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I racconti della prigionia (1568-1586)

Dopo soli sei anni di regno tormentati da continue ribellioni, in seguito alla sconfitta delle sue truppe a Langside, nel 1568, la regina di Scozia prese una decisione che cambiò per sempre la sua vita: contro ogni previsione, e contro il parere dei suoi consiglieri, decise di fuggire in Inghilterra nella speranza di essere soccorsa dalla cugina Elisabetta, che pur molti accusavano di aver favorito e sobillato le ribellioni in Scozia, come insinuavano le relazioni viste nel capitolo precedente.

La fuga si trasformò ben presto in prigionia. Elisabetta si rifiutò di incontrare la cugina fino a che non fossero state chiarite le accuse che venivano mosse contro di lei dai suoi sudditi, e così nell’ottobre del 1568 fu istituita la conferenza di York con lo scopo di valutare le accuse di omicidio. I processi si risolsero poi in un nulla di fatto, ma la regina di Scozia fu trattenuta sotto custodia dall’Inghilterra per quasi vent’anni, durante i quali fu al centro di numerosi complotti per destituire Elisabetta che portarono infine alla sua esecuzione.

Eventi così eccezionali – una regina destituita dai suoi sudditi, posta sotto processo e imprigionata per quasi vent’anni da una sua pari – dai profondi risvolti religiosi e politici, non passarono inosservati in Europa.

Propaganda inglese

La necessità degli inglesi di giustificare la ‘custodia cautelativa’ agli occhi dell’Europa, si tradusse in una azione di propaganda costruita essenzialmente attorno alla questione della ‘sicurezza del paese’. Dal suo ingresso in Inghilterra, infatti, Maria non cessò di essere al centro di ribellioni che avevano lo scopo di destituire Elisabetta e mettere la Stuarda sul trono. Questi scompigli evidentemente favorivano d’altra parte una propaganda opposta, che aveva il compito di convincere l’opinione pubblica della necessità della custodia e, col passare degli anni, della obbligatorietà di un’esecuzione. Questa opera di convincimento si traduceva in una campagna libellistica e

denigratoria apparentemente non autorizzata da Elisabetta – la quale desiderava apparire benevolente nei confronti della cugina – che ebbe il suo risultato più importante nel pamphlet dello scozzese George Buchanan (1506-1582) Ane

detectioun of the duinges of Marie Quene of Scottes edito probabilmente nel 1571118. Il libello narra le vicende di Scozia che riguardano l’omicidio di Darnley e il terzo matrimonio con Bothwell, lette dal punto di vista inglese, con lo scopo di lasciare pochi dubbi sulla connivenza di Maria nell’omicidio del marito. L’opera circolò prima manoscritta tra il 1569 e il 1571, ed ebbe anche una seconda stampa, insieme ad alcune lettere di Maria a Bothwell, provenienti dal Casket Letters, e ad una Actio contra Mariam, vera e propria requisitoria legale contro la Stuarda. La stampa fu promossa segretamente da William Cecil, segretario di Elisabetta e principale ideatore di tutta la campagna denigratoria119. La pubblicazione di questo pamphlet fu abilmente gestita dagli inglesi. Poiché ufficialmente il governo di Elisabetta si oppose a qualsiasi pubblicazione contro l’ospite scozzese, punendo severamente gli scrittori e censurandone i testi, tutto fu abilmente organizzato in modo che l’opera, attribuita in toto a Buchanan, risultasse edita in Scozia, sollevando in tal modo gli inglesi da qualsiasi responsabilità e rendendo inutile qualsiasi reclamo ufficiale a riguardo. La Detectioun, che mostra l’impegno degli inglesi volto al discredito di Maria, fu di grande stimolo alla propaganda anti-Stuarda, e molto efficace. Buchanan fu responsabile della propagazione dell’immagine della regina scozzese come tiranna, adultera, assassina, dalla morale corrotta e licenziosa.

