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Quinta tappa: la scelta della soluzione e la sua giustificazione

Nel documento NUMERO 46 – maggio 2021 www.sfi.it (pagine 109-112)

La quinta tappa della decisione etica è quella cruciale. Richiede di scegliere l’alternativa

d’azione che si ritiene migliore e di giustificare la propria scelta. Questa tappa è stata predisposta

con due domande: la prima chiedeva di scegliere una linea d’azione e la seconda di esplicitare

le ragioni della propria decisione. Gli studenti hanno utilizzato tre metodi per raggiungere

l’obiettivo, tutti legittimi: a) quello di giustificare la propria scelta alla luce di tutte e quattro le

prospettive teoriche; b) quello di scegliere la soluzione emersa in una delle quattro lenti; c)

quello di individuare una linea d’azione alla luce dell’analisi svolta nella tappa precedente, ma

svincolandosi dal riferimento alle lenti, così da mettere in evidenza la soluzione concreta rispetto

all’inquadramento teorico. Riportiamo qualche esempio di soluzione, iniziando dalle soluzioni

che hanno tenuto conto di tutte e quattro le prospettive teoriche.

Punire Lorenzo in un modo diverso che non comporti la bocciatura, proponendo inoltre a lui incontri di supporto e alla madre l’aiuto dei servizi sociali per interventi di sostegno. Possibili misure alternative al 5 in condotta con bocciatura: impegno in attività di servizio all’interno dell’Istituto (es. biblioteca). Possibili incontri da proporre a Lorenzo: sostegno psicologico (con l’aiuto di professionisti eventualmente presenti nell’istituto scolastico o in rete con ULSS e Istituzioni territoriali).

Per quale motivo ritieni che questa soluzione sia la migliore? Giustifica la tua scelta.

Consente contemporaneamente di:

1. manifestare le virtù della professione del docente: prudenza, cura della crescita, prestare aiuto e rispetto delle norme, per sviluppare le qualità buone delle persone e puntare all’eccellenza etica. 2. valutare in base alla giustizia nei rapporti considerando gli interessi dei soggetti coinvolti (Lo-renzo, studenti, madre, genitori e docenti) e soprattutto di chi è vulnerabile, assumendo una posi-zione di mediaposi-zione e di mantenimento delle relazioni (gesto di fiducia anticipata e di ricostruposi-zione della fiducia tradita).

3. tenere in considerazione beni e valori moralmente rilevanti (diritto allo studio, maturazione della persona, fiducia), obblighi formali moralmente obbligatori (rispetto norme), doveri morali (giudicare con equità) e responsabilità (di essere affidabili e della diffusione delle informazioni).

4. puntare a risultati positivi (previsti e probabili per i soggetti coinvolti) che consentirebbero di raggiungere il miglior risultato complessivo possibile. (3)

Fra le alternative individuate nella fase precedente, quale ritieni che sia la soluzione migliore?

Ritengo che la soluzione migliore potrebbe essere confrontarsi sul problema con le persone coinvolte (Lorenzo, madre, compagni di scuola, genitori), e poi decidere di punire il ragazzo, facendogli capire i suoi errori, ma senza bocciarlo, offrendogli quindi una seconda possibilità. In particolare, si potrebbe punirlo obbligandolo a svolgere delle ore di attività socialmente utili, proponendogli parallelamente un percorso di crescita personale e la partecipazione ad un gruppo di sostegno.

Per quale motivo ritieni che questa soluzione sia la migliore? Giustifica la tua scelta

Ritengo che questa sia la soluzione migliore perché considera elementi di tutte e quattro le prospettive. Per i risultati, punendo Lorenzo senza bocciarlo si massimizzano i beni possibili: i compagni non sono in-vogliati a seguire il suo cattivo esempio, Lorenzo non abbandona la scuola, mantiene il lavoro e aiuta la madre. Per la giustizia, in questo modo vengono considerate tutte le persone coinvolte, garantendo una decisione equa per la comunità e favorendo la creazione di relazioni positive. Per l’eccellenza personale, in questo modo si presta attenzione anche alla vita buona di Lorenzo, favorendone il miglioramento. Seb-bene secondo i principi Lorenzo dovrebbe essere bocciato, non farlo permette di dare valore ai beni mo-ralmente rilevanti in gioco, come l’educazione, la maturazione personale, il lavoro. Infatti, quello che im-porta di più in questi casi per me non è il rigido rispetto delle regole, ma dare alla persona l’opportunità di migliorare, per il suo futuro e per la società. (17)

Fra le varie alternative individuate nella precedente fase di analisi, la “quarta tappa”, quale ritieni che sia la soluzione migliore?

Penso che la soluzione migliore sia quella di sanzionare Lorenzo con il 5 in condotta: in tutte le lenti trovo rinforzo alla mia decisione. Prima lente: possibilità di una punizione alternativa per Lorenzo, oppure il 5 in condotta. Seconda lente: possibilità del 5 in condotta, rinforzata da più motivazioni, oppure quella di non sanzionarlo; Terza lente: sanzione col 5 per il bene della comunità oppure prevedere una sanzione alter-nativa; Quarta lente: 5 in condotta oppure non sanzionare Lorenzo.

