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Ramo di attività economica

Nel documento Laureati magistrali a ciclo unico (pagine 28-37)

Già a un anno dal termine degli studi universitari si rileva una buona coerenza con gli studi compiuti e ramo di attività economica in cui i laureati esercitano la propria attività lavorativa. Ciò emerge con ancora maggiore forza nel momento in cui, come avviene nel caso in esame, si prendono in considerazione percorsi di studio che, per loro natura, prevedono una formazione altamente specializzata.

La quasi totalità (96,1%) dei laureati del gruppo educazione e formazione lavora nel ramo dell’istruzione e della ricerca. Larga parte (63,5%) dei laureati del gruppo medico e farmaceutico occupati opera nel settore della sanità, mentre il 21,8% lavora presso le farmacie; il 5,9%, invece, è impegnato nel settore petrolchimico. Il 49,3% dei laureati di architettura e ingegneria civile rientra nel settore dell’edilizia (progettazione e costruzione di fabbricati ed impianti), cui va aggiunto un altro 28,9% che svolge il proprio lavoro presso studi professionali e di consulenza. Il 45,5% dei laureati del gruppo veterinaria svolge la professione nel proprio settore (che formalmente rientra nell’ambito delle consulenze professionali) e un ulteriore 39,3%, infine, è occupato nel ramo della sanità (di fatto aziende sanitarie locali).

Solo gli occupati del gruppo giuridico sono distribuiti su numerosi rami di attività economica, ma non si deve dimenticare che il numero di occupati è decisamente contenuto e che frequente è la prosecuzione della medesima attività lavorativa precedente alla laurea. Il ramo più diffuso è quello della consulenza legale (21,8%), seguito da quello del ramo del credito (15,7%), del commercio (13,8%) e dalla pubblica amministrazione (10,8%). Occorre ricordare che in questo contesto si sta valutando il settore di attività dell’azienda, non l’area aziendale nel quale il laureato è inserito.

L’indagine a cinque anni dal conseguimento del titolo conferma in larga parte il quadro fin qui delineato, pur consentendo di rilevare una tendenziale maggiore coerenza con gli studi compiuti e ramo di attività, in particolare per i laureati del gruppo giuridico.

Complessivamente l’87,8% degli occupati a cinque anni lavora nel settore dei servizi, l’11,5% nel settore industriale e solo lo 0,5% nel settore agricolo. In dettaglio, il 50,9% dei laureati del gruppo veterinaria svolge la libera professione, e rientra pertanto nelle

consulenze professionali, mentre il 31,5% lavora nella sanità. Il 43,0%

dei laureati del gruppo giuridico è occupato nell’ambito della consulenza legale, cui si aggiunge il 13,7% che opera nella pubblica amministrazione, il 9,5% nel credito e assicurazioni, il 5,4% presso studi professionali e di consulenza e un altro 5,4% nel commercio. Il 36,7% dei laureati del gruppo medico e farmaceutico lavora presso farmacie, il 35,6% nella sanità e il 13,1% nel settore petrolchimico;

infine, il 36,2% dei laureati del gruppo architettura e ingegneria civile è occupato presso studi professionali e di consulenza e il 33,5%

nell’edilizia.

6.5 Retribuzione

A un anno dal conseguimento del titolo universitario, la retribuzione mensile netta raggiunge i 1.513 euro (Figura 6.9).

Tenendo conto del mutato potere d’acquisto, nell’ultimo anno la retribuzione dichiarata è in aumento del 14,0% (i laureati del 2018 percepivano in media 1.327 euro al mese); estendendo il confronto agli ultimi dodici anni, le retribuzioni reali sono in aumento del 19,3%

(i laureati a ciclo unico del 2007 percepivano, nel 2008, 1.268 euro mensili). Si ricorda, tuttavia, che su tali risultati incide la preponderante presenza, tra gli occupati, dei laureati del gruppo medico e farmaceutico.

