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Le quattro regioni del Centro Italia

Nel documento L'impronta ecologica della Regione Marche (pagine 66-93)

Università di Macerata – Dipartimento di Economia e Diritto

4. Le quattro regioni del Centro Italia

Il territorio che comprende le quattro regioni del Centro Italia si estende su un'area complessiva di 58.052 km2, prevalentemente collinare (per circa il 69%) e montuosa (circa il 27%), attraversata dagli Appennini

settentrionali e centrali e bagnata ad ovest dal mar Tirreno e dal mar Ligure (Toscana e Lazio) e ad est dal mare Adriatico (Marche). I principali fiumi sono l'Arno e il Tevere, i laghi più importanti il Trasimeno in Umbria, il lago di Bolsena e il lago di Bracciano in Lazio. La regione più estesa è la Toscana con 22.993 km2, al quinto posto tra le regioni italiane in termini di superficie, con un territorio maggiormente collinare

(67%) e montuoso (25%); subito dopo il Lazio con 17.203 km2, di cui il 54% collinare e la parte restante

divisa tra montagna e pianura;le Marche con 9.694 km2 per la maggior parte collinare (69%) e montuosa

(31%); infine l'Umbria con 8.456 km2 (71% collinare e 29% montuosa), unica regione senza accesso al

mare.

Nel 2011 la popolazione era di 5.500.022 abitanti nel Lazio, la regione più popolosa (seconda regione più popolata in Italia dopo la Lombardia) e con la più alta densità di popolazione (342 abitanti per km2), poi la

Toscana con 3.667.780 abitanti (163 abitanti per km2); 1.540.668 abitanti nelle Marche (164 abitanti per

km2), ed infine 883.215 abitanti in Umbria (105 abitanti per km2). Dal censimento del 2001 a quello del

2011, la popolazione è cresciuta del 6,5% in tutto il Centro Italia, ed in particolare nel Lazio (+7,6%) ed in Umbria (+7,1%). Nelle Marche e in Toscana l'aumento è stato minore, rispettivamente del 6,1% e del 5%. Il Lazio è la regione che ospita più Comuni (378) divisi in 5 province, tra cui la capitale d'Italia, Roma, che è anche la città italiana più popolosa con più di 2 milioni e 800 mila abitanti. Sono 276 i Comuni in Toscana divisi in 10 province: il capoluogo è Firenze, ottava città in Italia per popolazione (380 mila abitanti), mentre 229 sono i Comuni marchigiani divisi in 5 province con capoluogo di regione Ancona (poco più di 100 mila abitanti, quarantacinquesima tra le città italiane per numero di abitanti). Infine l'Umbria con 92 Comuni divisi in sole due province, Terni e il capoluogo Perugia (165 mila abitanti), è la regione italiana a statuto ordinario con meno comuni su tutto il territorio nazionale.

Il PIL pro-capite nel Centro Italia cresce dal 2001 fino al 2007 (in media +1,1%) per poi iniziare a decrescere dall'inizio della crisi nel 2007 (Balducci et al., 2015). Il Lazio è la seconda regione d'Italia per PIL prodotto, subito dopo la Lombardia, con un dato superiore alla media italiana, ma è sesta se si prende in considerazione il PIL pro-capite, il che si traduce in una distribuzione disomogenea del PIL prodotto

concentrato in particolar modo nella produzione economica della capitale. Vengono poi la Toscana, le Marche ed infine l'Umbria, quest'ultima con un dato inferiore rispetto alla media nazionale.

In tutte e quattro le regioni, confermando il dato nazionale, è il settore terziario a trainare l'economia e pesare di più sulla composizione del PIL ma con importanti differenze: in particolare nel Lazio i settori primario e secondario sono inferiori in termini percentuali rispetto alla media italiana, mentre il settore terziario è ben al di sopra della media italiana. Al contrario, in Umbria e nelle Marche il terziario è leggermente al di sotto della media nazionale: in Umbria sia il primario che il secondario sono più presenti rispetto alla media, mentre nelle Marche è solo il settore secondario ad essere superiore. La Toscana è in linea con la media italiana in tutti e tre i settori.

