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Rischi da frana connessi ai beni storico – architettonici

Nel paragrafo precedente è stato descritto lo studio sistematico dei movimenti franosi che interessano i centri abitati e la viabilità principale; il risultato ottenuto ha messo in evidenza anche molte situazioni di rischio per il patrimonio architettonico.

Diverse tipologie di frane minacciano direttamente monumenti di grande importanza storico-architettonica della Provincia di Rieti, la cui alta sismicità del territorio, è da porre fra le principali cause predisponenti e talvolta direttamente innescanti i fenomeni franosi.

Grazie al progetto di studio svolto che ha permesso la realizzazione di un catalogo sperimentale, una banca-dati e una cartografia riassuntiva dell’inventario delle frane nel territorio reatino; sono emersi elementi interessati riguardanti i rapporti tra dissesti e centri abitati, con particolare riferimento e coinvolgimento di elementi e beni storico-architettonici di notevole interesse.

123 La localizzazione e le principali caratteristiche dei siti storico-architettonici interessati dai dissesti sono riportati in Tabella 2.4 e in Figura 2.14, le cui possibili spiegazioni del fatto che i maggiori rischi connessi ai movimenti franosi, come si vede in Figura 2.14, siano concentrati nella parte sud-occidentale del territorio della provincia di Rieti, sono da ricercare nella storia, alla formazione dei più antichi insediamenti.

Figura 2.14 - Ubicazione dei siti storico-architettonici interessati da dissesti (numerazione riferita alla Tabella 2.4)

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Tabella 2.4 - elenco dei beni storico – architettonici interessati dai movimenti franosi. Il numero progressivo è riferito alla Figura 2.14.Il numero del dissesto si riferisce alla Carta dei fenomeni

franosi (Menotti et alii, 1999)

Località Comune Bene Storico Tipologia di frana e

numero di inventario

1 Collevecchio Collevecchio Centro storico Scorrimento - 192 2 Tarano Tarano Centro storico Crollo - 72 3 San Polo Tarano Centro storico Scorrimento - 193 4 Lugnola Configni Centro storico Crollo - 196 5 Rocchette Torri in Sabina Centro storico Crollo - 149 6 Selci Selci Centro storico Scorrimento - 194 7 Poggio

Mirteto Poggio Mirteto Centro storico Scorrimento - 188 8 Montopoli Montopoli Centro storico Crollo - 234 9 Frasso

Sabino Frasso Sabino Centro storico Crollo - 65 10 Longone

Sabino Longone Sabino Centro storico Scorrimento - 189 11 Capradosso Petrella Salto Centro storico Scorrimento - 22 12 Vallececa Pescorocchiano Centro storico Scorrimento - 99 13 Roccarandisi Pescorocchiano Centro storico Colamento - 96 14 Cottanello Cottanello Cimitero

Monumentale Scorrimento - 154 15 S. Cataldo Cottanello Eremo di S. Cataldo Crollo - 18 16 S.Vittorino Castel S. Angelo Chiesa di S. Vittorino Complesso - 221 17 Rocca Cenci Petrella Salto Rocca di Beatrice

Cenci Crollo - 94 18 Vignola Antrodoco Santuario Madonna

delle Grotte Crollo 19 Osteria Tancia Roccantica Eremo di S. Leonardo Crollo 20 S.Michele Monte S.Giovanni Grotta S. Michele Arcangelo Crollo 21 Poggio

Bustone Poggio Bustone

Eremo di S.

Francesco Crollo 22 Grotti Cittaducale Santuario Madonna

dei Balzi Crollo 23 Varco Sabino Varco Sabino Grotta S. Michele

125 In evidenza c’è sempre il comune di Varco Sabino (N°23, Tabella 2.4) con la Grotta di S. Michele Arcangelo: Il Santuario rupestre è situato nella costa ovest del Monte Ettore, nei pressi dell’abitato, le cui pareti rocciose (calcari e calcari marnosi), sono continuamente soggette a crolli. Il Santuario è stato spesso oggetto di interventi di consolidamento e bonifica da parte del Genio Civile. Come riportato da Marinelli R. et alii, su un totale di 23 casi riportati, il 56% riguarda centri abitati di elevato valore storico, il 22% singoli monumenti particolarmente importanti e il restante 22% altri siti rupestri.