Per quale motivo ritieni che questa soluzione sia la migliore? Giustifica la tua scelta.

Penso che sia la soluzione migliore considerando l’intenzione di Lorenzo e le sue motivazioni egocentriche nel momento dell’infrazione della regola. Quando ha scelto di compiere l’azione del fumare stupefacenti a scuola, sapeva che questa azione avrebbe portato a degli effetti morali (il 5 in condotta): questa conse-guenza, era quindi prevedibile e perciò lui è imputabile per ciò che ha commesso. Il Preside, a rinforzo di questa scelta, si trova ad assegnare un’azione al proprio autore, in modo che Lorenzo se ne assuma diret-tamente la responsabilità: il Preside è quindi colui al quale Lorenzo deve rendere conto. La scelta dibattuta del Preside è dettata sicuramente dalla prudenza e dal voler discriminare tra le proprie emozioni, che lo porterebbero a giustificare il comportamento di Lorenzo, e le reali conseguenze delle azioni da compiere, che in caso di omessa punizione lo porterebbero probabilmente a dover rinunciare al proprio ruolo perché mancherebbe di legittimità e coerenza. (74)

Il secondo tipo di soluzione, come abbiamo accennato, è quello di scegliere una delle lenti,

come più adatta nel caso specifico. Riportiamo alcune soluzioni ben svolte.

Fra le varie alternative individuate nella precedente fase di analisi, la “quarta tappa”, quale ritieni che sia la soluzione migliore?

Credo che la miglior alternativa d’azione sia quella di applicare la regola, cioè di bocciare Lorenzo, preve-dendo, però, degli interventi con figure esperte finalizzati a fornire un supporto allo studio, alla famiglia e allo sviluppo personale del ragazzo, coinvolgendo ed agendo in sintonia nel contesto scolastico, familiare e lavorativo.

Per quale motivo ritieni che questa soluzione sia la migliore? Giustifica la tua scelta.

Oltre che per le motivazioni citate nella fase 2, la mia decisione deriva da un’analisi più approfondita dell’azione. Questa, nel suo aspetto oggettivo, si manifesta come un’azione illecita con la quale Lorenzo è venuto meno ai suoi doveri verso la scuola. Le circostanze (da solo, in bagno) mi portano a pensare che abbia agito in maniera volontaria, consapevole e libera, non costretta, ricercando un piacere personale o tentando di evadere mentalmente per evitare un dispiacere (motivazione egocentrica). Azione, quindi, che non si può considerare moralmente buona e, pertanto, non giustificabile neanche per il suo aspetto soggettivo (se avesse agito sotto minaccia, l’azione, da un punto di vista oggettivo, sarebbe stata la stessa, ma l’aspetto soggettivo avrebbe fatto la differenza). Per questo ritengo giusto punirlo ma, visto il rischio di ostacolarne la realizzazione personale, credo sia indispensabile affiancarlo ad esperti che ne supportino la fioritura, in un’ottica di cura. (16)

Fra le varie alternative individuate nella precedente fase di analisi, la “quarta tappa”, quale ritieni che sia la soluzione migliore?

Ritengo che la soluzione migliore per analizzare il caso sia la lente della giustizia. In particolar modo deci-derei di non bocciare Lorenzo vista la precarietà familiare e la probabile perdita del lavoro, ma riterrei comunque opportuno che il ragazzo venga punito (ore di tutoraggio, volontariato...) in quanto ha violato una regola condivisa. Tale punizione influirebbe positivamente sulla non-perdita di credibilità dei docenti e servirebbe ai ragazzi come monito affinché l’accaduto non si ripeta.

Per quale motivo ritieni che questa soluzione sia la migliore? Giustifica la tua scelta.

Tra le lenti proposte ritengo che la lente della giustizia permetta di valutare un’azione attuando una scelta ponderata e mediata rispetto alle soluzioni che potrebbero emergere dalla lente dei principi e dei risultati. Credo che la soluzione descritta sopra sia la migliore in quanto, non attuando una scelta netta basata su aspetti meramente oggettivi, tiene in considerazione i rapporti intra ed interpersonali attuando comun-que una giusta mediazione tra le parti. La soluzione esposta non guarda gli effetti delle azioni, non si basa sui doveri, ma bensì pone la persona al centro dell’azione. Tale risoluzione permette di affermare l’impor-tanza delle relazioni interpersonali, evidenziando il valore della comunità come bene da tutelare. A mio avviso, inoltre, l’esito sopra descritto riesce in qualche modo a contribuire alla fioritura delle persone e al miglioramento delle loro qualità permanenti includendo in un certo qual modo ciò che si evince dalla lente dell’eccellenza personale. (19)

Fra le varie alternative individuate nella precedente fase di analisi, la “quarta tappa”, quale ritieni che sia la soluzione migliore?

L’alternativa più adatta è quella attinente alla lente della giustizia. La scelta consiste nel dare una seconda chance a Lorenzo, spiegando ai compagni la delicata situazione in cui l’allievo si trova e del perché le regole, nel caso specifico, non verranno applicate. L’idea è quella di creare una rete di relazioni, in cui Lorenzo possa sentirsi accolto e compreso. Verrà, inoltre, proposto un percorso educativo di classe contro le dipendenze dalle droghe e verrà fornita assistenza all’alunno.

