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Propagatore di Feynman

Nel documento Meccanica Quantistica Relativistica (pagine 47-54)

| {z } =2ωp1 f (~p)

infatti la delta si pu`o spezzare nelle due delta di (p0± ωp) e la funzione di Heaviside seleziona solo quella positiva.

Ora cambiamo variabile da p a Λp0 e abbiamo: Z

d4p0δ(p20− m2)θ((Λp0)o)f (Λ~p0)

Il dp’ trasforma tramite lo jacobiano che `e unitario quindi nessun problema, la delta `e invariante cos`ı come la f. L’unica quantit`a che pu`o dar problemi `e la θ in quanto in generale il segno non `e un invariante relativistico a meno che i quadrivettori non siano di tipo luce o tempo. La delta di Dirac ci assicura che stiamo integrando su un vettore di tipo tempo infatti per la delta p2 = m2, quindi anche la funzione di Heaviside non da problemi. Ora ci rimane da dimostrare che l’esponenziale `e invariante anche lui

∆[Λ(x − y)] = Z d3p (2π)3p | {z } dµp e−ip[Λ(x−y)]− eip[Λ(x−y)]

facciamo il cambio di variabile p = Λp0 Z

dµ(Λp0) e−i(λp0)[Λ(x−y)]− ei(λp0)[Λ(x−y)] = ∆(x − y)

infatti negli esponenziali c’`e il prodotto fra i quadrivettori trasformati che `e un invariante per cambio di coordinate.

2.9 Propagatore di Feynman

Il nostro obbiettivo adesso `e quello di risolvere operatorialmente l’equazione di Klein-Gordon, in altre parole riuscire ad invertire l’equazione:

( + m2)ϕ = F (x) (2.17)

Dove F (x) `e la sorgente del mio campo ϕ. In caso di assenza di sorgenti per il campo ϕ questa si riconduce all’equazione di Klein-Gordon che ab-biamo gi`a studiato, che corrisponde alla soluzione per particelle libere. Se per`o c’`e un potenziale o un interazione, allora l’espressione generica della funzione ϕ sar`a data dall’equazione 2.17. Il nostro obbiettivo `e cercare un operatore che mi consenta di invertire questa espressione facilmente.

Definizione 2.9.1 (Time-Ordering) Sia T il superoperatore di time or-dering definito nel modo seguente:

T [ϕ(x), ϕ(y)] =    ϕ(x)ϕ(y) x0 > y0 ϕ(y)ϕ(x) x0 < y0 A questo operatore pu`o essere data un espressione analitica:

T [ϕ(x), ϕ(y)] = θ(x0− y0)ϕ(x)ϕ(y) + θ(y0− x0)ϕ(y)ϕ(x)

Definizione 2.9.2 (Propagatore di Feynman) Il propagatore di Feyn-man `e un operatore definito come il valor medio del vuoto dell’ordinamento temporale, ed `e costruito nel seguente modo:

i∆F = h0|T [ϕ(x), ϕ(y)] |0i `

E difficile dare direttamente un interpretazione fisica a questo oggetto, per`o ad esempio: Supponiamo x0 > y0: i∆F = Particella in x z }| { h0| ϕ(x) ϕ(y) |0i | {z } Particella in y

Un interpretazione fisica possibile di questo operatore `e la probabilit`a data una particella al tempo y0 in y di averne un’altra al tempo x0 in x. `E la probabilit`a che la particella si sia spostata dal punto x al punto y.

Cerchiamo adesso di verificare cosa succede se applichiamo l’operatore di Klein-Gordon sul propagatore di Feynman.

( + m2)i∆F =?

Quando l’operatore di Klein-Gordon agisce sulle sulle ϕ ottengo zero, per`o potrebbero esserci termini non nulli dovuti alle derivate temporali che agiscono anche sulle θ di Heviside della definizione di T . Per fare un calcolo esplicito ricordiamo la definizione della θ di Heviside e della sua derivata, intesa nel senso delle distribuzioni.

