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Prospettive future

Nel documento Gestione e Conservazione del Leone Berbero (pagine 102-116)

3. Conservazione del Leone Berbero

3.2. Il Centro

3.2.3. Prospettive future

Durante uno studio del 2009 (Black S. et al) che si preponeva di tracciare la discendenza degli esemplari dello zoo di Rabat nelle diverse strutture europee sono state messe in evidenza alcune caratteristiche riproduttive tra cui l’età di maturità sessuale stimata attorno ai 2 anni, sia per quanto riguarda i maschi che le femmine, una durata riproduttiva delle femmine di circa 11 anni (con un massimo fino ai 15 anni) e di circa 16 anni per i maschi. Inoltre per gli esemplari all’epoca riproduttivi, ovvero sette femmine e tre maschi, sono stati messi in evidenza tassi di sopravvivenza dei cuccioli rispettivamente di 72.7% e 45.5% denotando quindi un buon potenziale riproduttivo.

Dei tre esemplari presenti nel Centro di Recupero di Semproniano quindi quello maggiormente quotato per essere inserito in specifici programmi di riproduzione risulta essere sicuramente il maschio in quanto le femmine, avendo raggiunto un’età di oltre 10 anni, sono purtroppo già molto vicine al loro stop riproduttivo.

È comunque auspicabile ottenere per tutti e tre i soggetti le necessarie autorizzazioni (dalla Procura o Ministero dell’ambiente) ad effettuare i prelievi di campioni, quali preferibilmente il sangue ma in alternativa anche il pelo, in quanto tutti e tre rivestono comunque un ruolo di interesse per quanto riguarda la conservazione della sottospecie.

Inoltre effettuare un’anestesia totale di questi animali consentirebbe di poterne valutare con precisione la presenza di alcune delle caratteristiche descritte come peculiari per quanto riguarda il leone Berbero ma non misurabili alla sola osservazione. In particolare dovrebbe essere eseguita un’attenta misurazione del cranio con particolare attenzione alla distanza interzigomatica (che in questa sottospecie risulta essere particolarmente pronunciata arrivando fino a 27 cm), alla cresta occipitale (che dovrebbe mostrarsi acuminata determinando un profilo dritto tra punta del naso e punta dell’occipite), alla relazione tra larghezza del muso e ampiezza delle guance (generalmente queste dovrebbero risultare particolarmente ampie e il muso proporzionalmente stretto) ed infine una stima della lunghezza del cranio (anche se una misura corretta potrebbe essere effettuata esclusivamente sullo scheletro) che in questa sottospecie risulta essere inferiore (ovvero circa 360 mm) mentre non sarebbe comunque possibile valutare il restringimento postorbitale.

Altre misurazioni andrebbero fatte per quanto riguarda il peso ma soprattutto per quanto riguarda le diverse lunghezze di coda, corpo (da punta della testa a radice della coda) e altezza alla spalla in quanto trattandosi di animali adulti e che abbiano quindi completato il proprio sviluppo corporeo sarebbe possibile stabilire se si inseriscono negli standard stimati per il leone Berbero.

Altre valutazioni dovrebbero essere fatte inoltre per quanto riguarda la colorazione interna dell’arto, che nelle femmine risulta essere chiara finanche bianca al pari dell’addome.

In concomitanza con il monitoraggio eseguito durante l’anestesia dovrebbe essere effettuata un’approfondita visita clinica dei soggetti per valutarne ulteriormente lo stato di

salute che comunque alla quotidiana osservazione durante le fasi di gestione e somministrazione del cibo si è sempre mostrato ottimo. Questo al fine di ampliare le informazioni disponibili e necessarie ad improntare un corretto piano di riproduzione.

Per quanto riguarda il maschio in particolare, oltre al prelievo di sangue o eventualmente di pelo, sarebbe preferibile raccogliere anche un campione di seme in modo da valutarne le caratteristiche e stimare il potenziale riproduttivo.

I campioni devono essere prelevati con tecniche sterili in modo da scongiurare una possibile cross-contaminazione e dovrebbero essere in numero tale da permettere di conservarne una parte come banca dati per eventuali future indagini e di inviarne una parte ad un laboratorio specializzato per effettuare le indagini genetiche necessarie a stabilire l’appartenenza di tali soggetti alla sottospecie Panthera leo leo e stabilirne inoltre il grado di ibridazione.

Questo naturalmente al fine di valutarne l’idoneità ad essere inseriti in programmi di riproduzione per la conservazione della sottospecie ed in particolar modo per poter pianificare gli accoppiamenti con i soggetti più idonei tra quelli presenti nelle altre strutture a livello europeo in modo tale da sfruttarne al meglio il potenziale genetico e incrementare il livello di variabilità genetica all’interno della popolazione.

