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4. ANALISI MORFOMETRICA

4.2 Risultati ottenuti

4.2.3 Relazioni tra parametri misurati

Di seguito vengono descritti i grafici a dispersione (scatter plot) realizzati tramite l’uso di un foglio Excel.

Area

L’area in m2

è stata correlata con i seguenti parametri: pendenza media (°), lunghezza delle aste drenanti Ld (m), indice di Melton, elevation relief ratio e la densità di drenaggio (1/m).

Confrontando l’area (m2

), espressa in base logaritmica, e la pendenza media (°) dei bacini si ricava lo scatter plot riportato in figura 53, dove con i rombi vuoti sono rappresentati i bacini con area inferiore ad un ettaro, mentre con i rombi pieni i bacini con area superiore ad un ettaro. Il grafico non risulta particolarmente significativo per lo studio inquanto si ricavano poche informazioni; in particolare tutti i bacini, grandi e piccoli, hanno una pendenza media compresa tra 37,57° e 65,54°. Non c’è relazione tra i due parametri, ciò porta a concludere che la pendenza non varia al variare dell’area e non è significativamente influenzata dalla scala del bacino.

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Analizzando invece, la relazione tra area (m2) e la lunghezza delle aste drenanti (m) dei bacini si nota una correlazione lineare molto forte, si osserva la proporzionalità diretta all’aumentare dei parametri.

Fig. 54: grafico a dispersione, confronto tra area (m2) e lunghezza aste drenanti (m).

Sono stati messi in relazione i parametri area (m2) e indice di Melton. Da questo confronto (fig. 55) si evince che esiste una correlazione: i valori maggiori dell’indice di Melton appartengono a quei bacini molto piccoli e composti esclusivamente da roccia, mentre i bacini con area maggiore possiedono valori minori dell’indice. Emerge quindi una relazione piuttosto chiara con dispersione leggermente superiore per i bacini piccoli che verrà approfondita nel paragrafo 4.2.4.

Fig. 55: grafico a dispersione, confronto tra log-area (m2) e indice di Melton.

Vengono successivamente esaminati l’area (m2), in scala logaritmica e l’elevation relief ratio (fig. 56). Tale confronto non evidenzia alcuna relazione tra i due parametri. Anche prendendo in considerazione categorie particolari di bacini come i 4 gruppi (fig. 57) non si riscontra nessun risultato nel confronto tra questi parametri; il grado di evoluzione del

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bacino risulta indipendente dall’area. Diversi autori hanno osservato i rapporti tra area dei bacini e integrale ipsometrico nei loro studi, e in particolar modo, prendendo in considerazione il lavoro di Marchi (2014), i risultati ottenuti sono contrastanti e non significativi. Non bisogna tralasciare il fatto che nell’intera gamma di bacini si può osservare un’estesa varietà di tipologie, dalla forma alla composizione litologica. Nel sito studiato infatti la percentuale di area con rocce affioranti diminuisce con l’aumento dell’area del bacino e i bacini situati alle pendici più basse hanno la gran parte del loro territorio coperta da vegetazione. Queste osservazioni portano a concludere che non vi sia un rapporto evidente tra l’area del bacino e l’integrale ipsometrico.

Fig. 56: grafico a dispersione, confronto tra log-area (m2) ed elevation relief ratio.

Fig. 57: grafico a dispersione, confronto tra log-area (m2) ed elevation relief ratio per i 4 gruppi di bacini.

Per quanto riguarda il confronto tra area (m2) e densità di drenaggio (1/m) il grafico dimostra che i bacini più piccoli hanno una densità di drenaggio minore. Questo può essere dovuto al fatto che tali bacini sono essenzialmente composti da roccia, mentre i bacini più grandi possiedono delle zone coperte da detrito che permettono un maggior drenaggio. I

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due rombi posti in alto rappresentano i bacini 26 e 66. Il primo è un bacino molto piccolo, di circa 15 ha in roccia, con parete verticale e pendenza media di circa 51°. Il secondo bacino ha un’estensione pari a 22 ha, è formato da una parete di roccia ed ha una pendenza media leggermente inferiore al primo, di circa 40°. Sono bacini con forma affusolata, stretti e lunghi, completamente in roccia e con un’estesa rete di drenaggio all’interno dell’area.

Fig. 58: grafico a dispersione, confronto tra log-area (m2) e densità di drenaggio (1/m).