Analizzando i consumi invece, ed in particolare la spesa media mensile familiare per spese alimentari, beni di consumo e servizi dei due anni considerati nello studio, nel 2011 nel Centro Italia la spesa media mensile era di 2.576 euro, superiore alla media italiana di 2.487 euro, con importanti differenze tra le quattro regioni: infatti il dato dell'Umbria è inferiore alla media nazionale, con 2.443 euro di spesa, quello del Lazio poco superiore alla media italiana ma inferiore a quella regionale (2.522 euro) mentre sono le Marche e la Toscana ad alzare la media con rispettivamente 2.614 euro e 2.673 euro di spesa media mensile familiare. Nel 2001 la la spesa media mensile del Centro Italia (2.182 euro) è di poco superiore alla media italiana (2.173 euro), ma è il Lazio ad avere una media particolarmente inferiore al dato nazionale e regionale, con 2.001 euro di spesa. Poi l'Umbria, con 2.246 euro, le Marche (2.307 euro) e la Toscana (2.379 euro).

5. Risultati e Discussione

Come per il calcolo dell'impronta ecologica e della biocapacità per la Regione Marche, anche in questo caso vengono mostrati sia i risultati aggregati che disaggregati al fine di presentare un quadro completo delle cause dei deficit ecologici delle quattro regioni e avere la possibilità di confrontare i dati sia a livello generale che andando il più possibile nel dettaglio delle singole categorie dei terreni ecologicamente produttivi e dei consumi.

Il confronto temporale tra il 2001 e il 2011, eseguito con le stesse fonti dei dati e la stessa metodologia, consente inoltre di raffrontare, anche se solo in due momenti nel tempo, il diverso andamento dell'evoluzione avvenuta tra le regioni e tentare di comprenderne le cause.

La Tabella 1 riporta la popolazione residente e il numero medio di componenti per famiglia al 2001 e al 2011 per Marche, Toscana, Umbria, Lazio e il totale per il Centro Italia. La Tabella 2 presenta i risultati aggregati dell'impronta ecologica e della biocapacità locale a livello assoluto e pro-capite per le quattro regioni per il 2011, la Tabella 3 per il 2001. I risultati sono riportati in ettari globali in valore assoluto e pro- capite.

Tabella 1 – Popolazione residente e numero medio di componenti per famiglia riferiti alle Regioni Marche, Toscana, Umbria e Lazio per il 2001 ed il 2011

REGIONE POP. RESIDENTE POP. RESIDENTE N. medio per famiglia N. medio per famiglia

Anno 2001 Anno 2011 Anno 2001 Anno 2011

Marche 1.453.798 1.540.668 2,66 2,39

Toscana 3.497.402 3.667.780 2,5 2,24

Umbria 826.196 883.215 2,61 2,29

Lazio 5.117.075 5.500.022 2,55 2,29

Centro Italia 10.894.471 11.591.705 2,58 2,30

Tabella 2 – I valori dell'impronta ecologica, della biocapacità e del deficit ecologico riferiti alle Regioni Marche, Toscana, Umbria e Lazio per il 2011 e riportati in valori assoluti e pro capite.

