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MISURE DI RAZIONALIZZAZIONE DELLA FINANZA REGIONALE AL FINE DI CONCORRERE ALLA REALIZZAZIONE DEGLI OBBIETTIVI DI FINANZA PUBBLICA

Nel documento XXVII SESSIONE ORDINARIA (pagine 31-34)

Relazione della Commissione Consiliare: I

Relatore di maggioranza: Consr. Brega Relatore di minoranza: Consr. Modena Tipo atto: Disegno di Legge Regionale Iniziativa: G.R. Delib. N. 2136 del 06/12/2006.

Atti numero: 648/bis

PRESIDENTE. Relatore di maggioranza, il Consigliere Eros Brega, prego.

BREGA, Relatore di maggioranza. Grazie Presidente. Il disegno di legge introduce disposizioni finalizzate al contenimento e alla razionalizzazione della spesa pubblica con riferimento agli enti regionali. A seguito dell’entrata in vigore del decreto Bersani n.

223/2006 convertito in legge 248 del 2006 il legislatore regionale ha ritenuto necessario intervenire per chiarire la portata applicativa di alcune norme in esso contenute che potrebbero generare incertezza con il sistema degli enti regionali. Infatti il disegno di legge va a disciplinare il concorso per il raggiungimento degli obbiettivi di finanza pubblica degli enti, agenzie e aziende speciali regionali. Il D.D.R. si compone in tre articoli. L’articolo 1 stabilisce le finalità di cui sopra ricordate; nell’articolo 2 vengono definiti i soggetti e riportati in apposito elenco, quale allegato, palesemente gli enti istituiti mediante leggi regionali ovvero i soggetti ai quali si applicano disposizione in esame. Inoltre, sempre l’articolo 2, stabilisce che mediante il documento annuale di programmazione, i DAP, vengono a determinare gli indirizzi ed i criteri che la Giunta regionale dovrà emanare con l’apposita direttiva agli enti regionali medesimi e che gli avanzi di amministrazione e gli utili di esercizio che gli stessi Enti hanno concretizzato rimangono acquisiti ai loro rispettivi bilanci, utilizzati per il miglioramento dei loro saldi.

Quanto stabilito dal comma 4 dell’Art. 2, come disposizione transitoria, prevede che per l’anno 2006 gli enti regionali in questura riducano le spese di funzionamento e rispetto ai limiti di spesa annuale secondo quanto stabilito agli Artt. 22 e 26 del decreto legge n. 223 del 2006, convertito in legge 248/2006, ad eccezione di quanto già fissato per il

conseguimento degli obbiettivi istituzionali. Con il presente D.L. il legislatore regionale stabilisce infine, sempre ai fini del contenimento dei costi, che gli enti regionali individuino nell’apposito elenco, in caso di contenzioso, la difesa di atti corredati agli atti d’indirizzo e programmazione regionale, si avvalgano di norme dell’avvocatura regionale. Ciò premesso, la commissione della seduta del 14 dicembre ha esaminato tale atto ed ha espresso a maggioranza parere favorevole dando l’incarico di riferire al Consiglio della maggioranza al sottoscritto. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, Consigliere. La parola alla Consigliera Modena per la relazione di minoranza.

MODENA, Relatore di minoranza. Questo è un atto che arriva “chiotto chiotto” in periodo prenatalizio, perché? Perché è un atto dove di fatto, secondo noi, la Giunta regionale, che dovrebbe fare varie cose per l’applicazione della Bersani, ma ovviamente non fa o comunque si sa poco in ordine a quello che sta facendo per tutto quello che riguarda la riorganizzazione di società, tipo per esempio la Sviluppo Umbria, tipo la Webred, tipo cose di questo genere, però arriva alla fine di quest’anno e ci dice: per l’anno 2006, per quello che riguarda l’applicazione degli articoli 22 e 26 del decreto Bersani, e lo chiamo decreto Bersani perché poi nella sostanza secondo noi è un’applicazione che va oltre alla linea tracciata già dal decreto salva spese contro il quale ci si è scagliati tanto, sempre nella precedente legislatura, e addirittura, qui apro una parentesi, non fu applicato, venne fatto una specie di atto di indirizzo più o meno concordato fra tutte le Regioni, e chiudo la parentesi. Dicevo, fanno una applicazione del Bersani, fatto salvo, con riferimento agli articoli 22 e 26, il conseguimento degli obiettivi istituzionali fissati per lo stesso anno.

