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3.8 Opere civili e dimensionamenti

4.1.3 Raccolta e gestione delle acque

La raccolta e la gestione delle acque/reflui/percolati in impianto avviene distintamente per:

 Acque meteoriche:

o Acque di dilavamento piazzali (prima pioggia);

o Acque di dilavamento delle coperture degli edifici e di dilavamento piazzali (seconda pioggia);

 Reflui/percolati:

o Percolati dalle zone di movimentazione e trattamento rifiuti (conferimento e pretrattamento, miscelazione del digestato e vagliatura intermedia);

o Percolato dal capannone di movimentazione biocelle e dalle biocelle stesse;

o Reflui da scrubber e biofiltro;

o Acque di lavaggio delle ruote degli automezzi.

Le acque di prima pioggia sono quelle relative ai primi 5 mm di precipitazione uniformemente distribuita sulla superficie asfaltata di strade, piazzali e aree esterne di manovra;

per il progetto in esame viene determinato di realizzare n. 3 vasche di prima pioggia da 50 m3 ciascuna, disposte come mostrato nella planimetria “CS BM PLN 012 Planimetria delle opere di presidio ambientale previste”.

Proponente: Progettista indicato:

CS/BM/RT/002

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Tutte le suddette superfici saranno dotate di pendenze tali da impedire la formazione di pozze d’acqua di origine meteorica e garantirne il convogliamento alle vasche di prima pioggia.

L’acqua raccolta dalle suddette aree arriverà per gravità al pozzetto scolmatore (by pass), con una capacità tale da separare il volume di prima pioggia (che defluisce all’interno della vasca stessa) dal volume di seconda pioggia, che defluirà direttamente verso la vasca di accumulo dedicata (di volume pari a 50 mc). Le acque all’interno delle vasche di prima pioggia, dopo un opportuno tempo di ritenzione che consente la sedimentazione dei solidi sospesi all’interno del fluido, saranno scaricate, in maniera automatica attraverso un sistema elettronico di controllo, all’interno di un pozzetto disoleatore (munito per tale trattamento di filtri a coalescenza per la separazione degli oli presenti nel fluido). Le acque depurate, potranno essere rilasciate, previa caratterizzazione dei parametri chimico-fisici; in alternativa, verranno smaltite presso ditte autorizzate.

Le acque meteoriche ricadenti sulle coperture degli edifici (raccolte tramite la rete a questo dedicata) e le acque di seconda pioggia (provenienti dal pozzetto scolmatore a monte della vasca di prima pioggia), potranno essere accumulate, all’interno di n. 3 vasche (ciascuna di volume pari a 50 mc); tali acque, previa verifica analitica delle proprietà chimico-fisiche, potranno essere riutilizzate per:

 Irrigazione delle aree a verde (tab. 4, all. 5 alla Parte Terza del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii.);

 Reintegro acqua di ricircolo degli scrubber ed umificazione del biofiltro;

 Riserva idrica antincendio;

 Lavaggio ruote automezzi in uscita dall’impianto.

Le reti di raccolta dei reflui/percolati prodotti in impianto saranno realizzate nel seguente modo:

Proponente: Progettista indicato:

CS/BM/RT/002

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1. Percolati dai capannoni di conferimento e pretrattamento FORSU, di conferimento e trattamento RUR, nonché di post-trattamento digestato della sezione FORSU: viene prevista una serie di canalette e caditoie per la raccolta dei percolati prodotti sia dai rifiuti stoccati che durante le movimentazioni degli stessi (pre e post trattamenti meccanici);

2. Percolato dal corridoio di movimentazione biocelle e dalle biocelle stesse (sezione FORSU e sezione RUR): viene prevista una canaletta interna alle biocelle ed una all’esterno di queste nel corridoio di movimentazione; un sistema di tubazioni, inoltre, consentirà l’allontanamento dei percolati verso le rispettive unità di stoccaggio temporaneo;

3. Reflui da scrubber e biofiltro: è previsto un sistema di raccolta costituito da pozzetti con caditoie e tubazioni che consentono il collettamento dei reflui all’interno di un pozzetto di rilancio verso l’unità di stoccaggio.

