• Non ci sono risultati.

Reazione di polimerizzazione a catena (PCR)

Nel documento Il sistema ABO (pagine 42-57)

La PCR è una biotecnologia che permette l’amplificazione di sequenze specifiche di DNA. I tratti della sequenza di DNA da amplificare sono delimitati dall’impiego di due oligonucleotidi sintetici: Primer che “ibridizzano”, cioè si legano in maniera complementare al DNA “stampo”.

Il processo di amplificazione si realizza attraverso la denaturazione, appaiamento ed estensione tramite variazioni di temperatura di una miscela contenente il segmento di DNA da amplificare, i primer, nucleotidi che da-ranno origine ai nuovi frammenti di DNA da amplificare e la Taq-poli-merasi.

Alla fine della procedura il frammento di DNA in esame viene am-plificato milioni di volte.

Tale metodologia è attualmente usata, oltre che in studi di genetica di base e applicata, nella diagnostica virologica e nella Medicina Forense in quanto, una dei grandi vantaggi dell’impiego della PCR è quella di poter uti-lizzare microcampioni biologici senza la necessità di estrarre e purificare gli acidi nucleici.

E’ possibile comunque ipotizzare che, con le ricerche applicative attualmente in corso, la completa automazione del procedimento ciclico di amplificazione e di tutte le fasi della procedura, questa metodica possa trovare applicazione anche nel Laboratorio di Immunoematologia, sia per la tipizzazione tessutale (HLA), ma anche eritrocitaria.

Studi sono attualmente in corso per l’identificazione negli amniociti di donne Rh negative, di antigeni Rh fetali per il monitoraggio e la profilassi della malattia emolitica del neonato.

Amplificando con la PCR i frammenti di restrizione ottenuti “digerendo” le catene nucleotidiche che formano gli alleli ABC è stato possibile risalire alla genotipizzazione di questo sistema. L’analisi dei frammenti di restrizio-ne, ottenuti dopo digestione con gli enzimi Kpn I e Alu I, permette l’osserva-zione di segmenti di DNA di diverso peso molecolare, in funl’osserva-zione del geno-tipo ABO del campione in esame, che verranno individuati nel gel come “bande fluorescenti” alla luce U.V. per la presenza nei frammenti stessi del-l’Etidio Bromuro.

Una di queste metodiche prevede una prima fase in cui vengono am-plificate con questa biotecnologia le sequenze nucleotidiche del DNA

appar-tenenti al locus ABO all’interno delle quali sono compresi i nucleotidi 257 e 700 che, come abbiamo visto in precedenza, permettono di differenziare, il primo (258), il gene O dal gene A, il secondo (700) il gene O dal gene B.

In particolare, utilizzando una coppia di primers, che per semplificare indicheremo P1 e P2, viene amplificata una sequenza di 200 paia di basi (pb) che include il nucleotide 258 mentre, con un’altra coppia di primers, indicata con P3 e P4, viene amplificato un segmento di DNA di 128 pb. che comprende il nucleotide n.700.

Una volta ottenuta l’amplificazione dei due frammenti, si procede ad analisi di restrizione degli stessi mediante digestione enzimaticautilizzando, per l’amplificato con P1 e P2 l’enzima di restrizione Kpn I che ha un sito di clivaggio GGTAC/C e per il frammento amplificato con i primers P3 e P4 l’enzima di restrizione Alu I che ha un sito di clivaggio AG/CT.

Dallo schema successivo possiamo notare come la delezione, ovvero l’as-senza nella posizione 258 della Guanina (G), sul frammento di DNA am-plificato dai primers P1 e P2, caratteristica dell’allele O, si determina, a tale livello, la creazione di uno specifico sito di restrizione per l’enzima Kpn I:

253 258 Alleli GTGGTGACCCCT A e B GTGGT- ACCCCT O

---Kpm I

Il “taglio enzimatico” con l’enzima Kpn I è quindi indicativo della presenza dell’allele O per la delezione della Guanina e la formazione del sito di clivaggio per l’enzima di restrizione.

