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La recente proposta di riforma in materia portuale: novità e obiettivi

Nel documento UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SALERNO (pagine 59-66)

I L SISTEMA PORTUALE EUROPEO E ITALIANO : REGIMI PROPRIETARI , ASSETTI DI GOVERNANCE E PROSPETTIVE DI

2.4. L’ordinamento portuale italiano: dalla riforma del 1994 alle attuali prospettive di modifica

2.4.2. La recente proposta di riforma in materia portuale: novità e obiettivi

Il sistema dei porti rappresenta la spinta competitiva e determinante nel mercato mondiale. Per tali motivi, al fine di migliorare l’efficienza delle attività produttive e rendere uniforme il quadro legislativo, nel corso degli anni, molti sono stati i tentativi di modifica alla Legge 84/9477.

Le novità maggiormente rilevanti si sviluppano essenzialmente su tre livelli: I) la governance dei porti,

II) la programmazione e la pianificazione delle aree, III) le attività economiche ed i servizi portuali.

La Legge 84/94, in materia di gestione dei porti78, affida espressamente all’Autorità portuale “ente pubblico non economico” e alle Autorità marittime, ove istituite, l’amministrazione delle aree e dei beni del demanio, le funzioni di regolazione e di controllo delle operazioni portuali e delle altre attività commerciali che si svolgono all’interno del porto.

77 Beretta E., Dalle Vacche A., Migliardi A. (2009), Il sistema portuale italiano: un’indagine sui fattori di

competitività e sviluppo, in Questioni di Economia e Finanza, n. 39, pp. 9-32.

78 Carbone S.M., Maresca D. (2009), Prospettive di riforma della legislazione in materia portuale, in Il Diritto Marittimo, pp. 1058 e ss.;

60 A tal proposito, si ritiene necessario ai fini dell’indagine, segnalare la modifica della Legge n. 84 del 1994 con il decreto legislativo n. 169 del 4 agosto 2016 in materia di “Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina delle Autorità Portuali” che prevede l’accorpamento delle Autorità Portuali in “Autorità di Sistema”79. Sono 10 gli obiettivi fissati dal Piano strategico della portualità e della logistica, vale a dire le misure per la semplificazione e lo snellimento, la competitività e la concorrenza, l’accessibilità, l’integrazione del sistema logistico, il potenziamento delle infrastrutture, l’innovazione, la sostenibilità, la certezza delle risorse, il coordinamento nazionale e la nuova governance.

Il testo contiene anche una semplificazione burocratica, col fine di semplificare le procedure, nonché le competenze delle Autorità di sistema portuale.

I) Semplificazioni:

Al posto degli attuali 113 procedimenti amministrativi svolti da 23 soggetti, il decreto mira all’istituzione di 2 sportelli per abbassare i tempi di attesa, dello Sportello Unico

Doganale per il Controllo sulla merce (che già si avvale delle semplificazioni attuate

dall’Agenzia delle Dogane) e dello Sportello Unico Amministrativo, che si farà carico di tutti gli altri procedimenti e le altre attività produttive in porto non esclusivamente commerciali.

Sono anche previste delle semplificazioni per quanto riguarda le norme d’imbarco e sbarco dei passeggeri e delle misure di snellimento per le procedure e l’innovazione amministrativa volte all’adozione dei Piani Regolatori Portuali.

61 È stata svolta, poi, un’attività di razionalizzazione con la creazione delle Autorità di Sistema portuale e le attuali 24 Autorità Portuali si trasformano in 15 Autorità di Sistema Portuale, che governano 57 porti.

Questi nuovi centri decisionali strategici avranno sede nelle realtà maggiori, cioè in quei porti definiti come ‘core’ dall’Unione Europea. Essi riguardano80:

1. Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale: porti di Genova, Savona e Vado Ligure;

2. Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale: porti di La Spezia e Marina di Carrara;

3. Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale: porti di Livorno, Capraia, Piombino, Portoferraio, e Rio Marina e Cavo;

4. Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro-Settentrionale: porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta;

5. Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale: porti di Napoli, Salerno e Castellamare di Stabia;

6. Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale, Jonio e dello Stretto: porti di Gioia Tauro, Crotone (porto vecchio e nuovo), Corigliano Calabro, Taureana di Palmi, Villa San Giovanni, Messina, Milazzo, Tremestieri, Vibo Valentia e Reggio Calabria;

7. Autorità di Sistema Portuale del Mare Di Sardegna: porti di Cagliari, Foxi-Sarroch, Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Oristano, Portoscuso-Portovesme e Santa Teresa di Gallura (solo banchina commerciale);

62 8. Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale: porti di Palermo,

Termini Imerese, Porto Empedocle e Trapani;

9. Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale: porti di Augusta e Catania;

10. Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale: porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli;

11. Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio: porto di Taranto;

12. Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale: porti di Ancona, Falconara, Pescara, Pesaro, San Benedetto del Tronto (esclusa darsena turistica) e Ortona;

13. Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro-Settentrionale: porto di Ravenna;

14. Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale: porti di Venezia e Chioggia;

15. Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale: porto di Trieste.