Tutti i percolati e reflui di processo e di lavorazione prodotti verranno dunque intercettati dalle distinte reti di drenaggio e rilanciati all’interno delle seguenti unità di stoccaggio:

 n. 2 serbatoi fuori terra in acciaio AISI 316 (con volume di 50 m3 ciascuno), situati vicino l’ingresso del capannone di ricezione FORSU;

 n. 2 serbatoi fuori terra in acciaio AISI 316 (con volume di 50 m3 ciascuno), situati in adiacenza al capannone di post-trattamenti della sezione FORSU (miscelazione digestato e vagliatura intermedia del compost);

 n. 2 serbatoi fuori terra in acciaio AISI 316 (con volume di 50 m3 ciascuno), situati vicino l’ingresso del capannone di ricezione RUR;

 n. 2 serbatoi fuori terra in acciaio AISI 316 (con volume di 50 m3 ciascuno), situati in prossimità delle biocelle anaerobiche/aerobiche della sezione RUR;

 n. 2 serbatoi fuori terra in acciaio AISI 316 (volume 50 m3 ciascuno), posti in adiacenza al biofiltro.

Proponente: Progettista indicato:

CS/BM/RT/002

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Tutti i serbatoi saranno disposti all’interno di bacini di contenimento in c.a., adeguatamente dimensionati per il contenimento in sicurezza dei reflui stoccati all’interno dei silos stessi, in caso di accidentale rottura degli stessi, in accordo a quanto disposto dalla normativa vigente in tal senso (Allegato 5 del DM 5 febbraio 1998 come modificato dal Decreto 5 aprile 2006 n. 186: “I contenitori e/o serbatoi devono essere posti su una superficie pavimentata e dotati di bacini di contenimento di capacità pari al serbatoio stesso oppure, nel caso che nello stesso bacino di contenimento vi siano più serbatoi, la capacità del bacino deve essere pari ad almeno il 30% del volume totale dei serbatoi, in ogni caso non inferiore al volume del serbatoio di maggiore capacità, aumentato del 10% e, in ogni caso, dotato di adeguato svuotamento”).

Inoltre, tutti i serbatoi di contenimento dei percolati e acque reflue saranno equipaggiati con tutti gli opportuni sistemi di sicurezza, quali indicatori di livello, troppo pieno, dispositivi per il trattamento degli sfiati (es. con carboni attivi) ecc.

5 B

ILANCIO DI MASSA E DIAGRAMMA DI FLUSSO DEL PROCESSO

Si riportano, in allegato alla presente relazione, i bilanci di massa relativi ai vari processi di trattamento, recupero e valorizzazione dei rifiuti proposti nelle varie sezioni dell’impianto.

6 S

ISTEMA DI GESTIONE DEL PROCESSO

Tutti i processi di trattamento e lavorazione in impianto verranno operati attraverso un adeguato sistema automatizzato di gestione e controllo degli stessi; più in dettaglio, i sistemi di

Proponente: Progettista indicato:

CS/BM/RT/002

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controllo sono costituiti da pc di processo che comunicano, attraverso un sistema “bus”, con un PLC decentrato, posizionato in apposito quadro separato; un computer di visualizzazione trasmette dunque i dati al PLC affinché possano essere effettuati la regolazione ed il controllo dei processi (non è dunque necessario intervenire operativamente sul PLC, in quanto i dati sono scambiati tramite databank nel computer di visualizzazione, che è munito anche di modem e software di comunicazione per un rapido supporto in remoto in caso di problemi).

I computer di visualizzazione dati saranno tutti muniti di schermate video nelle quali in una parte sono visualizzati i pulsanti per la scelta dell’area coinvolta; oltre alla videata di riepilogo, inoltre, sono disponibili videate riguardanti i macchinari di pretrattamento meccanico, le biocelle di processo biologico, l’umidificazione dei biofiltri, i flussi di aria, il biogas, i diagrammi dei parametri controllati, il sistema di cogenerazione, di up-grading, ecc. Infine saranno anche visualizzati lo stato del processo ed i messaggi di eventuali anomalie.