Per quale motivo ritieni che questa soluzione sia la migliore? Giustifica la tua scelta

Durante il mio percorso in triennale ho effettuato un tirocinio formativo di tre mesi presso il Ser.T. della mia città. Spesso mi è capitato di seguire dei casi simili a quello di Lorenzo, in cui il contesto socioculturale basso, le situazioni familiari disastrose e l’uso delle droghe erano ricorrenti. Ho imparato che l’insieme di queste circostanze portano i minori ad una condizione di isolamento, poiché incapaci di fidarsi e creare delle relazioni stabili. Alla luce di ciò ritengo che la lente della giustizia, che pone attenzione alle relazioni, all’ascolto reciproco, ai sentimenti che l’individuo prova e vede la comunità come un bene da tutelare, “proteggendo” in particolar modo i più vulnerabili, sia la scelta migliore. Quest’ultima, infatti, permetterà

a Lorenzo non solo di raggiungere il diploma e mantenere il lavoro, dando la possibilità di mobilità sociale dal suo contesto d’origine, ma soprattutto creare relazioni con i compagni e trovare forza in essi. (103)

Fra le varie alternative individuate nella precedente fase di analisi, la “quarta tappa”, quale ritieni che sia la soluzione migliore?

Sceglierei la quarta lente che mira alla fioritura dell’individuo, all’acquisizione di nuove virtù, considerando quali siano i valori più importanti da trasmettere. Non boccerei il ragazzo ma gli darei tuttavia un voto basso in condotta; così, considerata la sua situazione familiare, non sarà compromesso il suo futuro sco-lastico e lavorativo. Gli darei dei compiti aggiuntivi sugli effetti delle droghe e sulle conseguenze delle proprie azioni e indirei incontri di sensibilizzazione sul tema.

Per quale motivo ritieni che questa soluzione sia la migliore? Giustifica la tua scelta.

Ritengo che tra le altre soluzioni, questa sia l’unica che dia una possibilità concreta al ragazzo di rimediare alle proprie azioni. Questa lente punta alla “fioritura dell’individuo”, sia intesa per chi deve scegliere (il preside) sia per Lorenzo. Le proposte hanno l’obiettivo di creare un clima di fiducia e collaborazione col ragazzo, dandogli una seconda possibilità e coinvolgendolo maggiormente. Il preside in questo caso rive-ste i panni del “mentore che aiuta l’altro (Lorenzo) nella fioritura”. Tra gli obiettivi dell’insegnamento c’è anche quello di allenare all’acquisizione di nuove virtù, tenendo in considerazione i valori che si ritengono importanti e che si vogliono trasmettere. Da un buon esempio si può trarre un valido insegnamento, che il ragazzo potrà decidere se sfruttare al meglio o meno. (4)

Il terzo metodo di soluzione, invece, come abbiamo anticipato consiste nell’elaborare una risposta che non fa riferimento direttamente alle quattro lenti, concentrandosi di più sul tipo di azione concreta da scegliere che sul suo inquadramento teorico. Riportiamo un esempio.

Fra le varie alternative individuate nella precedente fase di analisi, la “quarta tappa”, quale ritieni che sia la soluzione migliore?

Considerando i beni coinvolti e i mali che l’applicazione della legge potrebbe causare, il corpo docenti non dovrebbe bocciare Lorenzo. Ciò, tuttavia, deve essere accompagnato da una presa di coscienza del gio-vane, sulle sue responsabilità e le sue colpe, rafforzata nella pratica attraverso la partecipazione obbliga-toria e imprescindibile a lavori socialmente utili. Inoltre, i docenti dovrebbero informare gli altri alunni, invitandoli a riflettere e a comprendere le gravi implicazioni presenti.

Per quale motivo ritieni che questa soluzione sia la migliore? Giustifica la tua scelta.

Anche se non si ha la certezza che la bocciatura implichi per Lorenzo il licenziamento, non si può ignorare l’instabile situazione familiare e la salute precaria della madre, che ingiustamente subirebbe delle conse-guenze per colpe che non ha. Tale aspetto imprescindibile non può essere affidato al caso. Per questo Lorenzo non dovrebbe essere bocciato anche se ciò penalizzerebbe gli altri studenti: invitati ad essere, con uno sforzo di riflessione e comprensione, più maturi nel riconoscere la difficile situazione familiare del compagno e come potrebbe aggravarsi ulteriormente con la bocciatura. In un’ottica di inclusione gli educatori sono tenuti a considerare anche le prospettive future del ragazzo, il quale senza diploma po-trebbe avere maggiori difficoltà nell’essere occupabile. Tuttavia, essi possono solo confidare nel fatto che l’errore di Lorenzo non sia dovuto a un vizio e che attraverso la riflessione e la punizione possa imparare ad essere più responsabile delle proprie azioni. (18)

Nel documento NUMERO 46 – maggio 2021 www.sfi.it (pagine 109-112)

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