Ora noi che cosa abbiamo letto dietro al comma quattro dell’articolo 2 di questa legge? La volontà di fondo di andare ad aggirare quelle che erano le indicazioni che venivano dal decreto Bersani consentendo di fatto ad Enti, agenzie e aziende speciali praticamente di mantenere una sorta di bilancio nei fatti sostanzialmente invariato. Non è che parliamo di quattro enti, parliamo dell’ADISU, parliamo dell’ARPA, parliamo del SEDES, della (Rusia), dei due ATER, dell’APT, delle Pari Opportunità, dell’ISUC, del centro per la documentazione antropologica in Vallerina e poi del centro studi giuridici e politici.

Da un punto di vista politico noi riteniamo che la Giunta debba chiarire politicamente con se stessa, nel senso che questo decreto Bersani è un decreto che alla fine trova, diciamo

così, l’approvazione politica delle Regioni anche a guida del centrosinistra oppure è qualcosa che non trova l’applicazione politica. E secondo noi da questo punto di vista il dato di fatto è che una approvazione non c’è. C’è come dicevo fondamentalmente una manovra di aggiramento, che per noi è seria, è grave, non tanto per il fatto che alla fine dell’anno arriva questo tipo di atto e che cerca più o meno di far riquadrare evidentemente dei conti con riferimento alle norme che sono contenute nel Bersani, ma quando perché evidentemente la Giunta regionale quando vuole andare a proporre dei disegni di legge per risolvere le situazioni che derivano dall’applicazione della Bersani lo fa, quando invece ritiene di dover prendere tutto il tempo possibile e immaginabile per andare alla ristrutturazione di tutta una serie di società, così come la Bersani chiede, evidentemente questo lo fa con informazioni che vengono rese all’interno della Giunta regionale di cui il Consiglio sa poco o nulla.

E da questo punto di vista noi non è che parliamo di Enti di poco conto, come ricordavo prima, parliamo di Enti che sono importanti a cominciare a nostro avviso dall’Umbriaflor, la RES, oltre alla Webred e a Sviluppo Umbria. Per questo motivo noi riteniamo che questo atto non vada condiviso. L’abbiamo detto. Abbiamo ritenuto alla fine irrilevante il problema che si riferisce nello specifico alla vicenda dei tempi, a seguito di una discussione che abbiamo avuto in commissione a questo proposito, però noi partiamo dal presupposto che questo sia il primo atto con cui si dimostra che la Regione dell’Umbria va ad una applicazione, chiamiamola così, utilitaristica della normativa nazionale e diciamo che anche se il decreto Bersani fosse stato impostato in questa maniera da un Governo di centrodestra, così come lo fu per il decreto taglia spese, noi immaginiamo che avremmo visto la solita levata di scudi fatta sostanzialmente con la finalità di non andare ad applicare quelle che sono delle norme abbastanza semplici e chiare per il contenimento della finanza pubblica, e quindi in quel caso noi avremmo avuto un aggiramento, come dicevo, attraverso la levata di scudi, invece in questo caso noi abbiamo un aggiramento soft fatto in periodo prenatalizio con questo comma 4 dell’articolo 2 che, come vi dicevo, fa salvo alla fine il conseguimento per questi enti, aziende e agenzia degli obiettivi istituzionali fissati per lo stesso anno, consentendo quindi di fatto un’operazione che mette una specie di pietra tombale sopra a quelli che sono stati i bilanci e le varie scelte fatte con riferimento a questi enti, agenzie e aziende con buona pace di tutto quello che poteva in qualche modo riguardare la razionalizzazione che il contenimento della spesa pubblica.

Ecco, perché come dicevo, noi voteremo contro a questo atto e riteniamo che non abbia di

fatto alcuna finalità, se non quella, appunto, di aggirare un po’ di norme di contabilità.

Grazie.

Nel documento XXVII SESSIONE ORDINARIA (pagine 31-34)