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Noto anche come socialrealismo, fu un movimento culturale e artistico formulato da Maksim Gor'kij che toccò tutte le discipli- ne dell'arte, dalla pittura alla scultura, dall'architettura (nella quale la corrente prese il nome classicismo socialista o gotico stalinista) alla musica (Burini, 2005: 79).

Nato nel 1934 e inizialmente sviluppatosi nell'Unione Sovie- tica, si allargò a tutti gli altri paesi socialisti.

Gor'kij espose al Primo Congresso degli Scrittori e degli Ar- tisti Sovietici a Mosca l'idea secondo cui l'opera d'arte doveva essere al servizio del socialismo e la sua funzione doveva essere educativa. L'obiettivo era di diondere l'ideologia socialista tra le masse per mezzo della rievocazione di eventi storici e della creazione di personaggi positivi e per questo si prediligevano for- me d'arte di massa che potessero raggiungere un numero mag- giore di persone. L'artista doveva esaltare le storie degli eroi della rivoluzione e del lavoro, che dovevano fungere da modelli di comportamento per il popolo nella costruzione della società comunista. Non deve più dare vita a una pluralità estetica, ma mettere la propria arte al servizio del regime (Burini, 2005: 67, 75). L'arte doveva essere utile al popolo, al narod. Per citare Sergej Gerasimov, l'arte doveva essere "socialista nel contenuto e realista nella forma". Nel suo discorso al congresso del 1934, Andrej šdanov identicò nel realismo socialista l'unica corrente artistica permessa.

Era in netto contrasto con la corrente "romantica" che lo aveva preceduto, perché essa diondeva i valori di quella borghe-

CAPITOLO 6. CONTESTO CULTURALE

sia che il socialismo stava strenuamente combattendo. Mentre infatti l'arte precedente, in particolare il romanticismo, aveva posto l'accento sull'individualismo, il realsocialismo le contrap- poneva la massa. Le opere letterarie del realismo socialista rap- presentavano i personaggi individualisti come personaggi nega- tivi, spesso spinti alla rovina dal proprio individualismo. Stessa sorte sorivano i reazionari e in generale tutti coloro che non si identicavano nell'ideologia socialista.

Gradualmente però, man mano che il culto della personalità del leader sovietico si faceva sempre più invadente e preponde- rante sulla lotta di classe e la necessità di consolidare il regime diventava prioritaria rispetto alla diusione degli ideali sociali- sti ormai assodati, l'attenzione del realismo socialista si spostò dalla celebrazione della società a quella di Stalin. Era fonda- mentale che nelle opere risaltassero la partijnost' e l'ideijnost', ossia la fedeltà al Partito e il contenuto ideologico.

Le tematiche predilette erano la rivoluzione e la lotta di clas- se, la storia del movimento operaio, la vita quotidiana dei lavo- ratori. Quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, il cinema si propose di documentarne i fatti.

Alcune correnti pittoriche, come l'impressionismo e le cor- renti d'avanguardia (l'astrattismo, il futurismo e il simbolismo), furono additate come borghesi e pertanto condannate. La mo- tivazione risiedeva nel fatto che l'arte doveva essere diretta e facile da comprendere per la massa (Burini, 2005: 66) e dato che l'immagine rappresentata in quelle correnti non era chiara erano quindi considerate contro-rivoluzionarie.

Lo stesso accadde nell'ambito cinematograco, dal quale vennero bandite le sperimentazioni a favore di un cinema di propaganda.

I canoni estetici del realsocialismo divennero però la norma per tutte le forme d'arte, non solo per il cinema.

Traduzione del lm Avantaº (Vantaggio) di Georgi Djulgerov

nella politica, l'Unione Sovietica, che vide per prima lo sviluppo della corrente realsocialista. I paralleli tra le opere sovietiche e quelle bulgare in età socialista sono evidenti e di seguito ne proporrò degli esempi.

Per quanto concerne la scultura, celebri furono le sculture di Vera Muchina, come la famosa L'operaio e la kolchoziana (Burini, 2005: 80) e la monumentale statua di 10 metri Aljo²a a Plovdiv (in Figura 6.3), ragurante un soldato sovietico, ideata e realizzata da numerosi architetti e scultori (Kelbe£eva, 2014: 8).

Figura 6.2: Vera Muchina, L'operaio e la kolchoziana.

Per quanto riguarda l'architettura, esempi signicativi di edici costruiti secondo le norme del Classicismo socialista sono gli Stalinskie vysotki (ossia i Grattacieli di Stalin, noti anche come Sette Sorelle) a Mosca, una serie di grattacieli gemelli costruiti tra il 1947 e il 1957, uno dei quali ospita l'edicio

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Figura 6.3: Aljo²a.

principale dell'Università Statale di Mosca (in Figura 6.4) e l'ex Sede del Partito Comunista Bulgaro (in Figura 6.5) a Soa.

Ne risentì anche la musica. Compositori come Prokof'ev furono obbligati a eliminare le inuenze straniere dalla propria musica. Il compositore bulgaro Dobrin Petkov fu processato perché accusato di diondere musica occidentale14.

Un'inversione di tendenza si cominciò ad avere nei primi anni '50. A causa dei crescenti problemi di salute, il controllo di Stalin sul Partito, e di conseguenza sulla cultura dei paesi comunisti, diminuì e gli artisti cominciarono ad avere maggiore

14Daniela Koleva Varhu hrastite ne padat malnii. Soa, Institut za

Traduzione del lm Avantaº (Vantaggio) di Georgi Djulgerov

Figura 6.4: Edicio principale dell'Università Statale di Mosca.

libertà nelle scelte artistiche e a toccare tematiche no ad allora bandite dalle politiche culturali imposte15.

