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Il concetto di RV Continuum espresso da Milgram, suddivide la mixed reality in augmented reality ed augmented virtuality. Quando parliamo di sistemi di mixed reality per`o, una distinzione di questo tipo risulta essere troppo banale e semplicistica, perch´e non tiene conto di quelle che sono tutte le possibili sfumature all’interno di questi due campi. Un sistema di realt`a aumentata infatti, non presenta necessariamente le stesse caratteristiche di un altro sistema di realt`a aumentata. Lo stesso discorso pu`o essere fatto per ci`o che riguarda i sistemi di virtualit`a aumentata.

Per poter suddividere in maniera pi`u nitida un sistema di mixed reality da un altro, Milgram introdusse una tassonomia tridimensionale, basata su quelle che sono le propriet`a principali di tali sistemi.

2.2.1

Tassonomia tridimensionale di Milgram

La tassonomia proposta da Milgram si configurava inizialmente come un iperspazio a pi`u dimensioni.

Tali dimensioni costituivano le propriet`a principali di un sistema di AR/AV, che andava quindi, sulla base di esse, a collocarsi in uno specifico punto di tale iperspazio, differenziandosi cos`ı dagli altri. Per semplificare le cose, l’iper- spazio pu`o essere visto anche come uno spazio tridimensionale, se, tra le varie propriet`a che ne costituiscono le dimensioni, ne vengono considerate solo tre. Le tre propriet`a/dimensioni pi`u importanti secondo Milgram, sono: l’Extent of World Knowledge (EWK), la Reproduction Fidelity (RF) e l’Extent of Presence Metaphor (EPM).

Sulla base di queste tre quindi, `e possibile tracciare uno spazio tridimensionale all’interno del quale un qualunque sistema di AR/AV pu`o essere distintamente collocato.

Per poter capire per`o come posizionare tale sistema lungo i tre assi sulla base delle sue caratteristiche, andiamo ora ad analizzare queste ultime.

Figura 2.4: Rappresentazione dello spazio tridimensionale all’interno del quale `e possibile collocare un qualunque sistema di mixed reality.

2.2.2

Extent of World Knowledge

La dimensione dell’EWK classifica i sistemi di mixed reality sulla base di quanto questi sanno sulla realt`a di interesse che riproducono. L’estremo sinistro di questa dimensione, rappresenta il caso in cui il sistema non sappia nulla su tale realt`a, che viene quindi definita come Unmodelled, ossia non modellata computazionalmente. L’estremo destro, al contrario, rappresenta invece il caso in cui il sistema conosca e manipoli completamente la realt`a d’interesse. Questo `e il caso in cui la realt`a di interesse `e puramente virtuale. Un sistema situato su questo estremo conosce posizione, forma e caratteristiche di ogni oggetto appartenente al mondo rappresentato e sa anche come questi interagiscono tra loro e come l’utente pu`o manipolarli.

Figura 2.5: Rappresentazione grafica della dimensione dell’Extent of World Knowledge.

2.2.3

Reproduction Fidelity

La dimensione della RF incide particolarmente sulla sensazione di immer- sione e presenza dell’utente all’interno della mixed reality rappresentata dal sistema. Il termine Reproduction Fidelity si riferisce alla qualit`a delle immagi- ni riprodotte dal sistema, sia che queste rappresentino oggetti del mondo reale, sia che rappresentino oggetti puramente virtuali. Anche in questo caso, come nel precedente, ci si muove da sinistra verso destra in maniera crescente. Un sistema posizionato all’estrema destra di questo asse quindi, sar`a un sistema con una notevole qualit`a di rappresentazione delle immagini.

La RF, in generale, dipende da diversi fattori quali l’hardware del dispo- sitivo utilizzato, le tecniche di rendering impiegate, ecc e per questo, sarebbe pi`u chiaro suddividerla in pi`u dimensioni. Tuttavia, per mantenere il discorso pi`u semplice e sintetico, viene qui rappresentata come un tutt’uno.

Figura 2.6: Rappresentazione grafica della dimensione della Reproduction Fidelity.

2.2.4

Extent of Presence Metaphor

La dimensione dell’EPM, classifica un sistema sulla base di quanto un uten- te si senta immerso nella realt`a riprodotta. All’estremo sinistro di questo asse, si trovano i sistemi che fanno uso di un approccio window-on-the-world per rappresentare la loro mixed reality. In sistemi del genere ovviamente, l’utente non si sente affatto parte del mondo rappresentato, ma ha piuttosto la sensa- zione di osservarlo da fuori (“da una finestra”). All’estremo destro invece, si trovano quei sistemi che aderiscono alla metafora del real-time imaging, ovvero sistemi in cui l’utente si sente completamente immerso nella realt`a riprodotta. Pi`u in generale, l’Extent of Presence Metaphor serve a distinguere quelli che sono sistemi esocentrici (in cui l’utente non viene posto al centro), dai sistemi egocentrici (in cui l’utente viene posto al centro). La dimensione dell’EPM e quindi il suo asse, non dovrebbe, in un certo senso, essere ortogonale a quella della RF, in quanto entrambe posizionano nel loro estremo destro, sistemi nei quali l’utente ha una sensazione di immersione completa.

Figura 2.7: Rappresentazione grafica della dimensione dell’Extent of Presence Metaphor.

2.2.5

Metodi di interazione con le entit`a virtuali

Oltre a basarsi sulla tassonomia di Milgram, `e possibile differenziare un sistema di mixed reality da un altro, anche analizzando quelle che sono le tecniche che esso impiega per permettere all’utente di interagire con gli oggetti virtuali appartenenti alla realt`a rappresentata.

Tra le vari interfacce di interazione, le principali sono:

• Interfacce tangibili, ovvero costituite da oggetti del mondo fisico, mediante i quali si `e in grado di interagire con oggetti puramente virtuali; • Interfacce ibride, che combinano un insieme di interfacce diverse, ma complementari, in modo da rendere possibile l’interazione con gli oggetti

virtuali in pi`u modi. Queste forniscono una piattaforma per interazio- ni con dispositivi di vario tipo, dei quali, magari, non si conoscono le specifiche anticipatamente;

• Interfacce multimodali, che utilizzano invece mezzi quali il ricono- scimento vocale, lo sguardo, o i movimenti/gesti delle mani come inter- faccia di interazione con gli oggetti virtuali. Queste interfacce, emerse recentemente, sono quelle che si stanno diffondendo pi`u rapidamente.

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