Di seguito si riportano i principali parametri di processo che verranno misurati e controllati dal sistema:

 Digestione anaerobica:

- Temperatura di processo all’interno del digestore;

- pH miscela all’interno del digestore;

- Pressione del biogas grezzo all’ingresso/uscita dal digestore;

- Portata;

- Livello di riempimento;

- Tenore CH4; - Tenore O2; - Tenore H2S;

- Tenore CO2;

- Temperatura acqua riscaldamento;

 Compostaggio e biostabilizzazione:

- Temperatura materiale;

Proponente: Progettista indicato:

CS/BM/RT/002

RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA DELL’INTERVENTO Pag. 44 di 56 - Temperatura aria IN;

- Temperatura aria OUT;

- Portata aria (tramite curve caratteristiche ventilatori);

- Pressione sotto ai cumuli.

- Velocità ventilatore;

- Serrande aria fresca/ricircolo/esausta.

 Stazione di Up-grading:

- Pressione in corrispondenza della colonna di assorbimento;

- Pressione in uscita dalla colonna flash;

- Pressione del biometano in uscita dal sistema dopo l’essicazione;

- Concentrazioni di O2 e H2S nel biogas grezzo in ingresso;

- Concentrazioni di CO2 nel biometano prodotto.

 Stazione di Cogenerazione:

- Tenore O2; - Portata gas;

- Portata aria;

- Temperatura acqua riscaldamento;

- Pressione in tubazioni gas e aria;

- Portata ventilatore gas;

- Portata ventilatore aria;

- Portata acqua riscaldamento;

- Livelli acque di processo.

 Sistema di trattamento aria

- Temperatura monte e valle scrubber/umidificatore;

- Pressione monte e valle scrubber/umidificatore;

- Livello acqua scrubber/umidificatore;

- pH acqua scrubber/umidificatore;

- Conducibilità Elettrica acqua scrubber/umidificatore;

- Pressioni in vari punti del circuito;

- Temperature in vari punti del circuito.

Proponente: Progettista indicato:

CS/BM/RT/002

RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA DELL’INTERVENTO Pag. 45 di 56

7 I

MPIANTO ELETTRICO E DI ILLUMINAZIONE

Si illustrano qui di seguito le caratteristiche costruttive degli impianti elettrici e di illuminazione.

Nell’approccio preliminare si è fatto riferimento alle disposizioni normative vigenti in materia (Legge 186/68, D.M. 37/08 e regolamento di attuazione, norme CEI). Analogamente, si procederà nelle successive fasi progettuali che prevederanno durante la fase costruttiva il rispetto di tutte le disposizioni di legge e regolamento vigenti all’atto della suddetta fase. I materiali da impiegare dovranno essere di primaria casa nazionale e dotati di marchio IMQ o equivalente da documentare in sede di dichiarazione di conformità di cui al D.M. 37/08.

Riferimenti normativi

Per quanto riguarda gli impianti elettrici e i calcoli illuminotecnici vengono rispettate le seguenti norme CEI – IEC-CEI UNEL-UNI:

 CEI 11-25 1992 Ia Ed. (EC 909). Calcolo delle correnti di cortocircuito nelle reti trifasi a corrente alternata.

 CEI 11-35 2004 Guida per l’esecuzione di cabine elettriche MT/BT cliente/utente finale.

 CEI 11-28 1993 Ia Ed. (IEC 781). Guida d'applicazione per il calcolo delle correnti di cortocircuito nelle reti radiali e bassa tensione.

 CEI 11-48 (EN 50110-1) 2005 Esercizio degli impianti elettrici

 CEI 14-8 (1999) Trasformatori di potenza a secco.

 CEI 17-5 Va Ed. 1992. Apparecchi a bassa tensione. Parte 2: Interruttori automatici.

 CEI 17-9/1 (EN 60265-1) 2000 Interruttori di manovra-sezionatori per alta tensione.

