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CAPITOLO 1 STORIA DEL DATABASE MINERARIO E QUADRO NORMATIVO

1.5. L’INTERESSE DELL’UE PER LE STRUTTURE DI DEPOSITO MINERARIE:

1.5.2. Recepimento della Direttiva negli altri stati europei

L’Italia non è l’unico Paese dell’Unione ad aver recepito, con un certo ritardo, le disposizioni della Direttiva 2006/21/CE relativa alla gestione dei rifiuti delle Industrie Estrattive.

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In Francia il recepimento formale della Direttiva è avvenuto soltanto nel 2010 con

l’Arrêté ministériel del 19 aprile dello stesso anno, dal titolo “Gestion des déchets des industries extractives” (successivamente integrato dal Decrét 220 del 29 febbraio 2011,

“Plans particuliers d’intervention concernant la gestion des déchets de l’industrie

extractive”). Nei provvedimenti si fa menzione di un inventario delle strutture di

deposito dei rifiuti dell’attività estrattiva chiuse o abbandonate, che verrà rilasciato soltanto il 12 giugno 2012 con un atto del Ministère de l'écologie, du développement

durable et de l'énergie.

Nell’inventario (del quale si riporta un estratto, Figura 11) sono elencate 28 strutture di deposito, suddivise come segue, in funzione del tipo di minerale coltivato nelle miniere che conferiscono i rifiuti in quelle discariche:

 tre strutture di deposito per il carbone;

 una per l’uranio;

 una per l’amianto;

 ventitré per minerali metallici in genere.

Il numero di discariche censite è quindi limitato ed anche le informazioni riportate per ciascun sito risultano quantomeno scarne: nel documento rilasciato dal Ministero, per ogni sito sono unicamente indicate la denominazione della Regione e della concessione mineraria, il numero del Dipartimento di competenza ed una nota esplicativa delle operazioni di manutenzione o recupero ivi messe in atto.

Per completezza, sempre in Francia, si segnala l’esistenza del progetto BDSTM (Bases de Données régionales décrivant les Sites des Titres Miniers), condotto a partire dal 2001 dall’ente a partecipazione statale GEODERIS, preposto a fornire supporto nella fase di gestione dei siti minerari successivamente alla loro dismissione. Si tratta di una base di dati realizzata con l’ausilio del R-DBMS Microsoft Access, contenente informazioni di carattere amministrativo e tecnico (quali metodi di coltivazione, piani minerari, rapporti) sulle concessioni minerarie delle 22 Regioni francesi. Tuttavia, essendo il database ad accesso riservato, non è possibile fornire ulteriori informazioni circa la classificazione dei dati o la quantità di siti censiti.

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Figura 11 - Estratto dall’inventario francese delle strutture di deposito dei rifiuti dell’attività estrattiva

In Portogallo, la trasposizione della Direttiva 2006/21/CE nell’ordinamento lusitano è avvenuta con il Decreto Lei 10/2010 del 4 febbraio 2010, il quale all’art. 48 dispone che compete alla Direcção geral de energia e geologia elaborare e mantenere un inventario delle strutture di deposito di rifiuti chiuse o abbandonate, situate sul territorio nazionale. Tale inventario è stato reso accessibile in data 4 luglio 2012, e riporta l’elenco di 175 siti minerari abbandonati, con alcune ulteriori informazioni riguardanti il destino dei rifiuti derivanti da quelle attività estrattive.

L’inventario è stato realizzato in un foglio di calcolo Excel (Figura 12) e la quasi totalità delle informazioni è inserita in forma logica (con una “X” a contraddistinguere l’operatore “vero”). Vengono così resi disponibili alcuni dati riguardanti i depositi (presenza di contaminazione acida, presenza di danni strutturali, ecc.), ma non è fornita alcuna informazione circa la localizzazione di tali siti.

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Figura 12 - Estratto dell’inventario portoghese delle strutture di deposito dei rifiuti dell’attività estrattiva

In Spagna, invece, il recepimento è stato realizzato con l’entrata in vigore del Real

decreto 975/2009 del 12 giugno 2009 (recante la denominazione “Gestión de los residuos de las industrias extractivas y de protección y rehabilitación del espacio afectado por actividades mineras”) che imponeva come limite temporale alla

realizzazione del censimento delle strutture di deposito di rifiuti minerari un periodo massimo di quattro anni, con decorrenza dalla data di promulgazione del dispositivo (in contrasto con quanto disposto dalla Direttiva europea). Ad ogni modo, alla data di realizzazione del presente lavoro, non è stato possibile reperire in rete alcun inventario delle strutture di deposito ubicate in territorio spagnolo in adempienza a quanto disposto dalla Direttiva europea.

Analoga mancanza è stata rinvenuta dall’analisi del contesto normativo belga, dove la Direttiva europea è stata recepita tramite l’Arrêté Royal “relatif aux plans

particuliers d'urgence et d'intervention concernant les installations de gestion de déchets de l'industrie extractive” del 10 maggio 2009, e l’Arrêté du Gouvernement de la Région de Bruxelles-Capitale “relatif à la gestion des déchets de l'industrie extractive”

del 28 maggio dello stesso anno; in questo caso, i dispositivi fissano alla data dell’1 maggio 2012 il termine ultimo per la pubblicazione di un inventario delle strutture di deposito, chiuse o abbandonate, site in Belgio. Tuttavia, bisogna segnalare l’esistenza di

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35 un approfondito censimento dei depositi di scarti derivanti dall’estrazione del carbone (in francese, terrils) ad opera della Direction Générale opérationnelle de l'Agriculture,

des Ressources Naturelles et de l'Environnement della Regione Vallonia (DGARNE).

Questi cumuli, numerosissimi nell’area dei bacini carboniferi di Charleroi, Liegi e Borinage, sono spesso sorti a ridosso di quelli che una volta costituivano i borghi minerari (successivamente evolutisi in centri abitati ancora oggi densamente popolati). Lo studio ha permesso di censire ben 981 terril sul territorio dell’intera Regione, a testimonianza dell’enorme rilievo in ambito minerario che questa ha rivestito già dalla fine del XVI secolo (Pacyna e Salmon, 2012).

Sono state successivamente implementate su di un applicativo GIS (Figura 13), le informazioni raccolte per ciascun cumulo (Figura 14); tale sistema informativo territoriale, liberamente visitabile dal portale internet della Regione Vallonia, permette la localizzazione dei terril all’interno di mappe tematiche anche di differente natura.

Figura 13 - Visualizzazione su mappe tematiche del perimetro delle discariche minerarie (nella figura è rappresentata l’area della vecchia miniere di carbone di Marcinelle, a Charleroi) (da sito: http://webgisdgo4.spw.wallonie.be/viewer/#)

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Figura 14 - Esempio di scheda con le informazioni tipo di un terril (da sito: http://carto1.wallonie.be/documents/terrils/fiche_terril.idc?TERRIL_id=94)