• Non ci sono risultati.

Strumenti e competenze del designer

3. la fase terminale o di doppio appoggio dove il

2.3.3 Rappresentazione del paesaggio

Le definizioni che ruotano attorno all’oggetto della mappa principalmente si distinguono nella disciplina cartografica e quella geografica. La prima seppur basata su una metodologia scientifica è un’approssimazione quantitativa del territorio e indirettamente dunque una forma di paesaggio. La seconda si limita, anche se più complessivamente ai dati qualitativi di un certo territorio, per definizione è soggetta all’ambiguità del segno grafico e ai meccanismi di semiosi che sussistono nella creazione dei simboli. Nell’analisi generale di un paesaggio subentra la necessità di identificare delle analogie

o differenze, le cosidetta convergenze di senso e di informazione che generano valore secondo una prospettiva antropologica. Gli iconemi sono i dati incontrovertibili, nonché le unità costitutive dell’immagine del paesaggio, indipendente dallo sguardo soggettvo di chi lo contempla.

La mappa, tecnica e linguaggio nel paesaggio

La rappresentazione di un paesaggio è una proiezione cognitiva, emotiva e sensoriale di un individuo rispetto ad una porzione di territorio. La componente simbolica ingloba le emozioni e modella del territorio ciò che rientra nel totale campo sensoriale e ne crea uno contiguo a quello fisico, pur sempre presente per l’individuo. Nella tradizione di mappatura dei territori nel corso della storia, gli artefatti prodotti, secondo il linguaggio, più che descrivere un territorio raccontavano paesaggi. Gli aspetti prima indicati, come processi cognitivi e sociali si sono mescolati secondo necessità culturali e socio-economiche,

dove il valore storico delle mappe risiede nella capacità di raccontare l’immaginario culturale di un popolo, la sua visione socio-politica ed economica, dove l’aspetto cartografico è secondario. D’altra parte, gli strumenti tecnologici per l’orientamento e la navigazione hanno restituito una visione più scientifica del mondo e ne hanno condizionato la comunicazione:

[...]le mappe, luoghi dove la memoria in scena, creano un archivio storico di immagini accumulate in un atlante, creano un archivio storico di immagini emozionali (Bruno, 2015, p.334).

Hikenture - Cammino e Natura

176 L’antropologia, nell’esempio della mappa,

ricorda come il linguaggio e la tecnica abbiano percorso direzioni parallele e statiche, una difficile convinvenza simbolica che in modo alternato ha fatto emergere una piuttosto che l’altra. L’avvento del digitale ha aperto le porte della multimedialità, dell’iper-connessione e dell’accessibilità collettiva alla memoria. La rappresentazione di un territorio e di un paesaggio possono coesistere e unificarsi in una forma evoluta che racchiude o consente un ruolo attivo per la soggettività del fruitore:

Forse può diventare uno strumento per ridisegnare la forma della narrazione storiografica residuale a partire dalle rovine psicogeografiche che abitiamo, hic et nunc, in questi momenti di meltdown dello spaziotempo, quando sembra che le passioni non possano essere contenute in nessuna mappa dalle geometrie rigide (Bruno, 2015, p.334).

Convergenza tra territorio e paesaggio

Prima di approfondire l’area di congiunzione tra il concetto di territorio e paesaggio in una data regione e comprendere quali siano i suoi elementi di riferimento è importante cogliere le differenze che sono alla base dei due termini.

Il geografo svizzero Claude Raffestin mette in contrapposizione la realtà materiale e mutevole del territorio con l’espressione istantanea e statica del paesaggio, “il risultato di un processo di produzione mentale, che ha origine da uno sguardo umano, a sua volta mediato da linguaggi differenti” (Rocca & Fagiuoli, 2016, p.83).

Nel rapporto tra materialità del territorio e

immaterialità del paesaggio emerge una falsa identità, una rappresentazione che diviene un mezzo storico carico di valore, la memoria di una realtà fisica che non esiste più (Rocca & Fagiuoli, 2016). La simultaneità introdotta con il digitale e l’infrastruttura della rete Internet possono disporre a piacimento i livelli di interpretazione di un fruitore con una rappresentazione che si concretizza nella convergenza tra l’azione tecnica prodotta su un territorio e lo spazio umanizzato dal linguaggio del paesaggio. La mappa si conferma il naturale medium della convergenza secondo la quale “(La mappa) visualizza la nostra esperienza dei luoghi,

Hikenture - Cammino e Natura

178 registra e misura una località nel tempo al fine di trasportarla fino all’osservatore” (Bruno, 2015, p.333). Gli elementi di riferimento in un contesto rurale e naturale che si pongono tra i livelli di rappresentazione nella comunicazione di un territorio solitamente impressionano per evidenze visive come bellezza, grandiosità o singolarità. Poichè sono rilevabili, tangibili come fiumi, castelli, santuari o foreste diventano un’espressione storico-culturale della comunità che vi abita (Turri, 2013). In termini turistici possono essere oggetto di promozione commerciale e in termini ambientali salvaguardati da politiche di sfruttamento

industriale. Il paesaggio è una combinazione logica di elementi chiamati iconemi, riferimenti primari e imprescindibili che costituiscono l’archivio della memoria del patrimonio di conoscenza.

La lettura del paesaggio, basata sugli iconemi è soggettiva e personale, dipendente dal sistema dei valori culturali e dall’abilità di ricostruirne,

attimo per attimo, la struttura del funzionamento di un territorio. Sono segni identitari di uno spazio regionale, una vera unità del paesaggio che rimanda all’organizzazione territoriale e sociale della popolazione locale.

L’indagine dietro la formazione di nuove rappresentazioni del paesaggio gioca tra le percezioni culturali di chi abita, lavora e vive nei contesti rurali oggetto di una fruizione turistica e le percezioni di chi visita in un tempo limitato questi luoghi. “La domanda è se il visitatore straniero riuscirà a cogliere i significati attribuiti al paesaggio dall’abitante locale” (Turri, 2013) e l’azione turistica ha la responsabilità sempre attuale di veicolare i processi di contaminazione ed educazione culturale alla conoscenza consapevole ed immersiva attraverso i percorsi storico-culturali, le attività produttive e l’estetica locale.

Nell’esperienza immersiva del cammino possono essere molteplici le rappresentazioni del paesaggio e il carattere di coesistenza tra di esse; esse sono richiamate dall’attenzione o dalle funzionalità tecnologiche e contribuiscono alla definzione di nuovi immaginari mentali.

In base agli obiettivi di rappresentazione del territorio possono distinguersi gli elementi di funzionalità come nella dimensione tecnologica del digitale (i modelli GIS e i paesaggi videoludici). Nella comunicazione di un patrimonio territoriale subentrano la dimensione del linguaggio, la dimensione estetico-artistica e la dimensione

psicologica. Infine secondo gli obiettivi di valorizzazione si evidenzia la dimensione più naturale e rappresentativa del contesto ambientale oggetto di studio, nel caso del cammino, proposto nella sua dimensione ecologico-sonora.

Documenti correlati