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Punto N° 1: IL VENETO A CONSUMO DI SUOLO ZERO

Nel documento ALLE ELEZIONI REGIONALI CANDIDATI (pagine 31-34)

Il Veneto dopo la Lombardia è la regione italiana con la maggiore superficie naturale impermeabilizzata, ed in cui il consumo di suolo è proseguito ad un ritmo insostenibile. È indifferibile una revisione della legge urbanistica con l’obbiettivo del Consumo di Suolo Zero a tutela e rilancio delle aree e delle attività agricole, a prevenzione del dissesto idrogeologico, per la salvaguardia ed il recupero del paesaggio Veneto e delle sue peculiarità storiche e naturalistiche.

1.1 Una nuova Legge Urbanistica per il Veneto

Una nuova normativa urbanistica che abbia come obiettivo primario la tutela del territorio e la riqualificazione della città, che preveda:

interventi di trasformazione edilizia e urbanistica consentiti solo negli ambiti

urbanizzati ed edificati, per mezzo dei Piani di Asseto del Territorio (PAT) revisionati con l’eliminazione delle aree di espansione previste , non

ancora impegnate dai PI e dai PUA, in quanto non costituiscono alcun diritto acquisito, prevedendo una limitata densificazione dei centri urbani e,

in particolare, dei quartieri periferici per interventi mirati di riordino e completamento dei bordi urbani, in presenza di adeguate opere di urbanizzazione ed aree a standard;

politiche fiscalmente premianti per il recupero e riutilizzo dell’edificato

abbandonato e/o inutilizzato (NO premi e trasferimenti volumetrici, NO crediti edilizi, come prevedono i Disegni di Legge attualmente in discussione da parte del Consiglio Regionale);

nuove urbanizzazioni e infrastrutture in aree extra-urbane solo per opere

pubbliche, prive di alternative in ambiti già urbanizzati e d’intesa con le comunità, limitati ampliamenti di preesistenti attività produttive, con l’obbiettivo del saldo zero di consumo di suolo, consentite mediante preventiva compensazione, attuata con la rinaturalizzazione di pari superficie, senza il trasferimento di volumi dismessi o la formazione di crediti edilizi;

Polarizzazione. Le tecniche della riqualificazione urbana possono considerare la

polarizzazione a più alta densità del costruito per liberare spazi strategici da destinare ad usi pubblici;

Contestualizzazione. Gli interventi di riqualificazione dello spazio e di

polarizzazione del costruito devono tenere conto dell’inserimento organico nel paesaggio urbano nel rispetto e nella riconoscibilità dei caratteri storici e dei principi insediativi;

Riqualificazione delle urbanizzazioni. La Regione riconosce la dimensione dello

stato di degrado delle urbanizzazioni esistenti in particolar modo nelle aree di completamento e nelle periferie urbane. A questo scopo avvia un piano decennale per la riqualificazione della viabilità, dei parchi, degli edifici, degli spazi pubblici e delle reti tecnologiche;

obbligo di completezza della pratica di progetto all'atto della presentazione – NO

integrazioni successive per proroghe temporali – NO varianti in espansione;

Nell'attesa della nuova normativa non saranno approvati Piani di Assetto del Territorio o loro varianti che prevedano nuove espansioni urbane.

1.2 Aggiornamento dei Piani di Assetto del Territorio

Verifica dei PAT e PRG con prioritaria verifica della correttezza del calcolo delle

superfici agricole trasformabili (SAT) e del dimensionamento in base agli effettivi

fabbisogni insediativi ed infrastrutturali dei Comuni e che preveda:

censimento obbligatorio di tutti gli immobili inutilizzati o dismessi;

programmazione di interventi di riqualificazione in base ai gradi di trasformabilità;

Incentivazione degli interventi di restauro dei caratteri del paesaggio, la

riqualificazione paesaggistica senza consumo di suolo, la rigenerazione delle reti scolanti e di salvaguardia idraulica, interventi per la mobilità lenta.

Fascia periurbana

individuare strategie articolate e differenziate per la riqualificazione delle

urbanizzazioni periferiche;

riqualificare i tessuti a bassa densità per integrarli nel paesaggio agricolo e

relazionarli alla città;

riqualificare gli spazi aperti periurbani e/o interclusi per elevare la qualità

abitativa delle urbanizzazioni periferiche, per ristabilire un rapporto di scambio alimentare, ricreativo, igienico, fruitivo fra città e campagna a diversi livelli territoriali (parchi di cintura, forestazione periurbana, ecc);

riprogettare nelle urbanizzazioni contemporanee spazi pubblici di prossimità e

comunitari;

ricostruzione del paesaggio stradale storico, con elementi tipici, riduzione dei

tracciati stradali in tessuti urbani; divieto di rettifica della maggior parte delle infrastrutture viarie;

limitare al massimo la costruzione di nuove infrastrutture , prevedendo la

realizzazione di fasce alberate di mitigazione.