Anche in tal caso il trascorrere del tempo dalla laurea consente di evidenziare un miglioramento nella collocazione retributiva degli occupati. Considerando i laureati del 2017, tra a uno e tre anni le retribuzioni reali sono infatti in aumento: +14,8%, che corrisponde a una retribuzione, al termine del triennio, pari a 1.447 euro. Rispetto all’analoga rilevazione dello scorso anno le retribuzioni reali sono in crescita del 4,9% e dell’1,3%, invece, rispetto al 2010.

Figura 6.9 Laureati magistrali a ciclo unico degli anni 2007-2019 occupati: retribuzione mensile netta. Anni di indagine 2008-2020 (valori rivalutati in base agli indici Istat dei prezzi al consumo, valori medi in euro)

Fonte: AlmaLaurea, Indagine sulla Condizione occupazionale dei Laureati.

1.513

Tra uno e cinque anni dalla laurea l’incremento delle retribuzioni reali è ancora più consistente: a cinque anni, infatti, i laureati del 2015 possono contare su una retribuzione mensile pari a 1.585 euro, il 33,0% in più rispetto a quando furono intervistati a un anno dal titolo. Rispetto al 2019, complessivamente le retribuzioni reali, a cinque anni dal titolo, sono aumentate del 7,0% e rispetto all’analoga rilevazione del 2012 del 3,1%.

Ovviamente, su tali tendenze incide anche la diversa diffusione del lavoro a tempo parziale, che è in tendenziale diminuzione negli anni più recenti. Nel 2020, tra gli occupati a un anno dal titolo il 26,9%

dichiara di lavorare a tempo parziale; tale quota cala a tre e a cinque anni, rispettivamente al 15,6% e al 10,6%. Come anticipato, la diffusione di attività a tempo pieno o parziale ha ovviamente un impatto sulle retribuzioni percepite. A un anno dalla laurea, infatti, chi lavora part-time percepisce mediamente 1.281 euro netti mensili (chi lavora a tempo pieno percepisce invece 1.597 euro). A tre anni la retribuzione di quanti lavorano a tempo parziale è pari a 1.085 euro (1.513 tra gli occupati full-time); infine, a cinque anni dalla laurea la retribuzione di chi lavora a tempo parziale è pari a 1.151 euro (arriva a 1.638 euro per chi lavora a tempo pieno).

6.5.1 Differenze per gruppo disciplinare

A un anno dal titolo, le retribuzioni sono particolarmente elevate tra gli occupati dei gruppi medico e farmaceutico (1.840 euro in media). Gli occupati del gruppo educazione e formazione, invece, percepiscono in media 1.298 euro, mentre quelli del gruppo giuridico 1.147 euro mensili netti. Le retribuzioni sono, invece, decisamente inferiori alla media nei gruppi disciplinari di architettura (1.024 euro) e veterinaria (1.058 euro).

Anche a cinque anni dalla laurea, le retribuzioni più elevate sono percepite dai laureati del gruppo medico e farmaceutico (1.789 euro, Figura 6.10). Risultano in linea con la media, invece, i livelli retributivi dei laureati del gruppo veterinario (1.625 euro), mentre inferiori alla media le retribuzioni dei laureati nel gruppo architettura e ingegneria civile (1.453 euro) e giuridico (1.477 euro).

Figura 6.10 Laureati magistrali a ciclo unico dell’anno 2015 occupati a cinque anni dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per gruppo disciplinare (valori medi in euro)

Nota: il gruppo Letterario-umanistico non è riportato.

Fonte: AlmaLaurea, Indagine sulla Condizione occupazionale dei Laureati.

L’analisi condotta sui laureati del 2015 permette di articolare ulteriormente il quadro: tra uno e cinque anni, come è evidenziato sopra, le retribuzioni reali aumentano complessivamente del 33,0% e ciò è confermato, sebbene con diversa intensità, in tutti i gruppi disciplinari. L’aumento delle retribuzioni reali è particolarmente accentuato tra i laureati in veterinaria (+78,8%) e in architettura e ingegneria civile (+75,9%); più contenuto, invece, l’aumento per gli occupati provenienti dal gruppo medico e farmaceutico (+27,7%).