θ [f (x)] = Z −∞ θ(x)f (x)dx=. Z 0 f (x)dx

Questa `e la definizione di θ di Heviside. Questa distribuzione non possiede una derivata nel senso delle funzioni, per`o possiamo provare a eseguire la derivata simbolicamente: dθ dx[f (x)] = Z −∞ dθ dxf (x)dx

Per rendere questa derivata simbolica un oggetto reale, applichiamo la defi-nizione di integrali per parti:

dθ dx[f (x)] = θ(x) df dx −∞ − Z −∞ θ(x)df dxdx

Ricordando che nella teoria delle distribuzioni, le funzioni e tutte le derivate sono a dominio compatto, queste si annullano all’infinito.

dθ dx[f (x)] = − Z 0 df dx = −f (∞) + f (0) = f (0)

Ma questa `e la definizione della δ di Dirac, quindi possiamo dire che la derivata della distribuzione θ, nel senso della teoria delle distribuzioni, `e proprio la δ di Dirac.

Applichiamo all’operatore di Feynman il dalambertiano: x = ∂20− ∇2x

Per semplicit`a applichiamolo solo alla variabile x, la y di i∆F `e un parametro indipendente. Il Laplaciano agisce solo sulle derivate spaziali, poich´e nell’e-spressione di T le componenti spaziali compaiono solo dentro le ϕ, dobbiamo preoccuparci solo di cosa fa la derivata seconda rispetto al tempo.

0i∆F = θ(x0− y0) h0| (∂0ϕ(x)) ϕ(y)|0i + δ(x0− y0) h0|ϕ(x)ϕ(y)|0i + + θ(y0− x0) h0|ϕ(y) (∂0ϕ(x)) |0i − δ(y0− x0) h0|ϕ(y)ϕ(x)|0i ∂0i∆F = h0|T [∂0ϕ(x), ϕ(y)] |0i + δ(x0− y0) h0| [ϕ(x), ϕ(y)] |0i Grazie alla δ di Dirac il commutatore tra ϕ(x) e ϕ(y) `e calcolato a tempi uguali, e sappiamo che a tempi uguali questo commutatore `e nullo. Calcoliamo la derivata seconda rispetto al tempo:

00i∆F = h0|T∂00ϕ(x), ϕ(y) |0i + δ(x0− y0) h0| [∂0ϕ(x), ϕ(y)] |0i Il secondo commutatore questa volta non `e pi`u nullo a tempi uguali, ma `e pari a −iδ(x − y):

00i∆F = h0|T∂00ϕ(x), ϕ(y) |0i − i δ(x0− y03(~x − ~y)

| {z }

δ4(x−y)

Questo `e il risultato dell’azione delle derivate temporali sul propagatore di Feynman. Adesso vogliamo calcolarci il laplaciano. Quando inserisco il la-placiano, questo non agisce sulle θ (funzioni solo di x0), e finisce direttamente dentro l’espressione di T : ( + m2)i∆F = h0|T  ( + m2)ϕ(x) | {z } =0 , ϕ(y)  |0i − iδ4(x − y)

( + m2)i∆F = −iδ4(x − y)

Questo risultato `e impressionante, poich´e ci permette di stabilire che il pro-pagatore di Feynman `e proprio una funzione di Green, e permette di invertire l’equazione di Klein-Gordon (`e l’inverso dell’operatore di Klein-Gordon).

La funzione di Green `e una distribuzione a cui applicando l’operatore differenziale che definisce l’equazione si ottiene una δ di Dirac, e permette ri-solvere l’equazione differenziale. Vogliamo riri-solvere l’equazione differenziale delloperatore di Klein-Gordon.

