• Non ci sono risultati.

3.2 Ricostruzione

3.2.6 Ricostruzione degli Elettroni

La ricostruzione degli elettroni in CMS `e piuttosto complicata visto che ad al-to impulso tendono a perdere energia per bremmstrahlung. Quesal-to fenomeno `e maggiormente accentuato per la presenza di materiale prima di ECAL. Inoltre, la presenza di un elevato campo magnetico in CMS genera una diffusione in φ del de-posito di energia nel calorimetro. Per la ricostruzione si utilizzano principalmente le informazioni di ECAL, del rivelatore a pixel e di quello a strip [56]. La misura dell’energia degli elettroni avviene principalmente in ECAL, in cui viene valutata come depositi rilasciati dagli sciami elettromagnetici, prodotti dagli elettroni o dai fotoni. Per ottenere una misura dell’energia dell’elettrone proveniente dal vertice primario e minimizzare le fluttuazioni nei cluster `e necessario raccogliere i fotoni prodotti da bremmstrahlung. Questo `e l’obiettivo degli algoritmi supercluster, in cui vengono accorpati diversi cluster in un’unica struttura per tenere conto dello sparpagliamento in φ. Si stima che l’energia rilasciata dagli sciami elettromagne-tici sia contenuta al 94% in una torre di 3×3 cristalli e al 97% in una torre di 5×5 cristalli [57].

Algoritmi di ricostruzione

Gli algoritmi di clustering sono due: l’algoritmo Island e Hybrid [58].

L’algoritmo Island parte con il ricercare i cristalli che hanno energia trasversa ET maggiore di una certa soglia (seed). Viene creata una lista di seed in ordine descrescente e partendo dal pi`u energetico, l’algoritmo raggruppa i cristalli per formare un cluster, muovendosi lungo φ fino a che non incontra un aumento di energia o una “lacuna”. In seguito si muove di un passo lungo η e comincia un’altra ricerca. Ovviamente un seed se viene associato ad un cluster non viene pi`u utilizzato dall’algoritmo. Il procedimento di clustering `e raffigurato in 3.10 .

L’algoritmo Hybrid `e un algoritmo di supercluster. Si basa sull’assunzione che, ad alte energie, una particella carica viene deviata soltanto lungo φ, rimanendo approssimativamente costante lungo η. Si parte con la ricerca di un seed e si costruisce attorno ad esso una matrice η ×φ = 1×3, detto “d`omino” (figura 3.11). Il procedimento si ripete un certo numero di volte muovendosi lungo φ. poich´e non tutti i d`omini superano una certa soglia in energia, restano molti cluster sconnessi; quelli connessi invece vengono raggruppati in supercluster lungo φ.

La ricostruzione degli elettroni `e affidata all’algoritmo Gaussian-Sum Filter [59], che usa le informazioni provenienti dal tracker e dal ECAL. Questo algorit-mo tiene conto delle perdite di energia non gaussiane dovute alla bremmstrahlung e quindi utilizza la distribuzione di perdita di energia reale per gli elettroni. Le tracce possono essere ricostruite o a partire dai seed di ECAL, tramite il calcolo del baricentro del supercluster, o a partire dal tracciatore utilizzando l’approccio tracker-driven, ovvero si identifica l’elettrone gi`a nel tracciatore. Infine gli oggetti

Figura 3.10: Illustrazione dell’algoritmo di clustering Island nel barrel di ECAL.

ottenuti da questo algoritmo, associando un supercluster ad una traccia, rappre-sentano i candidati elettroni.

Identificazione e isolamento

L’identificazione completa degli elettroni viene realizzata utilizzando un set di variabili su cui vengono applicati opportuni tagli, i quali definiscono un punto di lavoro, detto Working Point (WP). Per ogni punto di lavoro si associa una efficienza di reiezione dei finti elettroni e di selezione per gli elettroni veri. Le variabili determinanti sono [60]:

• ESC/pin = rapporto tra l’energia del supercluster e l’impulso della traccia misurato al vertice;

• ESC/pout= rapporto tra l’energia del supercluster e l’impulso del candidato elettrone misurato sullo strato pi`u esterno del tracciatore;

• ∆φ e ∆η tra la posizione del supercluster e la direzione della traccia al vertice, ricavata da ECAL assumendo che non ci siano fenomeni di irraggiamento; • H/E = rapporto tra l’energia misurata nelle torri di HCAL corrispondenti

al supercluster e l’energia del supercluster;

• numero di hit persi nei layer pi`u interni del tracciatore;

• d0: distanza nel piano trasverso tra il vertice dell’elettrone ricostruito e il vertice primario dell’evento;

• σiηiη: descrive la forma dello sciame elettromagnetico in ECAL ed `e un discriminatore importante rispetto ai jet, perch´e interessa due cristalli e non il singolo cristallo, come accade per i jet;

• fbrem: frazione di energia persa per bremmstrahlung = (pin− pout)/pin, dove pin e pout sono gli impulsi del candidato elettrone misurati rispettivamente al vertice e sul layer pi`u esterno del tracciatore dove si `e registrato un hit. Le variabili relative all’identificazione sono: H/E e σiηiη, che descrivono la forma dello sciame, ∆φ e ∆η, che legano una traccia ad un determinato supercluster. Per quanto riguarda l’isolamento si considerano le seguenti variabili:

• somma dei pT delle tracce con pT > 0.7 GeV in un cono con ∆R = 0.3; • somma dei depositi energetici in ECAL in un cono con ∆R = 0.4; • somma dei depositi energetici in HCAL in un cono con ∆R = 0.4.

L’isolamento si dice “assoluto” se si considera solo il contributo di queste tre va-riabili come discriminatore, “relativo” se si confrontano queste vava-riabili con il pT

della traccia del candidato elettrone; infine si dice “combinato” se si applica sepa-ratamente l’isolamento relativo nel barrel e negli endcap.

Infine per scartare gli elettroni prodotti dalla conversione dei fotoni (Conversion Rejection) si tiene conto del numero di hit non compatibili con la traccia ricostrui-ta, nonch´e della minima distanza e della minima apertura angolare tra le tracce. Sono state riportate in figura esempi di alcune variabili: il rapporto H/E 3.12a , la variabile σiηiη 3.12c , il parametro di impatto 3.12b e l’isolamento nel tracciato-re 3.12d nel bartracciato-rel. La possibilit`a di identificatracciato-re erroneamente una particella che

(a) (b)

(c) (d)

Figura 3.12: Esempi di variabili utilizzate per l’identificazione degli elettroni nel barrel per eventi di segnale Z → ee e fondo Z+jet: il rapporto H/E (a), il parametro di impatto (b), la variabile σiηiη (c) e l’isolamento nel tracciatore (d). non `e un elettrone come tale dipende dall’impulso. Quindi a seconda dell’impulso degli elettroni si scelgono opportuni tagli e, una volta scelto un WP, tagli distinti vengono utilizzati per la regione del barrel e degli endcap. Esistono sei diversi WP (60, 70, 80 , 85, 90, 95) ciascuno corrispondente ad un preciso insieme di tagli. Le selezioni applicate diventano pi`u stringenti al diminuire del WP.