Regione Marche 2011 Regione Marche 2011

Valori assoluti Valori pro-capite

Impronta Ecologica 11307342,11 gha Impronta Ecologica pro-capite 7,34 gha/ab

Biocapacità 2326478,48 gha Biocapacità pro-capite 1,51 gha/ab

Deficit Ecologico -8980863,64 gha Deficit Ecologico pro-capite -5,83 gha/ab

Regione Toscana 2011 Regione Toscana 2011

Valori assoluti Valori pro-capite

Impronta Ecologica 30408325,12 gha Impronta Ecologica pro-capite 8,29 gha/ab

Biocapacità 5002716,13 gha Biocapacità pro-capite 1,36 gha/ab

Deficit Ecologico -25405609 gha Deficit Ecologico pro-capite -6,93 gha/ab

Regione Umbria 2011 Regione Umbria 2011

Valori assoluti Valori pro-capite

Impronta Ecologica 7446175,83 gha Impronta Ecologica pro-capite 8,43 gha/ab

Biocapacità 1884691,41 gha Biocapacità pro-capite 2,13 gha/ab

Deficit Ecologico -5561484,42 gha Deficit Ecologico pro-capite -6,30 gha/ab

Regione Lazio 2011 Regione Lazio 2011

Valori assoluti Valori pro-capite

Impronta Ecologica 40170814,28 gha Impronta Ecologica pro-capite 7,30 gha/ab

Biocapacità 3599380,12 gha Biocapacità pro-capite 0,65 gha/ab

Tabella 3 – I valori dell'impronta ecologica, della biocapacità e del deficit ecologico riferiti alle Regioni Marche, Toscana, Umbria e Lazio per il 2001 e riportati in valori assoluti e pro capite.

Regione Marche 2001 Regione Marche 2001

Valori assoluti Valori pro-capite

Impronta Ecologica 9401251,98 gha Impronta Ecologica pro-capite 6,47 gha/ab

Biocapacità 1872130,61 gha Biocapacità pro-capite 1,29 gha/ab

Deficit Ecologico -7529121,37 gha Deficit Ecologico pro-capite -5,18 gha/ab

Regione Toscana 2001 Regione Toscana 2001

Valori assoluti Valori pro-capite

Impronta Ecologica 24948256,66 gha Impronta Ecologica pro-capite 7,13 gha/ab

Biocapacità 4168572,82 gha Biocapacità pro-capite 1,19 gha/ab

Deficit Ecologico -20779683,8 gha Deficit Ecologico pro-capite -5,94 gha/ab

Regione Umbria 2001 Regione Umbria 2001

Valori assoluti Valori pro-capite

Impronta Ecologica 6176535,39 gha Impronta Ecologica pro-capite 7,48 gha/ab

Biocapacità 1574167,31 gha Biocapacità pro-capite 1,91 gha/ab

Deficit Ecologico -4602368,07 gha Deficit Ecologico pro-capite -5,57 gha/ab

Regione Lazio 2001 Regione Lazio 2001

Valori assoluti Valori pro-capite

Impronta Ecologica 11307342,11 gha Impronta Ecologica pro-capite 6,16 gha/ab

Biocapacità 2326478,48 gha Biocapacità pro-capite 0,59 gha/ab

I grafici 1, 2 e 3, riferiti rispettivamente al confronto tra i valori dell'impronta ecologica, la biocapacità ed il deficit ecologico pro-capite delle quattro regioni aiutano a comprendere con più chiarezza ed immediatezza i risultati ottenuti.

Figura 1 – Confronto tra i valori dell'impronta ecologica per la Regione Marche, Toscana, Umbria e Lazio. Anni 2011 e 2001

Figura 3 – Confronto tra i valori del deficit ecologico per la Regione Marche, Toscana, Umbria e Lazio. Anni 2011 e 2001

E' evidente il dato del pesante deficit ecologico per tutte e quattro le regioni considerate, sia per l'anno 2001 che per il 2011. Come già evidenziato nello studio dell'impronta ecologica per la Regione Marche, i deficit di tutte e quattro le regioni sono di gran lunga superiori al livello mondiale dell'impronta ecologica (per il 2011 a livello percentuale il deficit ecologico globale è del 19,43% con 2,11 gha pro-capite di impronta ecologica a fronte di una biocapacità pro-capite di 1,7 gha) ma allo stesso tempo in linea con la situazione italiana. Nonostante i valori non siano perfettamente comparabili a causa dei diversi metodi utilizzati per gli studi di carattere nazionale e locale, si può comunque notare che nel 2011 con una biocapacità pro-capite di 1,1 gha e un 'impronta ecologica di 4,2 gha a persona il deficit pro-capite italiano è di 3,1 gha: in pratica la biocapacità media italiana riesce a coprire solamente il 26,43% dell'impronta ecologica lasciando un deficit ecologico del 73,57%.