Con il processo di destalinizzazione introdotto da Chru²£ëv nel 1956, il culto della personalità di Stalin fu condannato e con esso furono allentate le norme staliniane di controllo sulla cultura, seppur non del tutto. šivkov stesso sentì la necessità di allentare la stretta del Partito sulla cultura dopo la morte di Stalin, anche alla luce della nuova politica intrapresa dal Partito sovietico (Kelbe£eva, 2014: 9), che da sempre dettava le linee guida seguite da quello bulgaro.

Il fantasma della cultura borghese era però ancora un ele- mento di forte disturbo e, nonostante la maggiore apertura au- spicata, ci furono ancora alcune manifestazioni di insoerenza nei confronti di quella cultura che si stava cercando riabilitare. Nonostante fosse stata organizzata per questo scopo, in oc-

15Intervista personale all'autore. Infra Appendice D.

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Figura 6.5: Ex Sede del Partito Comunista Bulgaro. casione della mostra al Palazzo del Maneggio di Mosca16 del

1962 Chru²£ëv criticò fortemente le opere d'avanguardia che vi erano esposte. A scatenare la reazione del leader sovietico fu, in particolare, l'opera I geologi di Pavel Nikonov (mostrata in Figura 6.6), la cui mancanza di realismo e le forme estrema- mente semplicate andavano contro gli ideali artistici sovietici (Palazzo delle Esposizioni, 2015).

Le norme realsocialiste erano quindi ancora tenute in se- ria considerazione, seppure applicate in maniera più attenuata rispetto al passato.

16È un edicio storico di Mosca, sito nella piazza omonima, che dal 1957

Traduzione del lm Avantaº (Vantaggio) di Georgi Djulgerov

Figura 6.6: Pavel Nikonov, I geologi.

Dopo un periodo di rallentamento di questo processo dovuto all'irrigidimento delle politiche da parte di Breºnev negli anni '70 (Ministero della Cultura, 2014), l'arte cominciò gradualmen- te a perdere il suo carattere collettivista e a ridare importanza all'individuo.

Nonostante il controllo sulla cultura fosse sempre intenso, in particolar modo dal 1975, quando a capo del Comitato per la Cultura salì Ljudmila šivkova (glia di Todor šivkov), la politi- ca culturale del paese subì un'inversione di tendenza diventando più liberale, tollerante e aperta.

Si cominciarono a riabilitare, ad esempio, correnti artisti- che prima considerate antisovietiche, quali la pittura astratta. L'espressione artistica fu liberalizzata al punto che divenne pos- sibile non solo creare opere non conformi agli ideali del Partito

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e fuori dai canoni del realismo socialista, ma che fossero persi- no in moderata opposizione con essi. Naturalmente rimaneva l'intolleranza verso opere eccessivamente radicali e di aperta condanna verso il regime.

Il sociorealismo fu modernizzato e rivisitato in modo da far gurare le nuove opere come appartenenti all'arte sociali- sta. Questa nuova politica consentì all'arte di ricreare al pro- prio interno un'eterogeneità sconosciuta durante il socialismo: si diusero nuovi generi e stili, si cominciarono a trattare nuove tematiche.

Conseguentemente a quest'apertura, divenne man mano sem- pre più dicile essere arrestati e internati nei konclageri per il solo fatto di avere opinioni diverse da quelle promulgate dal Partito (Kelbe£eva, 2014: 11-12).

L'interesse della šivkova si spostò verso l'estetica e il puro piacere che deriva dall'arte. Con la volontà di far uscire la Bulgaria dal suo isolamento nei confronti dell'Occidente, su sua iniziativa si tennero numerosi eventi culturali ai quali vennero invitati anche artisti stranieri provenienti da tutto il mondo.

Fece costruire numerosi edici dedicati alla cultura, quali musei e centri eristici e aprì nuove gallerie d'arte. Tra i più famosi si ricordano l'NDK17, il Palazzo Nazionale della Cul-

tura (in Figura 6.7), aperto nel 1981, e la Galleria Nazionale d'arte straniera, inaugurata nel 1985 e ospitata in un palazzo ottocentesco (in Figura 6.8).

La sua politica culturale non fu però priva di aspetti nega- tivi. Su suo ordine infatti molte opere furono rubate per po- ter essere esposte nell'ambito della immensa serie di iniziative volute per celebrare i 1300 anni della nascita della Bulgaria.

Inoltre non fu mai apprezzato il carattere fortemente au- toritario con il quale imponeva la propria politica, coadiuvata

Traduzione del lm Avantaº (Vantaggio) di Georgi Djulgerov

Figura 6.7: Palazzo Nazionale della Cultura.

da un gruppo estremamente ristretto di collaboratori e con a disposizione somme di denaro enormi.

Fu in questo clima che fu presentato il lm Viburno ros- so di Vasilij ’uk²in, che spianò la strada a Georgi Djulgerov e Rousy Chanev per la realizzazione del lm Vantaggio18, che ne

tratta la stessa tematica. Narra infatti la storia di un prigio- niero, cosa impossibile secondo i canoni vigenti in precedenza, che prevedevano che l'arte dovesse mostrare gure positive ed eroiche.

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