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Siamo Radioamatori o “prosciutti”?

Miti e leggende sull’origine del termine “HAM”

Le informazioni che riporterò in questo articolo non sono di pri-ma pri-mano, ovviamente, pri-ma forse sono il primo a tradurle in italia-no dalla mole di informazioni trovate in rete.

La versione più conosciuta e generalmente accreditata è quella che fa risalire il termine “HAM” alle iniziali di Albert S. Hyman, Bob Almy e Poogie Murray, tre ragazzi che operavano nel 1901 dalla Stazione radio Club dell’Università di Harvard.

Inizialmente il loro nominativo era “HYMAN-ALMY-MURRAY”, per facilità di trasmissione telegrafica abbreviato a “HY-AL-MU” e, infine, a “HAM”.

Il Congresso statunitense stava per varare una legge che limitasse l’attività radio dei sempre più crescenti neo Radioamatori che causavano molte interferenze alle

prime emittenti radiofoniche com-merciali e alle Forze Armate, alle vol-te con povol-tenze anche superiori a

pria tesi di laurea e, sotto insistenza del proprio pro-fessore, inviò una copia della propria tesi al Senatore David I. Walsh, membro della Commissione che avrebbe esaminato la Legge.

Sempre secondo la storia, il Senatore David I. Walsh fu così colpito dalla tesi del giovane Albert S. Hyman che lo invitò ad argomentare di fronte alla Commis-sione stessa.

In quella occasione il giovane Radioamatore difese con passione l’attività fatta con i propri compagni con tanto ardore e “lacrime”

che riuscì a convincere la Commissione a non chiudere le nascenti stazioni radio amatoriali.

Da allora, il termine “HAM” è universalmente diventato sinonimo di Radioamatore.

Personalmente questa era la versione che anche io credevo esse-re veritiera ma, in esse-rete, non ho trovato alcun riferimento biografi-co ai tre personaggi citati. Ho trovato un Albert Hyman morto ne-gli anni ’70 e famoso per aver inventato il primo pacemaker car-diaco, ma nel 1911 aveva 18 anni e, quindi, non credo sia lo stes-so della tesi ad Harvard! Nulla sugli di Harvard per capire se nei loro an-nali c’è traccia di questa storia.

QTC U.R.I. - Unione Radioamatori Italiani Anno 5° - N. 41 - Febbraio 2020 Pag. 60

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Di sicuro e documentato è il fatto che il Governo Americano cercasse di escludere dalla regolamenta-zione i dilettanti, ma la legge non passò, non solo per l’opposizione di migliaia di Radioamatori e di Ra-dio Club, ma anche della Marconi Company che ave-va nei Radioamatori un grande bacino di acquirenti delle proprie apparecchiature, e non certo per al-truismo.

Mito meno conosciuto fa risalire il termine “HAM” alle iniziali di dei cognomi dei tre pionieri della radio: Heinrich Rudolf Hertz, Edwin Armstrong e Guglielmo Marconi. Sebbene anche questa versione possa sembrare verosimile, Armstrong era uno scono-sciuto studente di liceo quando il termine “HAM” cominciò a es-sere usato.

Altra leggenda non verificabile fa risalire questo acronimo al tito-lo di una rivista molto popolare chiamata Home Amateur Mecha-nic ma della quale, però, non ci sono tracce della sua esistenza.

Altra notizia che potrebbe anch’essa suonare come vera fa risali-re il termine “HAM” all’abbrisali-reviazione di Hammarlund.

La Hammarlund Manufacturing Company era una azienda ameri-cana fonata da Oscar Hammarlund a New

York, specializzata nella produzione di componenti elettrici e parti per radio e chiusa definitivamente nel 1973.

La Hammarlund Manufacturing Company non era così famosa da far sì che i Radio-dilettanti usassero il termine “HAM” per autodefinirsi!

Queste sono le versioni che si trova-no anche in rete, dalla più accredita-ta, appunto, alla più romantica, per passare alla più inverosimile.

Ma la vera e reale storia sulla nascita del termine “HAM” realmente docu-mentata è la seguente.

Molto prima del 1911, il termine

“HAM” era usato dai telegrafisti delle Ferrovie per descrivere operatori non dotati di particolari abilità al ta-sto. Queste persone venivano de-scritte come persone dedite all’alcol

sul posto di lavoro o come giovinastri irresponsabili o, più sempli-cemente, operatori di scarse qualità.

Sul “Railroad Telegrapher” del 14 dicembre 1895 (organo ufficia-le del Sindacato dei Teufficia-legrafisti delufficia-le Ferrovie Statunitensi) appar-ve un articolo intitolato “Evolution of a Ham” con tanto di vi-gnetta satirica al seguito; dimostrazione che il termine era già in uso a quei tempi.

Nella vignetta, appunto, si vede come un prosciutto si trasforma in un telegrafista e l’articolo dice testualmente: “I novizi potrebbero pensare che questo pro-sciutto sia uno dei migliori della Armour (Azienda americana specializzata in carni fondata nel 1880), ma non è così; sempli-cemente un uomo di campagna che ha

QTC U.R.I. - Unione Radioamatori Italiani Anno 5° - N. 41 - Febbraio 2020 Pag. 61

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comprato il suo attestato in un cosiddetto Telegraph Col-lege. Il termine “HAM” è usa-to dai telegrafisti ed è sinoni-mo di telegrafista inefficien-te, uno che ha scarsissime abilità in ricezione e trasmis-sione ma è ricercato e voluto da qualche funzionario dei Telegrafi perché è più a buon mercato. Gli insegnati di Telegrafia delle scuole pagano alcuni Funzionari affinché assumano i loro

“prosciutti”, ma alcuni sono così scarsi da causare incidenti tra treni e morte dei passeggeri a causa degli errori di trasmissione”.

Conclude l’autore dell’articolo: “l’unico modo per fermare questo business di operatori poco qualificati è una legge statale che ob-blighi ogni telegrafista delle Ferrovie ad avere un certificato rila-sciato a seguito di un esame”.

Come si intuisce, l’articolo è una denuncia contro un mal costu-me di alcuni Funzionari corrotti e il danno arrecato all’immagine delle Ferrovie.

Detto ciò e chiarita l’origine del termine ‘HAM”, è evidente come all’inizio fosse usato come termine dispregiativo e peggiorativo.

Ovviamente oggi non è più così, tanto che “HAM” è sinonimo di Radioamatore in tutto il mondo, ma non

chie-detemi quando sia avvenuta questa trasforma-zione perché’ ci sarebbe da approfondire an-cora di più.

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IW7EEQ Luca

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