La non “digestione” con questo enzima di restrizione è invece indicativo dell’assenza dell’allele O e quindi della presenza degli alleli A e/o B.

Le varie combinazioni genotipiche possibili possono essere così schematizzate:

- nella omozigosi O/O si ha la formazione di due siti di restrizione per Kpn I e la digestione dei frammenti di 199 pb. in due frammenti di 171 pb e 28 pb (Figura12);

delezione G 258 / Allele O P1 171 pb 28 pb <--- 199 pb ---> 28 pb 171 pb / P2 Allele O 258 delezione G delezione G 258 / Allele O P1 <--- 200 pb ---> 258 P2 Alleli A e/o B G

- nella eterozigosi O/A o O/B si ha la formazione di un singolo sito di clivaggio per Kpn I sull’allele O e nessuna digestione negli alleli A e/o B per cui si avrà la formazione di tre frammenti di DNA: uno di 200 pb derivanti dall’allele O che, come abbiamo visto in precedenza, un sito di clivaggio per Kpn I.

Figura 12.

Figura 13.

- nel caso dell’assenza dell’allele O come nei genotipi A/A, B/B o A/B si avrà la formazione esclusiva di frammenti di 200 pb dovuti alb’assenza del sito di clivaggio per Kpn I.

Nella Figura 15 è rappresentata la disposizione delle “bande fluorescenti” visibili in gel d’agarosio, dopo separazione elettroforetica dei frammenti di DNA amplificati con i primer P1 e P2 e cantenenti il nucleotide 258 che si originano dalla digestione con Kpn I nei diversi genotipi del sistema ABO.

Alleli A e/o B 258 P1 G <--- 200 pb ---> G P2 Alleli A e/o B 258

O/O A/O A/A B/O B/B A/B 200 pb 171 pb 28 pb kpn Figura 14. Figura 15.

Con un procedimento analago ed utilizzando due primers, definiti P3 e P4, viene amplificata una sequenza di cDNA del locis ABO di 128 pb contenente il nicleotide n. 700.

Il trattamento di questi frammenti amplificati con l’enzima di restrizione Alu I permette di differenziare gli alleli A e O dall’allele B in quanto, mentre i primi due alleli contengono nella posizione 700 la guanina (G), l’allele B contiene l’adenina (A) e, la presenza di quest’ultimo nucleotide crea un sito di clivaggio per questo enzima di restrizione come rappresentato nella figura 16.

Le varie combinazioni genotipiche possono essere così schematizzate: - negli omozigoti B/B si avrà la formazione di due siti di clivaggio per Alu I, dovuti alla presenza dell’adenina nella posizione 700 e la formazione di due frammenti di 88 pb e 40 pb (Figura 17).

Alleli 697 700 A, O C C C G G G T T C B C C C A G G T T C Alu I Figura 16.

-negli eterazigoti per l’allele B (A/B, B/O) si avrà la formazione di tre frammenti, ma di 128 pb che si ottiene dagli alleli A e/o O che non hanno l’A in posizione 700 e quindi non permettono la formazione di un sito per Abi I e due frammenti rispettivamente di 88 pb e 40 pb derivanti dalla digestione di Alu I dell’allele B che ha, come detto in precedenza, l’A in posizione 700 (Figura 18).

La mancata digestione enzimatica dei frammenti di 128 pb da parte di Alu I infine indicherà l’assenza dell’allele B e quindi della presenza dei genotipi A/A, A/0 e 0/0 (Figura 19).

Nella Figura 20 è rappresentata la disposizione delle bande “fluorescenti” visibili su gel d’agarosio dopo separazione elettroforetica e derivanti dalla digestione dei frammenti di cDNA con l’enzima di restrizione Alu I nei diversi genotipi del sistema ABO.

700 / Allele B P3 88 pb A 40 pb <--- 128 pb ---> 40 pb / A 88 pb P4 Allele B 700 Figura 17.

