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Capitolo 2 Il caso studio delle querce bianche europee

2.6 I querceti dell’Italia centro meridionale

2.6.3 Puglia

L’ambiente boschivo pugliese è influenzato da diversi fattori che ne hanno caratterizzato la composizione floristica: fattori come i fenomeni paleogeografici e l’antropizzazione hanno agito in particolare sulla sua fisionomia, incidendo sia la flora che la vegetazione naturale originaria. Sulla base di peculiari caratteristiche ambientali e antropiche la Puglia può essere idealmente suddivisa in diverse subregioni quali: il Gargano, il Subappennino Dauno, il Tavoliere di Foggia, la Murgia Alta, la Cimosa Litoranea, la Murgia di Sud Est o Murgia dei Trulli, l’Anfiteatro Tarantino, il Tavoliere di Lecce, il Salento delle Serre o Salento meridionale (Biondi et al., 2010). Il Gargano è la subregione pugliese con la più cospicua presenza di aree boschive. Lungo la fascia costiera esposta a sud-est prevalgono le pinete spontanee a Pinus halepensis, come nel tratto Mattinata-Vieste. Procedendo verso l’entroterra e salendo di quota sono maggiormente presenti le formazioni a leccio. A quote maggiori dominano le cerrete e nella parte più interna le faggete, con il nucleo più ampio presente nella Foresta Umbra. Nel tratto settentrionale della costa garganica la duna di Lesina ospita una importante

vegetazione di macchia mediterranea. Il settore collinare della Puglia settentrionale a confine con il Molise e le pendici settentrionali del Subappennino Dauno sono caratterizzate dalla serie preappenninica neutro-basifila della roverella (Roso sempervirentis-Querco pubescentis sigmetum). Fisiograficamente, questa serie è caratterizzata da boschi a dominanza di roverella, con orniello, acero minore e talvolta leccio nello strato arboreo (Biondi et al., 2010). Il Subappennino Dauno è una sub- regione ricca di aree boschive, con netta prevalenza di formazioni di cerro e di roverella governate a ceduo, mentre le faggete risultano sporadiche e relitte. Molto estese sono le aree a pascolo con formazioni erbacee e arbustive. Sui versanti orientali e sud- occidentali del Gargano e nei settori più caldi del Subappennino Dauno è presente la serie garganica calcicola della quercia virgiliana (Cyclamino hederifolii-Querco virgilianae sigmetum). Questa serie si sviluppa su substrati calcarei con suoli mediamente profondi, del tipo delle terre rosse, in bioclima mesotemperato della variante sub mediterranea. I boschi maturi di questa serie sono rappresentati da un bosco termomesofilo che occupa i versanti poco acclivi, esposti prevalentemente a settentrione. Si tratta di un bosco ceduo matricinato, nella cui composizione arborea rientrano talvolta Fraxinus ornus, Quercus dalechampii, Q. ilex, Carpinus orientalis e Ostrya carpinifolia (Biondi et al., 2010). Il Tavoliere di Foggia costituisce un’ampia pianura che separa il Subappennino Dauno dal Gargano. I boschi Incoronata e Dragonara sono quanto oggi resta della vegetazione forestale del Tavoliere. Si tratta di formazioni a Quercus virgiliana, nella cui serie di ricostituzione partecipano arbusteti a Cercis siliquastrum e Paliurus spina-christi. Nel tavoliere foggiano, nelle pianure e fondivalle del versante settentrionale del Gargano è presente la serie del tavoliere foggiano neutrobasifila della quercia virgiliana (Irido collinae-Querco virgilianae sigmetum). Questi boschi sono caratterizzati da boschi cedui invecchiati a carattere termo-mesofilo, con grandi esemplari secolari di Quercus virgiliana e taluni di Quercus amplifolia. Nello strato arboreo sono presenti anche Quercus dalechampii e Ulmus minor (Biondi et al., 2010). La Murgia Alta è rappresentata da un ampio tavolato calcareo caratterizzato da un substrato calcareo affiorante sul quale si sviluppa una vegetazione erbacea substeppica di origine secondaria. I pochi lembi boschivi residui sono rappresentati da querce caducifoglie del gruppo della roverella, come Quercus dalechampii, Q. virgiliana e Q. amplifolia (Biondi et al., 2010). Sulle Murge calcaree nord-occidentali si sviluppa infatti la serie dell’Alta Murgia neutrobasifila della quercia

