2010 2011 2012 2013 PIL nominale
1.3 Prospettive future per l'economia del Golfo
L'Economist Intelligence Unit, sponsorizzato dalla Qatar Financial Authority, ha condotto un interessante studio sulle prospettive future per Paesi del GCC prendendo come anno di riferimento per i pronostici il 2020. Tale studio è stato supportato da interviste condotte con economisti, studiosi ed esperti dell'economia del Golfo.42 Lo studio, partendo dalle premesse e
dai trend attuali sia dell'economia mondiale che quella del Golfo in particolare, fornisce una presentazione di come potrebbe risultare l'economia della regione nel 2020, evidenziando quali potrebbero costituire le maggiori sfide e quali invece potrebbero risultare fattori positivi e di traino alla crescita. Si parte dall'assunto che nel medio termine le economie asiatiche, specificatamente quelle di India e Cina, assumeranno un sempre crescente peso a livello globale, tuttavia gli Stati Uniti continueranno ad essere la più forte economia mondiale. Da parte loro gli stati del Golfo puntano a stringere sempre più stabili legami commerciali e diplomatici con questi Paesi emergenti, in modo da garantire un valore aggiunto alla già positiva performance economica che si prevede verrà mantenuta dai Paesi GCC fino al 2020.
Le nuove potenze economiche di India e Cina rivestiranno un ruolo significativo anche sul piano della politica internazionale. Per quanto l'indagine sostenga che saranno comunque gli Stati Uniti a detenere la maggiore influenza politica nella regione del Golfo, tuttavia Cina e India probabilmente rivestiranno un certo ruolo nel sistema di sicurezza della regione alla luce del volume degli scambi tra il Golfo e queste economie emergenti.
42 La fonte cui il seguente paragrafo fa riferimento è: Economist Intelligence Unit, The GCC in 2020. Outlook
Altre politiche economiche che si continueranno a perseguire in futuro e che sono già state delineate e implementate dai diversi Paesi nei loro progetti di sviluppo riguardano principalmente:
• Il miglioramento dell'istruzione delle giovani generazioni (che costituiranno la fetta preponderante della popolazione del Golfo) in modo che arrivino a detenere le capacità e i prerequisiti che li rendano competitivi sul mercato del lavoro, riducendo la dipendenza dalla forza lavoro straniera (per quanto questa resterà alquanto bassa nei Paesi del Golfo rispetto ad altri Paesi).
• L'investimento in fonti energetiche alternative al petrolio e al gas naturale. Saranno probabilmente soprattutto i governi a guidare i maggiori investimenti nella green
economy e nell'utilizzo di fonti alternative, mentre il settore privato procederà più
lentamente in questa direzione, a causa del declino dovuto alla crisi economica globale e alla caduta dei prezzi petroliferi. Il GCC, inoltre, utilizzerà maggiormente l'energia ottenuta da risorse rinnovabili in modo da destinare una quantità maggiore di petrolio all'esportazione.
Anche l'efficienza energetica verrà perseguita, con l'obiettivo di ridurre gli sprechi. A tale proposito, con ogni probabilità saranno applicate maggiorazioni fiscali sul consumo energetico invitando la popolazione ad un consumo più responsabile. A causa poi della crescente industrializzazione ci sarà una pressione internazionale mirante a far includere il GCC in un piano di riduzione delle emissioni carboniche, quale ad esempio il protocollo di Kyoto.
Dal punto di vista commerciale, i Paesi del Golfo continueranno a detenere un'importanza decisiva a livello globale, grazie alla loro posizione strategica marittima e terrestre. Quest'ultima sarà migliorata dai progetti di costruzioni di rete ferroviarie che faciliteranno sia il trasporto di merci che di persone, andando ad ottimizzare anche il commercio interregionale. Nel settore terziario continuerà a verificarsi la performance positiva del settore finanziario e soprattutto della finanza islamica, positive saranno anche esportazioni e ri-esportazioni di prodotti in particolare verso Cina e India. Anche gli investimenti continueranno ad essere un fattore significativo dell'economia, sia quelli interni (diretti, come abbiamo visto, al miglioramento delle infrastrutture) sia quelli esteri, attraverso l'istituzione di fondi sovrani all'estero.
Un'altra questione economica che la regione Golfo si trova ad affrontare riguarda l'unione monetaria dei Paesi membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Questo progetto, nato nel contesto delle politiche del GCC, prevede la creazione di una moneta unica
per i Paesi membri che potrebbe rendere economicamente ancora più forte questa regione. Tuttavia, da quando l'Oman e gli Emirati Arabi Uniti si sono ritirati da tale progetto, la creazione della moneta unica è passata in secondo piano e risulta piuttosto improbabile una sua realizzazione nel medio termine. L'Oman fu il primo a ritirarsi da questo progetto dichiarandosi non ancora pronto all'adesione, mentre più complessa risulta la motivazione addotta dagli Emirati al momento del ritiro. Secondo l'economista Eckart Woertz, a motivare questa scelta sarebbe stata, infatti, la decisione di stabilire il quartier generale della Banca Centrale del GCC a Riyadh e non ad Abu Dhabi. Tale decisione avrebbe sollevato preoccupazioni, da parte degli Emirati, riguardo al predominio che avrebbe detenuto l'Arabia Saudita all'interno dell'unione monetaria in seguito a questa disposizione.43
Lo studio realizzato dall'Economist Intelligence Unit, dopo aver preso in considerazione le diverse variabili politico-economiche, propone tre possibili scenari futuri per i Paesi del GCC, che si è deciso di riportare di seguito:
1. Il primo vede i Paesi del GCC procedere verso l'integrazione economica, ma il processo è lento e cauto. I policymakers sono preoccupati di sviluppare le loro singole economie e l'integrazione regionale passa in secondo piano. Basandosi sulle attuali tendenze questo sembra essere lo scenario più plausibile.
2. Gli stati membri del GCC adottano politiche economiche divergenti per andare incontro a diverse direzioni di crescita e a diverse posizioni fiscali. Le norme comunitarie esistenti vengono mantenute ma il progetto di unione monetaria viene lentamente abbandonato dal momento che gli stati membri stabiliscono che le loro economie sono troppo diverse per poter essere centralizzata.
3. I policymakers del GCC spingono verso un'integrazione economica, ritenendo che ci sia bisogno di portare avanti l'unione per far fronte ad un contesto economico meno favorevole. La probabilità di questo scenario aumenterà qualora si riterrà che l'euro abbia aiutato l'Europa a superare la crisi economica del 2009-10. Comunque dipenderà in modo decisivo dalla volontà politica all'interno della regione.44
Dall'analisi condotta emerge comunque un'immagine positiva dell'economia del Golfo sia rispetto al presente sia riguardo il futuro, dove la crescita continuerà a registrare risultati incoraggianti e dove la diversificazione intrapresa dai governi porterà all'implementazione di
43 Soren Billing, Tom Arnold, “GCC Monetary Union 'Dead' After UAE Pull Out-Analysts”, Arabian Business, 20 maggio 2009, ultimo accesso 2 dicembre 2013, http://www.arabianbusiness.com/gcc-monetary-union- dead-after-uae-pull-out-analysts-18202.html#.UpzHasRWwk0.
settori diversi dal petrolifero che saranno probabilmente elemento trainante dell'economia del Golfo nel prossimo futuro.