Comparando quindi i risultati delle digestioni enzimatiche con Kpn I e Alu I si può quindi risalire all’attribuzione del genotipo ABO nel campione in esame. 700 Alleli A e/o O P3 G <--- 128 pb ---> <----40 pb <----88 pb ---> 700 P4 Allele B A Figura 18. 700 allele A e/o O P3 G <--- 128 pb ---> G P4 700 Allele A e/o O Figura 19.

O/O A/O A/A B/O B/B A/B 128 pb

88 pb 40 pb

Figura 20.

Kpn I Alu I

Digestione completa O/O B/B Digestione parziale A/O, B/O A/B, B/O Assenza di digestione A/A, A/B, B/B A/A, A/O, O/O

Tabella 10. Interpretazione del genotipo ABO dai prodotti di amplificazio -ne del cDNA con gli enzimi di restrizio-ne Kpm I e Alu I.

Conclusioni

Allo stato attuale delle conoscenze, le ricerche biochimiche e di biologia molecolare effettuate sul sistema isto-ematico ABO hanno permesso di chiarire che:

I geni A e B codificano delle glicosiltransferasi che catalizzano su v a r i e molecole lipidiche e proteiche l’inserimento di oligosaccaridi immunodomi-nanti responsabili delle specificità A e B mentre il gene O dà origine ad una molecola sprovvista di tale attività enzimatica.

Le regioni codificanti degli alleli A e B mostrano tra loro un elevato grado di omologia (99%) e le differenze fra i due alleli si limitano a sette nucleotidi. Quattro di queste provocano cambiamenti nelle sequenze delle proteine co-dificate (transferasi), ed in particolare provocano il cambiamento di quattro aminoacidi.

Le altre tre sequenze nucleotidiche diverse sono silenti, non provocano cioè nessun cambiamento della sequenza aminoacidica delle transferasi.

Queste sostituzioni aminoacidiche sono alla base della diversa specificità delle transferasi nelle reazioni zucchero-nucleotide che portano alla biosin-tesi degli antigeni A e B che, come abbiamo visto nella parte dedicata alla biochimica di questo sistema, risultano essere: UDP-Nacgluc per l’antigene A e UDP-Gal per l’antigene B.

In particolare delle 4 sostituzioni aminoacidiche, mentre la prima (argini-na in A, glici(argini-na in B), non riveste importanza nella determi(argini-nazione di questa specificità, la terza e la quarta sostituzione (leucina e glicina in A, metionina e alanina in B) e, in minor misura la seconda sostituzione, (glicina in A e se-rina in B) modificano la flessibilità delle due proteine e questo sembra essere la causa delle due diverse specificità zucchero-nucleotide.

Nei soggetti con fenotipo O si ha la delezione di un singolo nucleotide che dà luogo ad uno spostamento della cornice di lettura che provoca la traduzione, da parte dell’RNAm, di una proteina enzimaticamente inattiva.

Differenze a livello delle sequenze nucleotidiche sono state individuate anche fra gli alleli Al e A2. In particolare sono state identificate una so-stituzione ed una delezione di singole basi nella sequenza codificante del-l’ultimo esone dell’allele A2.

La delezione della singola base è localizzata nella porzione che codifica la parte carbossi-terminale della transferasi, nella zona cioè dove risiede il sito attivo della proteina e questa sembra essere la causa della debole attività e della diversa cinetica di questa transferasi che provoca una differenza qualitativa e quantitativa nei carboidrati che costituiscono l’antigene A2.

La causa della debole attività transferasica dei fenotipi A3, B3 e degli altri fenotipi più “deboli” sembra dovuta alla sostituzione di una singola base. Questo provoca un cambiamento di un aminoacido con conseguente mo-difica dell’alfa-elica della proteina como-dificata e decremento della sua attività transferasica.

Nel caso dei fenotipi deboli e particolarmente i fenotipi B sembra comunque che la genetica molecolare sia eterogenea e si diversifichi tra i vari fenotipi.

