2.8 Seminario su: “Nuove tecnologie e strategie di irrigazione per il risparmio idrico in agricoltura” Catania, 4 dicembre 2018
Il seminario“Nuove tecnologie e strategie di irrigazione per il risparmio idrico in agricoltura” è stato organizzato dal CSEI Catania in collaborazione con il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A) e la IRRITEC, azienda leader nel settore dell’irrigazione.
Il seminario si è tenuto a Catania il 4 dicembre 2018 presso il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A) dell’Università degli Studi di Catania ed è stato svolto con il contributo della Regione Siciliana - Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
Il seminario ha avuto come obiettivo di divulgare le principali innovazioni nel settore della microirrigazione ed i risultati di alcune attività di ricerca sull’irrigazione deficitaria e sul riuso delle acque reflue in agricoltura svolte dal Di3A (nell’ambito del progetto internazionale “Innovative Remote And Ground Sensors, Data and Tools Into a DecisionSupport System For Agriculture water Management - IRIDA” - ERA-NET Cofund WaterWorks2014) e dal CSEI Catania, alcune delle quali con la collaborazione dell’IRRITEC.
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La partecipazione al seminario ha dato diritto al riconoscimento di CFU per gli studenti iscritti ai corsi di studio del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A) dell'Università degli Studi di Catania e di CFP per gli iscritti all'ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali. Il Seminario ha avuto inizio con i saluti istituzionali da parte dei rappresentanti degli enti organizzatori e patrocinanti e quindi con i saluti del prof. Agatino RUSSO Direttore del Di3A, del prof. Salvatore BARBAGALLO, direttore del CSEI Catania , del dott. Salvatore Scicchitano in rappresentanza della IRRITEC SpA e il dott. Salvatore Rapisarda per EUROAGRUMI.
I lavori sono iniziati con l’intervento del dott. Salvatore SCICCHITANO della IRRITEC SpA sulle “Tecniche di progettazione degli impianti micro-irrigui e nuove tecnologie per la valorizzazione delle risorse idriche in agricoltura”.
Fa una presentazione dell’azienda che nasce in Sicilia nel 1974. Negli anni ’80, le pratiche di microirrigazione, diffuse soprattutto nei paesi mediorientali, negli Stati Uniti e in Arabia, arrivano anche in Italia. IRRITEC per rispondere all’esigenza nazionale di adottare nuovi sistemi per irrigazione agricola e residenziale, amplia la propria offerta con la produzione di varie linee di tubi per agricoltura e costruzioni. I primi anni ’90 segnano dell’ascesa dell’azienda: la produzione delle ali gocciolanti in Siplast (oggi IRRITEC), completa l’offerta del pacchetto prodotti necessario per l’avvio di un impianto d’irrigazione. Nel 1990, l’azienda acquista la concessione di un brevetto che permetterà di produrre e vendere la prima linea di ali gocciolanti, seguita nel 1991 dalla seconda e nel 1992 dalla terza, rivolte al mercato dell’irrigazione a goccia.
Oggi IRRITEC distribuire i propri prodotti in oltre 140 paesi nel mondo, conta più di 700 dipendenti e stabilimenti produttivi in Italia, Spagna, Stati Uniti, Messico, Cile e Brasile, oltre a strategici depositi in Algeria, Germania e Bologna. In 40 anni è cresciuta costantemente e oggi il gruppo Irritec® è leader in Europa e fa parte dei primi cinque protagonisti a livello mondiale per la progettazione, produzione e distribuzione di sistemi di microirrigazione.
L’intervento del dott. Scicchitano prosegue con l’esposizione dell’azione pilota in Burkina Faso “Donne rurali, sistema serre solari e irrigazione a goccia” .
L’agricoltura nell’Africa sub sahariana detiene il 60% delle terre ancora non coltivate del globo, assorbe l’80% della forza lavoro e utilizza solo il 2% delle sue risorse idriche rinnovabili contro il 5% della media mondiale. Inoltre l’agricoltura contribuisce al 30% del PIL nonostante che il 15 – 20% del prodotto viene perso nella fase post-raccolta.
Le donne rappresentano il 70% della forza lavoro agricola, producono l’80% dei beni alimentari e gestiscono il 90% della vendita.
Nel mondo il 20% della superficie agricola mondiale soddisfa il 40% della domanda alimentare. Una efficiente irrigazione è capace di incrementare dal 100 al 400% la resa di numerose colture, occorre però andare verso una agricoltura sostenibile adottando politiche ambientali per incentivare il ricorso a sistemi che razionalizzino l’utilizzo della risorsa idrica, realizzare pozzi, favorire la creazione di bacini collinari o sbarramenti utili durante la stagione delle piogge, realizzare reti di distribuzione, divulgare le nuove tecnologie organizzando incontri tematici e allestire campi dimostrativi, incentivare l’associazionismo e la formazione di piccole cooperative.
La divulgazione delle nuove tecnologie è fondamentale per lo sviluppo agricolo nelle aree depresse e lo sviluppo di contratti di coltivazione tra piccoli agricoltori e grandi aziende se presenti oltre a
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incrementare i risultati produttivi potrebbero far nascere nuove figure professionali che opereranno sul territorio.
