4.2
Registrazioni in voltage clamp
Tutti gli esperimenti sono stati condotti ad una temperatura variabile tra i 20◦ e i 25◦. La corrente di membrana é stata registrata in configurazione whole cell utilizzando l’am- plificatore EPC-10 guidato dal software Patch Master (HEKA Instruments, Darmstadt, Germany). Il protocollo di stimolazione si compone di 8 diversi step di potenziale, a partire da -30 mV fino ad arrivare a +110 mV, con incrementi successivi di 20 mV; la durata della stimolazione é pari a 100 µs, mentre il tempo che intercorre tra uno step e l’altro é stato impostato ad un 1 s. Per maggior chiarezza in Figura 4.2 viene mostrato un esempio di applicazione di questo protocollo di stimolazione con le corrispondenti correnti ioniche registrate.
Figura 4.2: Protocollo di stimolazione e relative correnti ioniche indotte.
Una funzione specifica del software permette di compensare eventuali transienti capacitivi troppo veloci e di sottrarre le dispersioni di leakage dalla corrente registrata; tutto questo viene eseguito on-line ogni 10 s. Il software inoltre puó essere impostato in modo da misurare in automatico la capacitá della membrana cellulare e il potenziale di riposo. La resistenza delle micropipette, fabbricate e riempite dell’apposita soluzione elettrolitica, secondo le tecniche e i metodi esposti nel seguito, si mantiene tra i 4 e i 6 MΩ. La densitá di corrente é ottenuta dividendo l’ampiezza della corrente per la capacitá della cellula. Partendo dalla capacitá della membrana cellulare é possibile stimare il raggio e la superficie cellulare tramite la modellizzazione della cellula con un capacitore sferico, infatti per tempi variabili da pochi minuti a qualche ora le cellule non risultano
completamente adese sul fondo della petri e mantengono con buona approssimazione una forma sferoidale.
Nel corso dell’analisi si é fatto uso del software Clampfit (Molecular Devices, LLC.) grazie al quale sono stati ricavati i valori sperimentali dell’ampiezza di corrente. In questo modo é possibile associare ad ogni stimolo di potenziale un unico valore di intensitá di corrente, ottenuto effettuando una media sull’intero set di cellule registrate durante l’esperimento e limitando di conseguenza la variabilitá biologica intrinseca. Di questi risultati sono stati realizzati dei grafici di intensitá di corrente in funzione del potenziale di stimolazione, denominate curve I-V nel seguito; tutti i dati sono stati espressi nella forma (mean ± S.E.M.). Per quanto riguarda l’analisi statistica é stato effettuato il test t di Student per stimare con quale probabilitá i valori ottenuti da due diverse condizioni sperimentali risultassero non correlati. Per considerare statisticamente significativa la risposta del test é stata scelta una soglia minima di probabilitá di 0.05.
4.2.1
Fabbricazione e montaggio delle micropipette
La fabbricazione delle pipette consiste in due processi principali che prevedono la forgiatu- ra, ossia il restringimento del diametro del capillare, attraverso il Puller, e una successiva pulizia della punta della micropipetta con trattamento termico tramite la microforgia.
In tutti gli esperimenti di voltage clamp sono stati utilizzati capillari standard della Harvard Apparatus (Figura 4.3(a)) costituiti da vetro borosilicato (Pyrex). Una volta preparate le pipette si presentano come quelle mostrate in Figura 4.3(b).
(a) Capillari in vetro borosilicato (b) micropipette pronte per l’utilizzo
Figura 4.3: Alcuni dettagli riguardanti la preparazione delle micropipette.
I capillari vengono collocati all’interno del Puller su un’apposita guida, in modo tale che ogni estremitá sia fissata ad un carrello mobile. La parte centrale del capillare si posiziona all’interno della cella dove é presente una resistenza elettrica laminare e ricurva
4.2. REGISTRAZIONI IN VOLTAGE CLAMP 53
ad anello. Grazie al passaggio di corrente, la resistenza si scalda fino a raggiungere la temperatura necessaria per fondere il vetro, contemporaneamente l’apparecchio esercita una adeguata trazione orizzontale (Figura 4.4(a)). Il punto di partenza consiste in una pre-forgiatura, che prevede di restringere il diametro fino ai 200 µm allontanando le estremitá del capillare per una lunghezza di circa 1 cm. Successive applicazioni di calore per tempi piú brevi permettono di ottenere diametri molto sottili, fino a circa 1 µm, con conseguente rottura del capillare in due pipette utilizzabili. Per ottenere molte pipette con proprietá simili é necessario memorizzare i parametri del processo, infatti piccole variazioni nel calore generato o nella lunghezza di trazione portano a grandi differenze nei diametri delle pipette. Dopo questo processo le pipette sono conservate in appositi contenitori.
Al momento dell’utilizzo si procede con la pulizia della punta esterna della pipetta. Come abbiamo anticipato precedentemente questa operazione viene eseguita per mezzo di un microscopio a basso ingrandimento, posizionando la cannula, tramite un macroma- nipolatore a tre dimensioni, sopra ad un filamento di platino-iridio (Pt-Ir) “ripiegato ad U” ad una distanza di circa 20 µm (Figura 4.4(b)). Scaldando elettricamente il filamento si genera un flusso d’aria calda che investe la punta della pipetta rimuovendo eventuali difetti superficiali e il pulviscolo depositato. Dopo questo processo di pulizia le pipette devono essere utilizzate immediatemente per evitare facili rotture.
(a) Operazione di forgiatura con il Puller: i bracci orizzontali del Puller sottopongono a trazione le estremitá del capillare mentre viene scaldato
(b) Pulizia della pipetta con microforgia: per mezzo dell’obiettivo si dispone la punta della pipetta sopra il filamento di Pt-Ir
Figura 4.4: Alcuni dettagli del processo di fabbricazione delle micropipette.
Una volta preparata, la micropipetta viene montata su un apposito sostegno, il cui schema é riportato in Figura 4.7. Sostanzialmente consiste in una struttura montata su un micromanipolatore in cui troviamo all’interno parti di materiale plastico (T1, T2, T3), che fungono principalmente da guida per la micropipetta (P), mentre nella parte piú
esterna é presente un involucro metallico con azione schermante (A1, A2, A3). L’uscita S é collegata ad un tubo di gomma in silicone attraverso il quale é possibile applicare un’aspirazione, generalmente per via orale. Poiché il puntale puó muoversi leggermente durante l’aspirazione, strappando di conseguenza una porzione della membrana della cellula, é presente una coppia di guarnizioni del tipo O-ring (O1 e O2), che bloccano
perfettamente la micropipetta senza danneggiarla. All’interno della cannula, immerso in una particolare soluzione elettrolitica, é presente l’elettrodo metallico, costituito da un filamento di argento, precedentemente clorurato, al quale é saldato il pin del connettore BNC in modo da assicurare il necessario collegamento elettrico con il pre-amplificatore.