- Cis-AB: anche per questo raro fenotipo che fu inizialmente ipotizzato es-sere il frutto di un crossing-over intragenico fra gli alleli A e B sono state ef-fettuate ricerche di genetica molecolare. Da queste sembra che una mu-tazione puntiforme che avviene nel DNA di questi soggetti dia origine ad una transferasi con attività bifunzionale.

Da quanto in precedenza descritto si può comprendere come queste bio-tecnologie siano di estrema utilità non solo per una maggior comprensione della genetica molecolare del sistema ABO, ma possano servire anche per lo studio di altri sistemi gruppo-ematici.

Dato inoltre che questi geni sono stati conservati nel corso della evolu-zione, probabilmente ci permetteranno di meglio comprendere le loro fun-zioni biologiche che, allo stato attuale delle conoscenze, non sono ancora suf-ficientemente chiarite.

E’ prevedibile inoltre che i fenotipi eritrocitari e particolarmente i “rari” o alcuni ancora non individuati potranno essere accuratamente documentati anche nel DNA senza le ricerche sierologiche le quali, almeno a breve termine, non potranno ovviamente essere sostituite.

Non solo, ma se si considera che l’espressione di questi antigeni isto-ematici va incontro a notevoli cambiamenti durante la differenziazione e l’oncogenesi si comprende anche l’interesse pratico che tali ricerche possono avere in futuro.

Bibliografia

1) Abe K. et al.: The antibody specific to type 1 chain blood group A deter-minant. J.Immunol. 1984; 132: 1951.

2) Anstee D.J.: Blood group-active surface molecules of the human red blood cell. Vox Sang. 1990; 58: 1.

3) Badet J.: Activitès glucosyltransferasique sèrique associèes à la byosyn-these des antigènes de groupes sanguins A et B. Application à l’etude de sujets B normaux et cis-AB. Rev Fr. Transf. Immunohèmat. 1976; 105: 19. 4) Berneman Z.N. et al: Flow-Cytometric analysis of erythrocytic blood

group A antigen density profile. Vox Sang. 1991; 61: 265.

5) Cartron J.P.: Etude quantitative et thermodynamique des phènotypes érythcytaires: “A faibles”. Rev. Fr. Transf.Immuno hémat. 1976; 19: 35. 6) Cartron J.P., Mulet C.: Etude des activités 2-L-fucosyitransfèrase des

sérum et des membranes érythrocytaires de sujets Bombay et “para-Bombay”. Rev. Franc. Transf. Immunohemat. 1978; 21: 29.

7) Ceppellini R.:Physiological genetics of human blood factors. In: Wol-stenholme GEW, O’Connor CM Eds.London: Churchill 1959; 241: 61. 8) Clausen H., Hakomori S.: ABH related histo-blood group antigens;

Im-munochemical differences in carrier isotypes and their distribution. Vox Sang. 1989; 56: 1.

9) Clausen H. et al: Isolation and characterization of novel glycolipids with blood group A-related structures. J.Biol. Chem. 1987; 262: 14228.

10)Donald A.S.R.: A-active trisaccharides isolated from Al and A2 blood group specific glycoproteins. Eur J. Biochem.1981; 120: 243.

11) Hirszfeld L., Kostuch Z.:Das Wesen der Blutgruppe O.Klin Wschr. 1938; 17: 1047.

12) Iseki S., Masaki S. Transformation of blood group substance by bacterial enzyme. Proc. Jap. Acad. Sci. 1953; 137: 1187.

13) Issit P.D.: Applied Blood Group Serology.3rdEd:Montgomery Scient.Publ. Florida Miami. 1989

14)Landsteiner K.: Uber Agglutinationrscheinungen des normalen menslichen Blutes. Wien. Kim. Wschr. 1901; 14: 1132.

15)Lee J.C et al.: ABO genotyping by polymerase chain reaction. J of Forensic Sciences. 1992; 37: 1269.