( + m2)ϕ(x) = F (x)

Questa equazione `e molto simile a quella per il campo elettromagne-tico, se infatti prendiamo i fotoni m = 0, questa equazione si riconduce all’equazione generale dell’elettromagentismo:

ϕ = F

Dove F `e la mia quadricarica, e ϕ `e un quadripotenziale dei campi elettroma-gnetici. Analogamente in generale questa equazione con m 6= 0 `e l’equazione di una particella soggetta a forze. Se conosciamo una funzione di Green del-l’operatore di Klein-Gordon abbiamo risolto il problema. Sia G la funzione di Green, soddisfa la equazione

( + m2)G(x − y) = δ4(x − y)

Allora la soluzione all’equazione di Klein-Gordon pu`o essere scritta come: ϕ(x) = ϕ0(x) +

Z

d4yG(x − y)F (y) (2.18)

Dove ϕ0(x) `e la soluzione all’equazione omogenea di Klein-Gordon (di cui abbiamo gi`a calcolato la soluzione), e l’integrale in d4y `e uno degli integra-li particolari dell’equazione di Klein-Gordon estesa (2.17). Mostriamo che la (2.18) sia effettivamente soluzione della (2.17):

( + m2)ϕ(x) = ( + m20(x) | {z } =0 + Z d4y ( + m2)G(x − y) | {z } δ4(x−y) F (y) = F (x)

Quindi la conoscenza delle funzioni di Green mi permette di risolvere buona parte dei problemi che si applicano alla tecnologia (descrivendo come sappiamo anche i campi elettromagnetici). `E chiaro che questa equazione non fornisce la soluzione a tutti i problemi di elettrodinamica, perch´e questa equazione ci dice soltando in che modo i campi elettromagnetici risentono della distribuzione di cariche e correnti. Poi bisognerebbe calcolare come le cariche e correnti risentono dei campi magnetci, riposizionandosi a loro volta. Tuttavia nella maggior parte dei casi ad interesse tecnologico (antenne e

circuiti) si pu`o trascurare l’effetto del campo elettromagnetico nel modificare le mie cariche e correnti, e quindi la soluzione all’equazione di Klein-Gordon `e sufficiente.

Sappiamo quindi che il propagatore di Feynman `e un operatore di Green dell’equazione di Klein-Gordon, cerchiamone ora un espressione analitica. Il sistema che sto considerando `e un equazione differenziale a coefficienti costanti, che pu`o essere risolta con la trasformata di Forier (che mi riconduce l’equazione differenziale in un equazione algebrica, pi`u semplice da risolvere):

i∆F(x − y) =

Z d4y

(2π)4G(q)e˜ −iq(x−y)

Abbiamo scritto la i∆F come antitrasformata di Fourier di ˜G. Imponiamo l’uguaianza ricavata:

( + m2)i∆F(x − y) = −iδ4(x − y) ( + m2)

Z d4y

(2π)4G(q)e˜ −iq(x−y)= −i Z

d4y

(2π)4e−iq(x−y)

Ora ˜G(q) non `e funzione delle x per cui l’operatore dalambertiano non tocca questa espressione, e agisce solo sull’esponenziale, le cui derivate sono molto semplici da calcolare: Z d4y (2π)4G˜(−i)2qµqµ+ m2 e−iq(x−y) = −i Z d4y (2π)4e−iq(x−y)

Poich´e le trasformate di Fourier sono invertibili, se le trasformate di Fourier sono uguali anche gli oggetti trasformati sono uguali. Questo `e sancito dal teorema fondamentale delle trasformate di Fourier.

˜

G −q2+ m2 = −i ˜

G = i

q2− m2

Da cui abbiamo ricavato l’espressione dell’operatore i∆F. i∆F =

Z d4y (2π)4

i

q2− m2e−iq(x−y)

Il problema di usare questa formula per il propagatore `e che il denomi-natore ha degli zeri quando q `e tale che q2= m2.

q02− |~q|2− m2 = 0 q0 = ±p|~q|2+ m2 = ±ωq

Purtroppo il denominatore si annulla malamente, infatti possiamo esplicitare questi zeri nel seguente modo:

i∆F =

Z d4y (2π)4

ie−iq(x−y) (q0− ωq)(q0+ ωq)

Ci sono due singolarit`a di potenza 1, che quindi vanno come 1x, che non `e integrabile, questo da dei problemi di convergenza. Questa formula cos`ı come `e scritta non ha senso, va riaggiustata senza rovinare le sue propriet`a matematiche.

Ad esempio potremo pensare di integrarla su un dominio complesso, aggirando le singolarit`a.

