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Ripensare i partenariati territoriali

Nel documento Progetto ITACA. Rapporto finale (pagine 26-37)

3.1 Un nuovo modello di rete

Il progetto ITACA ha rappresentato per molti aspetti una iniziativa pionieristica, mossa dall’aspirazione al ripensamento dei partenariati con le comunità italiane all’estero. Abbandonando il vecchio approccio focalizzato sugli aspetti culturali e folkloristici il progetto ha fatto leva sulla capacità degli italiani all’estero, e dei loro discendenti, a guidare iniziative business oriented che portano ad un potenziamento dei rapporti economici tra l’Italia e il contesto estero prescelto.

Il forte dinamismo economico del Canada e la posizione ricoperta al suo interno dalla comunità italiana hanno permesso al progetto di raggiungere obiettivi importanti.

È però ipotizzabile che il “modello ITACA” possa essere applicato anche ad altri contesti territoriali esteri nei quali vi sia una forte comunità italiana.

La presenza di una “diaspora” italiana nel mondo rappresenta infatti una risorsa che non può essere più misconosciuta dalle autorità nazionali. I cittadini italiani residenti all’estero al 31 dicembre 2008 sono, in base al decreto del Ministero dell’Interno del 23 gennaio 2009:

Continente Cittadini Italiani

Europa 2.157.537

America Meridionale 1.118.338

America Settentrionale e Centrale 370.009 Africa, Asia, Oceania e Antartide 207.730

Fonte: Fondazione Migrantes – Rapporto italiani nel Mondo 2008

La presenza di una significativa comunità italiana non è di per sé sufficiente a giustificare un intervento, che richiede uno studio preliminare sulle potenzialità di

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integrazione economica. All’interno del progetto ITACA è stata sviluppata una specifica riflessione su questo tema.

Secondo il procedimento elaborato il punto di partenza per individuare il contesto di riferimento dell’analisi consiste nell’esame dell’evoluzione di lungo periodo dell’interscambio. Si utilizzano due strumenti statistici principali: il valore complessivo dell’interscambio, posto in relazione con le dimensioni economiche dei due paesi e con i fattori di prossimità, in una logica simile a quella dei modelli gravitazionali, e il saldo commerciale normalizzato, che consente confronti non distorti nel tempo e con paesi diversi. Successivamente va analizzata l’evoluzione di lungo periodo delle esportazioni del paese - con la ricostruzione della serie storica della quota di mercato delle imprese, a confronto con quelle dei principali concorrenti – da integrare con le determinanti del suo andamento. Questa analisi è posta nel contesto di una più generale valutazione delle fasi attraversate dall’economia, in termini di crescita produttiva e apertura internazionale. È poi necessario valutare in che misura la dinamica delle esportazioni di un paese verso il partner, a confronto con quelle verso gli altri mercati di sbocco, riflette la sfasatura ciclica della domanda di importazioni o altre possibili determinanti. Il modello di specializzazione settoriale dell’interscambio bilaterale è messo a confronto con quello con il resto del mondo, sia per quanto riguarda la dinamica della domanda sia per l’intensità tecnologica dei prodotti. In questo modo si accertano le caratteristiche strutturali specifiche dell’interscambio rispetto a quelle che emergono con gli altri paesi.

L’analisi è estesa anche agli scambi di servizi.

L’attenzione si rivolge poi alla misurazione dell’importanza relativa del commercio intra-industriale, verticale e orizzontale, nonchè alle quote di mercato settoriali delle esportazioni, a confronto con quelle dei principali concorrenti, cercando di individuare le opportunità di sviluppo sulla base di una stima statistica del potenziale di quota non utilizzato.

La terza fase della ricerca consiste nell’esame dettagliato dei dati di commercio estero disponibili a livello regionale, per le aree coinvolte nel progetto, con particolare riferimento a:

- quote di mercato aggregate (anche con lo strumento dell’analisi CMS);

- indici di specializzazione delle esportazioni (con una versione modificata dell’indice di Balassa dei vantaggi comparati rivelati);

- quote di mercato settoriali e il loro potenziale di espansione.

In quest’ambito vengono elaborati anche indici di “preferenze commerciali rivelate”, volti a stimare l’intensità dei rapporti commerciali tra ciascuna regione e il paese partner a livello settoriale.

Successivamente si esaminano i dati disponibili, a livello nazionale e regionale, sui traffici di perfezionamento attivi e passivi, utili per identificare le tracce di reti di produzione transnazionale che coinvolgono i due paesi.

