Anche la disciplina dei rimborsi distingue tra fase transitoria e fase a regime. Dato che il regime transitorio è sostanzialmente concluso, ci concentreremo su quella a
109 Ibidem, cit., p. 14.
110 Cons. Stato, sez. V, 2006, sent. 6133; Cons. Stato, sez. V, 2004, sent. 6327; Cons. Stato, sez. V, 2004, sent. 6870.
111 L. CARBONE e M. D'ADAMO, Riscatto anticipato del servizio pubblico di distribuzione del gas, in Corriere Giur., 2005, 2,179; Id., Riscatto anticipato dal servizio di distribuzione del gas, in Corriere
regime.
L'articolo 6 del “regolamento gare” rinvia all'articolo 14.8 del decreto Letta. Quest'ultimo stabilisce che nella situazione a regime il rimborso sarà pari al valore delle immobilizzazioni nette di località, in conformità con la regolazione tariffaria. In altri termini il rimborso sarà calcolato sulla base dei costi sostenuti per l'acquisto e per la realizzazione delle opere, rivalutati e remunerati secondo la tipologia tariffaria112.
Dato che il rimborso è calcolato tenendo conto delle opere realizzate o acquistate, il bando non potrà contenere un importo già chiuso e definito. Per questa ragione l'articolo 14.9 obbliga gli enti locali a inserire nel bando le modalità per regolare il valore di rimborso delle immobilizzazioni previste dopo l'emissione nel bando di gara.
Nella determinazione dell'importo non rientrano i contributi pubblici e privati percepiti dal gestore per la realizzazione degli impianti. Il d. lgs. 93/2011 ha posto
fine alla questione della deducibilità dei contributi privati. La versione precedente dell'articolo 14.8 faceva riferimento soltanto ai “contributi pubblici a fondo perduto”. Le modifiche del 2011 hanno invece tenuto inglobato anche i contributi privati113. L'intervento del legislatore invero ha recepito la soluzione già fatta propria dal sistema tariffario vigente.
L'AEEGSI ha avuto il compito di determinare per via regolamentare, attraverso lo strumento tariffario, il valore della vita utile degli impianti. Il successivo “regolamento gare” ha introdotto dei parametri vincolanti ai fini della determinazione del valore di rimborso che tengono comunque conto della prassi e quindi del lavoro dell'AEEGSI.
Tra le altre voci dei valori di rimborso rientrano anche gli oneri amministrativi per autorizzazioni, per la progettazione, per la direzione lavori e per i collaudi cui si aggiungono le “spese generali” in senso stretto. Tutte
113 Tra i contributi privati rientrano per esempio quelli versati dagli utenti ai distributori per l'allacciamento della rete.
queste voci sono individuate in un 13% del costo di ricostruzione stesso.
Ultima voce di cui tener conto, e verosimilmente la più importante, è quella del costo di costruzione dell'impianto che viene individuato applicando il prezzario contenuto nei documenti contrattuali, ove esistente. Se manca ogni indicazione al riguardo, occorre fare riferimento ai prezzari per lavori edili per installazione di impianti tecnologici vigenti nelle Provincia dell'ambito interessato o, in subordine, agli analoghi prezzari regionali114.
Autonomi prezzi sono stabiliti per la fornitura e posa delle tubazioni per le condotte, che costituiscono mediamente la parte più rilevante dei costi di costruzioni.
Conclusioni
Lo scopo del presente lavoro è stato quello di ricostruire la disciplina delle gare per l'affidamento del servizio di distribuzione del gas naturale mettendone in evidenza le novità rispetto al precedente assetto normativo.
Tradizionalmente il servizio di distribuzione del gas non trovava regolazione in una disciplina settoriale ma era disciplinato dalla normativa generale in materia di servizi pubblici locali. Con il decreto Letta il mercato del gas viene liberalizzato in tutte le sue fasi della filiera produttiva e questo cambia profondamente le caratteristiche della distribuzione.
Le fasi che precedono la distribuzione vengono a essere aperte al mercato attraverso strumenti tipici del diritto antitrust, quali l'unblunding. Come si è descritto nelle pagine precedenti esistono diversi modelli di
unblunding, ciascuno dei quali dotato di una differente
“società verticalmente integrate”. L'erosione delle posizioni dominanti degli operatori tradizionali è stata lo scopo delle direttive europee in materia, e quindi, della disciplina di recepimento che si è dimostrata talvolta lungimirante, e talaltra, un passo indietro rispetto ai risultati raggiunti.