118 [G. BUCHANAN] Ane detectioun of the duinges of Marie Quene of Scottes, touchand the murder of hir husband, and hir conspiracie, adulterie, and pretensed mariage with the Erle Bothwell; and ane defence of the trew Lordis, mainteineris of the Kingis graces actioun and authoritie / translatit out of the Latine quhilke was written by G.B, [London?, John Day?, 1571?]. Sebbene fosse stato tutore di Maria e poeta alla Corte di Francia, Buchanan si rivoltò contro di lei dopo le vicende dell’omicidio Darnley e del matrimonio con Bothwell, diventando sostenitore del fratellastro Moray e suo uomo di fiducia. Con ogni probabilità partecipò alla ‘costruzione’ delle famose Casket Letters e si occuperà del ‘fascicolo’ contro Maria che verrà usato ai processi di York e Westminster. Sarà poi anche tutore del figlio di Maria, Giacomo I. La denigrazione della Stuart prosegui anche in altre opere come la Rerum Scoticarum Historia, 1582, scritta per giustificarne la deposizione.

119 De Maria Scotorum Regina, totàque eius contra Regem coniuratione, foedo cum Bothuelio adulterio, nefaria in maritum crudelitate & rabie, horrendo insuper & deterrimo eiusdem parricidio: plena & tragica plane Historia [London?, John Day, 1571?] Il testo, edito sia in Inglese che in Latino, ebbe quasi subito anche una traduzione francese: Histoire de

Marie Royne d'Ecosse, touchant la conjuration faicte contre le Roy, & l'adulterie commis avec le Comte de Bothwel, histoire vrayement tragique, traduicte de Latin en François. Translation by P. Camuz. Edimbovrg, Par Thomas Vvaltem [i.e. France ?], 1572.

Contro-propaganda cattolica

A seguito degli attacchi inglesi, per la contro-offensiva cattolica si rese necessario portare il problema all’attenzione di tutta l’Europa, per raccogliere nuovi consensi e creare così le premesse a una sua felice soluzione.

Secondo Alexander Wilkinson, dopo il ritorno in patria di Maria, la stampa francese si occupò però ben poco dei suoi casi.

While this silence was punctured by a number of generally warm references to her in the period 1561-1585, there was little significant interest in France’s former queen. The French public did not even rally to defend her reputation after her imprisonment by Elizabeth in 1568. This can be explained by two main factors. Firstly, Mary’s chequered career made her a wholly unsuitable Catholic hero. Perhaps more importantly, in a delicate power game involving Spain, alliance with England was essential to mantain equilibrium120.

Ufficialmente non ci fu nessun impegno pubblico in suo favore121, e anzi la Francia adottò a riguardo un atteggiamento di moderazione, se non di distacco nei confronti delle aperte ribellioni e attacchi contro Elisabetta, anche perché il governo inglese fu particolarmente attento verso qualsiasi pubblicazione concernente la Stuarda122. Ecco perché la maggior parte della produzione della contro-propaganda era pubblicata anonima.

Né le cose migliorano con gli anni, nonostante la lunga prigionia, secondo Wilkinson, poiché Maria Stuarda fu messa da parte anche da quella produzione martirologica che negli anni Ottanta del Cinquecento denunciava i casi dei maltrattamenti dei cattolici in Inghilterra.

Mentre Wilkinson descrive un quasi totale disinteresse della stampa francese nei confronti del caso, almeno fino alla esecuzione, Phillips sostiene che

Mary’s defenders in England and on the continent reacted swiflty and strongly to the propaganda attacks launched against her after she came to England. Between 1569 and 1572 alone her supporters produced some half-dozen works in direct reply to the «unauthorized» publications inspired by Elizabeth’s governament, and the productions increased as

120 A. WILKINSON, op. cit., p. 98. 121 Ivi, p. 121.

Mary’s imprisonment continued123.

A fronte di un atteggiamento «altalenante» mantenuto dai principali leader cattolici, che svilupparono alcune riserve nei confronti di Maria, in particolare dopo i fatti di Kirk o’ Field e il terzo matrimonio con Bothwell, nel complesso i difensori della Stuarda nel continente «managed to secure remarkably wide circulation for their counterpropaganda, even in England»124.

Infatti, mentre ufficialmente sia la Francia sia la Spagna presentarono modeste proteste contro l’ingiusta prigionia, un sostegno più attivo arrivò dall’instancabile attività libellistica degli esiliati scozzesi e inglesi, in fuga per motivi politici e religiosi, principalmente in Francia e in Belgio, spesso sostenuti economicamente dalla lega cattolica, che a loro volta sostenevano promuovendo la causa con i loro scritti.

Tra i più fedeli vi fu lo scozzese John Leslie (o Lesley) (1527-1596), vescovo di Ross, impegnato nella resistenza in Scozia e oppositore del famigerato John Knox (c. 1514-1572), fanatico leader della riforma protestante e denigratore della Stuarda, del quale è ben noto il libello First Blast of the

Trumpet against the monstruous regiment of women, del 1558, opera misogina contro la natura dei governi femminili.

