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ALLA PROVA DEL CONFLITTO IN UCRAINA R appoRto di pRevisione di confindustRia – a pRile 2022

Nel documento Insight. Sommario. In questo numero (pagine 25-29)

Insight

Un altro impatto della guerra deriva da sanzioni e contro-sanzioni. L’im-patto diretto delle sanzioni alla Russia, sull’export italiano, è complessi-vamente modesto (686 milioni di euro di vendite in Russia, pari all’8,9%

dell’export italiano nel paese, che a sua volta rappresenta l’1,5% del totale dell’export italiano).

Il conflitto, inoltre, non farà che rafforzare le strozzature nella rete di ap-provvigionamento globale, mettendo a rischio l’efficacia degli investi-menti previsti del PNRR.

In futuro saranno cruciali le politiche pubbliche del Governo italiano e delle istituzioni europee, volte a ridurre gli effetti economici della guer-ra su imprese e famiglie. Meno efficaci e più tardive saguer-ranno le misure adottate, peggiori saranno le conseguenze per l’economia. La dipen-denza dal gas naturale russo suggerisce che la politica energetica in Italia, e in Europa, possa e debba percorrere diverse strade, ognuna delle quali può apportare un contributo importante. Nel breve e me-dio periodo è importante aumentare l’estrazione domestica di gas e la diversificazione delle importazioni, riducendo la quota della Russia e, eventualmente, riprendere temporaneamente la generazione elettri-ca a elettri-carbone. Nel lungo periodo, occorre accrescere l’indipendenza energetica: aumentando la quota di energia prodotta da fonti rinno-vabili e la bio-energia; ripensando al nucleare che peraltro è, già oggi, una fonte di produzione dell’energia elettrica importata; proseguendo sul percorso di una maggiore efficienza energetica.

P

revisioni

È difficile prevedere la dinamica dell’economia italiana nel corso del 2022, poiché le diverse variabili chiave sono in continua evoluzione. Il Rapporto del Centro Studi è stato redatto sulla base di tre ipotesi diverse:

una che è quella che oggi appare la migliore possibile e auspicabile, una avversa intermedia e, infine, una terza ipotesi decisamente severa.

Le attese variano, a seconda che le armi tacciano con un primo passag-gio alla diplomazia entro 3 mesi, che invece un vero cessate il fuoco non ci sia fino alla fine dell’anno, o addirittura che arrivi ancora più avanti.

Lo scenario di base assume che la guerra finisca entro l’estate, con un graduale rientro dei prezzi energetici e senza alcun razionamento di energia per il settore produttivo; si assume inoltre che la diffusione del

Indicatore 2021 2022 2023

Prodotto interno lordo 6,6 1,9 1,6

Consumi delle famiglie residenti 5,2 1,7 2,1

Investimenti fissi lordi 17,0 4,5 3,2

Esportazioni di beni e servizi 13,3 2,8 4,2

Occupazione totale (ula) 7,6 1,5 1,7

Prezzi al consumo 1,9 6,1 2,0

Indebitamento della pa (in % del pil) 7,2 4,9 3,1

Fonte: Confindustria, Rapporto di previsione, aprile 2022..

Previsioni Confindustria per l’Italia (variazioni percentuali)

Insight

Covid rimanga contenuta in maniera efficace e abbia impatti via via decrescenti.

In questo scenario, l’andamento del PIL italiano nel 2022 risulta molto meno favorevole di quanto precedentemente stimato: quest’anno si registrerebbe un incremento del +1,9%, con un’ampia revisione al ribas-so (-2,2 punti) rispetto allo scenario delineato lo scorribas-so ottobre, prima dei nuovi shock, quando tutti i previsori erano concordi su un +4,0%.