Nelle Marche la biocapacità media copre il 20,57% dell'impronta ecologica e lascia un deficit del 79,43%. Peggiore la situazione della Toscana, dove la biocapacità media di 1,36 gha pro-capite copre solamente il 16,4% dell'impronta ecologica di 8,29 gha pro-capite, con un deficit dell'83,23%, mentre l'Umbria tra le quattro considerate è la regione più “virtuosa” dal punto di vista del deficit ecologico con il valore di – 6,3 gha pro-capite (74,73%) grazie ad una biocapacità più alta (2,13 gha pro-capite che copre il 25,26% dell'impronta ecologica) rispetto a Marche, Toscana e Lazio. Ed è proprio l'ultima regione considerata dallo studio, il Lazio, ad avere il valore più basso per quanto riguarda la biocapacità pro-capite, solamente 0,65 gha che riescono a coprire appena l'8,9% dell'impronta ecologica, con un deficit di -6,6 gha pro-capite, il 90,41% in valori percentuali. La Figura 4 permette di visualizzare meglio la situazione appena descritta, che vede Toscana e Lazio registrare un deficit ecologico maggiore rispetto a Marche ed Umbria, dovuto soprattutto alla minore quantità di territorio biologicamente produttivo a disposizione di ogni cittadino

(biocapacità) per soddisfare le proprie abitudini di consumo e stili di vita: l'analisi disaggregata permetterà di entrare nel dettaglio dei singoli terreni ecologicamente produttivi e delle singole categorie di consumo e capire quali categorie maggiormente incidono su deficit ecologici particolarmente elevati. Solo l'Umbria rileva un dato simile alla media nazionale dal punto di vista del deficit ecologico, nonostante l'impronta ecologica pro-capite sia la più alta tra le quattro regioni (8,43 gha).

Figura 4 – Confronto tra i valori dell'impronta ecologica, biocapacità e deficit ecologico per la Regione Marche, Toscana, Umbria e Lazio. Anno 2011

Passando al confronto cronologico tra i due anni presi in esame, osservando le figure 1, 2 e 3 si nota immediatamente l'aumento dell'impronta ecologica e del deficit ecologico in tutte e quattro le regioni prese in esame: anche in questo caso è il Lazio ad osservare l'aumento più consistente, passando da un deficit di -5,57 gha pro-capite ad un deficit di -6,65 gha dal 2001 al 2011: in valori percentuali, nel 2001 la biocapacità di 0,59 gha riesce a coprire solamente il 9,6% dell'impronta ecologica regionale pro-capite, un dato comunque migliore dell'8,9% del 2011. Così in Toscana e in Umbria, anche se con scarti minimi: la regione toscana nel 2001 vedeva la biocapacità soddisfare il 16,69% dell'impronta ecologica rispetto al 16,4% del 2011, mentre in quella umbra nel 2001 la biocapacità copre il 25,53% dell'impronta ecologica rispetto al 25,26% del 2011. Nonostante l'aumento dell'impronta ecologica e del deficit ecologico, grazie anche all'aumento del valore della biocapacità, dovuto a diversi fattori tra cui bisogna tenere in considerazione i differenti fattori di equivalenza e di resa utilizzati relativi ai due anni presi in esame, nelle Marche la quantità di territorio biologicamente produttivo a disposizione migliora, anche se di poco, nel 2011 (20,57%) rispetto al 2001 dove copriva solamente il 19,94% dell'impronta ecologica.

La Figura 5 mostra il confronto tra i valori dell'impronta ecologica, biocapacità e deficit ecologico per le quattro regioni in esame per l'anno 2001: rispetto alla figura 4, si nota il deficit minore della regione Lazio, identico al deficit umbro, nonostante il valore della biocapacità del Lazio sia evidentemente il più basso sia nel 2001 che nel 2011. E' invece la Toscana a registrare, nel 2001 così come nel 2011, il deficit ecologico medio pro-capite più alto tra le quattro regioni. A questo punto è necessario l'approfondimento dei dati fin

qui presentati attraverso l'analisi dei risultati disaggregati per capire quali categorie di terreno produttivo e di consumo contribuiscono maggiormente a livelli così elevati di impronta e deficit ecologici.