Ci sono pi`u possibili percorsi per aggirare le due singolarit`a, ciascun per-corso genera una formula differente. Classicamente sono tutti quanti buone funzioni di Green, tutte quante risolvono l’equazione differenziale corretta-mente. Tuttavia, dal punto di vista quantistico solo una di loro `e quella che ci interessa realmente (Figura 2.3).

Figura 2.3: In figura sono mostrati tutti i possibili percorsi su come aggirare le due singolarit`a dell’asse reale, attraverso il cammino complesso. Inverde`e mostrato il percorso che `e utilizzado in fisica quantistica.

Vedremo ora di integrare passando sotto la prima singolarit`a e sopra la seconda. Poich´e l’integrale complesso deve essere un circuito chiuso dobbia-mo scegliere in che dobbia-modo chiudere l’esponenziale. Scegliadobbia-mo ad esempio il caso in cui:

x0− y0> 0

In questo caso per far convergere l’integrale la chiusura del percorso deve essere fatta attraverso gli immaginari negativi (in basso). L’integrale che da problemi `e quello in q0, isoliamolo:

Z dq0

ie−iq0(x0−y0) (q0+ ωq)(q0− ω1)

L’esponenziale parametrizzando q0 lungo la chiusura di circonferenza in basso:

q0= α − iβ β > 0 L’esponenziale in modulo diventa:

e−iα(x0−y0)e−i(−iβ)(x0−y0)

Quindi a seconda del segno che assume (x0 − y0) si sceglie una diversa chiusura del cammino. L’integrale su questa chiusura `e zero, in quanto l’esponenziale decrescente ammazza facilmente il valore dell’integrando.

Figura 2.4: Il cammino complesso che scegliamo in caso x0− y0 > 0 `e quello mostrato in figura. `E indifferente scegliere il cammino rosso o il cammino blu, poich´e tra l’uno e l’altro non vi sono delle singolarit`a. Il percorso `e fatto in senso orario, quindi bisogna prendere un segno meno.

Il percorso `e fatto in senso orario, quindi dobbiamo moltiplicare il residuo per −1: Z dq0 2π ie−iq0(x0−y0) (q0+ ωq)(q0− ω1) = −2πires " 1 2π ie−iq0(x0−y0) (q0+ ωq)(q0− ω1) # Z dq0 2π ie−iq0(x0−y0) (q0+ ωq)(q0− ω1) = −2πi ie−iωq(x0−y0) 2π(ωq+ ωq) Z dq0 2π ie−iq0(x0−y0) (q0+ ωq)(q0− ω1) = −i ie−iωq(x0−y0)q Ora possiamo riscrivere il propagatore di Feynman:

i∆F = Z d3q (2π)3 ieiq(x−y)q q0 = ωq

Questo oggetto qui `e effettivamente il valor medio del vuoto: h0|ϕ(x)ϕ(y)|0i = Z d3q (2π)3 eiq(x−y)q Se x 0− y0> 0

Questa scelta di cammino di integrazione `e l’unica che effettivamente mi per-mette di riottenere l’espressione quantistica del propagatore. Naturalmente se x0− y0 < 0 avremo dovuto scegliere la chiusura del percorso verso gli immaginari positivi, questo mi avrebbe cambiato segno (il percorso sarebbe stato concluso in senso orario) ma anche il residuo da calcolare8. Il risultato sarebbe stato che l’integrale si sarebbe ottenuto per:

h0|ϕ(y)ϕ(x)|0i

Quindi effettivamente questa scelta di percorsi riproduce correttamente la definizione iniziale che avevamo dato al propagatore di Feynman:

i∆F = h0|T [ϕ(x), ϕ(y)] |0i

Un metodo alternativo per risolvere questo stesso problema consiste nello spostare le singolarit`a sul piano complesso. Si sostituisce al denominatore incriminato l’espressione in limite:

lim

ε→0

1 q2− m2+ iε

E quindi si integra sull’asse reale. Questo riproduce esattamente il conto che abbiamo fatto.

Nel documento Meccanica Quantistica Relativistica (pagine 47-54)

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