Le frane più ricorrenti risultano ancora una volta le frane per crollo in roccia per il 56% dei casi, seguiti dagli scorrimenti in terra con il 34%.

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Capitolo 3

Stato dei luoghi

Lo scopo di questo capitolo è quello di mostrare le indagini e i rilievi svolti dalle imprese successivamente all’evento più grave che ha colpito la zona oggetto di

studio: il crollo di un masso di circa 0,3 m3, che staccandosi dalla scarpata

rocciosa prospiciente la strada è caduto sulla sede stradale colpendo un mezzo in transito con gravi conseguenze per uno degli occupanti.

L’Eurock, impresa di cui spesso si fa riferimento, ha condotto e realizzato la relazione geotecnica in seguito al rilievo di Colle Retagliola posto a monte della S.P. per Rocca Vittiana, nel tratto compreso tra la diga del Bacino del Salto ed il paese stesso.

Il Colle presenta pendii ripidi con incisioni vallive e balze rocciose, fino alla quota di 900 m s.l.m.; la dorsale è costituita da formazioni litoidi carbonati che di età miocenica stratificate, assume in alcuni tratti forme particolarmente aspre guidate dai molteplici elementi tettonici esistenti. La dorsale è sottoposta a erosione,

dovuta all’attività degli agenti esogeni che ne scompaginano l’assetto originario

ed agevolano l’instaurarsi di processi di franosità per crollo di massi litoidi.

Al fine di ottenere un quadro completo delle condizioni della pericolosità dei

fenomeni di crollo, l’impresa ha svolto un rilievo di campagna per gli elementi

strutturali (discontinuità) che ha permesso di caratterizzare dal punto di vista geomeccanico l’ammasso roccioso, la tipologia e volumetria dei massi presenti e fare delle considerazioni sulla possibile mobilizzazione di quest’ultimi. Tutto ciò che concerne alla valutazione geotecnica dell’ammasso ha permesso di fornire lo sfondo con cui successivamente si è potuto valutare gli scenari di rischio nelle varie zone e di proporre i più adeguati interventi a protezione, che si tratteranno con maggior dettaglio nel prossimo capitolo ove si mostreranno inoltre il

127 programma di calcolo utilizzato per la progettazione, le opere di sistemazione strutturale e non, e la manutenzione proposta.

La stessa impresa Di Vincenzo Dino & C. S.p.A., come estratto dalla sua relazione geotecnica, descrive la realizzazione del suo studio geologico- strutturale effettuato eseguendo rilevamenti direttamente sugli ammassi rocciosi che caratterizzano il versante, avvalendosi di tecniche alpinistiche e dell’elicottero. Tale metodologia ha permesso il raggiungimento di zone normalmente inaccessibili e la possibilità di effettuare una documentazione fotografica da angoli visuali altrimenti impossibili. Segue nella relazione che la natura dei dissesti osservata è esclusivamente superficiale e legata alla fatturazione e tettonizzazione dell’ammasso roccioso che permette il distacco e la caduta di massi di varia volumetria. Dunque, l’impresa ha volto l’indagine principalmente con l’analisi strutturale di superficie degli affioramenti rocciosi al fine di valutare il grado di stabilità generale; in secondo luogo l’indagine stessa ha permesso di valutare statisticamente le caratteristiche fisiche dei volumi di roccia instabili.

Con maggior dettaglio verranno descritti i prossimi paragrafi per avere un inquadramento geotecnico completo, al fine di introdurre il prossimo capitolo e servire comunque da sfondo per quello che è emerso dai sopralluoghi svolti.