Leslie era un letterato di talento, uno dei consiglieri spirituali più vicini a Maria, completamente devoto al suo servizio, tanto da seguirla anche in Inghilterra, rappresentandola e intervenendo più volte in suo favore presso i protestanti ed Elisabetta. Il suo sincero lavoro di propaganda non fu senza rischi, tant’è che fu arrestato più volte perché sospettato di aver partecipato ai complotti contro la regina Inglese. Egli viaggiò sovente nel resto del continente per raccogliere sostegno a favore della scozzese, dedicando alla sua difesa vari trattati, tra cui il più conosciuto è certamente la Defence of the honour of the

right highe, Mightye and Noble princess Marie, Queen of Scotland and dowager of France with a declaration aswell of her right, title & intereste to the succession of the crowne of Englande, as that the regimente of women ys conformable to the lawe of God and nature, opera di cui esistono due redazioni, una del 1569 e una, modificata, del 1571125. Il testo, che compendia i

123 J. E. PHILLIPS, op. cit., p. 85. 124 Ivi, p. 87.

temi principali usati dalla propaganda cattolica in difesa della regina di Scozia, agli inizi della prigionia inglese, è in sintesi un trattato sulla moralità di Maria, sulla regalità e sui suoi diritti di successione alla corona inglese, in difesa del governo femminile come conforme alle leggi di Dio e della natura, in risposta alle idee misogine di Knox126. Leslie si impegna in una arringa difensiva dibattuta in tre libri e basata essenzialmente su questioni di ‘legalità’, approfondendo tematiche già utilizzate dalla propaganda cattolica. Una iniziale prefazione spiega come l’opera nasca dalla esigenza di correggere e controbattere gli attacchi alla integrità della «noble and excellent Ladie Marie Queene of Scotlande» e ai suoi diritti sulla corona inglese, macchiati dalla pubblicazione in particolare di un «poysoned and pestiferous pamflett», ovvero la Detectioun di George Buchanan127 e dalla «crastie malicious drifte of her rebellious subjects», dalle loro «heynouse accousations» e «false and slanderous crimination», tutto coperto «by the coulour of the […] lawe or parliamente»128.

Secondo Phillips è possibile supporre in realtà che numerosi fedeli alla causa, e con ogni probabilità la stessa Stuarda, collaborassero alla stesura della

Defence129.

Il primo libro, che difende la scozzese dalle accuse di immoralità, relativamente agli eventi accaduti dalla morte del marito Darnley al suo matrimonio con Lord Bothwell, in particolare rivolta le accuse nei confronti di Moray, il fratellastro, e smentisce categoricamente che l’autrice delle famigerate lettere d’amore potesse essere la sovrana scozzese, anche perché componimenti troppo rozzi e volgari130. Il secondo libro discute i suoi diritti al trono inglese, dopo la morte di Elisabetta; e la terza parte infine sostiene la conformità del governo femminile alle leggi divine e della natura, rifiutando gli

Iustice Royall against the Blackebell, by Eusebius Dicæophile, 1569.

126 In particolare rimanda alla questione sollevata dal trattato misogino di J. KNOX, op. cit.,

che Leslie in prefazione dice letto da molti, ma altre parti rimandano ad altri discorsi denigratori («Printed as unprinted books») come quelli di George Buchanan che avevano lo scopo di «disgrace, blemish and deface […] the juste title, claime and intereste of the noble and excellente Lady Marie» (LESLIE, op. cit. Pref.).

127 G. BUCHANAN, op. cit. 128 J. LESLIE, op. cit., prefazione. 129 J. E. PHILLIPS,op. cit. p. 89.

130 Un recente articolo delProfessor Davidson, dell’Università di Aberdeen, Scozia, op. cit.

ci informa del ritrovamento di alcuni documenti che comproverebbero l’artificiosità dei famosi sonetti contenuti nelle lettere, e confermerebbero la falsità delle stesse. Ringrazio il Professor Davidson per la generosità con cui ha voluto condividere con me le sue ricerche e per i preziosi suggerimenti.

argomenti dell’acceso libello di John Knox.