Proponente: Progettista indicato:

CS/BM/RT/002

RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA DELL’INTERVENTO Pag. 46 di 56

 CEI 33-5 Ia Ed. 1984. Condensatori statici di rifasamento di tipo autorigenerabile per impianti di energia a corrente alternata con tensione nominale inferiore o uguale a 660V.

 CEI 23-46 (EN 50086-2-4) Sistemi di canalizzazione per cavi. Sistemi di tubi – Parte 2-4: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi interrati.

 CEI 64-8 IVa Ed. 1998. Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua.

 IEC 364-5-523. Wiring system. Current-carring capacities.

 CEI UNEL 35023 1970. Cavi per energia isolati con gomma o con materiale termoplastico avente grado di isolamento non superiore a 4 cadute di tensione.

 CEI UNEL 35024/1 1997: Cavi elettrici isolati con materiale elastometrico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa in aria.

 CEI UNEL 35024/2 1997: Cavi elettrici ad isolamento minerale per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa in aria.

 UNI 10439: Parametri illuminotecnici per illuminazione stradale.

 UNI EN 1838 (2000) Applicazione dell’illuminotecnica – di emergenza

Calcolo delle correnti di impiego

Il calcolo delle correnti d’impiego viene eseguito in base alla classica espressione:

I P

kca = 1 sistema monofase o bifase, due conduttori attivi;

kca = 1,73 sistema trifase, tre conduttori attivi.

Proponente: Progettista indicato:

CS/BM/RT/002

RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA DELL’INTERVENTO Pag. 47 di 56

Dal valore massimo (modulo) di Ib vengono calcolate le correnti di fase in notazione vettoriale (parte reale ed immaginaria) con le formule:

 

Il vettore della tensione Vn è supposto allineato con l’asse dei numeri reali:

VnVnj0

La potenza di dimensionamento Pd è data dal prodotto:

PdP coeffn

nella quale coeff è pari al fattore di utilizzo per utenze terminali oppure al fattore di contemporaneità per utenze di distribuzione.

La potenza Pn, invece, è la potenza nominale del carico per utenze terminali, ovvero, la somma delle Pd delle utenze a valle (ƩPd a valle) per utenze di distribuzione (somma vettoriale).

La potenza reattiva delle utenze viene calcolata invece secondo la:

QnPntan

Proponente: Progettista indicato:

CS/BM/RT/002

RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA DELL’INTERVENTO Pag. 48 di 56

per le utenze terminali, mentre per le utenze di distribuzione viene calcolata come somma vettoriale delle potenze reattive nominali a valle (ƩQd a valle).

Il fattore di potenza per le utenze di distribuzione viene valutato, di conseguenza, con la:

coscos tan

 



 



arc Q

P

n n

Dimensionamento cavi

Il dimensionamento dei cavi è eseguito in modo da garantire la protezione della conduttura alle correnti di sovraccarico.

In base alla norma CEI 64-8/4 (par. 433.2) il dispositivo di protezione deve essere coordinato con la conduttura in modo tale che siano soddisfatte le condizioni:

a) Ib < In < Iz b) If < 1,45 Iz Cadute di tensione

Le cadute di tensione sono valutate in base alle tabelle UNEL 35023-70. In accordo con queste tabelle la caduta di tensione di un singolo ramo vale:

cdt(Ib) = kcdt Ib (Lc / 1000 Vn) [ Rcavo cos Ψ + Xcavo sen Ψ ] 100 [%]

dove:

kcdt = 2 per sistemi monofase kcdt = 1,73 per sistemi trifase.

Proponente: Progettista indicato:

CS/BM/RT/002

RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA DELL’INTERVENTO Pag. 49 di 56 Potenze necessarie per le singole utenze

Di seguito viene riportato un prospetto relativo alle potenze necessarie ed ai consumi energetici giornalieri globali relativi alle diverse sezioni dell’intero impianto:

Fase/attività significative

o gruppi di esse Descrizione Potenza installata

Si evidenzia che tutte le utenze principali (ad esempio i ventilatori per i processi biologici e per il trattamento arie) verranno alimentate tramite variatori di frequenza (inverter), il che consente di ridurre la portata e/o la prevalenza della macchina ogniqualvolta il processo non richieda il massimo delle prestazioni (la potenza elettrica consumata da un ventilatore centrifugo è infatti proporzionale al cubo della sua velocità di rotazione e, riducendo la velocità della macchina quando possibile, si raggiunge lo scopo di minimizzare i consumi elettrici e dunque i costi operativi).

