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La responsabilità disciplinare

PROFILI DI RESPONSABILITÀ DEL PROFESSIONISTA ATTESTATORE

9.3 La responsabilità disciplinare

Ai sensi dell’art. 67, c. 3, lett. d) L.F., il soggetto incaricato dell’attestazione dal debitore deve essere in possesso di determinati requisiti professionali: l’iscrizione nel registro dei revisori legali ed il possesso dei requisiti indicati all’art. 28, c. 1, lett. a) e b) L.F.. Possono dunque essere nominati a ricoprire tale ruolo gli avvocati, i dottori commercialisti, ragionieri e ragionieri commercialisti, studi professionali associati o società tra professionisti.

Tali soggetti sono iscritti ai relativi Albi professionali, e soggiacciono alle rispettive norme disciplinari che ne organizzano la professione.

In particolare il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha approvato in data 17/12/2015, e successivamente aggiornato nella seduta del 16/01/2019, il “Codice deontologico della professione”, il quale prevede una serie di principi e obblighi che il professionista deve osservare a tutela dell’affidamento che i soggetti interessati ripongono nella sua prestazione.

All’art. 4 del suddetto Codice viene stabilito che l’inosservanza dei principi e dei doveri contenuti nello stesso Codice costituisce violazione, la quale può dar luogo all’esercizio di un’azione disciplinare da parte dell’Ordine, risultando applicabili le sanzioni previste dalla legge85.

In particolare vengono sanciti: il principio di integrità (art. 6), che stabilisce che il professionista non deve effettuare comunicazioni, dichiarazioni o informative non veritiere, o fuorvianti nel contenuto, od omissive di contenuti fondamentali, in modo

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CONSIGLIO NAZIONALE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI, Codice

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tale da trarre in inganno i destinatari i tali comunicazioni; il principio di obiettività (art. 7) di giudizio, in assenza di cause che ne minino la stessa; il principio di competenza, diligenza e qualità delle prestazioni (art. 8); il principio di indipendenza (art. 9), in relazione all’incarico affidatogli, e in assenza di cause di conflitto di interessi. Infine, ai sensi dell’art. 22, nell’esecuzione dell’incarico, il professionista deve usare la diligenza e la perizia richieste dalla natura dello stesso.

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