È stato affidato alle 15 Autorità di Sistema Portuale, il ruolo strategico di indirizzare, programmare e coordinare il sistema dei porti della propria area di riferimento.

Tra le loro funzioni, ci sarà anche quella di attrarre investimenti sui diversi scali e di fare da punto di raccordo con le amministrazioni pubbliche.

L'Autorità di Sistema Portuale avrà al suo interno due sportelli unici. Stretta la relazione con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in particolare per il Piano Regolatore di Sistema Portuale e i programmi infrastrutturali con contributi nazionali o comunitari".

63 Figura 2.4. – Il nuovo sistema portuale italiano

Fonte: Assoporti, 2016.

Le Regioni potranno chiedere l'inserimento nelle Autorità di Sistema di ulteriori porti di rilevanza regionale.

II) Riorganizzazione della governance

Presso ciascuna autorità portuale è costituito un Ufficio territoriale delle AdSP a cui è preposto un segretario generale scelto tra il personale delle AdSP o tra quello delle soppresse autorità portuali.

Istituisce il Comitato di gestione che sostituisce il Comitato portuale e che ha un ruolo di decisore pubblico istituzionale. Rappresenta le istanze istituzionali. È composto da: presidente manager scelto dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti d’intesa con la

64 Regione o le Regioni interessate dall’Autorità di sistema. Dura quattro anni, è rinnovabile una volta e viene sostituito se arriva un nuovo presidente dell'AdSP.

A differenza dai precedenti Comitati Portuali, che avevano limitata capacità decisionale e circa 336 membri a livello nazionale, il nuovo sistema di governance coinvolgerà circa 70 persone.

Istituisce l'Organismo (consultivo) di partenariato della risorsa mare. Rappresenta le istanze dei privati. È composto, oltre che dal presidente dell'AdSP, dal comandante del porto già sede di autorità portuale e da un rappresentante ciascuno di: armatori, industriali, operatori (aziende delle Camere di commercio, servizi tecnico-nautici), spedizionieri, operatori logistici intermodali operanti nel porto, operatori ferroviari operanti nel porto, agenti marittimi, autotrasportatori, operatori del turismo e del commercio operanti nel porto. Infine, tre rappresentanti dei lavoratori delle imprese portuali. Questi rappresentanti avranno funzioni consultive e pur partecipando al processo decisionale, non potranno più votare atti amministrativi.

Istituisce presso il ministero dei Trasporti la Conferenza nazionale di coordinamento

delle AdSP. Ha l'importante compito di coordinare i “grandi investimenti infrastrutturali”,

di pianificare l'urbanistica portuale, le strategie di concessione demaniale, di marketing e promozione internazionale dei sistemi portuali. Pertanto ha la funzione di per garantire la coerenza con la strategia nazionale. Tale Conferenza, istituzionalizzata e presieduta dal Ministro, sarà il luogo per la stesura della programmazione nazionale, per la presa di decisioni strategiche e infrastrutturali e la definizione di un Piano regolatore portuale nazionale.

Per nominare i presidenti delle autorità di sistema, e porre così fine ai commissariamenti della maggioranza delle autorità portuali, saranno necessari circa 45 giorni. Circa il

65 “Tavolo di partenariato” che rappresenterà i privati fuoriusciti dal Comitato portuale, ci vorrà invece qualche settimana in più.

Figura 2.5. - La riorganizzazione delle coste

Fonte: www.consorzionauticolivorno.it

Il provvedimento contiene anche semplificazioni sulle modalità di imbarco e sbarco passeggeri e misure di snellimento delle procedure e innovazione amministrativa per l'adozione dei Piani Operativi Triennali.

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CAPITOLO 3

L

O SCENARIO DEL SISTEMA DEI PORTI ITALIANI E ATTUALI

Nel documento UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SALERNO (pagine 59-66)