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Paolo Capuzzo

2. Il progetto urbanistico

Le olimpiadi di Berlino lasciarono tracce profonde e durature nella storia della città. L’evento richiedeva infatti imponenti interventi urbanistici e architettonici. Data la situazione ancora critica dell’economia tedesca, il comitato elaborò un parco progetto che si limitava all’adeguamento delle infrastrutture esistenti. Fu costruzione di un nuovo stadio olimpico e di una piazza per le parate capace di

5 , Pen & Sword, Barnsley

ospitare 250 mila persone6.

Hitler diede personalmente delle indicazioni sul progetto, del quale venne inca- - cio in acciaio e cemento con ampie vetrate, il Führer, che detestava le tendenze moderniste in architettura, andò su tutte le furie e incaricò immediatamente il rivestì il cemento di lastroni di pietra grezza e mise cornicioni un po’ dovunque riuscendo ad ottenere l’approvazione di Hitler7.

Il complesso era composto da tre aree: la piazza che dava accesso allo stadio (Vorfeld), lo stadio vero e proprio e il campo di maggio, vale a dire la piazza del- le grandi parate. Del complesso entrarono a far parte anche un teatro all’aperto (l’odierna Waldbühne), lo stadio di hockey, la piscina olimpica e le sedi delle grandi istituzioni dello sport tedesco: la e la Reich-

sakademie für Leibesübungen. Si trattava del più grande complesso sportivo mai

mila persone.

L’organizzazione dell’evento non si limitò all’area dei giochi: venne ristruttu- rato l’aeroporto di Tempelhof; realizzato il tunnel della S-Bahn per collegare le stazioni nord e sud della città, prolungando la linea verso ovest per raggiungere lo stadio; venne creato lo snodo tra la Avus, l’autostrada di ingresso a Berlino da sud-ovest, e la circonvallazione; vennero potenziate la rete del tram e quella chilometri dallo stadio, venne costruito il villaggio olimpico.

Date le proporzioni dell’impresa, si trattò di una corsa contro il tempo, resa più trovare 2 mila e cinquecento operai disposti a lavorare in condizioni di scarsa solo crollo del cantiere ferroviario, in prossimità della porta di Brandeburgo, ri- masero uccisi 19 operai8.

- sentarono l’anticamera della deportazione che preluse allo sterminio. I Sinti e i

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delle olimpiadi in due volumi

herausgegeben vom Cigaretten-Bilderdienst, Cigaretten-Bilderdienst, Altona-Bahrenfeld 1936, nel

- zioni; tra i numerosi volumi di carattere generale sui giochi del 1936, cfr. D. C. Large, Nazi Games.

Berlin im

, Diplomica, Hamburg 2009; A. Emmerich,

2011. 7

8 Cfr. P. Urban-Halle, Der Einsturz beim Bau der Nord-Süd-Bahn, in Die Berliner S-Bahn. Gesell-

schaftsgeschichte eines industriellen Verkehrsmittels -

Daniele Serapiglia (a c.), Tempo libero, sport e fascismo

PARTE I. SPORT E CULTO DEL CORPO NELL’IDEOLOGIA FASCISTA E NAZISTA 33

vista dei visitatori9. Da lì non fecero più ritorno in città: la destinazione successi-

va, all’inizio del ’43, fu il campo di sterminio di Birkenau.

3. Lo spettacolo

- - ne che mirava ad occultare il carattere razzista del regime. Venne impartito alla stampa l’ordine di non pubblicare attacchi agli ebrei o ai neri durante i giochi, vennero provvisoriamente cancellate le scritte antisemite che campeggiavano in vari luoghi della città. Inoltre vennero banditi mendicanti e prostitute per garan- tire il decoro.