Il dott. Scicchitano, dopo aver portato alcuni esempi in Kenia, Senegal, Kazakhstan, Armenia e Indonesia, presenta il sistema IRRI GO che è il sistema irriguo, indipendente dalle fonti di energia, sviluppato per piccoli produttori che sono la spina dorsale del settore agricolo africano. Tale soluzione consente di massimizzare l’uso della preziosa risorsa idrica.
Il sistema è di facile utilizzo e installazione, sono sufficienti pochi metri di dislivello per farlo funzionare, durante la stagione delle piogge è possibile coltivare in serra anche utilizzando l’acqua piovana raccolta in appositi laghetti e questo permette di non sprecare neanche una goccia della preziosa risorsa idrica.
A seguire la prof.ssa Simona Consoli del Di3A dell’Università di Catania ha parlato sugli: “Effetti sul sistema suolo-pianta dell’applicazione di strategie di irrigazione deficitaria su agrumi”.
La relazione ha trattato i principali risultati ottenuti dai ricercatori del Di3A nell’ambito del progetto internazionale “Innovative Remote And Ground Sensors, Data and Tools Into a DecisionSupport System For Agriculture water Management - IRIDA” - ERA-NET Cofund WaterWorks2014) e dal CSEI Cataniacon la collaborazione dell’IRRITEC spa.
In particolare sono state illustrate le metodologie di irrigazione deficitaria applicate su colture agrumicole e i principali effetti che la riduzione delle risorse irrigue (fino a circa il 50% dell’effettivo fabbisogno colturale) ha determinato, in termini di produzione e qualità del prodotto. La tecnica di irrigazione deficitaria più promettente appare la PartialRoot-Zone Drying che, a fronte di una notevole riduzione dei volumi di irrigazione, non compromette i livelli di produzione e determina una interessante risposta ormonale delle colture (incremento di produzione di acido abscissico – ABA) a vantaggio del miglioramento qualitativo (incremento dell’indice di maturazione) e del controllo vegetativo (riduzione del LAI).
Per finire il dott. Mirco Milani del Di3A dell’Università degli Studi di Catania ha relazionato sugli : “Scenari di riuso irriguo delle acque reflue depurate attraverso tecniche di fitodepurazione”. L’utilizzo di acque reflue depurate in agricoltura, in sostituzione o parziale integrazione con le acque convenzionali, è sempre più praticato nelle aree del bacino del Mediterraneo. La pratica del riuso di acque reflue urbane è subordinata alle normative, spesso stringenti, in vigore nei diversi Paesi dell’Unione Europea e non solo.
In questo contesto il riuso delle acque reflue trattate per l’irrigazione delle colture combina diversi vantaggi quali l’incremento della disponibilità idrica per l’agricoltura ed i benefici economici per gli agricoltori derivanti da una riduzione degli interventi di concimazione. L’uso pianificato e controllato delle acque reflue comporta la necessità di sottoporre queste acque ad idonei livelli di trattamento al fine di ridurre o eliminare il potenziale rischio igienico sanitario connesso alla qualità delle acque utilizzate.
Nei sistemi di depurazione naturale degli ecosistemi artificiali, le varie componenti (piante, animali, microrganismi, terreno, radiazioni solari) contribuiscono alla rimozione degli inquinanti presenti nelle acque reflue, che vengono rimossi attraverso processi fisici, chimici e biologici (filtrazione, adsorbimento, assimilazione da parte degli organismi vegetali, degradazione batterica).
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Negli impianti di fitodepurazione o “aree umide artificiali” (“constructedwetlands”),vengono riprodotti, in un ambiente controllato, i processi depurazione naturale caratteristici delle zone umide e ottenuti prevalentemente dall’azione combinata di substrato, vegetazione e microrganismi.
Seguono alcuni esempi di esperienze sui sistemi di fitodepurazione a servizio di insediamenti civili e produttivi in Sicilia realizzate nel Comune di San Michele di Ganzaria (Catania), all’IKEA Store di Catania e alla cantina Marabino (Siracusa).
In conclusione, da quanto ad oggi sperimentato, si può tranquillamente affermare che le tecnologie di trattamento naturale delle acque reflue possono rappresentare una valida alternativa ai trattamenti convenzionali. Nei Paesi con normative in linea con quanto stabilito dal WHO, potrebbero essere l’unica tecnologia da applicare per il trattamento ed il riuso delle acque reflue nel caso di piccole e medie comunità. In Italia, la fitodepurazione + UV potrebbe essere una valida soluzione sostenibile e con modesti costi di gestione e manutenzione.
I sistemi di fitodepurazione a flusso verticale, come ad esempio quelli dell’IKEA di Catania, hanno una notevole efficienza nella rimozione dei microrganismi (E. coli), sono risultati efficaci anche nel trattamento delle acque reflue agro-industriali, dimostrando la capacità di produrre effluenti compatibili con i restrittivi limiti del D.M. 185/2003.
Si auspica una rapida revisione della vigente normativa italiana sul riuso delle acque reflue alla luce delle nuove linee guida europee per tenere in considerazione diversi usi, tipologie colturali e metodi di irrigazione.
Le conclusioni sono state affidate al prof. Salvatore BARBAGALLO, Direttore del CSEI Catania.