di Dalechamps (Stipo bromoidis-Querco dalechampii sigmetum): è un bosco a dominanza di Quercus dalechampii, con Q. virgiliana e Q. pubescens nello strato arboreo (Biondi et al., 2010). Attualmente i boschi di questa tipologia si presentano ridotti e degradati a lembi relitti, a causa dell’intenso sfruttamento per ceduazione e pascolamento. In un limitato settore, corrispondente a un’area di confine con la Basilicata, si sviluppa il Bosco Difesa Grande di Gravina di Puglia, caratterizzato dalla presenza di cerro e farnetto (Biondi et al., 2010). La Cimosa Litoranea rappresenta una stretta fascia costiera pianeggiante dove, l’elevata antropizzazione, ha relegato in aree marginali la naturalità esistente, rappresentata da macchia mediterranea e da aspetti di vegetazione tipici di costa sabbiosa e rocciosa. La Murgia di Sud Est è caratterizzata da formazioni boschive a fragno (Quercus trojana), specie trans-adriatica esclusiva in Italia delle Murge pugliesi, dove occupa un limitato settore corrispondente ad una peculiare isola bioclimatica. Attualmente tali nuclei boschivi sono rappresentati in prevalenza da pascoli arborati e da cedui, molto rare sono invece le fustaie (Biondi et al., 2010). Il Salento delle Murge rappresenta un’area di transizione e di raccordo tra il Tavoliere di Lecce e i rilievi collinari dell’Anfiteatro Tarantino e la Murgia dei Trulli. Quest’area è attualmente povera di vegetazione spontanea, ma accoglie vari elementi floristici più mesofili rispetto a quelli del Tavoliere di Lecce. Il Tavoliere Salentino è costituito da un’area pianeggiante corrispondente alla parte centrale della penisola salentina ad elevato sviluppo agricolo nella quale sono presenti solo piccoli e isolati boschi di leccio. La naturalità residua è presente in una fascia strettamente costiera, sia adriatica che ionica. I boschi di leccio sono pochi e degradati, relitti dell’antica copertura forestale che interessava la zona (Biondi et al., 2010). Nella parte settentrionale di questa sub-regione, si rinvengono boschi a quercia da sughero. In Salento, la prevalente presenza di substrato roccioso affiorante ha consentito la sopravvivenza di importanti nuclei di macchia mediterranea e, in particolare, di formazioni a Quercus calliprinos, e,sporadicamente, si riscontra la presenza in forma spontanea della quercia vallonea (Quercus ithaburensis subsp. macrolepis), una specie di dubbio indigenato, a diffusione balcanica. Nelle are e con substrato profondo si rinvengono leccete (Di Pietro et al. 2007) nelle quali compaiono frequentemente Quercus virgiliana e Q. amplifolia. I boschi a dominanza di specie semi-caducifoglie, presenti nella regione sono stati inquadrati nelle associazioni Irido collinae-Quercetum virgilianae, Cyclamino hederifolii-Quercetum virgilianae e Stipo bromoidis-Quercetum

dalechampii (Biondi et al., 2010). I fragneti delle Murge di Sud Est sono stati invece attribuiti all’associazione Euphorbio apii-Quercetum trojanae, della classe Quercetea ilicis, con due subassociazioni: la tipica, più termofila, e la subassociazione poetosum sylvicolae, arricchita di elementi mesofili dei Quercetalia pubescentis-petraeae e dei Querco-Fagetea (Biondi et al., 2010). All’associazione Teucrio siculi-Quercetum trojanae sono state invece riferite analoghe formazioni a Quercus trojana, presenti sui settori sommitali delle gravine dell’arco jonico e sui ripiani della Murgia materana e laertina, più mesoxerofile, pure o miste a Quercus trojana e Quercus virgiliana (Biondi et al., 2010).

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