L’innocenza e la moralità di Maria e la villania dei ribelli, punti cardine della difesa, si ritrovano anche nella produzione precedente a questo trattato, e verranno usate in tante altre opere successive al testo di Leslie. A differenza delle precedenti testimonianze, sono assenti invece profonde riflessioni sulla questione religiosa come causa della persecuzione di Maria, né è mai messa in discussione la regalità della attuale sovrana, Elisabetta, cui ci si riferisce sempre in toni ossequiosi131. Se la cautela impedisce attacchi diretti contro la Tudor132, gli antagonisti nelle vicende di Maria sono i lord protestanti scozzesi, capeggiati dal fratellastro di Maria, il conte di Moray, diffusori di calunnie e falsità infamanti ai danni della loro regina. Nonostante questa cautela, la prima versione della Defence ebbe qualche difficoltà di pubblicazione, come rivela l’avviso dello stampatore al lettore133. Ma fu soprattutto la seconda edizione a indispettire la censura, perché Leslie, nel rivedere il suo testo per l’edizione del 1571, usò una maggiore ostilità nei confronti di Elisabetta – privata di tutti gli epiteti elogiativi usati nella prima – e degli inglesi, accompagnata dalla insinuazione che la Regina di Scozia fosse perseguitata per motivi essenzialmente religiosi e non solo politici134.

In questa seconda redazione, intitolata A Treatise Concerning the

Defence of the Honour…,135 Leslie insiste meno sulle questioni morali e piuttosto sui diritti di successione,non accontentandosi più di dichiarare Maria come legittima erede di Elisabetta bensì come la sola legittima detentrice del trono. Il testo è preparato con l’evidente scopo di stimolare la propaganda

131 Secondo Kimberly Coles questa prima edizione della Defence godeva anzi del tacito

appoggio della sovrana inglese, il cui obbiettivo all’epoca delle Conferenze di York e Westminster era si quello di screditare l’onore di Maria di fronte alla nobiltà inglese per macchiarne le pretese al trono, ma non distruggerla del tutto, cosa che avrebbe inevitabilmente prolungato la sua custodia in Inghilterra, costituendo solo un enorme problema da gestire per Elisabetta. Il pamphlet di Leslie diede dunque modo alla regina inglese di tamponare gli eccessi della propaganda. Cfr. K. COLES, “Printed at London anonymous”: Was there ever an

Attempt to Publish the First Edition of the Defence of Mary Queen of Scots in England?, in “Review of English Studies”, 1998, 49 (195), pp. 273-281.

132 K. COLES, op. cit., p. 280. C. S. CLEGG, Press Censorship in Elizabethan England,

Cambridge, CUP, 1998, pp. 80-84.

133 «If thou diddist knowe with what difficulté the imprinting hereof was atchived», The

printer to the reader, J. LESLIE, op. cit.

134 A riguardo K. COLES, op. cit.

135 J. LESLIE, A treatise concerning the defence of the honour of the right high, mightie and noble Princesse, Marie Queene of Scotland, and Douager of France with a declaration, as wel of her right, title, and interest, to the succession of the croune of England: as that the regiment of women is conformable to the lawe of God and nature. Made by Morgan Philippes, Bachelar of Diuinitie, An. 1570, Leodii [e Louvain], Apud Gualterum Morberium [e J. Fowler], 1571.

cattolica, in particolare in occasione della cospirazione di Ridolfi del 1571, per giustificare un intervento delle forze cattoliche, che già il Papa Pio V, con l’emanazione della bolla di scomunica contro Elisabetta aveva ‘moralmente’ autorizzato136. Bollato dalla censura inglese come sedizioso, evidentemente considerato pericoloso, fu ripubblicato all’estero sotto lo pseudonimo di ‘Morgan Phillipes’, anche se questa misura non impedì al Leslie di venire scoperto e arrestato137. A dispetto dell’organizzatissima e famigerata censura elisabettiana però, l’opera ebbe vasta diffusione e larga influenza sulla produzione propagandistica successiva, che riprenderà molti dei temi trattati nella Defence, sfruttandoli in forma sempre meno moderata, sia nei contenuti, sia nella lingua.

Le argomentazioni relative alla persecuzione religiosa e all’ingiustizia inglese da un lato, e dall’altro alla bontà, all’innocenza, alla forza e alla sincera fede della scozzese, si diffusero anche nel resto dell’Europa, e lo stesso Leslie sviluppò ulteriormente questi temi nei De Origine Moribus et Rebus Gestis

Scotorum libri Decem, pubblicati a Roma nel 1578. Il testo, che dedica gli ultimi tre libri alla Stuarda, segue le sue vicende dalla nascita fino al 1561, con l’esclusione degli ultimi anni del regno, per evitare, secondo quanto espresso dallo stesso autore in conclusione del testo, «the vice of flatterie» o, con il sovrano ancora vivente, «the peril of disdain and displeasour», ma ne riassume quantomeno le questioni principali.