I metodi appena delineati consentono di ricostruire un quadro dettagliato ed esauriente dei rapporti commerciali e produttivi tra i paesi e del loro potenziale di sviluppo, articolato, per quanto possibile, a livello territoriale.

Tali analisi con indagini dovrebbero essere integrate con specifiche ricerche su:

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- barriere che limitano gli scambi e l’integrazione produttiva;

- canali di distribuzione e assistenza post-vendita usati dalle imprese, tenendo conto anche del ruolo specifico delle comunità locali e delle possibilità di accesso nei mercati;

- potenziale di sviluppo delle importazioni, soprattutto con riferimento a beni e servizi intermedi, nella logica del cosiddetto “import strategico”.

La presenza di una comunità italiana radicata nel sistema socio-economico del paese straniero e l’individuazione di potenzialità di accrescimento dell’interscambio economico con l’Italia permettono di avviare la creazione di un network istituzionale e imprenditoriale all’interno del quale sviluppare iniziative di business.

Il progetto prevede l’innesco e la strutturazione di un sistema di relazioni tra i soggetti imprenditoriali mediante la realizzazione di un contesto di sostegno (conducive environment), tale da condurre gli imprenditori ad individuare o creare opportunità economiche su cui sviluppare iniziative imprenditoriali di business matching. Il contesto di sostegno è costituito dalla realizzazione di una rete di relazioni proposta da soggetti istituzionali. Essa si sviluppa con l’apporto dei soggetti imprenditoriali (potenziali e non) ed opera come incubatore delle iniziative imprenditoriali. Il fine ultimo della rete è quello di giungere all’individuazione di opportunità economiche ed iniziative imprenditoriali capaci, nel tempo, di permanere autonomamente sul mercato.

Successivamente, tali iniziative autonome, possono costruire una testa di ponte per nuove ulteriori iniziative in mercati/contesti inediti.

L’elemento che opera come leva per l’innesco di relazioni è costituito dalla presenza di una folta comunità di origine italiana che è parte integrante del sistema economico locale e che presenta caratteristiche idonee al sostegno di un sistema relazionale imprenditoriale.

Nella strutturazione del sistema relazionale è necessario tenere presente alcune fondamentali osservazioni sul contesto nel quale gli operatori economici che hanno affrontato i mercati internazionali negli ultimi decenni si trovano ad operare:

- Aumento del livello di omogeneità tra gli stili di vita e consumo di gruppi estesi di paesi con aumento dei vantaggi e delle facilitazioni derivanti dalla standardizzazione dei prodotti;

- Affermazione di tecnologie innovative nei processi produttivi tali da determinare un aumento della differenziazione del prodotto e un abbassamento del relativo ciclo di vita con conseguente esigenza di ampio e rapido sfruttamento delle innovazioni;

- Sviluppo del volume del commercio internazionale (in tutte le sue componenti:

materie prime, prodotti finiti ed intermedi) con crescita e sviluppo di nuovi paesi o aree geo-territoriali capaci di sfruttare i propri vantaggi comparati e di aprire le proprie aree di mercato;

- Riduzione delle barriere istituzionali ed aumento del livello di liberalizzazione dell’economia parallelamente al formarsi di grandi aree di mercato organizzate (EU, Mercosur, Nafta).

- Sviluppo e diffusione di tecnologie ICT ed Internet based determinanti la riduzione dei vincoli spazio-temporali e affermazione del commercio elettronico su base nazionale ed internazionale;

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- Emergere del knowledge management come fattore di alimentazione della hypercompetition dei mercati a rapida crescita in cui è vitale effettuare scelte appropriate in termini di time and entry mode. Sviluppo di modelli organizzativi della produzione e della distribuzione condotti da grandi imprese mediante modalità organizzative basate su sistemi di rete e su collaborazioni, determinano un mix di competizione e collaborazione su differenziati ambiti di prodotti, mercati e tecnologie.

Trattandosi di azioni che di norma impattano la realtà delle piccole e medie imprese (PMI) bisogna tenere presente che queste soffrono di un gap organizzativo, di risorse e di conoscenze, così riassumibili:

- Scarsa fruibilità, da parte delle PMI, dei servizi pubblici erogati da Enti e soggetti preposti poiché questi ultimi sono, in termini generali, deboli dal lato del coordinamento interno ed esterno, mentre i servizi hanno scarsa rispondenza alle specificità degli utilizzatori. Per quest’ultimo motivo tali servizi richiedono risorse e competenze non in possesso di operatori economici e aziende minori che, in alternativa, eludono la fase di contatto con il mercato finale e affidano le fasi commerciali e distributive ad operatori del settore commerciale, distributivo e della intermediazione. In conseguenza di ciò, esse perdono margini di utile nonché la visibilità dell’immagine e la tempestività di reazione ai segnali provenienti dal mercato.