Figura 5 – Confronto tra i valori dell'impronta ecologica, biocapacità e deficit ecologico per la Regione Marche, Toscana, Umbria e Lazio. Anno 2001

5.1 Risultati disaggregati

I risultati aggregati consegnano un quadro particolarmente negativo riguardo il deficit ecologico delle quattro regioni del Centro Italia, simbolo della mancanza di autosufficienza nel riuscire a soddisfare localmente la domanda di risorse naturali. Le Figure 6, 7, 8 e 9 chiariscono questo aspetto mettendo in evidenza, regione per regione, il deficit o surplus ecologico per ogni singola categoria di terreno ecologicamente produttivo relativi all'anno 2011.

Tutte e quattro le regioni sono in deficit nelle categorie pascoli e, in maniera particolarmente evidente, foreste: risultato quest'ultimo determinato dal fatto che nella categoria di terreno ecologicamente produttivo Foresta ricadono tutti i consumi del terreno per l'energia che utilizza circa l'80% dei terreni ecologicamente produttivi in tutte e quattro le regioni. Dato abbastanza logico e scontato visto che secondo la formulazione di Rees e Wackernagel il terreno per l'energia equivale alla superficie di foresta necessaria per assorbire CO2

emessa dalla produzione di energia a partire da combustibili fossili (Rees W e Wackernagel M, 1996): dai consumi di carburante all'energia elettrica fino al riscaldamento e all'energia incorporata nei beni consumati, utilizzata per la fabbricazione ed il trasporto, tutti i consumi di energia ricadono in questa categoria. Come per tutte le regioni e le nazioni più benestanti, sviluppate ed industrializzate, è un dato che allarma e mette in guardia sulla necessità di trovare soluzioni e politiche adeguate a risolvere il problema della sostenibilità, a partire dalla riduzione dei consumi e della produzione dei rifiuti, delle emissioni di CO2, così come prestare

particolare attenzione ai danni ambientali conseguenti alla produzione e commercializzazione di beni e servizi.

Figura 6 – Biocapacità, impronta ecologica e deficit/surplus ecologico pro-capite della Regione Marche disaggregato in categorie di terreni ecologicamente produttivi. Anno 2011

Figura 7 – Biocapacità, impronta ecologica e deficit/surplus ecologico pro-capite della Regione Toscana disaggregato in categorie di terreni ecologicamente produttivi. Anno 2011

Figura 8 – Biocapacità, impronta ecologica e deficit/surplus ecologico pro-capite della Regione Umbria disaggregato in categorie di terreni ecologicamente produttivi. Anno 2011

Figura 9 – Biocapacità, impronta ecologica e deficit/surplus ecologico pro-capite della Regione Lazio disaggregato in categorie di terreni ecologicamente produttivi. Anno 2011

Una distinzione importante è evidenziata nella categoria Superficie agricola: sia la Regione Marche che la Regione Umbria risultano esportatrici nette di beni economici e servizi relativi al terreno agricolo, al contrario di Toscana e Lazio che scontano un deficit ecologico anche in questa categoria, in particolare il Lazio (-0,46 gha pro-capite). Più che il valore dell'impronta ecologica per la superficie agricola, è la biocapacità a determinare questo risultato: gli ettari per abitante di superficie disponibili nel Lazio, tra le regioni con la maggiore densità di popolazione per km2 in Italia, è appena di 0,086 ettari a fronte dei 0,29

dell'Umbria e gli 0,26 ettari delle Marche. Anche la Toscana, che ha la maggiore estensione in valori assoluti sia di superficie totale che di superficie agricola, nel 2011 dispone però solamente di 0,17 ettari di terreno agricolo per abitante, determinando un livello minore di biocapacità rispetto a Marche ed Umbria, a fronte anche dei consumi particolarmente elevati sia per gli alimenti che per i beni di consumo, le principali categorie di consumo della superficie agricola.

Le Figure 10, 11, 12 e 13 mostrano l'impronta ecologica delle quattro regioni del Centro Italia per il 2011 disaggregate proprio per le sei categorie di consumo.