Nell'attuale fase, a seguito del quasi definitivo scorporamento Eni Snam, la disciplina antitrust è diretta alla soluzione di altri problemi. Tra questi vi rientra la disciplina delle gare del servizio di distribuzione che abbiamo visto essere di competenza degli enti locali organizzati in ambiti territoriali minimi.
L'ambito territoriale rappresenta una delle novità più recenti dell'evoluzione organizzativa del settore. Non soltanto gli enti locali hanno perso la possibilità di affidare direttamente il servizio di distribuzione, ma hanno anche perso la possibilità di gestire direttamente le gare a causa dell'introduzione della stazione appaltante dell'ambito territoriale. Una misura questa resasi necessaria per
ottimizzare l'erogazione del sevizio ma che ha certamente limitato le prerogative degli enti territoriali che da sempre avevano avuto un ruolo primario nella gestione attraverso l'individuazione del soggetto gestore per procedimenti non ad evidenza pubblica.
Sin dal decreto Letta invece è stato previsto che il servizio di distribuzione dovesse essere affidato tramite lo strumento della gara. La disciplina tuttavia non è stata di immediata applicazione e la sua completa attuazione si è avuta soltanto a partire dal 2012. Il periodo transitorio che inizialmente sarebbe dovuto durare sino al 31 dicembre 2005 è stato più volte prorogato suscitando anche questioni sulla legittimità di tali proroghe che di volta in volta hanno rinviato l'applicazione di uno degli elementi chiave della riforma del 2000.
Finalmente nel 2011 sono stati emanati i decreti ministeriali necessari per lo svolgimento delle gare: prima i decreti di definizione degli ambiti territoriali, poi il decreto che regolava, e regola tutt'ora, le gare.
Il d.m. 226/2011, e successive modifiche, disciplina attualmente lo svolgimento delle gare per l'affidamento del servizio. Va notato come il legislatore abbia preferito, anche per la regolazione di questa fase, l'applicazione di una disciplina ad hoc anziché di quella generale contenuta del codice degli appalti. I criteri di aggiudicazione, nonché quelli di partecipazione, sono individuati tenendo conto delle caratteristiche delle imprese operanti nel settore e la disciplina generale interviene soltanto laddove non vi sia una regolazione da parte di quella speciale.
Sono stati poi posti in evidenza i problemi dati dall'istituto del riscatto. Questo, da ritenersi definitivamente non più operativo nella fase ordinaria di applicazione del decreto Letta, ha creato non pochi problemi tanto alla giurisprudenza quanto al legislatore, nonché ai gestori, durante il periodo transitorio. Non essendovi stata chiarezza sulla sua applicazione, ne è nato un contenzioso importante che ha reso necessari due interventi legislativi che abbiamo visto essere non
immuni da critiche.
Riesaminando globalmente il processo riformativo avviato dal decreto Letta, emergono dunque le difficoltà per l'arrivo all'attuale disciplina. Le numerose proroghe al periodo transitorio hanno reso instabile il tessuto normativo e dunque complicato le scelte economiche dei soggetti coinvolti. L'incertezza sulla durata delle concessioni in essere non ha infatti favorito la pianificazione industriale degli operatori del settore, sia già presenti che potenzialmente interessati all'ingresso. Ne è quindi derivata una limitazione degli investimenti da parte delle imprese, spesso non in grado di elaborare strategie per il futuro. Anche il ritardo nella determinazione degli Atem ha certamente influito negativamente sull'applicazione del regime ordinario contribuendo al rinvio dello svolgimento delle gare a un periodo ben successivo al 31 dicembre 2005.
Lo scenario che si aprirà ora, si presenterà verosimilmente con un elevata riconcentrazione degli
operatori anche se il numero degli Atem è comunque idoneo a favorire una certa pluralità di soggetti.
Sul versante “istituzionale” sarà invece interessante vedere quale ruolo giocheranno l'Autorità garante per il mercato e il giudice amministrativo. Giudice amministrativo che certamente ha assunto un ruolo di primissimo piano durante il periodo transitorio andando a risolvere, o per lo meno cercando di farlo, i problemi di una disciplina così incompleta e poco coordinata.
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