Lo sforzo propagandistico fu imponente. Il primo bollettino che annunciava i gio- - chi e più di 3000 testate straniere in tutto il mondo. Nel 1935 vennero distribuiti quasi due milioni e mezzo di depliant in 14 lingue, mentre l’azienda ferroviaria iniziò una campagna pubblicitaria per le vacanze a Berlino in occasione delle olimpiadi.

un’invenzione delle olimpiadi berlinesi che entrò poi a far parte stabilmente del cerimoniale olimpico. Anche per questo evento venne predisposta una completa copertura mediatica che seguì le varie tappe: da Olimpia ad Atene, Salonicco, - rono la corsa per tutti i 2.500 km immortalandone i momenti più entusiasmanti: tra questi il tripudio viennese particolarmente caro al regime che stava elaborando Ovviamente alcuna visibilità fu data alle proteste e alle manifestazioni antitedes- che che accompagnarono il passaggio della torcia per le vie di Praga.

dello sport di massa a livello globale: le olimpiadi di Berlino furono un momento decisivo di questo passaggio. Le nuove tecnologie di trasporto e di comunicazio- giochi furono 3,7 milioni, un record che distanziava notevolmente quello di Los Angeles 1932 che aveva di poco superato il milione. Trecento milioni di persone seguirono le olimpiadi alla radio attraverso una quarantina di emittenti che co-

9 Cfr. U. Brucker-Boroujerdi e W. Wippermann, Nationalsozialistische Zwangslager in Berlin

III. Das „Zigeunerlager“ Marzahn Berlin-Forschungen II., Colloquium

privano pressoché l’intero globo; mentre 160 mila poterono guardare la diretta televisiva in alcuni locali della città in quelle che furono le prime trasmissioni sportive della storia.

Il comitato organizzatore si riservò il copyright esclusivo delle immagini dei -

olimpiadi, ma che iniziarono ad essere diffuse nelle sale, sotto forma di shorts, già durante i giochi.

L’intera Berlino era arredata con enormi bandiere con la svastica, in modo da imprimere chiaramente il marchio nazista su questo grande successo; nonostante la presenza massiccia dei simboli del regime, tuttavia, si volle dare soprattutto che pattugliavano l’area olimpica erano vestiti in borghese e vennero sospese le frequenti manifestazioni paramilitari che si tenevano normalmente per le strade di Berlino. Soltanto i militari conservarono la divisa anche durante i giochi così come lo stesso Hitler che la indossò anche alla cerimonia di apertura10. Il Führer

assistette di frequente ai giochi, esibendo una passione sportiva che in realtà non aveva mai nutrito.

11

la cui prima ebbe luogo allo Zoo Palast il 20 aprile 1938, in occasione del com- pleanno del Führer

tra le quali 45 cineoperatori, e poté disporre di sei buche per le riprese dal basso. Lega Antinazista riuscì ad impedirne la distribuzione nelle sale e il viaggio in

Hollywood, dove numerosi esuli tedeschi lavoravano nell’industria cinematogra- il suo antisemitismo, quell’anno venne insignito dell’Ordine dell’Aquila tedesca. su tre principi: la competizione, come affermazione di vitalità e forza; la bellezza

10

, Atlantica, Biarritz 2000, pp. 80 e segg.

11 Cfr. P. Wolff, -

fenstahl, , Deutscher Verlag, Berlin 1937; ma vi furono anche numerose altre pubblicazioni a prezzi più popolari.

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del corpo e del movimento regolato dalla disciplina sportiva; lo spirito olimpico, della classicità e i corpi in movimento dell’olimpiade moderna. Nel seguito, il racconto documentario degli eventi sportivi si dipana con un ritmo incalzante, una grande vivacità espressiva e una costante sottolineatura dell’autonomia del I movimenti di macchina, l’angolatura delle riprese, le soggettive, sono tutte tec- un linguaggio che avrebbe lasciato un segno indelebile nella storia successiva del racconto sportivo, in particolare con l’avvento della televisione.

