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RAZZE AUTOCTONE E ALLEVAMENTO BIOLOGICO: BOVIN

Maurizio Bonanzinga

ARSIA (Agenzia Regionale per lo sviluppo e l’Innovazione nel settore Agricolo-forestale della Toscana)

email: maurizio.bonanzinga@arsia.toscana.it

RIASSUNTO: Razze autoctone e allevamento biologico: bovini. La biodiversità agricola è stata riconosciuta a livello universale con la Convenzione di Rio de Janeiro del 1992. Attualmente in Italia sono 17 le razze bovine a limitata diffusione che dispongono del relativo registro anagrafico, gestito dall’AIA. Molte regioni hanno leggi in materia ed hanno attivato programmi di sostegno per tutelare la biodiversità. La Regione Toscana è stata la prima regione a varare una legge per tutela e valorizzazione delle razze e varietà locali. Biodiversità bovina e zootecnia biologica rappresentano un vincolo importante, la zootecnia biologica ha fra i suoi obiettivi principale quello di valorizzare la biodiversità. Spesso però questo non accade , per diverse motivazioni.

Parole chiave : biodiversità bovina, razze italiane a limitata diffusione, zootecnia biologica

INTRODUZIONE - La biodiversità agricola ha assunto un valore riconosciuto a livello

universale con la Convenzione di Rio de Janeiro del 1992 che ha impegnato gli Stati firmatari a promuovere strategie e programmi di salvaguardia e sviluppo di popolazioni autoctone animali e varietà autoctone vegetali. Sulla scia della Convezione l’Unione Europea ha emanato provvedimenti legislativi che hanno con l’obiettivo della prevenzione e la lotta alle cause di scomparsa e riduzione della diversità biologica.

In Italia già dal 1985 è stato istituito dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali il Registro Anagrafico delle popolazioni bovine autoctone e gruppi etnici a limitata diffusione la cui gestione è stata affidata all'Associazione Italiana Allevatori, in conformità a quanto stabilito dalla Legge 30/91.

Il Registro anagrafico rappresenta lo strumento base per la salvaguardia delle popolazioni ammesse e e permette un costante monitoraggio della situazione demografica delle popolazioni inserite e l’attuazione di piani di accoppiamento miranti a contenere la consanguineità.

Attualmente risultano 17 razze bovine che dispongono del relativo registro anagrafico risultano quelle indicate nella tabella seguente (Fonte pubblicazione A.I.A. http://www.aia.it/downloads/boll_RA03/boll_RA03.pdf):

Le Regioni a partire dal 2000 hanno adottato specifici strumenti normativi per la tutela dei propri patrimoni genetici autoctoni; su questo aspetto la Regione Toscana, ha anticipato i tempi con la prima legge regionale - LR 50/97 - relativa appunto alla “Tutela delle risorse genetiche autoctone” seguita nel 2004 dalla LR 64 “Tutela e valorizzazione del patrimonio di razze e varietà locali di interesse agrario, zootecnico e forestale”.

Le varie leggi regionali definiscono in modo preciso le risorse genetiche oggetto di tutela, le cosiddette varietà e razze locali, intese come le specie, razze, varietà, cultivar, popolazioni, ecotipi e cloni originari del territorio regionale, oppure di origine esterna, purché introdotte da almeno 50 anni in esso ed integrati tradizionalmente nella sua agricoltura e nel suo allevamento; sono oggetto di tutela anche le varietà e razze locali attualmente scomparse dal territorio regionale, ma conservate presso orti botanici, allevamenti o centri di ricerca presenti in altre regioni o paesi.

Negli ultimi anni, attraverso il Reg. CE 2005/1698, Art. 39, comma 5, e il Reg. CE 2006/1974, Art. 28, le Regioni si sono tutte attivate in modo analogo sia per le razze che per le varietà locali a rischio di estinzione; infatti nella Misura 214 “Pagamenti Agroambientali” sono previste specifiche azioni per la conservazione della biodiversità animale e vegetale quali: 1) allevamento di razze animali locali in via di estinzione. L’azione prevede la corresponsione di aiuti:

a) per gli allevatori che si impegnano in situ a allevare in purezza i capi per il numero di UBA per il quale è stato riconosciuto l'aiuto;

- attuare, se richiesto, un programma di accoppiamento per il miglioramento genetico dell’allevamento;