Figura 10 – Distribuzione percentuale dell'impronta ecologica della Regione Marche per il 2011 disaggregata per le sei categorie di consumo

Figura 11 – Distribuzione percentuale dell'impronta ecologica della Regione Toscana per il 2011 disaggregata per le sei categorie di consumo

Figura 12 – Distribuzione percentuale dell'impronta ecologica della Regione Umbria per il 2011 disaggregata per le sei categorie di consumo

Figura 13 – Distribuzione percentuale dell'impronta ecologica della Regione Lazio per il 2011 disaggregata per le sei categorie di consumo

Le abitudini di consumo sono simili e così la distribuzione percentuale delle sei categorie di consumo, ma con importanti differenze. Il contributo più importante è dato dalla categoria Abitazioni ed infrastrutture anche se in misura percentuale minore nel Lazio dove invece ad incidere di più rispetto alle altre regioni sono soprattutto i trasporti e i rifiuti. E' questo il dato più significativo e distintivo che emerge dall'analisi dei risultati disaggregati per i consumi: ad incidere negativamente per il Lazio è soprattutto l'elevata produzione di rifiuti pro-capite, superiore a quella di tutte le altre regioni, connessa ad una percentuale molto bassa di raccolta differenziata, nel 2011 ferma ancora al 20,05% rispetto al 43,87% delle Marche, al 38,36% della Toscana e al 36% dell'Umbria. Verranno poi analizzati in dettaglio i valori relativi ai rifiuti nel confronto tra i risultati del 2001 e il 2011 per le quattro regioni.

Discorso simile si può fare sui trasporti, soprattutto sul consumo di carburanti: calcolando l'impronta ecologica del consumo di benzina, gasolio e gpl per la categoria Trasporti secondo i dati forniti dall'elaborazione ACI sui dati del Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Lazio ha un'impronta ecologica di 1,04 gha, che da sola supera di gran lunga la biocapacità della regione stessa (0,65 gha), a fronte di un'impronta ecologica per i consumi di carburanti per i trasporti per le Marche di 0,75 gha, per la Toscana di 0,82 gha e per l'Umbria di 0,87 gha. Come detto in precedenza, sicuramente pesa nel Lazio la presenza di una grande città e una realtà urbana particolare come la capitale italiana, Roma, che nel 2011 ha registrato uno dei maggiori valori di produzione di rifiuti pro-capite: 682 kg per anno, appena al di sotto del dato di Firenze con 688 kg per anno (Ispra, 2013).

Un approfondimento della categoria Trasporti è necessario visto il comportamento differente che si registra anche dal punto di vista del confronto cronologico tra le regioni del Centro Italia, con le Marche e l'Umbria da una parte che vedono ridursi (unica categoria di consumi peraltro ad osservare una diminuzione del

valore medio pro-capite tra il 2001 e il 2011) l'impronta ecologica relativa ai Trasporti. Le Marche passano da un'impronta di 0,82 gha nel 2001 ad un'impronta di 0,75 gha nel 2011, mentre l'Umbria registra nel 2001 un valore di 0,91 gha a fronte dello 0,89 gha del 2011. Discorso contrario va fatto per Lazio e Toscana, che anche nella categoria Trasporti osservano un sensibile aumento dell'impronta ecologica. Le figure 14, 15, 16 e 17 mostrano i confronti tra i due anni per ogni regione considerata per l'impronta ecologica per la categoria terreno per l'energia dei Trasporti, disaggregata per la tipologia di consumo di carburante. Calano dovunque le impronte ecologiche derivate dai consumi medi di benzina pro-capite, con valori particolarmente bassi proprio in Umbria e nelle Marche, mentre aumenta considerevolmente l'impronta ecologica relativa al consumo di gpl e gasolio, in particolare in Toscana e Lazio.

Figura 14 – Impronta ecologica per la categoria Terreno per l'energia dei Trasporti, disaggregata per tipologia di consumo di carburante. Regione Marche, confronto 2011-2001

Figura 15 – Impronta ecologica per la categoria Terreno per l'energia dei Trasporti, disaggregata per tipologia di consumo di carburante. Regione Toscana, confronto 2011-2001

Figura 16 – Impronta ecologica per la categoria Terreno per l'energia dei Trasporti, disaggregata per tipologia di consumo di carburante. Regione Umbria, confronto 2011-2001

Figura 17 – Impronta ecologica per la categoria Terreno per l'energia dei Trasporti, disaggregata per tipologia di consumo di carburante. Regione Lazio, confronto 2011-2001

Nel documento L'impronta ecologica della Regione Marche (pagine 66-93)

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