Capitolo III Gli investimenti diretti esteri cinesi e la nuova Via della Seta
3.2 Il progetto della nuova Via della Seta: “One Belt One Road”
Avendo esaminato gli antichi collegamenti commerciali della Cina, possiamo analizzare il progetto che vi si connette direttamente, ossia quello della nuova Via della Seta.
Dobbiamo considerare che un fattore chiave del nuovo paradigma di crescita economica new
normal è rappresentato dalle relazioni della Cina con il resto del mondo, che ricercano una più
profonda cooperazione e collaborazione con i paesi esteri, che porti ad un mutuo beneficio (una strategia win-win) per il mercato della Cina e per quello dei paesi partner.
Così, nel 2013, venne lanciata apertamente l’iniziativa della costruzione di una cintura economica della Via della Seta: durante una visita di stato in Kazakistan, il presidente cinese Xi Jinping tenne un discorso all’Università di Nazarbayev, ad Astana, dove promosse il
57 Indonesia, durante la conferenza dell’ASEAN, il leader cinese affrontò il tema della costruzione di una Via della Seta marittima (Chhibber 2015).
In tal modo, il progetto della Nuova Via della Seta, o “One Belt One Road” (yi dai yi lu,一 带一路), una cintura e una strada, venne lanciato e promosso per la prima volta nella sua interezza. Il presidente Xi Jinping, per far ciò, richiamò alla memoria l’ambiente economico e culturale, caratterizzato da un forte dinamismo, che si era creato nella Via della Seta dei tempi antichi (Chhibber 2015). Non a caso Xi Jinping, sin dal 2012, ha posto l’attenzione sul concetto del chinese dream, il sogno cinese, che prevede un ringiovanimento della nazione e un ritorno alla grandezza e all’influenza della Cina dei tempi passati (Rolland 2015).
La “One Belt One Road”, da qui in avanti OBOR, ha come obiettivo quello di creare, attraverso una migliore connettività infrastrutturale, una zona di cooperazione economica aperta ed equilibrata, caratterizzata da un’integrazione culturale, che porti benefici a tutti i paesi coinvolti (Nataraj, Sekhani 2015).
La rete infrastrutturale ha lo scopo di collegare di nuovo l’Oriente con l’Occidente, attraverso strade, linee ferroviarie, gasdotti e oleodotti, facendo rivivere le attività commerciali in terra e in mare (Rolland 2015).
Questa nuova iniziativa si presenta come un grande progetto che coinvolge più di 60 paesi e comprende due distinte rotte di trasporto: una via terrestre che colleghi Xi’an con la Germania (Duisburg) e l’Olanda (Rotterdam) attraverso l’Asia Centrale e una rotta marittma che colleghi il Sud della Cina all’Africa (Nairobi) e all’Europa (Venezia) attraverso paesi quali il Vietnam, la Malaysia, l’Indonesia, lo Sri Lanka e l’India. Nello specifico la Via della Seta terrestre è finalizzata a unire la Cina, l’Asia Centrale, la Russia e l’Europa, avvicinando la Cina al Golfo Persico e al Mar Mediterraneo attraverso l’Asia Centrale e Occidentale, e collegando la Cina con il Sud-est asiatico, l’Asia del Sud e l’Oceano Indiano.
La Via della Seta marittima si estende dalle coste cinesi a quelle europee, da una parte attraversa il Mar della Cina del Sud e l’Oceano Indiano fino alle coste orientali dell’Africa per raggiungere l’Europa, e, dall’altra, attraversa ancora il Mar della Cina del Sud per raggiungere il Pacifico meridionale (Figura 3.2) (Devonshire Ellis 2015).
Il presidente Xi Jinping ha posto questo programma al centro della sua politca estera e della sua strategia economica nazionale.
L’iniziativa, infatti, mira a portare a termine gli interessi della Cina all’estero, ossia aumentare e assicurarsi l’accesso ai mercati per le esportazioni cinesi, sviluppare nuovi mercati per il commercio e per gli investimenti, e rafforzare l’influenza diplomatica e commerciale della Cina (Van der Putten, Meijnders 2015).
Per quanto riguarda il livello nazionale, nei decenni passati, la Cina si è concentrata principalmente nello sviluppo delle zone orientali e costiere del paese, non interessandosi alle aree occidentali ed interne. Attraverso la nuova Via della Seta, la Cina vuole sviluppare e rendere più moderne queste zone periferiche e strategiche per riuscire ad accedere più facilmente ai mercati del Sud-est asiatico e dell’Asia Occidentale.
Il governo cinese, inoltre, sta affrontando delle difficoltà nel gestire la transizione verso il modello di crescita economica new normal, a causa delle sfide del mercato immobiliare, dell’eccesso di capacità nel settore industriale, del problema ambientale, dell’onere del debito e dei rischi finanziari dell’economia cinese (Nataraj, Sekhani 2015). L’iniziativa OBOR sembra offrire delle soluzioni a questi problemi, soprattutto in riferimento all’eccesso di capacità produttiva. Il progetto, infatti, promuovendo investimenti nei paesi coinvolti, offre nuove opportunità e nuovi mercati alle imprese cinesi che possono avere un impatto sulla produzione di beni e servizi a livello nazionale. I produttori cinesi, per esempio, possono avere maggiori possibilità di realizzare IDE greenfield, ossia creare basi di produzione per espandere all’estero la capacità produttiva, aumentare la quota di mercato e evitare le tariffe di importazione. Questi IDE trasferiscono una parte del surplus di capacità nei paesi esteri dove la domanda è alta: per esempio, la costruzione di infrastrutture prevista dal progetto OBOR, per collegare in maniera migliore i vari mercati, permette ai produttori cinesi, come quelli di attrezzature da costruzione e quelli di acciaio e di cemento, di spostare alcune delle loro line di produzione in surplus nei paesi coinvolti nell’iniziativa (KPMG 2015).
Inoltre, il fatto che le imprese cinesi possano avere più opportunità di trasferire la produzione di bassa fascia e labor intensive lungo i paesi coinvolti nel progetto, può risolvere anche i problemi ambientali che la Cina sta attualmente affrontando (AmCham 2016).
Altro fattore guida di questa iniziativa è l’integrazione finanziaria: il progetto contribuirà decisivamene all’internazionalizzazione della moneta cinese, la cui domanda aumenterà una volta che il commercio verrà maggiormente canalizzato lungo la OBOR (Nataraj, Sekhani 2015).
59 Figura 3.2- La nuova Via della Seta
Fonte: Xinhua Finance Agency, 2015.