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quella di alcuni comuni della prima cintura metropolitana

Alcune tabelle del quaderno tracciano il quadro dell’evoluzione ripartendo i comuni in base alla classe dimensionale. Nel primo grup-po, costituito dai comuni più popolosi e con indice di centralità più elevato, si trovano sei dei capoluoghi provinciali oltre ad alcuni dei nodi dell’armatura urbana del Piemonte. Per i comuni di questo gruppo, pur con alcune ec-cezioni, la variazione dell’indice nel periodo intercensuario risulta modesta o addirittura negativa come nel caso di Torino.

L’ambito metropolitano è certamente una delle aree nelle quali i cambiamenti sono stati più significativi. Al calo di centralità del

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luogo regionale, determinato principalmente da una riduzione, non trascurabile (-10%), dei flussi entranti, si accompagna un rafforza-mento apprezzabile di quello di alcuni comu-ni della prima cintura metropolitana. Le dina-miche rilevate segnalerebbero la formazione di un core metropolitano, allargato, costituito da più nuclei. Si sarebbe in presenza, cioè, di processi di riorganizzazione, che, diversamen-te dal passato, non dipenderebbero esclusiva-mente da processi espansivi/diffusivi di tipo core-periphery, ma risulterebbero da decisioni insediative più complesse e articolate. Se tale configurazione pare contraddistinguere la morfologia spaziale di uno stadio maturo di evoluzione metropolitana, essa solleva però nuove domande in termini di organizzazione e di gestione della mobilità.

Le componenti sistemiche della mobilità in Piemonte nell’indagine IMP

A fronte di livelli della mobilità sistematica tendenzialmente stazionari se non decrescen-ti, per quanto caratterizzati da una distribu-zione spazio-temporale dei flussi assai più ar-ticolata che non in passato, i flussi della mobi-lità non sistematica hanno registrato una cre-scita ulteriore (al 2004 supera il 60%) contri-buendo in modo decisivo all’aumento della mobilità complessiva.

RICERCHE

Secondo l’indagine IMP, giornalmente, si effettuano in Piemonte 9.737.332 spostamenti di cui il 46% circa per il ritorno a casa. Dei circa 5.271.000 spostamenti realizzati, al netto dei ritorni a casa, quelli sistematici, per lavoro e per studio, sono il 34%. Qualora, poi, per coerenza con la natura dell’attività associata allo spostamento, a quelli per lavoro si ag-giungano gli spostamenti per motivi di lavoro, la percentuale della mobilità sistematica non raggiungerebbe il 40%.

Tra i flussi di mobilità non sistematica, gli spostamenti per acquisti costituiscono la quo-ta più significativa, rappresenquo-tando ben un quarto degli spostamenti totali, seguiti da quelli per sport e svago, che incidono per il 15%. Un’aliquota non disprezzabile è rappre-sentata dagli spostamenti per accompagna-mento, 9%, la quale risulta più elevata di quella relativa agli spostamenti per visita a pa-renti/amici. La larga maggioranza dei flussi (85%) è determinata da un unico motivo di spostamento.

A livello subregionale, la composizione della mobilità secondo motivi di spostamento risulta relativamente omogenea, anche se emergono alcuni elementi di differenziazione che possono essere così sintetizzati:

• gli spostamenti per acquisti si rivelano re-lativamente più importanti per i centri di Torino, Alessandria e Biella; quelli per cu-ra, per Torino, Novara e Cuneo;

Fig. 2 Composizione della mobilità per motivo degli spostamenti nell’IMP (indagine della mobilità delle persone) Lavoro 28% Scopo lavoro 5% Studio 6% Acquisti 25% Accompagnamento 9% Cura 3% Sport/svago 15% Visita parenti 7% Altro 2%

• gli spostamenti per studio hanno un’inci-denza maggiore per Novara e Alessandria; quelli per accompagnamento per Vercelli e V.C.O.;

• per i centri di Vercelli, Novara e Asti, infi-ne, gli spostamenti per sport/svago sono percentualmente più numerosi.

La distribuzione della mobilità nell’arco della giornata

Nella fascia mattutina l’80% degli spostamen-ti è cosspostamen-tituito da flussi di mobilità sistemaspostamen-tica (lavoro, motivi di lavoro e studio). Non ina-spettatamente, la fascia serale vede la preva-lenza degli spostamenti di ritorno. La mobilità non sistematica si concentra soprattutto nelle fasce orarie fuori dei periodi di punta.

Gli spostamenti tra le province risultano modesti: praticamente per quasi tutte l’aliquo-ta di flussi che ha origine e destinazione all’in-terno del proprio territorio (il cui indice rap-presentativo viene detto indice di auto-conte-nimento) non scende al di sotto del 90%. A riguardo il volume riporta una matrice e una mappa dei flussi tra le province.

Mobilità e tempi di viaggio

Tra i molteplici correlati della mobilità che l’IMP permette di investigare, quelli relativi ai tempi di viaggio sono sicuramente fra i più in-teressanti, anche perché raramente si ha la possibilità di disporre di fonti informative adeguate e sufficientemente estese da permet-tere il calcolo di queste grandezze in modo omogeneo in tutto il territorio regionale.

Qui l’attenzione si è concentrata su un nu-mero limitato di misure dei tempi, riferite alle componenti della mobilità, alle aree territoria-li e ai mezzi di trasporto.

Mediamente, per un residente piemontese, il tempo necessario per effettuare uno sposta-mento per un qualunque motivo è di 31 mi-nuti, inclusi i rientri a casa. Poiché giornal-mente un residente piemontese compie in me-dia 2,5 spostamenti, allora il tempo complessi-vamente destinato alla mobilità giornaliera sa-rebbe di circa 1 ora e 15 minuti.

Viene fornito un quadro sintetico, ma si-gnificativo dei tempi di spostamento medi nelle varie province in base ai motivi. Emerge una situazione abbastanza variegata, ma la

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Fig. 3 Distribuzione degli spostamenti per motivo, per fascia oraria e nell’intera giornata*

* La fascia mattutina va dalle 6.45 alle 8.45; la fascia serale va dalle 17.15 alle 19.15. Il calcolo degli spostamenti è riferito all’ora di partenza. 200.000 0 400.000 600.000 800.000 1.000.000 1.200.000 1.400.000 1.600.000 1.800.000 Altro Visita Svago Cura Accompagnamento Acquisti Studio Motivi di lavoro Lavoro Fascia mattutina Fascia serale Resto giornata Totale

provincia di Torino sembra essere quella che rivela i tempi più elevati, anche se Cuneo e Asti non sono molto dissimili.

Per un residente piemontese, il

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