16) Moore S. et al.: A mouse monoclonal antibody with anti-A,(B) specificity wich agglutinates Ax cells. Vox Sang. 1984; 47: 427.

17)Moreno C. et al.: Immunochemical studies on blood groups. LI.A com-parative study of the reaction of Al and A2 blood group glycoproteins with human anti-A. J. Exp.Med 1971; 134: 439.

18)Morgan W.T.J., Watkins W.M.: Genetic and biochemical aspects of human blood group A-,B-,H-,Lea and Leb specificity. Br.Med Bull. 1969; 25: 30.

19)Mullis K.B., Faloona F.A.: Specific synthesis of DNA in vitro via a polymerase-catalyzed chain reaction. Meth. Enzymol.1987; 155: 335. 20)Oriol R. et al.: Genetics of ABO, H, Lewis, X and related antigens. Vox

Sang. 1986; 51: 161.

21)Race R.R., Sanger R.: Blood groups in man. 6t hed. (Blackwell Scientific. Oxford.1975)

22) Race C et al.: An alfa-D-galactosyl-transferase associated with the blood group B character. Biochem.J.1968; 107: 733.

23) Rouger Ph., Salmon Ch.: A new approach to the thermodynamic study of ABO antibodies. Immunology. 1979; 37: 547.

24) Salmon. Ch. et al.: Quantitative and thermodynamic studies of erythro-cytic ABO antigens. Transfusion. 1976; 16: 580.

25)Salmon Ch. et al.: Le complexe cis-AB du systeme ABO. Rev. Fr. Transf.Immunohèmat.1975; 18: 11.

27)Watkins W.M., Morgan WTJ.: Possible genetical pathways for the byosinthesis of blood group mucopolysaccharides. Vox Sang. 1959; 4: 97. 28) Yamamoto F. et al.:Molecular genetic basis of the histo-blood group ABO

system. Nature 1990; 345: 229.

29)Yamamoto F. et al.: Cloning and characterization of DNAc to human UDP-GalNac Transferase (Histo-blood Group A Transferase) mRNA. J. Biol. Chem. 1990; 265.2. 1146.

30) Yamamoto F., Hakomori S.: Sugar-nucleotide donor specificity of histo-blood group A and B transferases is based on amino acid substitutions. J. Biol. Chem. J. Biol. Chem. 1990; 31:19257.

31)Yamamoto et al.:Molecular genetic analysis of the ABO blood group system: cis-AB alleles. Vox Sang. 1993; 64: 120.

32) Yamamoto F. et al.: Molecular Genetic Analysis of the ABO blood group system: 1Weak Subgroups: A3 and B3 alleles. Vox Sang. 1993; 64: 116. 31)Yoshida A.:Identification of genotypes of blood group A and B.Blood

Indice

Editoriale . . . » 3

Introduzione . . . » 5

Sierologia del sistema ABO . . . » 6

Sottogruppi Al e A2 . . . » 10

Fenotipi A e B deboli . . . » 10

Il fenotipo cis-AB” . . . » 12

Gli anticorpi del sistema ABO . . . » 15

Anticorpi naturali . . . » 16

Anticorpi “immuni” . . . » 17

Autoanticorpi . . . » 17

Anticorpi monoclonali . . . » 17

Metodiche sierologiche per la tipizzazione degli antigeni ABO . . . » 18

Errori Tecnici . . . » 20

Caratteristiche fenotipiche particolari delle emazie . . . » 20

Caratteristiche particolari dei siero . . . » 21

Poliagglutinabilità degli eritrociti . . . » 22

Biochimica del sistema ABO . . . » 23

Biologia molecolare del sistema ABO . . . » 35

La sintesi proteica . . . » 35

Cornice di lettura . . . » 36

Reazione di polimerizzazione a catena (PCR) . . . » 41

Conclusioni . . . » 47

Bibliografia . . . » 49

1. Rassu S.: Principi generali di endocrinologia. Gennaio ’83 2. Rassu S.: L’ipotalamo endocrino. Giugno ’83

3. Rassu S.: L’ipofisi. Dicembre ’83

4. Alagna., Masala A.: La prolattina. Aprile ’84 5. Rassu S.: Il pancreas endocrino. Giugno ’84

6. Fiorini I., Nardini A.: Citomegalovirus, Herpes virus, Rubella virus (in

g r a v i d a n z a ) . Luglio ’84.

