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CAPITOLO 3: GESTIONE DELLE DIMENSIONI LINEARI, RADIALI E ANGOLARI

3.1 RICHIESTE DEL MODELLO

Di seguito si cercherà di descrivere i metodi per applicare e visualizzare l’esatta grandezza di dimensione teorica o il limite massimo e minimo di tolleranza che sono propri del modello con cui stiamo lavorando.

Nel primo caso secondo la ISO 1101, se si interroga il modello su grandezze completamente vincolate da tolleranze geometriche si

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otterranno dei valori che vengono interpretati come dimensioni teoriche esatte. In tutti gli altri casi, in cui esse non sono definite da tolleranze specifiche o identificate come un’ausiliaria, saranno interpretate come dimensioni nominali e seguiranno le tolleranze generali.

1. Per richiedere al modello informazioni sul profilo, posizione e orientazione di una feature, deve essere presente un appropriato sistema di coordinate;

2. Può essere necessario definire alcuni modelli di relazioni per la visualizzazione a display di dimensioni teoriche esatte. Questi sono applicabili sia a quelle features che non giacciono sul piano del modello sia a quelle che appaiono ortogonali al modello, ma in realtà non lo sono, la normativa comunque suggerisce di fare riferimento alla norma preesistente ISO 1101;

3. Le dimensioni teoricamente esatte possono prendere posto nei piani di annotazione, ma anche in qualsiasi piano parallelo ad un piano assoluto del modello o comunque ad un piano facente parte di un sistema di coordinate ausiliario generato dall’utente;

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Un’eccezione a quello appena descritto lo si vede nella precedente figura 3.1 in cui è stata applicata la quota 3x6.35.

4. Le dimensioni esatte teoriche che definiscono estensioni o superfici curve come filetti, raggi o smussi devono essere dirette e applicate direttamente alla feature del modello utilizzando delle leader lines; 5. Le dimensioni esatte teoriche che definiscono relazioni di distanza

lineare o angolare sono visualizzate con l’ausilio di linee che si estendono dal modello.

Tutte le grandezze che si possono ricavare dal modello interrogandolo, saranno uguali a quelle generate dalla feature interessata soltanto nel caso in cui il valore del modello venga arrotondato alla stessa cifra decimale. Questo farà in modo che siano soddisfatti i seguenti requisiti che dipenderanno soltanto dall’espressione di tolleranza utilizzata.

Naturalmente per tolleranze unilaterali o bilaterali, il valore della grandezza visualizzata a display deve essere uguale al valore intrinseco del modello.

Per disporre e posizionare quote che descrivano le dimensioni del modello si devono seguire le seguenti direttive:

 Per superfici sferiche: il valore della grandezza, la dimensione e le linee di estensione devono essere applicate ad un piano di annotazione che contiene il centro della feature del modello.

 Per superfici cilindriche: il valore della grandezza, la dimensione e le linee di estensione devono essere applicate ad un piano di annotazione perpendicolare all’asse della feature del modello o comunque devono contenerlo.

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 Per due o più superfici opposte parallele (width): il valore della grandezza, la dimensione e le linee di estensione devono essere applicate ad un piano di annotazione perpendicolare al piano centrale del modello o comunque devono contenerlo. Inoltre le linee di estensione devono indicare chiaramente le superfici comprendenti il width.

Tutte le tolleranze di dimensione devono essere specificate utilizzando come riferimento la normativa ISO utilizzata, come descritto nella ISO 286. Per quanto riguarda gli smussi, sia che essi siano creati utilizzando l’intersezione di superfici a 90°, sia utilizzando angolazioni diverse, vengono quotati facendo uso di linee di estensione del modello nelle quali il valore deve essere visualizzato nel miglior modo possibile.

51 3.1.1 ESEMPI

Successivamente si prenderanno in esame degli esempi concreti di quotatura del modello. Osservando la tabella 3.2 si noterà per ogni applicazione la giusta tecnica di quotatura dettata dalla normativa.

1. Raggi:

Tabella 3.2 Utilizzazione delle annotazioni

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Per quotare feature di raggiatura si devono utilizzare delle leader lines, alle quali sarà applicato il valore della grandezza seguito dalla tolleranza se presente. Si nota che la leader line può terminare sia direttamente nella superficie interessata del modello sia nel bordo della feature, come in figura 3.3.

2. Smussi:

Figura 3.4 Esempio di annotazione per smussi

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Per la quotature degli smussi si presentano più possibilità. Nel caso siano tutti uguali come in figura, si possono raggruppare sottolineando il loro numero e la dimensione dei loro lati seguita da una tolleranza se presente. Nel caso specifico di smussi a 45° la tolleranza sarà riferita anche all’angolo di smusso, vedi figure 3.4 e 3.5.

In questi casi si utilizzano sempre delle leaders lines che terminano direttamente sulla superficie della feature interessata.

Esiste anche la possibilità di quotare degli smussi utilizzando delle linee di estensione del modello, andando a sottolineare ogni singola dimensione o angolo seguite, nei casi in cui sono necessarie, da delle tolleranze (vedi figure 3.6 e 3.7).

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3. Scavi di profondità:

Per quanto riguarda features di profondità, si utilizzano delle linee di estensione dal modello con l’apposito valore e successiva tolleranza, come nelle figure 3.8 e 3.9.

Figura 3.7 Esempio di annotazione di smussi

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Nel caso di fori svasati, la quota si può raggruppare in una singola nota del tipo:

Figura 3.9 Esempio di annotazione per una feature di scavo

Figura 3.10 Esempio di annotazione per una feature “foro svasato”

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Sono permesse anche quotature di scavi obliqui, con tolleranza riferita all’angolo:

Nel caso di fori passanti o filettati si possono utilizzare le seguenti rappresentazioni:

Figura 3.11 Esempio di annotazione per feature di scavo obliquo

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Quando si devono applicare delle note su dei cilindri o comunque su pezzi che possiedono un certo spessore residuo, vedi figura 3.13.

Di seguito sono visualizzati degli esempi per quanto riguarda la quotature di cave, accoppiamenti e perni.

Figura 3.13 Esempio di annotazione per spessori interni

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Figura 3.15 Esempio di annotazione per accoppiamenti

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