era quello di progettare alcuni spazi da inserire all’interno di uno schema generale piuttosto rigido, si inserisce in un complesso di 72.000 mq ed è costituito da 9 edifici disposti per formare delle corti attraversate da stra- de pedonali. Le torri a conclusione dell’edificio hanno appunto questo scopo, oltre a quello di rendere riconoscibile l’intervento attraverso particolari prospettive trasversali.

Il complesso residenziale “Il Laghetto”, comple- tato nel 2009, consiste in quattro torri di 140 appartamenti per 40.000 mq di superficie im- mersi nel verde e affacciati sul laghetto di San Donato, riqualificato per l’occasione.

Il piano di intervento ha voluto privilegiare una tipologia a torre tipica del territorio comuna- le di San Donato Milanese, l’edificio multipia- no. Le quattro torri di 8 e 9 piani sono disposte planimetricamente in modo radiale rispetto al laghetto, mantenendo con esso un rapporto diretto, anche attraverso le terrazze panorami- che, significativo elemento formale e composi- tivo delle facciate. L’impostazione progettuale, mirata a privilegiare la vista sull’adiacente zona naturalistica, porta all’emergere di semplici elementi parallelepipedi contro cui si infrange l’organizzazione concentrica dei percorsi e degli spazi progettati nel quadro strategico, immagi- nando un carattere urbano costruito attraverso il rifiuto delle recinzioni, la cura dei piani terra e delle attività previste per i fronti stradali. Anche la quantità e qualità delle diverse struttu- re sportive come il Centro Sportivo Enrico Mattei costruito negli anni ‘50 e voluto proprio per im- preziosire il quartiere con servizi per i cittadini

all’ avanguardia, il centro sportivo Kick Off, l’Ac- cademia del ghiaccio, i molti campi da calcio e altre strutture e palestre minori, rendono unica la città di San Donato.

Per continuare sul tema delle trasformazioni in atto nell’area di San Donato è doveroso segna- lare tre importanti progetti: uno approvato, uno già in costruzione e uno in fase di approvazione. Il primo progetto è denominato “Progetto cen- tro città” che insiste su due aree: una che si tro- va proprio sopra la fermata della metropolitana M3, l’altra adiacente. Il progetto prevede di ri- solvere la mancanza di un vero e proprio “cen- tro” di San Donato, che lo sviluppo della città non ha mai favorito.

Il secondo progetto è il Sesto palazzo ENI, at- tualmente in costruzione, che si estenderà su una superficie di 65.000 mq e accoglierà 4.600 dipendenti. Sarà composto da tre edifici orga- nizzati intorno a una piazza centrale che ospite- ranno gli uffici direzionali, una mensa aziendale, un centro conferenze e uno spazio espositivo. Come per gli altri palazzi ENI, anche in questo caso la progettazione è stata affidata ad archi- tetti di fama internazionale: il progetto è nato dalla collaborazione tra lo studio di architettura statunitense Morphosis Architects, guidato dal premio Pritzker per l’architettura Thom Mayne, e Nemesi&Partner, con l’intento di interpretare i valori storici e attuali di ENI e di Metanopo- li attraverso un progetto icona che ospiterà il nuovo quartier generale ENI. Questo intervento conferma l’interesse di ENI per quest’area, che garantirà anche nei prossimi anni un ingente flusso giornaliero di passeggeri tra Milano e San

Donato, rendendo quindi imprescindibile la con- siderazione di quest’area anche per lo sviluppo della stazione e dell’hub di Rogoredo.

Il terzo progetto è “Sport Life City”, attualmen- te in fase urbanistica, opera di WiP Architetti in collaborazione con lo studio FORM_A. Si colloca nel quartiere San Francesco di San Donato, in continuità con la vocazione sportiva dell’area. Il progetto è oggi oggetto di un iter avviato già da due anni.

La realizzazione di “Sport Life City” andrebbe a sopperire alla mancanza di un vero e proprio centro sportivo polifunzionale nell’area milane- se, che potrà ospitare eventi di primaria impor- tanza.

L’area San Francesco deve il suo nome a un an- tico complesso cascinale, denominato cascina San Francesco dell’Accessio, attualmente in sta- to di totale abbandono e rovina, collocata nelle vicinanze del monastero cistercense di Chia- ravalle. Si tratta di un progetto sviluppato su un’area di 300 mila mq per la creazione di una cittadella sportiva.

L’intervento è abbastanza visionario, “alla Mat- tei”, e non si realizza in una singola struttura, ma in un sistema che si attesta tra l’autostrada del Sole e la ferrovia, con una fermata del tre- no già esistente proprio a metà dell’area, nella zona destinata al completamento del progetto del quartiere Affari e delle famose Torri Lombar- de progettate da Kenzo Tange nel 1996.

Da anni questa area è in attesa di essere urba- nizzata, tant’è che nel 1991 venne realizzata la stazione ferroviaria di San Donato, attivata solo 12 anni più tardi, nel 2003.

Il progetto prevede la realizzazione di una

“Città dello sport”, comprendente un’are- na-sport-hub, che potrà ospitare manifestazio- ni sportive di grande calibro, ma anche concerti ed eventi dall’importante richiamo di pubblico, una serie di campi polifunzionali, un hotel del- lo sport, un medical center e un liceo scientifico sportivo di carattere residenziale, che andrebbe a innestarsi all’interno della cascina attualmen- te destinata a funzioni di interesse pubblico. Inoltre, il Piano della viabilità prevede un’uscita dalla tangenziale che condurrà direttamente al comparto, al fine di evitare il traffico di attraver- samento all’interno del territorio sandonatese. Tutte queste opportunità e eccellenze non ci suggeriscono ma ci impongono di considerare San Donato la naturale estensione della città meneghina, non tanto come Città Metropolita- na, ma proprio come estensione naturale della futura Milano Metropoli Internazionale.

Nicola Di Troia WIP Architetti