Il commento dei protesti cambiari levati nei primi sette mesi del 2014 è limitato alle province che nel 2012 non sono state colpite direttamente dal terremoto25. Questa limitazione si è resa necessaria per una migliore comprensione del
fenomeno, poiché il sisma ha provocato la sospensione dal 21 maggio 2012 al 31 dicembre 2012 dei termini di scadenza riferiti a vaglia cambiari, cambiali e ogni altro titolo di credito o atto avente forza esecutiva. Il 2013 ha pertanto ereditato situazioni pregresse, rendendo problematico un confronto di respiro regionale.
Nei primi sette mesi del 2014 i dati provvisori relativi ai protesti cambiari levati nelle province dell’Emilia-Romagna risparmiate dal terremoto hanno registrato una situazione più distesa.
Alla diminuzione del 19,7 per cento del numero degli effetti protestati rispetto allo stesso periodo del 2013, si è associata la flessione del 38,7 per cento delle relative somme. Tale andamento è stato determinato da ogni tipologia di effetto. Le diffuse cambiali-pagherò, tratte accettate, che hanno rappresentato il 55,5 per cento del totale, sono diminuite del 20,9 per cento come numero e del .49,9 per cento in termini d’importo. Gli assegni sono calati in misura più contenuta, ma comunque importante: -14,0 per cento sia per il numero degli effetti che degli importi. Le tratte non accettate, non soggette alla pubblicazione sul bollettino dei protesti cambiari, hanno ricalcato la tendenza generale, facendo registrare per numero e importo diminuzioni rispettivamente pari al 20,2 e 32,8 per cento.
Per quanto concerne i fallimenti, valgono le stesse considerazioni espresse per i protesti, con l’analisi limitata alle province non colpite dal terremoto, quando disponibili. Nei primi sei mesi del 2014 è emersa una tendenza negativa. I fallimenti dichiarati nelle province di Piacenza, Parma, Ravenna e Forlì-Cesena sono ammontati a 203, superando del 18,0 per cento la consistenza dello stesso periodo dell’anno precedente. Nell’industria manifatturiera si è saliti da 46 a 50, nelle costruzioni da 36 a 56, nel commercio si è invece scesi da 39 a 33.
Inflazione
I prezzi al consumo sono apparsi in rallentamento. L’indice generale regionale Nic di agosto, compreso i tabacchi, è rimasto invariato rispetto allo stesso mese dell’’anno precedente. Per trovare un andamento simile occorre risalire al mese di luglio 2009, in piena Grande Crisi, quando si registrò una diminuzione tendenziale dello 0,1 per cento.
Tra giugno e agosto c’è stato un aumento medio dello 0,1 rispetto all’analogo periodo del 2013, a fronte della crescita media dello 0,6 per cento riscontrata nei primi tre mesi. In agosto le voci più dinamiche sono state quelle dell’”Istruzione”
e dei “trasporti”, entrambe con un incremento tendenziale dell’1,2 per cento. Quest’ultima voce è stata la sola che ha registrato, tra giugno e agosto, un’accelerazione (+1,5 per cento) rispetto ai primi tre mesi (+1,3 per cento). Seguono le spese destinate a “mobili, articoli e servizi per la casa” (+1,1 per cento). E’ da notare che in uno scenario di sostanziale deflazione le spese legate agli “alimentari e bevande analcoliche” hanno fatto registrare in agosto un calo tendenziale dello 0,6 per cento, consolidando la fase di riflusso in atto da maggio. Tra giugno e agosto tali spese hanno registrato una diminuzione media dello 0,8 per cento, in contro tendenza rispetto all’aumento dello 0,9 per cento dei primi tre mesi del 2014. Su tale andamento hanno pesato i forti cali rilevati per frutta e ortaggi. Anche le spese dedicate ad “abitazione, acqua e combustibili” hanno fatto registrare tra giugno e agosto un calo (-1,0 per cento), trainato dalla sostanziosa diminuzione del gas. Un andamento analogo ha riguardato “comunicazioni” (-9,7 per cento) e “altri beni e servizi” (-0,03 per cento).
In Italia l’indice Nic è diminuito tendenzialmente in agosto dello 0,1 per cento, e non era mai accaduto dal 1959. Anche in questo caso, sono apparse in diminuzione le spese destinate ad “alimentari e bevande analcoliche” (-0,5 per cento),
“abitazione, acqua e combustibili” (-1,2 per cento) e “comunicazioni” (-9,1 per cento). Come evidenziato da Prometeia nella Nota di aggiornamento dell’8 settembre, occorre prestare attenzione alla core inflation che racchiude le componenti meno volatili e di conseguenza più in grado di rivelare le eventuali spinte autenticamente deflazionistiche. Sotto tale aspetto, l’inflazione nazionale al netto di energia e alimentari freschi è scesa in agosto allo 0,5 per cento, un valore di minimo storico assoluto e da febbraio è, per la prima volta, inferiore a quella di Francia e Germania.
25 Piacenza, Parma, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.
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Figura 5 – Indice Nic Emilia‐Romagna. Variazioni percentuali sullo stesso trimestre dell’anno precedente. Serie storica gennaio 2000 – agosto 2014.
Fonte: elaborazione Centro studi e monitoraggio dell’economia Unioncamere Emilia‐Romagna su dati Istat.
Investimenti
Secondo lo scenario economico redatto in settembre da Prometeia e Unioncamere Emilia-Romagna, nel 2014 gli investimenti fissi lordi sono destinati a crescere in termini reali dello 0,5 per cento, dopo tre anni caratterizzati da un calo medio del 5,3 per cento. Il livello reale del 2014 è tuttavia apparso inferiore del 17,3 per cento a quello medio del periodo 2000-2013.
Nelle microimprese rilevate da Trender, i primi sei mesi del 2014 si sono chiusi in regione con una diminuzione
tendenziale degli investimenti totali pari all’1,3 per cento, leggermente inferiore a quella registrata per le immobilizzazioni materiali (-1,9 per cento). Rispetto al passato c’è stata tuttavia un’attenuazione della caduta rilevata nel biennio 2012-2013.
Secondo le previsioni di Prometeia e Unioncamere Emilia-Romagna, nel biennio 2015-2016 dovrebbe instaurarsi un ciclo virtuoso, con aumenti rispettivamente pari al 2,5 e 3,0 per cento.
Occorre tuttavia rimarcare che nel 2016 il livello reale degli investimenti fissi lordi dell’Emilia-Romagna farà registrare un deficit del 21,9 per cento nei confronti del 2007, quando la Grande Crisi nata dai mutui statunitensi ad alto rischio non si era ancora manifestata.
‐0,5 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5
gen 2000 mag set gen 2001 mag set gen 2002 mag set gen 2003 mag set gen 2004 mag set gen 2005 mag set gen 2006 mag set gen 2007 mag set gen 2008 mag set gen 2009 mag set gen 2010 mag set gen 2011 mag set gen 2012 mag set gen 2013 mag set gen 2014 mag
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Rapporto chiuso il 2 ottobre 2014. A cura di Federico Pasqualini.
Unioncamere Emilia-Romagna rileva e distribuisce dati statistici attraverso banche dati on line e produce e diffonde analisi economiche. Riepiloghiamo le principali risorse che distribuiamo on line.
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