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Tornando all’idea secondo cui la produzione capitalistica avrebbe avuto un influsso, non solo sullo sviluppo della società di massa e sull’andamento del mercato, ma anche sulla vita stessa degli individui, vorrei toccare l’idea che l’individuo stesso tenderebbe a perdere i tratti di umanità assumendo quelli della merce che invade la sua quotidianità: In Das ganz große Warenhaus, ad esempio, Roth descrive i clienti del grande magazzino che sembrano perdere di vitalità, finendo per assomigliare essi stessi a delle merci:

„Waren die Menschen selbst, wenn sie von den Lauftreppen emporgezogen wurden, auch noch an ihrer reduzierten Beweglichkeit als Käufer zu erkennen, so gelangten sie auf dem Dach zu einer Passivität, die sie den Waren vollends ähnlich macht. Und obwohl sie zahlen, ist es doch, als würden sie bezahlt...“148

Allo stesso modo, in un mondo di macchine, l’uomo diventa macchina, i suoi movimenti si fanno meccanici, caratterizzati da una precisione assoluta, come nella seguente descrizione fatta da Roth di alcune coppie danzanti:

„Die Paare erheben sich zur gymnastischen Tanzübungen gleichzeitig und gleichgültig […] mit dem gleichen mechanischen Lächeln”149.

A questa immagine di freddi esercizi ripetuti meccanicamente e dall’esattezza geometrica trovo interessante l’esempio delle Tiller Girls, prodotto di questa società che ha fatto del capitalismo una Weltanschauung.

„Diese Produkte der amerikanischen Zerstreuungsfabriken sind keine einzelnen Mädchen mehr, sondern unauflösliche Mädchenkomplexe, deren Bewegungen mathematische Demonstrationen sind“150

148 Joseph Roth, WIII, p. 83. Traduzione di Vittoria Schweizer: ‘se le persone tirate su con la scala mobile erano ancora riconoscibili come clienti, nonostante la loro ridotta mobilità, una volta arrivate sul tetto hanno raggiunto una tale passività che le rende in tutto e per tutto simili alla merce. E benché siano loro a pagare, è come se venissero pagati.’

149 Joseph Roth WIII, p. 213. Traduzione: ‘Le coppie si elevano in danzanti esercizi ginnici contemporaneamente e passivamente.[…] con i medesimi sorrisi meccanici.’

150 S. Krakauer, Das Ornament der Masse, Frankfurt am Main, Suhrkamp Verlag 1963, pp.50-51. Traduzione: ‘Questi prodotti delle fabbriche dello svago americane non sono singole ragazze, ma indissolubili complessi di ragazze e i cui movimenti sono dimostrazioni matematiche.’

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La regolarità del modello dei corpi costituisce, secondo Krakauer, figurazioni ornamentali. Si tratta di massa, e non d’individui con personalità distinte152. In breve, Krakauer considera queste figurazioni ornamentali di massa delle “pietre da costruzione” che, assemblate assieme, vanno a costituire degli elementi senza storia, sesso, personalità, o rapporti umani. Esse si muoverebbero in spazi vuoti e lineari senza la pretesa di una partecipazione cosciente delle masse che le realizzano. Secondo Krakauer, la configurazione ornamentale delle masse deriverebbe dal sistema capitalistico di produzione, che richiede, in qualche modo, tali requisiti di calcolabilità e omologazione. Così sono descritte le Tiller Girls in Girls und Krise , articolo pubblicato nella Frankfurter Zeitung nel 1932153:

“quando formavano un serpente ondeggiante esse illustravano radiosamente le virtù della nostra catena di montaggio; quando battevano i piedi a ritmo veloce, ciò suonava come affari, affari; quando lanciavano in alto le gambe con esattezza matematica, esse affermavano gioiosamente il progresso della razionalizzazione, e quando continuavano a ripetere gli stessi movimenti, senza mai interrompere la loro routine, s’immaginava la catena di automobili che scorreva