7. Rassu S.: L’obesita’. Settembre ’84

8. Franceschetti F., Ferraretti A.P, Bolelli G.F., Bulletti C.: A s p e t t i

morfofunzionali dell’ovaio. Novembre ’84.

9. Kubasik N.P.: Il dosaggio radioimmunologico (1). Dicembre ’84.

10. Kubasik N.P.: Il dosaggio radioimmunologico (2) parte prima. Gennaio’85. 11. Kubasik N.P.: Il dosaggio radioimmunologico (2) parte seconda. F e b b r a i o

’85.

12. Kubasik N.P.: Il dosaggio radioimmunologico (3) parte prima. Aprile ’85. 13. Nacamulli D, Girelli M.E, Zanatta G.P, Busnardo B.: Il TSH. Giugno ’85. 14. Facchinetti F. e Petraglia F.: La β-endorfina plasmatica e liquorale. Agosto

’85.

15. Baccini C.: Le droghe d’abuso (1). Ottobre ’85.

16. Kubasik N.P.: Il dosaggio radioimmunologico (3) parte seconda. Dicembre ’85.

17. Nuti R.: Fisiologia della vitamina D: Trattamento dell’osteoporosi

post-menopausale. Febbraio ’86

18. Cavallaro E.: Ipnosi: una introduzione psicofisiologica. Marzo ’86.

19. Fanetti G.: AIDS: trasfusione di sangue emoderivati ed emocomponenti. Maggio ’86.

20. Fiorini I., Nardini A.: Toxoplasmosi, immunologia e clinica. Luglio ’86. 21. Limone P.: Il feocromocitoma. Settembre ’86.

22. Bulletti C., Filicori M., Bolelli G.F., Flamigni C.: Il Testicolo. Aspetti

morfo-funzionali e clinici. Novembre ’86.

23. Bolcato A.: Allergia. Gennaio ’87.

24. Kubasik N.P.: Il dosaggio enzimoimmunologico e fluoroimmunologico. Febbraio ’87.

25. Carani C.: Patologie sessuali endocrino-metaboliche. Marzo ’87.

26. Sanna M., Carcassi R., Rassu S.: Le banche dati in medicina. Maggio ’87. 27. Bulletti C., Filicori M., Bolelli G.F., Jasonni V.M., Flamigni C.:

C a l e i d o s c o p i o

L ’ a m e n o r r e a . Giugno ’87.

28. Zilli A., Pagni E., Piazza M.: Il paziente terminale. Luglio ’87.

29. Pisani E., Montanari E., Patelli E., Trinchieri A., Mandressi A.: P a t o l o g i e

p r o s t a t i c h e . Settembre ’87.

30. Cingolani M.: Manuale di ematologia e citologia ematologica. N o v e m b r e ’87.

31. Kubasik N.P.: Ibridomi ed anticorpi monoclonali. Gennaio ’88.

32. Andreoli C., Costa A., Di Maggio C.: Diagnostica del carcinoma

mammario. Febbraio ’88.

33. Jannini E.A., Moretti C., Fabbri A., Gnessi L., Isidori A.: N e u r o e n d o c r i n o l o

-gia dello stress. Marzo ’88.

34. Guastella G., Cefalù E., Carmina M.: La fecondazione in vitro. Maggio ‘88. 35. Runello F., Garofalo M.R., Sicurella C., Filetti S., Vigneri R.: Il gozzo

n o d u l a r e . Giugno ’88.

