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di comunicazione rivolto ai ragazz

4. CONTESTO FAMILIARE

4.3. Qualità della relazione con i genitor

La natura e la qualità delle relazioni che i ragazzi instaurano con i genitori, durante l’adolescenza, influiscono sugli aspetti collegati alla salute e benessere (25).

È importante considerare le peculiarità che il rapporto genitori-figli ha assunto nella sua evoluzione storica nel comprendere questi meccanismi di influenza. Come evidenziato dai rapporti sulla famiglia italiana (26), i cambiamenti strutturali non possono da soli giustificare certi aspetti delle trasformazioni della famiglia, che sono invece da ricondursi soprattutto a un mutato quadro di riferimenti valoriali e psicologici di portata sociale.

Negli ultimi anni il rapporto genitori-figli si è affinato soprattutto dal punto di vista della comunicazione (si parla molto di più, si comunicano i propri bisogni, si esprimono le motivazioni, i desideri e s’incoraggiano i figli a farlo offrendo loro il modello di come “ci si parla”). Ma si è sempre meno capaci di fornire anche modelli normativi di comportamento: ossia c’è stato, in reazione ai precedenti tipi di educazione autoritaria, un vero e proprio “ribaltamento del modello normativo in un modello comunicazionale”. Così l’educazione dei figli viene a impostarsi essenzialmente sull’asse di un’etica dell’autorealizzazione, a spese di un’etica della responsabilizzazione (2, 3, 11).

La comunicazione familiare, soprattutto tra genitori e figli, risulta essere un aspetto fondamentale per il benessere dei singoli (25). Da una parte è stato infatti dimostrato come la qualità della relazione con i genitori sia associata a comportamenti di salute tra gli adolescenti; ad esempio, relazioni difficoltose con i genitori sono associate a maggiore probabilità di adozione di comportamenti di consumo di sostanze tra i ragazzi (27). Dall’altra parte, è stato dimostrato come una positiva comunicazione, indice di sostegno fornito dai genitori, possa svolgere una funzione protettiva rispetto a scelte comportamentali e al benessere generale dei ragazzi (28, 29) e, in particolare, rispetto allo sviluppo di sintomi depressivi (30), a comportamenti antisociali (18, 31, 32), alla scarsa autostima (2), a problemi scolastici (33) e all’insoddisfazione corporea (25). Tale aspetto dovrebbe però essere controbilanciato da un certo controllo/autorità sulla vita dei figli per risultare adattivo (34). Sebbene tale percezione di sostegno genitoriale tenda a diminuire al crescere dell’età dei ragazzi (25), la famiglia continua a rivestire un ruolo di centrale importanza nelle esperienze dei ragazzi, per cui nonostante la crescente richiesta di autonomia, essi restano collegati al bisogno del sostegno emotivo dei genitori, dimostrando come in quest’età non si assiste ad una rottura tra genitori e figli bensì ad una trasformazione del loro legame (1).

Nel presente studio, la comunicazione familiare è stata indagata chiedendo ai ragazzi di valutare la comunicazione relativa a problemi che li preoccupavano con i propri genitori (madre e padre). Le modalità di risposta a questa domanda erano distribuite su una scala a 4 punti da “molto facile” a “molto difficile”.

Nella Tabella 4.3 si possono osservare le risposte relative a ciò che i ragazzi riferiscono rispetto alla facilità di comunicare con il padre e con la madre di questioni che li preoccupano. All’interno di ogni fascia d’età, è soprattutto la figura materna quella che i ragazzi prediligono per la facilità con cui è possibile parlare di cose che realmente li preoccupano.

Considerando la qualità della comunicazione all’interno della famiglia, si osserva, in linea con la letteratura internazionale (25), come la comunicazione con entrambi i genitori tenda a diventare più difficoltosa con l’aumentare dell’età. Infatti, aggregando le risposte “molto facile” e “facile”, si conferma come all’aumentare dell’età tenda a decrescere la facilità di dialogo sia con il padre (71,8% per gli 11-enni, 56,2% per i 13-enni e 47,7% per i 15-enni) sia con la madre (87,9% per gli 11-enni, 79,5% per i 13-enni e 72,5% per i 15-enni). Coerentemente con quanto riportato, accorpando le risposte “molto difficile” e “difficile” si rileva con l’età un aumento della difficoltà dei ragazzi a comunicare sia con il padre (25,8% per gli 11-enni, 40,4% per i 13-enni e 48,6% per i 15-enni) che con la madre (10,7% per gli 11-enni, 19,3% per i 13-enni e 26,4% per i 15-enni).

Tabella 4.3. Livello di difficoltà a parlare con i genitori di questioni che preoccupano – per età (HBSC-Italia 2010)

Livello di difficoltà 11 anni 13 anni 15 anni

n. % n. % n. % Padre Molto facile 6092 31,0 3207 17,1 1776 10,6 Facile 8112 40,8 8079 39,1 6268 37,1 Difficile 3932 18,8 5760 28,3 5728 32,3 Molto difficile 1469 7,0 2544 12,1 2943 16,3

Non ho questa persona 514 2,4 720 3,4 646 3,7

Totale 20119 100 20310 100 17361 100 Madre Molto facile 10482 53,9 7281 38,1 4439 26,8 Facile 6901 34,0 8565 41,5 7943 45,7 Difficile 1788 8,2 3139 14,8 3594 20,1 Molto difficile 538 2,5 942 4,5 1081 6,3

Non ho questa persona 266 1,3 258 1,2 219 1,0

Totale 19975 100 20185 100 17276 100

Le Figure 4.1 e 4.2 evidenziano la facilità che i ragazzi delle diverse fasce d’età hanno nel parlare rispettivamente con il padre e con la madre di cose che li preoccupano, considerano inoltre evidenze rispetto al genere e all’area geografica dei partecipanti.

Figura 4.1. Livello di difficoltà (%) a parlare con il padre di questioni che preoccupano – per età, genere e Regione (HBSC-Italia 2010)

Maschi Femmine Maschi Femmine

Figura 4.2. Livello di difficoltà (%) a parlare con la madre di questioni che preoccupano – per età, genere e Regione (HBSC-Italia 2010)

Si osserva come al crescere dell’età diminuisca la facilità con cui i ragazzi parlano, ad entrambi i genitori, di aspetti che realmente li preoccupano. Più nello specifico, la Figura 4.1 evidenzia che i maschi, rispetto alle femmine, hanno una maggiore facilità di parlare con il padre di cose che li preoccupano, mentre al contrario le ragazze hanno una maggiore difficoltà ad aprirsi con la figura paterna.

Per quanto riguarda invece la figura materna (vedi Figura 4.2) sia i maschi che le femmine considerano la madre come una persona di riferimento con cui poter parlare facilmente di cose che li preoccupano, seppur con una diminuzione della facilità di dialogo legata al crescere dell’età dei ragazzi.

Non si rileva una variabilità regionale che permetta di evidenziare chiari pattern per aree geografiche relativamente alla facilità di comunicazione con il padre e con la madre da parte dei ragazzi.