L’inflazione in Italia resterà sugli alti valori attuali per gran parte del 2022 e in media si assesterà al +6,1%, con una revisione al rialzo di +4,7 punti dallo scenario di ottobre. Le esportazioni italiane subiranno un pesante rallentamento nel 2022 (+2,8%), dopo l’ottimo 2021. I consumi delle fa-miglie italiane sono previsti in crescita di appena il +1,7% nel 2022 e di +2,1% nel 2023, proseguendo a ritmo più moderato sul sentiero di par-ziale recupero, ancora sotto i valori pre-Covid. Anche gli investimenti sono previsti in rallentamento quest’anno, dopo il boom del 2021. Il con-tributo più significativo anche nel 2022 continuerà a provenire da quelli in costruzioni, grazie agli incentivi fiscali. Gli investimenti delle imprese in impianti e macchinari, anch’essi pienamente recuperati dopo la pan-demia, saranno invece frenati da vari fattori: calo di fiducia, rincari delle commodity, prolungata incertezza. Le risorse del PNRR continueranno a sostenerli.

L’andamento della produzione è stato caratterizzato da ritmi decre-scenti già nel corso del 2021, pesantemente colpito dal caro-energia e da altri fattori. Il CSC prevede una crescita modesta dell’attività pro-duttiva nel 2022, con un primo semestre molto difficile e una ripartenza nella seconda metà. E poi un ritmo più sostenuto nel 2023. ll crollo dei servizi, dovuto alla pandemia, è stato solo in parte recuperato nel 2021.

Uno dei principali fattori che contribuiscono a impattare sul settore è la riduzione della mobilità delle persone (oltre che delle merci).

L’occupazione (in termini di ULA) si contrarrà nella prima parte di quest’anno, durante la breve recessione tecnica, per poi tornare a cre-scere dall’estate 2022 e per tutto il 2023. Nel 2022 il numero di persone occupate è atteso crescere, mentre le ore pro-capite sarebbero quasi ferme in media d’anno, come risultato di un calo all’inizio e di un recu-pero successivo. Nel 2023, invece, ci sarà anche un allungamento degli orari, insieme a un ulteriore aumento degli occupati. In tale scenario, il 2023 si chiuderà con 190.000 occupati in più rispetto a fine 2019, ovvero con un recupero pieno dopo la crisi profonda dovuta alla pandemia.

A livello monetario, la BCE, vista la debolezza dell’economia dell’Euro-zona più colpita dal conflitto, sarà molto prudente, sia sugli acquisti di titoli, sia sui tassi ufficiali. L’ipotesi è che terrà questi ultimi fermi a zero fino al termine del 2022. Solo nel 2023 è atteso un primo rialzo dei tassi e questo aiuterà, almeno quest’anno, i paesi ad alto debito, come l’Italia.

Lo scenario avverso si basa sull’ipotesi che il conflitto si estenda fino a fine 2022. In questo caso i prezzi di gas, petrolio e grano resterebbero elevatissimi. In questo scenario il PIL italiano sarebbe inferiore di -0,3%

rispetto allo scenario di base nel 2022, di -0,8% cumulato nel biennio 2022-2023 (quarto trimestre 2023 annualizzato). La crescita annua sareb-be dunque di +1,6% nel 2022 e +1,0% nel 2023.

Insight

Scenario severo. Se il conflitto si protraesse fino a fine 2023, con prezzi di gas, petrolio e carbone, grano e mais ai livelli odierni e grado di stress finanziario superiore, l’ipotesi prevede un impatto complessivo sul PIL di -0,4% rispetto allo scenario di base nel 2022, di -2,0% cumulato nel biennio 2022-2023. La crescita annua sarebbe di +1,5% nel 2022 e -0,1%

nel 2023.

Variabili/scenari Scenario base Scenario avverso Scenario severo

2022 2023 2022 2023 2022 2023

Petrolio (Brent $) 108,66 89,50 111,91 94,75 111,91 114,00

Gas europeo (€) 122,25 102,50 126,50 102,52 126,50 136,00

Carbone (ARA, $) 260,72 164,04 297,23 211,22 297,23 312,42 Stress finanziario (punti FSI) 1,43 0,35 3,22 1,26 3,60 5,00

Grano ($) 1,44 1,27 1,58 1,31 1,58 1,62

Mais ($) 1,72 1,39 1,93 1,50 1,93 2,01

PIL ITALIA 1,90 1,60 1,60 1,00 1,50 -0,10

impatto scenario -0,30 -0,60 -0,40 -1,70

Fonte: Confindustria, Rapporto di previsione, aprile 2022.

Previsioni Confindustria per l’Italia (variazioni percentuali)

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Nel documento Insight. Sommario. In questo numero (pagine 25-29)

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