4. I giochi

- ni razziali o politiche nei confronti degli atleti, riuscendo tuttavia ad impedire la che aveva stabilito il primato tedesco con 1.51 nel campionato del 1931. Espulsa dal suo club nel 1933, in quanto ebrea, venne mandata dai genitori in Inghilter- ra, dove riuscì a vincere i campionati britannici del 1934 con la misura di 1.55. Preoccupato per la notorietà che questa giovane atleta stava ottenendo sul piano - nazionale portandolo a 1.60 un mese prima dei giochi, tuttavia, a due settimane dall’inizio delle olimpiadi, ricevette una lettera dalle autorità sportive che le co- municavano l’esclusione dai giochi perché le sue prestazioni non erano all’altez- za. La misura da lei superata, 1.60, fu la stessa che consentì alla britannica Doro- thy Tyler-Odam di vincere la medaglia d’argento. L’esclusione della Bergmann, secondo le autorità tedesche, era avvenuta sulla base di considerazioni stretta- mente sportive e il Cio non ebbe nulla da eccepire a questa vergognosa farsa12.

Venne invece selezionata per le olimpiadi una leggenda dello sport comunista: il lottatore Werner Seelenbinder. Seelenbinder era diventato campione tedesco nel 1933 e al momento della premiazione, quando sarebbe stato richiesto il saluto nazista, rimase immobile, con le mani dietro la schiena di fronte a un pubblico at-

Führer durante la

premiazione olimpica, purtroppo ottenne soltanto il quarto posto e non poté rea-

12 Sul caso Bergmann, cfr. C. Frietsch, ,

lizzare questa plateale dimostrazione di dissenso13. Legato ai gruppi di resistenza

comunisti durante la guerra, Seelenbinder venne arrestato e torturato nel vano tentativo di estorcergli i nomi dei suoi compagni clandestini. Venne decapitato a Stati Uniti che dalle olimpiadi di Stoccolma (1912) in avanti avevano sempre - bbels, diede grande spazio alle gare adottando un atteggiamento imparziale e sportivo. Tutti i protagonisti vennero celebrati, in primo luogo la grande star dei molti neri del sud di quegli anni: nato in una piccola città dell’Alabama nel 1913, che aveva trovato lavoro in un’acciaieria.

La stampa di partito ebbe inizialmente qualche parola inopportuna verso gli atleti di colore, ma successivamente non vi fu ostilità alcuna e Owens conquistò il pubblico tedesco con le sue imprese. Oltretutto al regime non dispiaceva l’idea di mostrarsi più benevolo nei confronti dei neri americani di quanto non facessero le autorità del loro paese. Owens, che negli Stati Uniti doveva rimanere separato dal resto della squadra, soggiornando in appositi alberghi per neri e mangiando in altrettanto appositi ristoranti, a Berlino poteva accedere liberamente a tutti i locali e risiedere nello stesso hotel degli altri atleti americani. La leggenda se- condo la quale Hitler avrebbe abbandonato indispettito lo stadio perché Owens la premiazione – ciò che non era nemmeno previsto dal protocollo – è priva di fondamento, come ricorda lo stesso Owens nelle sue memorie, nelle quali egli non manca di ricordare le discriminazioni di cui era stato oggetto negli Stati Uniti non lo volle mai ricevere per non inimicarsi l’elettorato razzista del sud14. Certo,

Hitler in privato si mostrò indispettito per i successi di Owens, ma questo ci è noto oggi dopo la pubblicazione delle memorie di Speer15, in pubblico in quei

destini molto vari, talvolta drammaticamente opposti. Cito un solo caso che testi- membro volontario delle SS collaborò alla persecuzione organizzata da Seys- s-Inquart che portò alla deportazione di 120 mila ebrei dall’Olanda. Tra questi

13 Der Stärkere: ein Buch über Werner Seelenbinder, Sportverlag, Berlin 1982. 14

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c’erano anche quattro medaglie d’oro olandesi della ginnastica a Berlino e il loro allenatore, che trovarono la morte ad Auschwitz e Sobibór.

Per molti atleti, tuttavia, il credito conquistato durante le olimpiadi berlinesi valse a occultare le loro condotte criminali negli anni della guerra. Il vincitore della conseguì il grado di comandante delle unità d’assalto delle Ss. Nel dopoguerra nonché capo della delegazione tedesca alle olimpiadi tra il 1956 e il 1964.