Il prelievo di seme in particolare potrebbe rilevarsi di estrema importanza qualora il soggetto maschio venisse valutato idoneo ma vi fossero delle problematiche legate al trasferimento dell’animale in altre strutture, trattandosi pur sempre di un soggetto sotto sequestro. In questo modo sarebbe possibile effettuare la fecondazione artificiale anche di più femmine ritenute adatte, dal punto di vista genetico, alla riproduzione con questo particolare individuo e dislocate in più strutture diverse ampliando in questo modo la possibilità di successo riproduttivo.

Conclusioni

Poiché, come già accennato, gli esemplari ospitati presso questo Centro provengono da sequestri, con tutte le conseguenze legali che seguono, per alcuni aspetti la gestione risulta differente rispetto a quella che potrebbe essere messa in atto presso strutture diverse quali i Giardini Zoologici. Ne consegue che, nonostante l’ingente potenziale riproduttivo ma soprattutto genetico, questi esemplari non possano, ad oggi, riprodursi.

Questo naturalmente pone dei grossi limiti ed ha un impatto fortemente negativo per quanto riguarda la conservazione di tale sottospecie in quanto man mano che gli anni passano senza che possa essere sfruttato il potenziale riproduttivo di tali individui si rischia sempre più di perdere un patrimonio genetico di estrema importanza.

È necessario quindi che le autorità si rendano conto dell’importanza di attuare al più presto un programma di conservazione rilasciando le necessarie autorizzazioni ad effettuare prelievi di campioni, preferibilmente di sangue ma in alternativa anche di pelo, che possano entrare a far parte della già consistente collezione di reperti, però quasi esclusivamente archeologici, raccolti nel corso degli anni dall’associazione A.S.A.E. e in attesa di essere utilizzati.

Questi campioni hanno un potenziale estremamente elevato che sarebbe opportuno far emergere mediante apposite indagini genetiche che possano chiarire la vera identità genetica di esemplari rappresentativi di una determinata sottospecie quali quelli ospitati presso il Centro di Recupero di Semproniano.

A tal proposito si sta sempre più ampliando la rete di contatti, anche a livello Internazionale, che permetterà di individuare le opportune risorse per effettuare questo tipo di indagine genetica.

Il fine ultimo è quello di poter confermare l’esistenza delle diverse sottospecie di leone a discapito delle attuali teorie che ne riconoscono due soltanto e valorizzare quindi il patrimonio genetico di ciascuna di esse, frutto di anni di evoluzione adattativa alle diverse circostanze che hanno scritto la storia di ciascuna popolazione.

Il leone Berbero in particolare rappresenta una sfida che merita di essere affrontata non solo in quanto parte della storia del nostro Paese ma in quanto la sua estinzione in natura rappresenta un evento relativamente recente e pertanto forse ancora reversibile.


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Comunicazioni personali

• Prof. Mariani Costantini Renato, Università di Chieti, Dipartimento di Oncologia e Neuroscienze, Sezione di Patologia Molecolare. Aprile 2016 • Dott. Pisano Corrado, Fondatore A.S.A.E Onlus, Roma. Aprile 2016

• Dott. Chaduc Franck, Direttore TouroParc Zoo, Romanèche-Thorins (FR). Gennaio 2016

• Dott. Vaccaro Cyril, Capacitaire Lion et Guépard, Co-responsable du monitoring du lion africain en France, Responsable secteur carnivores à la Réserve Africaine de Sigean. Maggio 2016

Riferimenti Figure

Figura 1 www.pinterest.com

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• Figura 34 www.youtube.com

• Figura 35 Concessione di Vaccaro C. Figura 36 Concessione Pisano C. • Foto Reperti Concessione Pisano C. • Figura 37 Concessione di Pisano C. Figura 38 Concessione Chaduc Franck • Figura 39 Foto personale

• Figura 40 Foto personale Figura 41 Foto personale • Figura 42 Foto personale • Figura 43 Foto personale • Figura 44 Foto personale

Figura 45 Concessione Pisano C. • Figura 46 www.thewordbullettin.com • Figura 47 Foto personale

Figura 48 Foto personale • Figura 49 Foto personale • Figura 50 Foto personale


Ringraziamenti

Grazie alla professoressa Cecchi per aver subito accolto con entusiasmo la mia idea per la tesi, perché è stata sempre gentile e disponibile, tanto che alla fine sarò diventata il suo

incubo, e per avermi seguita passo passo permettendomi di fare un buon lavoro. Grazie a Rick e Raffa, per avermi sempre lasciata libera di scegliere e avermi poi sempre sostenuta anche quando le scelte non erano pienamente condivise, standomi sempre accanto

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