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4. POLITICHE DI RECUPERO PER I PAESAGGI RURALI DEL

4.2 Linee guida per i paesaggi rurali del Mediterraneo

4.2.3 La regione Umbria

Il patrimonio insediativo rurale di matrice agricola costituisce uno dei tratti più caratterizzanti del paesaggio rurale umbro. Ricco di elementi identitari, è oggi in stato di abbandono e di degrado avanzato, soprattutto nelle aree montane e collinari più interne, in seguito al declino delle economie agricole e silvo-pastorali. Lo sviluppo tecnologico e la conseguente modifica del sistema agricolo tradizionale ha favorito la realizzazione di opere moderne con l’utilizzo di materiali e impianti industriali, a totale discapito dell’architettura tradizionale. Tra le modifiche più evidenti, vanno annoverate l’affiancamento alle strutture edilizie preesistenti di silos o capannoni, magazzini o nuove costruzioni, utilizzate come abitazione dai più giovani.

Figura 27: Paesaggio rurale umbro (Fonte: “Guida alle buone pratiche per il paesaggio rurale”, Regione Umbria)

Le vecchie abitazioni rurali appaiono spesso inutilizzate e profondamente mutate, e frequentemente si rileva l’inserimento di ornamenti, di nuovi infissi e di nuove recinzioni che cancellano la matrice storica originaria. Anche la rete infrastrutturale ha subito un profondo mutamento: le strade di accesso vengono allargate e asfaltate e gli spazi aperti spesso vengono ridotti per lasciare posto ad ampi parcheggi.

Per andare contro questa tendenza, nel tentativo di determinare princìpi e regole di intervento mirate a valorizzare l’intero patrimonio rurale sia dal punto di vista architettonico che paesaggistico, nell’ambito del progetto comunitario PAYS.DOC la Regione Umbria ha pubblicato la “Guida alle buone pratiche per il paesaggio rurale”.

PIANIFICAZIONE PAESAGGISTICA IN SARDEGNA NELL’ERA DELLA CONVENZIONE EUROPEA DEL PAESAGGIO:

un progetto di recupero del patrimonio edilizio rurale

Tesi di dottorato di Patrizia Farina

Figura 28: Castello medievale di pendio della montagna interna, esempio notevole di tipologia insediativa a pianta triangolare, dominato dall’altissima torre, completamente abbandonato e in stato di notevole degrado, anche per effetto degli eventi sismici – Postignano (Sellano), Umbria - (Fonte: Guida alle buone pratiche per il paesaggio rurale)

Il paesaggio tradizionale umbro, caratterizzato da castelli, ville non fortificate, agglomerati compatti collocati sui pendii, case contadine, case rurali isolate, mulini e essiccatoi, ha necessità di essere recuperato e valorizzato nel pieno rispetto della sua identità storico-culturale. Le linee-guida emanate dal documento si suddividono nelle seguenti categorie: la conoscenza, le tecniche, le funzioni, le relazioni con il contesto, le forme e infine la condivisione, le strategie, le norme e piani.

Il manuale prescrive per la fase della conoscenza l’individuazione dell’unità di paesaggio, lo studio dei caratteri morfologici, funzionali e simbolici e i rapporti con il contesto rurale esistente.

Alla fase della conoscenza fa seguito l’analisi dei rapporti tra le strutture insediative e l’orografia del terreno, lo studio dei rapporti tra i materiali tradizionali e le tecnologie costruttive e l’individuazione di norme distributive e strutturali.

Le tecniche da adottare sono orientate a privilegiare le opere di manutenzione e l’utilizzo di materiali e tecnologie compatibili con quelle tradizionali. Devono inoltre essere utilizzati, se possibile, materiali rinnovabili; devono essere organizzate campagne di scavo per il recupero del materiale crollato; devono essere promossi eco-edifici ed eco-villaggi nell’ottica dello sviluppo sostenibile e dello sfruttamento delle energie rinnovabili. Gli impianti interni devono essere realizzati all’esterno delle murature storiche per non compromettere le caratteristiche architettoniche e

PIANIFICAZIONE PAESAGGISTICA IN SARDEGNA NELL’ERA DELLA CONVENZIONE EUROPEA DEL PAESAGGIO:

un progetto di recupero del patrimonio edilizio rurale

Tesi di dottorato di Patrizia Farina

strutturali dell’edificio. Devono inoltre essere privilegiati i colori dei luoghi attraverso l’utilizzo di pigmenti naturali. Le soluzioni policrome possono essere adottate solo se criticamente fondate. Deve inoltre essere rispettata la tessitura muraria e le opere di consolidamento devono essere eseguite, se possibile, con la tecnica del cuci-scuci. Infine, per quanto riguarda le forme, devono essere evitate le intrusioni visive e la linearizzazione insediativa e devono essere valorizzate le aree marginali dell’edificato storico.

Figura 29: Il recupero di Vallo di Nera (Perugia) – (Fonte: Guida alle buone pratiche per il paesaggio rurale)

Il processo di condivisione promosso dalle linee-guida prevede la partecipazione continua delle popolazioni locali nei processi decisionali, in linea con la Convenzione Europea del Paesaggio. Viene anche prescritta la sperimentazione di laboratori di recupero e la creazione di cantieri-laboratori mirati al rafforzamento delle identità locali.

Per quanto concerne le strategie e i piani, vengono promosse politiche pianificatorie e programmi di recupero integrati. Devono inoltre essere predisposte forme di incentivo e adeguate misure di sostegno all’iniziativa privata. Alle norme devono inoltre essere affiancati abachi e progetti-guida e devono essere favoriti approcci progettuali partecipati e autogestiti dai soggetti promotori.

PIANIFICAZIONE PAESAGGISTICA IN SARDEGNA NELL’ERA DELLA CONVENZIONE EUROPEA DEL PAESAGGIO:

un progetto di recupero del patrimonio edilizio rurale

Tesi di dottorato di Patrizia Farina

I principi chiave per la tutela e la valorizzazione del patrimonio rurale contenuti nelle linee-guida, possono essere riassunti nei seguenti punti:

• lettura e reinterpretazione del principio insediativo, attraverso lo studio delle relazioni morfologiche, funzionali e simboliche costitutive dell’unità di paesaggio e del suo inserimento nel contesto;

• promozione della tutela e valorizzazione dell’identità del luogo e del senso di appartenenza, attraverso il recupero di elementi materiali e culturali della civiltà rurale e della sua memoria;

• perseguimento dell’obiettivo della sostenibilità ecologico-ambientale dell’insediamento, attraverso il rispetto del sapere tecnico della tradizione costruttiva rurale e la sperimentazione di materiali e tecniche innovative; • perseguimento dell’obiettivo della sostenibilità economica del progetto di

riuso, attraverso la promozione di adeguati sistemi di incentivo basati su bandi multi-obiettivo;

• promozione di una rinnovata fruibilità sociale-collettiva, attraverso l’inserimento di attività e funzioni che garantiscano la permanenza degli operatori agricoli e/o la presenza di nuovi soggetti, portatori di culture sensibili alle tematiche paesaggistiche;

• promozione della qualità percettivo-sensoriale dell’insediamento, attraverso la cura di materiali, forme, volumi e luce;

• inserimento del progetto insediativo nella cornice di un piano-programma d’area, al fine di esaltare le relazioni di rete locale e sovra-locale.

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