36. Baccini C.: Le droghe d’abuso (2). Luglio ’88.

37. Piantino P., Pecchio F.: Markers tumorali in gastroenterologia. Novembre ’88.

38. Biddau P.F., Fiori G.M., Murgia G.: Le leucemie acute infantili. Gennaio ’89.

39. Sommariva D., Branchi A.: Le dislipidemie. Febbraio ‘89.

40. Butturini U., Butturini A.: Aspetti medici delle radiazioni. Marzo ‘89. 41. Cafiero F., Gipponi M., Paganuzzi M.: Diagnostica delle neoplasie

colo-rettali. Aprile ‘89.

42. Palleschi G.: Biosensori in Medicina. Maggio ‘89.

43. Franciotta D.M., Melzi D’Eril G.V. e Martino G.V.: HTLV-I. Giugno ‘89. 44. Fanetti G.: Emostasi: fisiopatologia e diagnostica. Luglio ‘89.

45. Contu L., Arras M..: Le popolazioni e le sottopopolazioni linfocitarie. Settembre ‘89.

46. Santini G.F., De Paoli P., Basaglia G.: Immunologia dell’occhio. O t t o b r e ‘89.

47. Gargani G., Signorini L.F., Mandler F., Genchi C., Rigoli E., Faggi E. :

Infezioni opportunistiche in corso di AIDS. Gennaio ‘90.

48. Banfi G., Casari E., Murone M., Bonini P.: La coriogonadotropina umana. Febbraio ‘90.

49. Pozzilli P., Buzzetti R., Procaccini E., Signore E.: L’immunologia del

diabete mellito. Marzo ‘90.

50. Cappi F.: La trasfusione di sangue: terapia a rischio. Aprile ‘90. 51. Tortoli E., Simonetti M.T.: I micobatteri. Maggio ‘90.

52. Montecucco C.M., Caporali R., De Gennaro F.: Anticorpi antinucleo. Giugno ‘90.

53. Manni C., Magalini S.I. e Proietti R.: Le macchine in terapia intensiva. Lu-glio ‘90.

54. Goracci E., Goracci G.: Gli allergo-acari. Agosto ‘90. 55. Rizzetto M.: L’epatite non A non B (tipo C). Settembre ‘90.

56. Filice G., Orsolini P., Soldini L., Razzini E. e Gulminetti R.: Infezione da

58. La Vecchia C. Epidemiologia e prevenzione del cancro (II). Febbraio ‘91. 59. Santini G.F., De Paoli P., Mucignat G., e Basaglia G., Gennari D.: L e

molecole dell’adesività nelle cellule immunocompetenti. Marzo ‘91.

60. Bedarida G., Lizioli A.: La neopterina nella pratica clinica. Aprile ‘91. 61. Romano L.: Valutazione dei kit immunochimici. Maggio ‘91.

62. Dondero F. e Lenzi A.: L’infertilità immunologica. Giugno ‘91. 63. Bologna M. Biordi L. Martinotti S.: Gli Oncogèni. Luglio ‘91.

64. Filice G., Orsolini P., Soldini L., Gulminetti R., Razzini E., Zambelli A. e Scevola D.: Infezione-malattia da HIV in Africa. Agosto ‘91.

65. Signore A., Chianelli M., Fiore V., Pozzilli P., Andreani D.: L ’ i m m u n o

-scintigrafia nella diagnosi delle endocrinopatie autoimmuni. Settembre ‘91.

66. Gentilomi G.A.: Sonde genetiche in microbiologia. Ottobre ‘91.

67. Santini G.F. , Fornasiero S., Mucignat G., Besaglia G., Tarabini-Castellani G. L., Pascoli L.: Le sonde di DNA e la virulenza batterica. Gennaio ‘92. 68. Zilli A., Biondi T.: Il piede diabetico. Febbraio ‘92.

69. Rizzetto M.: L’epatite Delta. Marzo ‘92.

70. Bracco G., Dotti G., Pagliardini S., Fiorucci G.C.: Gli screening neonatali. Aprile ‘92.

71. Tavani A., La Vecchia C.: Epidemiologia delle patologie cardio e

c e r e b r o v a s c o l a r i . Luglio ‘92.

