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3. Provvedimenti direzionali in risposta alla crisi del
Il primo numero de «Il Minatore» venne pubblicato nel 1927: l’Italia era ormai fascistizzata e molti provvedimenti investirono in pieno l’attività delle miniere, tra cui il R. D. 29 luglio 1927, n. 1443, che regolava la ricerca e la coltivazione delle cave e miniere del Regno e la “Carta del Lavoro”41.
Attraverso il R.D. n. 1443/27 per la prima volta furono chiarite legislativamente le differenze tra una miniera e una cava, sulla base della tipologia di materia prima coltivata. La legge era preceduta da una relazione rivolta al Re, nella quale si
38 Ibidem. 39 L
AURA PISANO, Istruzione professionale ed istruzione giornalistica, in AA. VV., L’uomo e le miniere in Sardegna, a cura di T. K. Kirova, Cagliari 1993, pp. 163-164.
40 M
ARIA STELLA ROLLANDI, Organizzazione del lavoro di miniera e condizione operaia tra le due guerre, in AA.VV., Le
miniere e i minatori della Sardegna, Silvana Editoriale, Milano 1986, p. 83.
41 Il testo redatto da Carlo Costamagna, riveduto e corretto da Alfredo Rocco, fu poi approvato dal Gran Consiglio del
Fascismo il 21 aprile 1927. Nonostante non avesse valore di legge o di decreto, non essendo allora il Gran Consiglio organo di Stato ma di partito, esso fu pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 100 del 30 aprile 1927.
spiegarono le motivazioni che avevano portato all’elaborazione della stessa. Sulla base della legge del 1927 i giacimenti di minerali metallici erano considerati “miniera”42 ed erano di proprietà dello Stato. La motivazione di tale decisione fu esemplificata molto bene nella relazione, che recita:
La scienza ha condannato, e per sempre, la concezione formale e manifestamente irrazionale del diritto di proprietà, posta a fondamento del sistema fondiario. La proprietà, oltre che come un diritto, è sempre più intesa come un dovere sociale. Le facoltà del proprietario possono e debbono armonizzarsi con le esigenze crescenti della consociazione civile. D’altro canto le necessità della pubblica economia consigliano, oggi più che in passato, di svincolare la disponibilità del sottosuolo da quella della superficie43.
L’articolo n. 15 della stessa legge, recita che «quando la concessione sia fatta ad una società, tanto i rappresentanti quanto i dirigenti di essa devono essere di gradimento del Ministro per l’economia nazionale»44. Da quanto noto, a partire da tale anno ogni
Società Mineraria era controllata e valutata in base al gradimento del regime.
La Carta del Lavoro fu la seconda novità relativa al 1927: si trattava di una trentina di assiomi che dichiaravano che il lavoro era un «dovere sociale» e il suo fine era «assicurare la potenza della Nazione»45.
Ad Ingurtosu, nel 1927, iniziarono a sentirsi i contraccolpi della crisi economica nazionale e anche la Pertusola modificò le regole del rapporto di lavoro: gli operai non fruivano più della fornitura di energia elettrica gratuitamente, furono diminuiti gli stipendi delle maestranze46, furono istituite nuove tasse gravanti sugli stessi, nell’ottobre del 1928 le cure continuavano ad essere gratuite ma furono limitate alle risorse della Società47.
La tensione sociale cresceva e si può ben evincere in un articolo intitolato “Le riduzioni” pubblicato nel primo numero di dicembre 1927 del mensile «Il Minatore»48. La Direzione cercava di arginare il malcontento trattando un argomento definito dall’autore dell’articolo «antipatico»: la riduzione dei salari. Ciò che maggiormente premeva alla Pertusola era divulgare tra gli operai le motivazioni di tale decisione e di porre fine alle proteste e alle lamentele che dilagavano in seno ai cantieri della vallata di Is Animas. Per far questo venivano confrontati i prezzi di piombo e zinco relativi al 1926 con quelli del 1927, dimostrando come i metalli avessero perso di valore. La redazione precisava che «il formidabile ribasso è avvenuto per la coincidenza di due fattori: 1) ribasso in se stesso dei prezzi in seguito all’accanita volontà degli Americani di sopraffare l’industria mineraria Europea; 2) la rivalutazione della lira»49.
L’articolo spiegava inoltre che inizialmente si era fronteggiata la situazione critica con le riserve economiche della direzione, in seguito era stato necessario apportare
42 R.D. 29 Luglio 1927, n. 1443: Norme di carattere legislativo per disciplinare la ricerca e la coltivazione delle
miniere nel Regno (G. U. 23 Agosto 1927, n.194), titolo I Classificazione delle coltivazioni di sostanze minerarie, art. 2.
43 Ibidem.
44 R.D. 29 Luglio 1927, n. 1443: Norme di carattere legislativo per disciplinare la ricerca e la coltivazione delle
miniere nel Regno (G. U. 23 Agosto 1927, n.194), titolo II Miniere, capo II Concessioni minerarie, art. 15.
45 Carta del Lavoro 1927, assioma II. 46 L
A REDAZIONE, Le riduzioni, in «Il Minatore: periodico mensile della miniera di Gennamari & Ingurtosu», a. I, numero speciale Festa di Santa Barbara, dicembre 1927, p. 2.
47 C
ASSA DI PREVIDENZA OPERAI, Assemblea generale straordinaria, in «Il Minatore: periodico mensile della miniera di Gennamari & Ingurtosu», a. I, n. 10, agosto 1928, p. 1.
48 LA REDAZIONE, Le riduzioni, in «Il Minatore: periodico mensile della miniera di Gennamari & Ingurtosu», a. I, numero
speciale Festa di Santa Barbara, dicembre 1927, p. 2.
dei tagli sui salari. Infine si incitava alla resistenza, perché senz’altro la situazione sarebbe prima o poi cambiata e la normalità ripristinata.
Invece, per gli operai la situazione si fece sempre peggiore. Nell’editoriale del numero 10 dell’agosto 1928 si leggeva che «è stato deciso che la Cassa di Previdenza Operai interverrà per la totalità delle spese solo nel caso di operazioni urgentissime, mentre per tutte le altre richieste, sia per cure balneari, che ricoveri in case di cura, acquisto di medicinali, apparecchi ortopedici ecc. saranno a carico della Cassa soltanto i 2/3 delle spese, passando 1/3 a carico dell’operaio»50. Nello stesso articolo, si leggeva che venivano ribassati i sussidi per gli operai con famiglie a carico e per gli scapoli.