151 Immagine estratta il 08/08/13 dalla seguente pagina Web: http://www.tillergirls.com/photogallery/1960's%20Tiller%20Girls%20Clean.jpg

152 „Während sie sich in den Revuen zu Figuren verdichten, ereignen sich auf australischem und indischem Boden, von Amerika zu schweigen, in immer demselben dichtgefüllten Stadion Darbietungen von gleicher geometrischer Genauigkeit. Das kleinste Örtchen, in das sie noch gar nicht gedrungen sind, wird durch die Filmwochenschau über sie unterrichtet. Ein Blick auf die Leinwand belehrt, daß die Ornamente aus Tausenden von Körpern bestehen, Körpern in Badehosen ohne Geschlecht. Der Regelmäßigkeit ihrer Muster jubelt die durch die Tribünen gegliederte Menge zu. Längst sind diese Schaustellungen, die nicht nur von Girls und Stadionbewohnern veranstaltet werden, zur festen Form gediehen. Sie haben internationale Geltung errungen. Das ästhetische Interesse ist ihnen zugewandt. Träger der Ornamente ist die Masse.“

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ininterrottamente dalle fabbriche nel mondo, e si credeva che la benedizione della prosperità non avesse mai fine”154.

Qualche anno prima del suo illustre collega, anche Joseph Roth aveva scritto sullo stesso soggetto nell’articolo Die girls, pubblicato già nel 1925 nella Frankfurter Zeitung. Secondo il nostro autore la popolarità in Europa di queste soubrettes dimostrerebbe lo stadio avanzato della nostra americanizzazione. Dalla presentazione di Roth traspare la medesima idea di Krakauer che vedeva nelle Tiller Girls dei corpi svuotati di una qualsiasi carica erotica e funzionali solamente all’espressione di una pura anatomicità attraverso “Experimente des Anschauungsunterrichts von der Entwicklung der weiblichen Muskulatur”155.

Per quanto riguarda l’alienazione dell’uomo di fronte ad un mondo sempre più governato dalle macchine, vorrei citare la conclusione dell’articolo Der aufgestandene Mensch156 in cui viene chiaramente descritto il processo secondo il quale l’uomo moderno in mezzo a delle macchine diventa egli stesso una macchina, perdendo i suoi tratti di umanità; Georg B., il protagonista dell’articolo, in quel mondo altamente tecnologico non può fare altro che adeguarsi e intensificare la propria efficienza produttiva:

“Der Mensch zwischen Maschinen gestellt, muss Maschine werden. Die galvanisierten siebzig Jahre zappeln, trommeln, schüttern, B. muss arbeiten.“

Anche nell’articolo Gleisdreieck157, l’uomo, immerso in un mondo di macchine, perde la propria umanità. Nell’articolo si legge come la macchina regni con la sua regolarità e precisione e, in questo regno metallico, ogni uomo si perda, diventi piccolo, debole, insignificante; la personalità e umanità che lo contraddistinguono altrove sono annullate. È reso anch’egli macchina. La sua importanza non supera quella di una banale leva, della segnalazione meccanica di qualche strumento. In questo mondo, in cui ciò che è umano non trova posto, e anzi costituisce un impedimento alla fredda funzionalità e all’efficienza della catena produttiva, l’occhio è rimpiazzato dalla lanterna e il grido dal fischio di una valvola aperta.

154 Citato in David Frisby, Frammenti di modernità, il Mulino 1992, pp.191-192.

155 Joseph Roth, WII, p. 393.

156 Joseph Roth, WI, p. 936.

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“Auch die großen Trauerspiele, die in seiner Seele stattfinden, verlieren sich hier, wie die Kleinigkeiten seines Alltags. Sein Ewig-Menschliches ist hindernde Zutat zu seinem Wichtig- Beruflichen“158.

158 Joseph Roth, WII, p. 220. traduzione: ‘anche i grandi drammi che avvengono nella sua anima si perdono qui, come le piccolezze della sua vita quotidiana. Il suo eternamente umano è un ingrediente d’impedimento al suo lavoro.’

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CAPITOLO III