- Maggiore capacità delle grandi aziende di sfruttare adeguatamente i servizi reali di tipo indifferenziato offerti dagli enti grazie alle risorse disponibili e alle competenze interne o acquisibili dall’esterno. Lo sviluppo e l’organizzazione di competenze interne talvolta possono condurre al sorgere di nuove iniziative di business fondate sull’offerta di servizi di supporto accessibili da parte di terzi mediante meccanismi di mercato.

- Necessità di sviluppare una rete internazionale di Enti e soggetti di natura istituzionale (ma aperta a soggetti di natura privata) articolata sia sul piano nazionale che nelle diverse aree di mercato internazionale utilizzando strutture snelle e di facile interfaccia per gli operatori. Questa deve operare tanto a supporto delle aziende che perseguono strategie di diretta apertura di attività imprenditoriali internazionali, che per quelle che perseguono strategie di internazionalizzazione indiretta mediante intermediari commerciali e broker italiano o esteri.

Nell’ambito del contesto sopra delineato viene inquadrato il progetto di costituzione di una rete di soggetti imprenditoriali e istituzionali appartenenti a sistemi territoriali italiani ed esteri, avente il fine di costituire un unico soggetto istituzionale (la rete stessa) che opera da incubatore per l’innesco e lo sviluppo di relazioni economiche (commerciali o produttive) tali da sostenere lo sviluppo e la crescita delle aree territoriali.

Lo scopo di un progetto di costituzione di una rete di soggetti imprenditoriali e istituzionali, come accennato, è duplice:

- sostenere i processi di sviluppo e crescita di determinate aree territoriali caratterizzate da tessuti locali di piccole e medie imprese;

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- innescare meccanismi di contatto e costituire un contesto di riferimento per aziende e operatori imprenditoriali orientati ad intraprendere relazioni economiche con operatori di mercati/paesi esteri.

Il secondo scopo rappresenta lo strumento mediante il quale raggiungere il primo. In realtà, la costituzione della rete rappresenta uno scopo a se stante poiché, considerata la realtà del tessuto industriale italiano fondato su diffusi sistemi di piccole imprese, la rete deve operare al servizio dell’intero sistema delle imprese indipendentemente dalle specificità delle singole aree locali. Certamente il raggiungimento dei due obiettivi genera effetti sinergici di reciproco rafforzamento poiché, da un lato lo sviluppo delle aree locali rafforza la rete di supporto che riceve maggiori stimoli e risorse (maggiore domanda da parte delle aziende, nuovi mercati e prodotti, nuovi servizi offerti); dall’altro, il rafforzamento della rete genera un ampliamento delle opportunità per le aziende locali che:

1) intendono seguire il percorso dei mercati esteri per assecondare la propria strategia di crescita (pregiudicata dalla limitazione del mercato interno locale o nazionale); 2) optano per i mercati esteri come strategia di sopravvivenza per sfuggire alle forti pressioni concorrenziali sui mercati interni.

Il ruolo che può giocare questa rete nel supportare l‘individuazione delle opportunità sui mercati esteri è rapportabile a quello giocato dal sistema dei servizi reali offerti da attori ed enti di natura pubblica che deve operare a supporto delle scelte di adozione di strategie internazionali da parte delle imprese minori. Ne deriva che i soggetti che operano in tale rete hanno, da un lato, natura istituzionale (proponenti) e, dall’altro, natura imprenditoriale (destinatari). Benché si pongano obiettivi differenti, essi operano in un ambito di sinergie coordinato da apposite unità organizzative lungo l’intero ciclo di vita del progetto durante il quale la rete delle relazioni si attiva, si sviluppa e si consolida mediante le azioni poste in essere e grazie allo sviluppo di risorse relazionali alimentate dall’innesco di processi di apprendimento.

Fig. 1 - I soggetti istituzionali e imprenditoriali della rete

Soggetti istituzionali Soggetti imprenditoriali

(destinatari) CCIAA e Sistema Camerale Nazionale Piccole aziende Camere Commercio Italiane all’Estero Imprenditori

Assessorati Regionali ed EELL Giovani imprenditori

Associazioni e comunità I-C Manager

Università e Centri di Ricerca Consulenti

Agenzie e Autorità di Gestione Regionali Professionisti

ICE, Sprint, Agenti, intermediari, broker Ministeri, Agenzie, Autorità Governo Centrale ---

Associazioni Imprenditoriali

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La rete dei soggetti intende, in particolare, innescare un articolato processo di business matching che, facendo leva su preesistenti relazioni socio-culturali tra i soggetti operanti nelle aree/mercati di interesse, crei appropriate condizioni contestuali mettendo a disposizione (totalmente o parzialmente) le risorse necessarie. Si può osservare la rete, da un punto di vista evolutivo, come suddivisa in varie fasi che vanno dall’avvio fino alle diverse articolazioni del suo epilogo che derivano dal modo in cui soggetti imprenditoriali sono capaci di sfruttare le opportunità create giungendo a dar vita ad autonome iniziative di business capaci di affermarsi nel sistema competitivo (Fig.2).