Architettura dell’impianto

La progettualità preliminare sviluppata prevede un’architettura d’impianto che raggiunga i seguenti obiettivi:

1. Adeguato compromesso tra costi e benefici;

2. Efficienza impiantistica.

Proponente: Progettista indicato:

CS/BM/RT/002

RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA DELL’INTERVENTO Pag. 50 di 56 3. Ridondanza

Ragion per cui si è previsto a valle della consegna Enel in MT (media tensione), una distribuzione sino alle cabine elettriche principali sempre in MT. All’interno delle stesse verrà operata la trasformazione da 20 KV/400 V. I medesimi vani cabine sono corredati dai Power center di BT (bassa tensione) dai quali si dipartono le dorsali verso le principali utenze di campo e verso i quadri di distribuzione all’interno dei singoli corpi di fabbrica.

Linee elettriche

Per la trasmissione in Media Tensione dalla fornitura alle cabine di trasformazione, si sono previsti conduttori del tipo RG7H1R 12/20 kV da 50 mm2 in posa interrata a non oltre 1 m di profondità.

Per le linee di alimentazione esterna si sono previsti dei conduttori unipolari/multipolari del tipo FG7R e FG7(O)R 0.6/1KV posti in cavidotti del diametro non superiore a 160 mm, interrati, avendo avuto cura di prevedere un strato di posa ed un rispettivo ricoprimento dell’ordine di 20 cm per evitare che successivi riempimenti e costipamenti possano causare rotture dello stesso.

Per le linee di alimentazione interne si sono previsti dei conduttori unipolari o multipolari in rame del tipo FG7R 0.6/1KV isolati in EPR, posti in opera entro canali metallici/passerelle aeree da 300 x 200 mm. adeguatamente staffati alle strutture.

Sono previsti appositi pozzetti di ispezione e di derivazione in conglomerato cementizio con relativi chiusini in ghisa a tenuta idraulica. Tutti i dispositivi previsti saranno del tipo antifiamma non propaganti l’incendio, a ridotta emissione di gas tossici e corrosivi.

I conduttori di fase dovranno essere distinti da quelli di neutro e di terra, adoperando cavi con i diversi colori unificati.

Proponente: Progettista indicato:

CS/BM/RT/002

RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA DELL’INTERVENTO Pag. 51 di 56

Le giunzioni delle linee nei pozzetti di derivazione sono previste col metodo a resina colata.

Illuminazione interna ed esterna

La tipologia dei corpi illuminanti è stata scelta in funzione delle attività previste nelle singole aree.

Per l’impianto di illuminazione esterna sono state previste, lungo le carreggiate, proiettori con lampade a led da 200 W su pali a stelo curvato o staffati sulle trutture posti ad una interdistanza di circa 15m.

All’interno dei capannoni si sono previsti riflettori industriali stagni con lampade a led da 120 W e per l’illuminazione d’emergenza plafoniere stagne con n. 2 tubi da 58W.

Nei locali uffici sono presenti plafoniere stagne con n. 4 tubi da 18W distribuite in modo da ottenere una diffusione uniforme della luce evitando degli abbagliamenti localizzati.

Proponente: Progettista indicato:

CS/BM/RT/002

RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA DELL’INTERVENTO Pag. 52 di 56

A

LLEGATO

01

B

ILANCIO DI MASSA

S

EZIONE

FORSU

Proponente: Progettista indicato:

CS/BM/RT/002

RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA DELL’INTERVENTO Pag. 54 di 56

A

LLEGATO

02

B

ILANCIO DI MASSA

S

EZIONE

RUR

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