3 TERRITORIO, INFRASTRUTTURE E ATTIVITA’ ECONOMICA:
3.1 R INNOVAMENTO DELLA CITTÀ
Snervata dall’allontanamento di abitanti82
, che seguitano ad abbandonarla in misura di duemila all’anno, e dall’invecchiamento della
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Per una trattazione più approfondita, si veda anche cap. 1 del presente elaborato.
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Per un’analisi approfondita dello spopolamento di Venezia si veda: G. Carlin, Il
problema dello spopolamento di Venezia-centro storico: suoi aspetti socio-economici. Parte II Analisi del movimento migratorio esterno di Venezia - centro storico negli anni 1953-1964-1969 sulla base delle risultanze , Padova, 1970; Società grafica italiana, Bollettino della Società
geografica italiana, Roma, 1979; G. Zucconi, La grande Venezia. Una metropoli incompiuta tra
Otto e Novecento, Venezia, 2002; G. Scaramellini, Città regione territorio: studi in memoria di Roberto Mainardi, Milano, 2003; A. Cazzullo, “I tormenti di una città-vetrina sospesa tra fioritura
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popolazione residente, marginalizzata dalla vitalità dello sviluppo policentrico che già da tempo sta rimodellando il Nord-Est italiano in questa fase inoltrata della transizione post-industriale83, indubbiamente Venezia rimane singolare e originale per le sue pietre, dalla cui conservazione ottiene, attraverso il turismo84 le risorse e i mezzi per la sopravvivenza.
Orientando lo sguardo alle correnti prospettive del rinnovamento85 si fa strada l’ipotesi di riconoscere il più profondo malessere di Venezia, quello che ne fa temere un declino senza speranza di ritorno, a una scala più generale dei pur drammatici problemi socio-economici, ambientali, di restauro e valorizzazione del patrimonio culturale e di regolazione del turismo. La questione di fondo, da cui tutte le altre si estendono, è riconoscibile in un “dimezzamento” dell’identità, e precisamente in una crisi dell’autoreferenzialità86
. Di un peggioramento, quindi, del fattore più specifico che in passato ha consentito alla città di trarre vantaggi, e non handicap, dalla sua diversità.
La situazione risulta complicata dal fatto che Venezia, invece, autoreferenziale continua fortemente a sentirsi87.
Diversamente da come la pensa la maggior parte dei non addetti ai lavori, convinti che Venezia sia eccezionale anche per la sua omogeneità edilizia e urbanistica88 di età pre-moderna89, lo sforzo di rinnovamento
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G. De Rita, Una città speciale rapporto su Venezia, Venezia, 1993, p. 13.
84
Per una trattazione completa F. Santarossa, L’economia del territorio veneziano: il
ruolo della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Venezia (1920-1960),
Tesi di laurea a.a. 2012, relatore Paola Lanaro, pp. 111-124.
85
Vedi G. Riva et F. Steffinlongo, Le prime realizzazioni in calcestruzzo cementizio
armato nel rinnovamento urbano di Venezia, Università IUAV di Venezia, pp. 1-14
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Intesa come il carattere tipico di un sistema che al proprio interno ha matrici talmente forti e complementari tra di loro, da essere indotto a definire da sé contemporaneamente gli obiettivi e le strategie per conseguirli.
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La prova è riscontrabile nell’appassionato seppur ripetitivo dibattito di questi ultimi anni nei riguardi del destino della città, la ricorrenza e frequenza delle ostilità manifestate nei riguardi dei progetti di intervento maturati all’esterno delle forze locali.
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Per una soddisfacente panoramica in merito si veda anche J.Beaujeu-Garnier et G.Chabot, Trattato di geografia urbana, Padova, 1970; M. Favilla, “Delendae Ventiae”. La città e
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messo in atto dopo la perdita dell’indipendenza si è espresso intensamente anche negli interventi per la modernizzazione fisica della città. Alla dura crisi economica dell’Ottocento90
, reagisce tendendo a consolidarsi come terzo scalo europeo con Trieste e Marsiglia.
In vista di questo traguardo andarono in opera i grandi lavori destinati a cambiare sostanzialmente l’assetto della città: il ponte e il terminale ferroviari, la stazione marittima, i poli industriali alla Giudecca e a Santa Marta, dopo lunghe e aspre controversie il Porto Industriale di Marghera91 e, nel 1932-1933, il ponte automobilistico92. Rientrava in tale processo anche lo sviluppo di Mestre come periferia moderna della città, libera di crescere praticamente senza vincoli, assecondando le stesse spinte centripete che determinarono le espansioni novecentesche di tutte le principali città93.
Senza ponti, il treno, le fabbriche, l’accessibilità pedonale, senza Mestre, non è da escludere che il problema di Venezia si sarebbe drasticamente risolto da solo un secolo fa, con l’abbandono e la città sarebbe oggi una Pompei delle paludi, senza nemmeno più la speranza di un futuro diverso da quello esclusivamente turistico.
sue trasformazioni dal XIX al XX secolo, 2006; W. Dorigo, Battaglie urbanistiche. La pianificazione del territorio a Venezia e in Italia, fra politica e cultura1958-2005, Verona, 2007.
89
G. De Rita, op. cit., p. 21.
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La crisi economica di fine secolo, unita alla crisi agraria, determino nei vari Paesi l’adozione i misure protezionistiche. In Italia, la crisi favorirà il divario fra sud e nord determinando un grande flusso migratorio verso il nord e verso le Americhe. I movimenti operai europei vengono influenzati dalle teorie di Marx, che peraltro aveva previsto la crisi di sovrapproduzione di fine secolo. In tutta Europa nascono partiti e movimenti di ispirazione socialista, sempre divisi al loro interno fra rivoluzionari e moderarti. Viene inoltre formandosi al seconda internazionale socialisti che raccoglie i movimenti dei vari paesi. Si veda ad esempio, P. Lanaro, “Venezia nell’Ottocento: lo sviluppo del settore moda attraverso le guide commerciali”, in AAVV, Annali di storia dell’impresa, 19, Venezia, 2008.
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Mi limiterò qui a citare gli studi e le rassegne bibliografiche che mi sembrano più significativi per la ricostruzione dello sviluppo industriale di Porto Marghera: C. Chinello, Storia
di uno sviluppo capitalistico: Porto Marghera e Venezia 1951-1973, Roma, 1975; A. F. Nappi, Storia di Marghera. Da periferia e città, Venezia, 1994; S. Musso, Tra fabbrica e società: mondi operai nell'Italia Del Novecento, Volume 33, 1999; F. Fabrizio, Porto Marghera e la laguna di Venezia. Vita, morte, miracoli, Venezia, 2003.
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Ponte del Littorio, successivamente chiamato Ponte della Libertà. Cfr. E. Miozzi, Il
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