Fig. 2 – Fasi del ciclo di realizzazione della rete

FASI PRINCIPALI CARATTERISTICHE

1 Analisi

Analisi di fattibilità, Individuazione dei partners, Centralità dei soggetti istituzionali, Definizione di guidelines, prerequisiti, criticità, potenzialità.

2 Costituzione/Avvio

Condivisione degli obiettivi, Definizione/Assegnazione dei ruoli, Definizione procedure, Formazione delle competenze, Enpowerment organizzativo, Definizione best practices.

3 Attuazione

Programma operativo, Sviluppo contatti esterni, Valutazione opportunità di business matching, Selezione ed incubazione delle opportunità, Adozione delle best practice, Processi di apprendimento (interni).

4 Accompagnamento

all’autonomia

Transizione all’autonomia dei soggetti imprenditoriali, Sviluppo/rimodulazione progetti avviati e nuovi, Verifica delle competenze interne.

5 Sviluppo autonomo

Relazioni di rete indirettamente attive, Progetti di business autonomi, Coinvolgimento di vecchi e nuovi partners per il business matching.

6 Consolidamento

Rafforzamento della posizione acquisita, Affidamento prevalente sulle risorse/competenze interne, Superamento della protezione della rete, Rafforzamento delle best practice, Processi di apprendimento (esterno) e riposizionamento.

-Assenza di rinnovamento e supporto della rete;

-Rinnovo dei progetti e sfruttamento delle relazioni.

1. Nella fase di analisi si definisce l’idea progettuale e si verificano le potenziali opportunità economiche tra soggetti/paesi/aree in questione in funzione degli obiettivi che si intendono perseguire. Il lavoro, svolto da un nucleo del gruppo di progetto, è

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finalizzato a definire le linee guida e i potenziali soggetti interessati e a valutare tempi e risorse. Inoltre, si verificano i prerequisiti e le possibilità di successo del progetto evidenziando criticità, soluzioni, potenzialità, opportunità.

2. Nella fase di avvio si dà attuazione al progetto ponendo in essere tutte le attività di empowerment organizzativo per il pieno coinvolgimento dei soggetti della rete:

dall’individuazione di attori e partners alla specifica definizione del loro ruolo; dalla condivisione degli obiettivi strategici ed operativi all’articolazione e al rafforzamento delle relazioni fino alla valutazione delle occasioni di reciproca utilità. Inoltre, si opera per dare risposta al necessario fabbisogno di conoscenze e competenze con adeguate azioni formative. Ciò conduce a mettere a punto il disegno organizzativo del progetto (insieme delle procedure e delle relazioni operative e funzionali) che permette di dare vita al funzionamento della rete. Al termine di tale fase il progetto può dirsi definito nelle sue procedure che verranno adottate nella successiva fase.

3. La fase di attuazione è quella in cui si realizza operativamente il programma di business matching. Nel corso di questa fase i soggetti imprenditoriali hanno l’opportunità di sviluppare contatti diretti all’interno della rete e contatti con soggetti imprenditoriali esterni alla rete individuando e valutando le opportunità economiche di reciproco vantaggio. La rete degli attori in questa fase gioca un ruolo di incubatore operando tanto sul piano dell’intermediazione (del processo di business matching) quanto su quello della costituzione di un contesto “protetto” in cui è possibile dare risposta agli eventuali aspetti di incertezza e indeterminatezza (che caratterizzano maggiormente le relazioni inedite e le iniziative imprenditoriali innovative). In tal modo vengono condotte in porto iniziative che soddisfano reciprocamente gli attori e rientrano negli obiettivi del progetto. Inoltre, in questa fase, si mettono in via di attuazione processi di apprendimento, prevalentemente basati sulle relazioni interne alla rete, grazie ai quali si può disporre di un nucleo di elementi (competenze, capacità, best practice) determinanti per il prosieguo del percorso progettuale.