72. Cordido F., Peñalva A., De la Cruz L. F., Casanueva F. F., Dieguez C.:

L’ormone della crescita. Agosto ‘92.

73. Contu L., Arras M.: Molecole di membrana e funzione immunologica (I). Settembre ‘92.

74. Ferrara S.:Manuale di laboratorio I. Ottobre ‘92.

75. Gori S.: Diagnosi di laboratorio dei patogeni opportunisti. Novembre ‘92. 76. Ferrara S.: Manuale di laboratorio II. Gennaio ‘93.

77. Pinna G., Veglio F., Melchio R.: Ipertensione Arteriosa. Febbraio ‘93. 78. Alberti M., Fiori G.M., Biddau P.: I linfomi non Hodgkin. Marzo ‘93. 79. Arras M., Contu L.: Molecole di membrana e funzione immunologica (II).

Aprile ‘93.

80. Amin R.M., Wells K.H., Poiesz B.J.: Terapia antiretrovirale. Maggio ‘93. 81. Rizzetto M.: L’epatite C. Settembre ‘93.

82. Andreoni S.: Diagnostica di laboratorio delle infezioni da lieviti. Ottobre ‘93.

83. Tarolo G.L., Bestetti A., Maioli C., Giovanella L.C., Castellani M.:

Diagnostica con radionuclidi del Morbo di Graves-Basedow. Novembre ‘93.

84. Pinzani P., Messeri G., Pazzagli M.: Chemiluminescenza. Dicembre ‘93. 85. Hernandez L.R., Osorio A.V.: Applicazioni degli esami immunologici.

Gennaio 94.

86. Arras M., Contu L.: Molecole di Membrana e funzione immunologica. Parte

terza: I lnfociti B. Febbraio ‘94.

87. Rossetti R.: Gli streptoccocchi beta emolitici di gruppo B (SGB). Marzo ‘94. 88. Rosa F., Lanfranco E., Balleari E., Massa G., Ghio R.: M a r c a t o r i

biochimici del rimodellamento osseo. Aprile ‘94.

89. Fanetti G.: Il sistema ABO: dalla sierologia alla genetica molecolare . Maggio ‘94.

Direttore Responsabile

Sergio Rassu Via Pietro Nenni, 6 07100 Sassari Tel.-Fax 079 270464 Tel. mobile 0338 2202502 E-mail: rassu@ssnet.it Responsabile Commerciale Alessandra Pater

Via Rio Torbido, 40 16165 Genova (Italy)

Tel. (010) 83401 Numero Verde 800 801005 (senza prefisso); Telefax (010) 803498- 809070.

Internet URL:http://medicalsystems.editoria.com e http://www.medicalsystems.it La Medical Systems pubblica anche le seguenti riviste: Journal of Clinical Ligand Assay, Guida Pratica Immulite®, Caleidoscopio, Kaleidoscope, Caleidoscopio letterario, Pandora,

Journal of Preventive Medicine and Hygiene, Tribuna Biologica e Medica.

Stampa

Tipolitografia ATA

16143 Genova - Via G. Torti, 32 c.r. Tel. (010) 513120 - Fax (010) 503320

Registrazione Tribunale di Sassari n. 189 del 6/11/1984

Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa no2661 del 2 Settembre 1989 Finito di stampare: Settembre 1994

Sped. in Abb. Post. 45%

Pubblicazione protetta a norma di legge dall’Ufficio proprietà letteraria, artistica e scientifica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dedicata all’aggiornamento

professionale continuo e riservata ai medici. Caleidoscopio viene anche letto e rilanciato da:

Consulenti di Redazione Giancarlo Mazzocchi ed Angelo Maggio Segretaria di Direzione Giovanna Nieddu Servizio Abbonamenti Fina Grandeppieno Flavio Damarciasi EDITORE

Nel documento Il sistema ABO (pagine 42-57)

Documenti correlati