Nell’introduzione alla edizione ottocentesca della History of Scotland138 E. G. Cody dà notizia di un manoscritto della Biblioteca Vaticana, Fondo Barberini, attribuito al Leslie, che racconta la storia di Scozia dal 1562 al 1571139. Il punto di forza di questa historia però non sarebbe più tanto la difesa morale di Maria, in particolare dalle accuse di omicidio o adulterio, quanto le questioni politiche e religiose. Ponendo in risalto la sofferenza patita da Maria

136 La bolla Regnans in Excelsis, del 25 febbraio 1570 scomunicava Elisabetta e sollevava i

suoi sudditi dall’obbligo di riconoscerla come legittima sovrana.

137 Dopo il 1571 la pubblicazione del testo di Leslie violava una esplicita legge inglese che

proibiva la stampa di opere che trattassero la tematica della successione. Cfr. J. E. PHILLIPS,

op. cit., p. 101.

138 E.G. CODY, The historie of Scotland wrytten first in Latin by the most reuerend and worthy Jhone Leslie, Bishop of Rosse, and translated in Scottish by Father James Dalrymple, religious in the Scottis Cloister of Regensburg, the yeare of God, 1596. Vol. II, Edinburgh, Scottish Text Society, 5 (1888-1595).

139 Una parte di questo manoscritto è edito in L. FORBES, Narratives of Scottish Catholic under Mary Stuart and James IV. Now First Printed from the Original Manuscripts in the

per questa causa si anticipa la tematica del martirio140.

L’infaticabile vescovo di Ross continuò fino al 1587 a girare per l’Europa alla ricerca di sostegno, economico e politico, impegnandosi egli stesso nella traduzione delle sue opere per una loro maggiore diffusione141. Alcune delle tematiche da lui trattate erano già state almeno accennate nelle relazioni che abbiamo visto. Nella sua produzione però è osservabile il cambio di rotta della propaganda pro-Stuarda che, pur non abbandonando questioni puramente personali, svilupperà la sua difesa puntando piuttosto sulla tematica dell’odio religioso come motivazione principale, che verrà usata e sviluppata anche nelle apologie successive dalla contro-offensiva142.

Le argomentazioni della Defence e di altre opere di Leslie furono riprese da vari testi, inglesi e francesi, né mancarono echi di questi temi e influenze di queste opere nella produzione italiana143, nonostante l’impegno della censura elisabettiana si estendesse anche fuori dall’Inghilterra.

La diplomazia toscana e veneziana

In Italia i casi della Stuarda dopo la sua fuga dalla Scozia continuarono ad essere argomento dei resoconti e degli avvisi degli ambasciatori.

Del 1568 è una narrazione completa del Successo della Regina et Regno

di Scotia, che Labanoff ritiene inviata da Giovanni Maria Petrucci al Granduca di Toscana nel giugno del 1568144.

Il testo racconta i turbamenti del regno dalla morte di Darnley fino alla prigionia di Maria in Inghilterra, e ha l’evidente scopo di difenderne

140 A riguardo si veda J. E. PHILLIPS, op. cit. pp. 102-105.

141 In particolare in inglese e francese. Del 1580 la ripubblicazione in latino di alcune parti

del testo della Defence, rivedute, e la sua traduzione in inglese e in altre lingue. Vedi J. E. PHILLIPS, op. cit., p. 104 e nn.

142 Cfr. J. E. PHILLIPS, op. cit., pp. 87-93 e pp.101-107.

143 All’epoca della stesura dell’edizione latina della Storia di Scozia, Leslie risiedeva a

Roma, rivestendo, tra le altre, la carica di ambasciatore di Maria presso la corte papale. Facile immaginare quanto possa aver lavorato per la circolazione del suo testo e in difesa della Stuarda.

144 A. LABANOFF, op. cit., pp. 313-328. Labanoff lo descrive come una traduzione ufficiale

del tempo di un Mémoire addressé de la part de Marie Stuart a tous les princes chrestiens, ma non riferisce altri dettagli sull’eventuale originale. Del memoriale non vi è traccia tra le missive

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