- allevare le specie animali per il quinquennio di impegno;

- mantenere una consistenza minima dell’allevamento, con riferimento agli animali minacciati;

- iscrivere i nuovi nati al corrispettivo Registro Anagrafico.

b) a favore di Enti ed Istituti di Sperimentazione e ricerca pubblici e privati sulla base di indicazioni operative e di linee di intervento definite dalla regione per le attività di realizzazione di banche dei materiale riproduttivo;

- definizione di idonee strategie di salvaguardia delle popolazioni a maggiore rischio di estinzione;

- individuazione delle più idonee tecniche di allevamento dei TGA; a

- ltre azioni mirate, concertate e di accompagnamento alla identificazione, conservazione e tutela del patrimonio genetico zootecnico autoctono.

Le Regioni che sono dotate di una legge in materia di tutela delle biodiversità agraria ed hanno attivato il relativo registro o repertorio regionale, nel proprio PSR fanno esplicito riferimento ad esso per indicare le razze e le varietà locali oggetto di intervento. Inoltre alcune Regioni (Marche, Toscana) hanno previsto di utilizzare il finanziamento PSR 2007-2013 per attivare le molteplici azioni previste dalla propria legge regionale (caratterizzazione, coltivatori custodi, banche del germoplasma, ecc.).

Secondo gli ultimi dati della FAO la situazione delle popolazioni bovine autoctone a limitata diffusione in Italia risulta la seguente:

Popolazione autoctona Consistenza vacche

Pezzata Rossa Oropa 8.384

Sarda 5.948 Sardo Bruna 5.405 Siciliana/Modicana 3.203 Cinisara 3.179 Pinzgau 2.707 Pustertaler 2.383 Sardo Modicana 2.382 Bianca Vapadana/Modenese 670 Burlina 578 Calvana 478 Mucca Pisana 434 Agerolese 316 Cabannina 306 Garfagnina 168 Varzese-Ottonese 126 Pontremolese 20

Sito FAO: http://dad.fao.org/ Breeds reported by Italy

Confrontando i dati dell’A.I.A. relativi alle consistenze delle vacche al 31.12 2002 con i dati ricavati dal sito FAO relativi all’anno 2007 si registra un netto miglioramento delle consistenze per quasi tutte le popolazioni bovine autoctone; si rileva una situazione fortemente critica per le razze Garfagnina, Varzese –Ottonese e Pontremolese dove il trend è stabile o negativo e per le

quali l’esiguità dei capi presenti può suggerire anche l’attuazione di programmi di conservazione ex-situ (prelievo e stoccaggio di embrioni) peraltro già avviati relativamente alla razza Pontremolese.

La Regione Toscana ha affidato all’ARSIA la gestione del repertorio regionale sulle risorse genetiche autoctone istituito con la specifica legge regionale L.R 50/97 e mantenuto con la successiva L.R. 64/04 e la promozione di attività di ricerca e valorizzazione del germoplasma autoctono.

L’Agenzia ha promosso e finanziato progetti di ricerca su tutte le razze bovine a limitata diffusione inserite nel repertorio regionale: Mucca Pisana, Calvana, Pontremolese e Garfagnina. Le ricerche hanno riguardato la caratterizzazione genetica e l’individuazione di strumenti di salvaguardia e valorizzazione ed hanno evidenziato le realtà più vitali sulle quali sono stati avviati anche percorsi di valorizzazione delle produzioni come avvenuto per la Mucca Pisana e per la Calvana; le difficoltà che si incontrano nel mantenimento delle razze Garfagnina e più ancora Pontremolese sono riconducibili sia a difficoltà di valorizzazione del prodotto sia ai fenomeni più generali di contrazione dell’attività zootecnica in aree marginali quali quelle tipiche dell’allevamento di queste razze.

In generale seppur quasi tutte le razze bovine a limitata diffusione sono allevate con tecniche estensive e quindi compatibili con il disciplinare della zootecnia biologica, molto spesso questi allevamenti non hanno la certificazione biologica.

Molto spesso per i consumatori solo il nome della razza è sinonimo di prodotto genuino e sicuro ed anche per questo motivo gli allevatori non certificano le produzioni.

RAZZE AUTOCTONE E ALLEVAMENTO BIOLOGICO: