Riduzione dei costi per riorganizzazione e centralizzazione magazzini
2010 2011 2012
Investimenti tecnico – organizzativi = + 4 =
Risparmio di costi = ‐ 8 ‐ 8
Risparmio netto atteso = ‐ 4 ‐ 8
(dati in milioni di euro)
21) Interventi di Monitoraggio degli Acquisti e per la programmazione
La realizzazione del progetto di Osservatorio regionale dei Prezzi, delle Tecnologie e dei Dispositivi Medici e Protesici e degli Investimenti in Sanità sarà la base per migliorare nel triennio 2010‐2012 le politiche di governo dei processi di acquisto da parte delle Aziende ed Enti del SSR e, per la Regione, di monitoraggio dei fenomeni, di introduzione di elementi correttivi/migliorativi, di contenimento dei costi per l’acquisto di beni e servizi.
Attraverso tale attività si stima di poter prevedere un contenimento dei costi di circa 5.000.000 di Euro a partire dall’anno 2012 derivante dalla razionalizzazione degli investimenti e degli acquisti, dall’aumento del potere contrattuale del SSR di Puglia e delle capacità di negoziazione dei prezzi e, conseguentemente, dal contenimento dei costi di acquisto di beni, servizi e tecnologie.
E’ obiettivo dei Direttori Generali quello di favorire la realizzazione dell’Osservatorio regionale sulla base delle linee di indirizzo che saranno emanate dalla Regione Puglia anche assicurando la puntuale alimentazione dei flussi informativi stabiliti ai sensi dell’art.39 della Legge Regionale n.4/2010.
22) Riorganizzazione Dipartimenti Territoriali
Il Piano di Rientro 2010‐2012 prevede una serie di azioni, ivi meglio dettagliate, che rappresentano il quadro strategico di riferimento per tutte le Aziende Sanitarie per le azioni da attuarsi ed il raggiungimento dell’obiettivo fondamentale rappresentato dal reale potenziamento della rete delle strutture territoriali (Dipartimenti territoriali, Distretti Socio Sanitari, ecc..).
Qui sono riportate, in modo sintetico, le azioni e/o gli obiettivi fondamentali posti a carico dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Locali.
a) Dipartimento di Prevenzione (DiPrev)
− realizzazione del sistema informativo dei Dipartimenti di Prevenzione ed assolvimento degli obblighi informativi determinanti anche ai fini degli adempimenti LEA;
− revisione della “mission” da orientarsi verso quella di promuovere azioni rivolte allo studio, alla individuazione ed alla rimozione delle cause di nocività e di malattia di origine ambientale, umana
ed animale; di agire per garantire la tutela dello stato di benessere e della salute collettiva e di dare una risposta unitaria ed efficace alla domanda, anche inespressa, di salute della popolazione;
− fornire alle comunità locali ed alla Regione servizi di vigilanza e controllo efficaci, di elevata professionalità e corrispondenti a standard qualitativi riconosciuti, specie su problemi quali l’igiene e la sicurezza sul lavoro, la sicurezza alimentare, l’erogazione delle prestazioni sanitarie, l’igiene pubblica;
− assicurare il reale coordinamento e la comunicazione tra le diverse articolazioni funzionali interne del Dipartimento di Prevenzione e con gli altri attori istituzionali che operano nel settore, nonché alla razionalizzazione dei compiti sia sul piano dell’efficacia degli interventi sia sul piano del governo delle attività,
b) Dipartimento delle Dipendenze Patologiche (DDP)
− revisione organizzativa interna in coerenza con il Regolamento Regionale che la Regione dovrà emanare per l’adozione tempestiva di un modello organizzativo e funzionale unico per tutto il territorio regionale nel quale siano definiti compiti e funzioni del Dipartimento nonché delle singole articolazioni strutturali;
− integrazione fra gli interventi del DDP e quelli offerti dalle altre strutture sanitarie, anche per evitare sprechi di risorse per interventi similari;
− integrazione del privato sociale accreditato, secondo il Regolamento che la Regione dovrà emanare, del volontariato e delle cooperative sociali, nell’ambito di una organizzazione dipartimentale, che consenta di organizzare offerte di servizio (residenzialità, semiresidenzialità, specifici moduli organizzativi, gruppi progetto/lavoro nonché unità di strada ed eventuali altri moduli) che si rendessero necessari e utili a rispondere a bisogni territoriali che tengano conto delle risorse e dei bisogni emergenti nel territorio per meglio rispondere alle esigenze di prevenzione primaria, cura e riabilitazione della popolazione in generale e, in particolare, di gruppi di popolazione specifica e ridurre la mobilità passiva extra regionale;
c) Dipartimento di Salute Mentale (DSM)
− rafforzamento dell’assistenza territoriale con apertura h12 e potenziamento dei Centri di Salute Mentale (CSM) con un obiettivo regionale fissato: bisogna pervenire all’apertura h12 dei 2/3 dei CSM pugliesi con il potenziamento di tutte le attività ad essi assegnati dalla normativa per tutto l’arco delle 12 ore, attraverso la definizione di uno standard minimo di personale e la ridefinizione della rete regionali dei Centri;
− miglioramento della qualità dell’assistenza nei Servizi Psichiatrici ospedalieri di Diagnosti e Cura (SPDC) attraverso la definizione di procedure e strumenti innovativi quali l’uso quotidiano del registro di monitoraggio, la discussione giornaliera sui casi da parte dell’equipe, la realizzazione di attività socioriabilitative nell’ambito del Servizio Ospedaliero, l’accreditamento tra pari che favorisca il confronto e la diffusione di buone pratiche e modelli di eccellenza presenti nei Servizi;
− gestione integrata delle emergenze / urgenze psichiatriche che coinvolga i diversi attori chiamati in causa in causa (Comuni, Polizia Municipale, Pronto Soccorso Ospedaliero, 118, DSM, SPDC, Servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Tribunale per i Minorenni, Polizia di Stato, Carabinieri, Vigili del Fuoco) ed individui procedure condivise per la corretta realizzazione dell’intervento sanitario;
− favorire l’inserimento lavorativo di persone con problemi psichici in carico ai DSM attraverso una serie di azioni (indicate nel Piano);
− rafforzamento dell’assistenza psichiatrica negli Istituti di pena e delle misure alternative all’OPG da realizzarsi attraverso i CSM che devono assumere la piena responsabilità dell’assistenza psichiatrica e della tutela della salute mentale nelle carceri, con una reale e complessiva presa in carico dei detenuti con problemi psichici anche mediante idonei protocolli di collaborazione con la Magistratura competente come previsto dalle “Linee di indirizzo sulle misure di sicurezza alternative alla detenzione per i pazienti psichiatrici autori di reato”, approvate dal Gruppo Tecnico Interregionale Salute Mentale della Commissione Salute il 15/7/2009;
− potenziamento della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA);
− potenziamento della riabilitazione territoriale e riduzione della residenzialità mediante l’incremento delle attività riabilitative territoriali e domiciliari e del ricorso alla semiresidenzialità o residenzialità “leggera” (gruppi appartamento, comunità alloggio, centri diurni), con contestuale riduzione della residenzialità h 24;
− potenziamento della integrazione dei percorsi di accoglienza sociosanitaria territoriale con i percorsi riabilitativi, per i pazienti psichiatrici stabilizzati e i disabili psichici senza il necessario supporto familiare (“dopo di noi” e “durante noi”), con la definizione di protocolli operativi per la presa in carico territoriale in strutture residenziali sociosanitarie di bassa e media intensità assistenziale, quali le case per la vita introdotte con l’art. 9 della l.r. n. 26/2009 e disciplinare con l’art. 70 del Reg. R. n. 4/2007 e s.m.i., e l’attivazione di procedure per la definizione di specifici accordi contrattuali con la rete delle strutture autorizzate al funzionamento nel territorio di riferimento, limitatamente al budget assegnato a questo LEA e promuovendo percorsi virtuosi di reinvestimento dei risparmi derivanti dalla maggiore appropriatezza dei percorsi riabilitativi.