6.5.2 Differenze di genere

A un anno dalla laurea gli uomini percepiscono il 18,6% in più delle donne (1.689 e 1.425 euro, rispettivamente); il differenziale di genere è in aumento di 1,6 punti percentuali rispetto allo scorso anno. Ciò è dovuto a un miglioramento delle retribuzioni reali soprattutto per gli uomini rispetto a quelle delle donne. In termini reali, infatti, le retribuzioni sono salite nell’ultimo anno del 15,1% per gli uomini e del 13,6% per le donne. Tuttavia, ancora una volta, questo risultato è

1.585 1.453

1.477 1.625

1.789

TOTALE Architettura e ingegneria civile Giuridico Veterinario Medico e farmaceutico

legato al rilevante peso, tra gli occupati, dei laureati del gruppo medico e farmaceutico, a forte presenza femminile. Le differenze di genere, sempre a favore degli uomini, sono confermate in tutti i gruppi disciplinari e in particolare veterinaria ma anche architettura e ingegneria civile.

Se si focalizza l’analisi, come di consueto, sui soli laureati che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo la laurea e che lavorano a tempo pieno, le differenze di genere, pur restando consistenti, si riducono al 17,2% (1.795 euro per gli uomini, 1.531 per le donne). Tale riduzione è confermata in tutti i gruppi disciplinari, in particolare nel giuridico, dove il differenziale, comunque a favore degli uomini, scende al 5,0%.

Anche a cinque anni dalla laurea, le differenze di genere persistono, sempre a favore della componente maschile: gli uomini, infatti, guadagnano 1.718 euro mensili rispetto ai 1.501 euro delle donne. Un divario di genere, dunque, pari al 14,4%, e in calo rispetto a quanto rilevato sulla medesima popolazione a un anno dal titolo (nel 2016 era pari al 18,5%: gli uomini guadagnavano, in termini reali, 1.319 euro mensili netti rispetto ai 1.113 euro delle donne).

Anche in tal caso, però, il divario di genere si riduce, se si concentra l’analisi sui soli laureati che lavorano a tempo pieno e hanno iniziato l’attuale lavoro dopo il conseguimento del titolo (Figura 6.11): complessivamente, gli uomini guadagnano il 10,8% in più delle donne. Il differenziale, sempre a favore degli uomini, è massimo tra i laureati del gruppo medico e farmaceutico (16,1%), mentre è più contenuto tra i laureati del gruppo giuridico (+10,7%).

Le differenze di genere sono confermate anche rispetto alla presenza di figli all’interno del nucleo familiare. Isolando i soli laureati che lavorano a tempo pieno e hanno iniziato l’attuale lavoro dopo il conseguimento del titolo, a un anno dal titolo, la componente maschile, infatti, percepisce retribuzioni più elevate rispetto a quella femminile sia considerando gli occupati senza figli (+16,8%) sia rispetto quanti hanno figli (+41,3%). La situazione, sempre isolando i soli laureati che lavorano a tempo pieno e hanno iniziato l’attuale lavoro dopo il conseguimento del titolo, è confermata anche a cinque anni: i differenziali di genere, sempre a favore degli uomini, sono pari a +9,8% tra i laureati che non hanno figli e a +23,4% tra quanti ne hanno almeno uno.

Figura 6.11 Laureati magistrali a ciclo unico dell’anno 2015 occupati a cinque anni dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per genere e gruppo disciplinare (valori medi in euro)

Nota: si sono considerati solo i laureati che hanno iniziato l’attuale attività dopo la laurea e lavorano a tempo pieno; il gruppo Letterario-umanistico non è riportato.

Fonte: AlmaLaurea, Indagine sulla Condizione occupazionale dei Laureati.