Infatti, la possibilità che il business matching attuato possa consolidarsi e favorire l’instaurazione di duraturi, quanto indipendenti, rapporti economici e commerciali, dipende dalla capacità degli operatori economici di acquisire e sviluppare nel tempo una capacità competitiva interamente costruita sulle risorse e sulle competenze di tipo: a) endogeno; b) acquisibili sul mercato; c) derivanti dalle relazioni stabilite nell’ambito della rete istituzionale. Ad ogni modo tale possibilità dipende dalla capacità di trasferire progressivamente dal contesto esterno (di cui fa parte la rete degli attori) all’interno dell’azienda la capacità di generazione delle opportunità economiche e commerciali e ciò equivale a sviluppare propri fattori di vantaggio competitivo. Questo processo si sviluppa con il venir meno progressivamente del ruolo della rete-incubatore, ed inoltre, tanto più gli interessi dei soggetti imprenditoriali della rete si spostano su nuove aree di mercato e di prodotto progressivamente meno vicine e affini a quelle iniziali.

4. Il passaggio all’adozione di strategie competitive progressivamente fondate su risorse prevalentemente interne, può essere gestita nell’ambito di quella fase del progetto definita di accompagnamento all’autonomia, che rappresenta una transizione all’“età adulta” dell’iniziativa imprenditoriale.

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A tale scopo la rete degli attori ed il relativo progetto possono operare allo scopo di accompagnare i soggetti imprenditoriali in un percorso di acquisizione di autonomia operativa e progettuale che permetta progressivamente di evidenziare o sviluppare i fattori di competitività che avvicinano i soggetti imprenditoriali alle dinamiche di mercato e a prepararsi ad affrontare con le proprie forze il contesto competitivo. In tale fase di affiancamento vanno definiti con accuratezza lo sviluppo dei precedenti progetti (o la loro rimodulazione) e la proposizione di nuovi progetti (di prodotto, di mercato, organizzativi) sulla scorta delle esperienze maturate.

5. Successivamente è prevedibile una fase di sviluppo dei progetti economici e commerciali di business proposti dai soggetti imprenditoriali a partners già facenti parte della rete o a nuovi partners. La realizzazione di tali progetti autonomi si fonda, anche se indirettamente, sulla validità della rete e del sistema di relazioni sviluppate che ne costituiscono un presupposto e poiché esse, per la propria natura spesso interpersonale, costituiscono un asset sostanziale che fornisce utilità anche al termine della vita formale dello stesso progetto della rete. Le relazioni che quest’ultima permette di sviluppare, se opportunamente interiorizzate e valorizzate, continuano ad operare e a costituire fonte di nuove opportunità per entrambi i soggetti della relazione (e per entrambe le aree territoriali di provenienza e destinazione).

6. Alla fase di sviluppo segue una fase di consolidamento delle iniziative imprenditoriali nel corso della quale i soggetti imprenditoriali della rete rivedono e tendono a rafforzare la propria posizione nell’ambito delle aree territoriali e di mercato in cui hanno svolto la propria attività. Ciò implica un’eventuale selezione delle opportunità puntando tanto su quelle più proficue e meno rischiose, quanto su quelle governabili facendo riferimento a risorse e competenze disponibili internamente o più controllabili. In questa fase, in sostanza, si evidenzia la posizione acquisita nel sistema competitivo con un definitivo superamento del contesto preservato costituito dal progetto della rete e gettando le basi per un futuro allargamento delle iniziative competitive. Il mancato superamento di tale contesto può pregiudicare i risultati e la vita stessa dell’iniziativa imprenditoriale.

L’attuazione di processi di apprendimento, prevalentemente derivanti dallo sviluppo delle relazioni esterne, rappresenta un elemento vitale per il conseguimento del successo sia dell’azione dei soggetti destinatari che dell’azione della rete istituzionale (quest’ultima intesa sia nella sua accezione generale di azione di policy, sia nella sua specifica accezione di progetto replicabile nella sua genesi e formulazione).

7. L’ultima fase di questo processo evolutivo della rete si articola in differenti possibili articolazioni in funzione della positiva affermazione dell’iniziativa imprenditoriale. Si prefigurano tre possibili percorsi di questa fase.

a) Il primo prevede che la vita dell’iniziativa continui autonomamente con una stabilizzazione sulle iniziative di business messe in atto già nell’ambito della rete o con il suo supporto, operando in ambiti di nicchia territoriali o di prodotti.

b) Il secondo percorso è quello definito di uscita poiché l’accompagnamento verso

b) Il secondo percorso è quello definito di uscita poiché l’accompagnamento verso

Nel documento Progetto ITACA. Rapporto finale (pagine 26-37)

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