d) Distretti Socio Sanitari (DSS)
L’azione di pianificazione e programmazione della Regione Puglia ha portato, in questi ultimi anni, l’Assessorato alle Politiche della Salute e l’Assessorato al Welfare a generare un ampio corredo di norme, direttive, linee, piani programmatici, ecc.; tanto che si è resa necessaria una riflessione complessiva sul loro livello di coerenza e di applicabilità a tutto il sistema del welfare formale e informale.
Il Distretto a seguito della Legge Regionale n. 25 del 3 agosto 2006 e delle indicazioni del Piano Regionale di Salute è oggetto di un’importante riorganizzazione che prevede anche l’istituzione di nuove funzioni e un nuovo modello organizzativo, sancito a breve con il Regolamento del Distretto Socio Sanitario, per assicurare al meglio i livelli essenziali di assistenza (LEA).
Recentemente la nostra Regione è impegnata, in un complesso processo di strutturazione delle attività distrettuali attraverso la definizione di un apposito regolamento regionale di Organizzazione del Distretto e lo sviluppo sistemico e sistematico di procedure e protocolli, con lo scopo di definire un sistema integrato di protezione sanitaria e socio‐sanitaria a rete.
Soprattutto, attraverso il regolamento del distretto si intende definire:
− un modello organizzativo e funzionale tale da garantire l’omogeneità ed equità dell’assistenza sul territorio regionale;
− l’unicità del ruolo del Distretto nel “governo della domanda di salute”;
− i rapporti strutturali e funzionali tra la Direzione del Distretto e le Cure Primarie, ma anche i rapporti funzionali tra il Distretto, i Dipartimenti e le Strutture Sovradistrettuali territoriali.
Il disegno di Distretto che prende forma in Puglia è quello di una Macrostruttura chiamata a garantire il coordinamento e l’integrazione di tutte le attività sanitarie e sociosanitarie a livello territoriale; capace di esprimere una funzione propulsiva nella ricerca, promozione e realizzazione di opportune sinergie tra tutti i sottosistemi di offerta territoriale (Dipartimenti e Strutture Sovradistrettuali) e fungere da
collegamento tra questi e le Cure Primarie (Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta e Continuità Assistenziale).
Al Distretto è assegnato il compito specifico e delicato di curare e attivare la rete formale e informale di protezione sanitaria e sociale attraverso l’integrazione e il coordinamento delle azioni dei diversi protagonisti coinvolti per garantire e assicurare la presa in carico globale della persona e la continuità delle cure.
A garanzia di questa missione sono stati posti due strumenti strategici:
− la Porta Unica di Accesso (PUA);
− l’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM).
Entrambi chiamati a sostenere i due principi cardine di tutto il sistema alternavo alla funzione ospedaliera.
L’obiettivo è la costituzione di un sistema, nella rete, di Porte Uniche di Accesso e di Unità di Valutazione Multidimensionale, collegate tra loro, e consolidate attraverso l’adozione di specifici atti aziendali di organizzazione e di programmazione delle risorse umane e tecnologiche e implementazione di strumenti di valutazione multidimensionale, già definiti per la non autosufficienza degli anziani (SVAMA) e in corso di definizione per le persone con disabilità (SVAMA.Di.).
Si tratta di perseguire il miglioramento dei livelli di efficienza e di efficacia del setting assistenziale e l’appropriatezza della continuità delle cure.
La sfida proposta è legata alla capacità del sistema di mutare approccio rispetto alla “lettura” della domanda di salute e alle coerente “costruzione” di un corredo di risposte variegate e specifiche rispetto alla Persona in stato di bisogno.