Successivamente sono stati messi a confronto i parametri di densità di drenaggio (1/m) e pendenza media (°), ma il grafico non ha permesso di estrapolare risultati significativi. Indice di Melton

Seguendo il lavoro svolto da Wilford et al. (2004) si è creato un grafico che mette a confronto la lunghezza del bacino (km) con l’indice di Melton (fig.59). Il grafico risultante e i valori ottenuti rispecchiano quello di Wilford et al. (2004). Valori di MRN inferiori a 0.3 rappresentano processi di floods, mentre valori superiori a 0.3 rappresentano processi di debris floods. I debris flow sono rappresentati dai punti con valori di MRN superiori a 0.6 e lunghezza inferiore a 2.7 km. Tutti i bacini analizzati risultano produrre fenomeni di colata detritica.

Fig. 59: grafico a dispersione di Wilford et al. (2004), confronto MRN e lunghezza del bacino (km).

Detrito sciolto non vegetato

È stato confrontato il detrito sciolto non vegetato presente nell’area del bacino (%) con la densità di drenaggio (1/m) e l’elevation relief ratio dei 73 bacini. Analizzando i grafici a

F l o o d s Debris Floods Debris Flow

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dispersione, nel primo caso si nota una certa omogeneità nei dati. Il valore che si discosta principalmente è quello in alto a destra corrispondente al bacino 66. Questo bacino è composto prevalentemente da roccia ed ha una pendenza media di 51°, ma possiede detrito sciolto nella maggior parte dell’area. Ciò permette di avere un’abbondante rete di drenaggio grazie alle fratture, ai canaloni presenti in roccia, ed alla particolare conformazione del bacino. Il rombo vuoto invece posto più in basso, che si discosta dalla massa, è il bacino 59; questo essendo coperto per una parte da detrito vegetato possiede una rete di drenaggio non molto estesa rispetto ai bacini composti da sola dolomia.

Fig. 60: grafico a dispersione, confronto tra detrito non vegetato presente nel bacino e densità di drenaggio.

Nel grafico (fig. 61), che confronta il detrito sciolto presente nel bacino con l’ERR, non emerge nessuna correlazione, i dati relativi ai bacini con area inferiore ad un ettaro non presentano alcun significato. Bacini con copertura superiore al 20% di detrito non vegetato hanno valori inferiori di ERR. Da questa deduzione si discosta il rombo presente nel grafico in basso a sinistra, corrispondente al bacino 19. Essendo posto in una zona in ombra nell’ortofoto non è possibile interpretare correttamente la quantità di detrito presente. Come descritto nel paragrafo 4.1 l’estensione dell’area con detrito non vegetato è determinata dall’operatore in base alla propria interpretazione dell’ortofoto. Essa risulta limpida nella maggior parte dell’area di studio, ma nelle pareti esposte verso ovest presenta alcune zone in ombra, che sono quindi difficili da interpretare. I bacini che si discostano in alto a destra sono il 66 e il 67. Essi possiedono un ERR piuttosto alto a causa della particolare morfologia; hanno infatti una pendenza medio-bassa di circa 40° e non sono costituiti da pareti verticali, ciò comporta un dislivello del bacino inferiore alla media.

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Fig. 61: Grafico a dispersione, confronto tra detrito non vegetato presente nel bacino e elevation relief ratio.

Fattore di forma

Per concludere è stato confrontato il fattore di forma con l’integrale ipsometrico e la forma del bacino. Nel primo caso il risultato è visibile in figura 62, dove non si osservano relazioni tra i due parametri. Si ritiene possibile che le variazioni di forma dei bacini possano riflettere differenze nell'organizzazione spaziale della rete drenante, e che questo potrebbe quindi implicare differenze dovute al tipo di trasporto solido e all'intensità di erosione. Tuttavia nei bacini in roccia considerati in questo studio, la rete di drenaggio costituita da ripidi canaloni corrispondenti a faglie e fratture, e la diversità nella forma del bacino non corrispondono a conseguenti differenze nella struttura della rete dei canali. Poiché il modello della rete di canali nei bacini più grandi non è significativamente più ramificata che in quelli stretti e piccoli, la forma del bacino non è un buon indicatore del relativo ruolo dei processi di canalizzazione del trasporto solido rispetto a processi di versante. La mancanza di correlazione tra l’elevation relief ratio e il fattore forma è quind i attribuito al fatto che la forma del bacino non rappresenta lo sviluppo delle reti di drenaggio nei bacini.

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Anche se Willgoose e Hancock (1998) hanno sottolineato che la forma del bacino ha un'influenza rilevante sull’integrale ipsometrico, nello studio di Marchi et al. (2014), invece, non è stata trovata nessuna relazione significativa tra questi parametri.

Per quanto riguarda invece il confronto tra i due parametri di forma analizzati (fig. 63), risulta evidente che i bacini piccoli assumono forme più allungate, mentre bacini più grandi tendono ad assumere forma rotonda ovale allungata.

Fig. 63: grafico a dispersione, confronto tra fattore di forma (Marchi et al., 2014) e forma del bacino (Wilford et al., 2004).

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