Fascia periurbana agricola

potenziare la multifunzionalità delle aree agricole periurbane, migliorando le

funzioni agricole di prossimità urbana con un progetto ambientale e di ri-alberatura culturale ed economico innovativo;

promuovere circuiti corti e mercati di prossimità nel territorio agricolo periurbano;

valorizzare la edilizia rurale periurbana riqualificandola e rivitalizzandola per

ospitare funzioni urbane di interesse collettivo o attività rurali nell’ottica della multifunzionalità;

favorire interventi di forestazione urbana con lo scopo di costruire nuove cinture

verdi di protezione per le aree industriali, e per qualificare le fasce di rispetto lungo le strade;

bloccare la proliferazione delle aree industriali nel territorio rurale;

arretrare gli insediamenti delle aree periurbane costiere e recuperare i

caratteri del paesaggio naturale.

1.3 Attuare forme di Pianificazione Partecipata

Effettivo confronto democratico con i cittadini nel processo decisionale di approvazione di Strumenti, Piani Urbanistici ed opere d’interesse pubblico, sul modello del "Dèbat Public".

stimolare ed incentivare i processi partecipati dal basso per l'individuazione e condivisione dei reali bisogni dei cittadini. Tali processi saranno propedeutici alla definizione dei Piani urbanistici locali in chiave sostenibile;

preventivo coinvolgimento della popolazione nelle aree interessate dalla

realizzazione di grandi opere d’interesse pubblico e sovra-comunale. Le osservazioni vanno discusse pubblicamente prima di essere votate dai consigli comunali.

1.4 Superamento del Piano casa Regionale

Superamento del Piano Casa in funzione della tutela del suolo e della qualità urbana

per ridare la discrezionalità ai comuni nel consentire ampliamenti esclusivamente su immobili residenziali esistenti, condizionati alla contemporanea esecuzione di interventi di adeguamento e per l’efficienza energetica dell'edificio e degli impianti con eliminazione dei “Bonus Volumetrici” in zona rurale che non siano strettamente collegati alla funzionalità agricola, in modo da salvaguardare le peculiarità e le specificità dei territori. Rivedere la durata temporale del piano casa, che da provvedimento eccezionale è diventato ordinario. Rivedere le potenzialità edificatorie del piano stesso che prevede ampliamenti volumetrici fino all’80% in più dei volumi esistenti, in aperto contrasto con la politica di consumo zero del territorio.

La regione, in collaborazione con gli enti locali, istituisce un registro regionale che

prevede la mappatura e il monitoraggio di tutti gli interventi eseguiti con l'ausilio del suddetto strumento edilizio;

Esclusione dai benefici del piano casa gli edifici già ampliati ai sensi della L

14/2009 e che abbiano già completamente usufruito degli incrementi volumetrici da questa previsti;

Esclusione dal campo di applicazione della normativa i fabbricati o le porzioni di

fabbricati legittimati da atti abilitativi in sanatoria o oggetto di condono edilizio;

Esclusione dal campo di applicazione della normativa dei modesti manufatti privi di

fondazioni stabili e pertanto di palesemente removibili, nonché i manufatti per il ricovero di attrezzi necessari alla conduzione del fondo;

Priorità agli ampliamenti in aderenza (o sopraelevazione) e, solo se viene

dimostrato essere impossibile, si procederà agli ampliamenti con un nuovo fabbricato separato. In questo caso l’intervento può essere realizzato solo all’interno del medesimo lotto in cui si trova l’edificio da ampliare o su lotti contigui, appartenenti al medesimo proprietario e alla stessa ZTO. Non sono ammessi sdoppiamenti in area agricola;

Riduzione degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria per gli edifici che

riducono il fabbisogno energetico ad energia quasi zero (legge 90/2013). Ulteriori premialità saranno riconosciute agli “energy plus buildings”: edifici a fabbisogno quasi zero che producono energia da rinnovabili oltre il proprio fabbisogno.

1.5 Una consistente politica di Edilizia Pubblica

Residenziale

Legata però ad un censimento dell’edilizia esistente ed in costruzione, bloccando la costruzione di nuova edilizia pubblica prima di esaurire l’esistente, accompagnato da politiche attive, in primo luogo un rinnovato impegno dello Stato e della Regione in azioni di recupero finalizzate a implementare il settore dell’ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) o, come si dice oggi, del “social housing”, oppure politiche di sostegno e sgravio per gli interventi di auto recupero.

NO ALL’ABBANDONO E ALLA VENDITA DI CASE ERP in presenza di decine di

migliaia di domande inevase, di famiglie che non sono in grado di pagare un affitto a libero mercato o sfrattate per morosità incolpevole. e SI ad un forte rilancio degli investimenti pubblici per il recupero del vasto patrimonio di ERP , puntando a riqualificare le periferie urbane, realizzando “ecoquartieri”, favorendo l'integrazione sociale e la rigenerazione urbana. Assolutamente NO all'acquisto , da parte degli ATER e altri Enti e società pubbliche, di edifici residenziali da Imprese e Società Immobiliari private.

NO ALLA VENDITA AI PRIVATI DEL PATRIMONIO DI BENI PUBBLICI DEMANIALI (caserme, spiagge,..) che appartengono alla collettività e che

possono, viceversa, essere motori fondamentali della rigenerazione e riqualificazione urbana e sociale .

1.6 Revisione dei criteri urbanistici previsti della

Nel documento ALLE ELEZIONI REGIONALI CANDIDATI (pagine 31-34)

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