6.5.3 Differenze territoriali

Consistentemente più elevate (+7,8%) sono le retribuzioni, a un anno dal titolo, dei laureati che lavorano al Nord (1.568 euro), rispetto a quelle percepite da quanti sono occupati nelle regioni meridionali (1.455 euro). Il confronto con la precedente rilevazione mostra che il divario territoriale, in termini reali, è in calo di 9,2 punti percentuali: le retribuzioni risultano infatti in entrambe le ripartizioni geografiche, ma con diversa intensità (+12,3% al Nord e +21,9% al Sud). Si ricorda, tuttavia, che sul dato complessivo incide l’elevata quota di laureati del gruppo medico e farmaceutico, nonché le differenti condizioni del mercato del lavoro per chi ha iniziato a lavorare prima o dopo l’avvio della pandemia.

A distanza di cinque anni dalla laurea le differenze territoriali tra Nord e Sud tendono ad incrementarsi e si attestano a quota 17,0%, in diminuzione rispetto all’analoga indagine a cinque anni sui laureati del 2014 (era +21,0% nel 2019), ma in aumento rispetto a quanto rilevato sulla medesima popolazione a un anno dalla laurea (era

1.737 1.593

1.611 1.823

2.046

1.567 1.430

1.455 1.639

1.763

TOTALE Architettura e ingegneria civile Giuridico Veterinario Medico e farmaceutico

donne uomini

+15,0% nel 2016): chi lavora nelle regioni settentrionali guadagna infatti 1.647 euro mensili, mentre gli occupati nelle regioni meridionali ne guadagnano 1.408 (Figura 6.12).

Figura 6.12 Laureati magistrali a ciclo unico dell’anno 2015 occupati a cinque anni dal conseguimento del titolo: retribuzione mensile netta per ripartizione geografica di lavoro (valori medi in euro)

Nota: il totale comprende anche le mancate risposte sulla ripartizione geografica di lavoro.

Fonte: AlmaLaurea, Indagine sulla Condizione occupazionale dei Laureati.

6.5.4 Differenze per settore pubblico e privato

Analogamente alla precedente rilevazione, i laureati che lavorano nel settore pubblico percepiscono a un anno dal conseguimento del titolo generalmente retribuzioni più consistenti dei laureati che operano nel privato: 1.822 rispetto a 1.292 euro (+41,0%, differenziale in forte aumento rispetto a quanto rilevato lo scorso anno, dovuto al considerevole peso, tra gli occupati, dei laureati del gruppo medico e farmaceutico). Ciò è confermato anche tra coloro che lavorano a tempo pieno e hanno iniziato l’attuale lavoro

1.647 1.584 1.408

2.206

1.585 Nord

Centro Sud Estero

TOTALE*

dopo la laurea: infatti, la retribuzione mensile netta è pari a 1.888 euro nel pubblico rispetto ai 1.411 euro nel privato (+33,8%).

A cinque anni dalla laurea lo stesso quadro è confermato, anche se il differenziale si dimezza: i laureati occupati nel settore pubblico guadagnano in media 1.829 euro mensili, il 20,2% in più di quelli occupati nel settore privato (che ne guadagnano 1.522; il divario era del 19,9% tra i laureati del 2014 intervistati, nel 2019, a cinque anni dal titolo). Tra coloro che hanno iniziato l’attuale lavoro dopo la laurea e lavorano a tempo pieno, il differenziale tra i settori si conferma al 18,9%: nel pubblico la retribuzione mensile è pari a 1.872 euro, mentre nel privato scende a 1.575.

6.5.5 Differenze per ramo di attività economica

Le retribuzioni dei laureati magistrali a ciclo unico, distintamente per settore di attività economica, sono inevitabilmente influenzate dal percorso di studio compiuto: la forte connotazione professionalizzante dei percorsi esaminati, infatti, implica una forte correlazione coi relativi rami di attività.

Tra i laureati del 2015 intervistati dopo cinque anni dal conseguimento della laurea, retribuzioni maggiori sono rilevate tra coloro che lavorano nella sanità (2.104 euro netti mensili), nella chimica (1.705 euro) e nella pubblica amministrazione (1.668 euro).

A fondo scala, invece, si trovano: attività nell’ambito dell’istruzione e della ricerca (1.385 euro), della consulenza legale, amministrativa e contabile (1.409 euro) e commercio (1.442 euro).

Nel documento Laureati magistrali a ciclo unico (pagine 28-37)

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