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9. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E IMPATTO PAESAGGISTICO,

9.1 Risparmio energetico e riduzione di CO 2 nell’ambiente

Una presa di coscienza del problema ambientale si è verificata in seguito alla crisi energetica del 1973, dovuta al conflitto fra Israele, Egitto e Siria e alla conseguente sospensione da parte dei paesi arabi delle forniture di petrolio destinato a Europa e Stati Uniti e a una seconda fase di riconoscimento del problema ambientale, con attenzione non solo rivolta alla questione dell’esaurimento delle risorse ma anche alla salvaguardia dell’ambiente, valenze e capacità rigenerative.

Nel Rapporto della Commissione mondiale su Ambiente e Sviluppo del 1987, venne formulata una definizione di “sviluppo sostenibile” come sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere le capacità delle generazioni successive di soddisfare i propri (WCED, 1897).

Atto di politica ambientale di notevole importanza è stato poi il Protocollo di Kyoto del 1997, negoziato da 160 paesi. Esso ha stabilito le misure per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, metano, protossido di azoto, fluorocarburi idrati, perfluorocarburi, esafluoruro di zolfo, che comportano cambiamenti climatici globali ed effetto serra.

Il ruolo degli edifici verso gli obiettivi del programma 20-20-20

Nell’ambito del Piano 20-20-20 della Commissione Europea, il ruolo del settore civile, in modo particolare quello residenziale, è fondamentale in quanto questo comparto ha forti ripercussioni su tutti i tre obiettivi che l’Unione Europea si è posta, entro il 2020.

La riduzione delle emissioni di gas serra è strettamente collegata alla riduzione del 20% dei

consumi e alla produzione del 20% di energia da fonti rinnovabili.

Le caratteristiche del patrimonio edilizio europeo e italiano in particolare offrono molteplici occasioni attraverso cui perseguire gli obiettivi prefissati.

Attraverso alcuni dati numerici sarà facile comprendere il ruolo e le potenzialità degli edifici nonché i progressi già raggiunti in questo settore.

La seguente tabella riporta gli impieghi finali di energia in valore assoluto e divise per settore, relativi all’Italia. E’ facile comprendere l’importanza del settore civile e di quello residenziale, essendo quest’ultimo circa il 36% del totale, come riportato in figura.

9. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E IMPATTO PAESAGGISTICO,ECONOMICO E SOCIALE NELLA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI

Per quanto riguarda le emissioni di gas serra, in gran parte CO2, a livello di macrosettori le quantità più rilevanti sono da addebitare alla produzione di energia (centrali termoelettriche) e al settore dei trasporti con il settore residenziale al 9%

Se però si scorpora il dato relativo all’edilizia nelle percentuali della produzione di energia e delle industrie il dato complessivo del settore edilizia civile diventa predominante tanto da collocare l’Italia al primo posto in Europa per emissioni di CO2 da edifici. E’ quindi evidente come ridurre i consumi di questo settore abbia notevoli ripercussioni sulle emissioni totali.

Questi dati particolarmente significativi in Italia sono dovuti a diversi fattori tra i quali senza dubbio possiamo annoverare l’epoca di costruzione degli edifici e di conseguenza le caratteristiche costruttive degli stessi fabbricati, il loro stato di manutenzione nonché una scarsa propensione a effettuare interventi di miglioria sugli edifici da parte dei proprietari, in particolare per quanto riguarda le prestazioni dell’involucro opaco.

Come si può notare dal grafico sottostante solo il 14% degli edifici è stato costruito dopo il 1991, anno in cui è entrata in vigore la legge 10/1991 “Norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”. Questa legge con i successivi decreti per la prima volta stabiliva dei valori di rendimento degli impianti di riscaldamento e di trasmittanza degli

SOCIALE NELLA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI involucri opaco e trasparente e prescriveva di rispettare questi valori in caso di nuove costruzioni o ristrutturazione.

L’importanza di una normativa in tal senso è tanto più evidente se si osserva come a fronte del 14% di edifici costruiti dopo il 1991, ben il 57% è stato costruito tra il 1945 e il 1991, anni in cui prima per la necessità della ricostruzione post-bellica, poi per il boom economico e per l’emergenza abitativa venutasi a creare in molte grandi città, era talmente forte l’esigenza di costruire rapidamente nuovi edifici civili che, al netto delle tecnologie disponibili, nella maggior parte dei casi la qualità di quanto realizzato in quegli anni dal punto di vista energetico lasciasse molto a desiderare.

Questo modus operandi ha lasciato alla generazione successiva una serie di costruzioni tutto sommato recenti ma che presto si sono dimostrate meno efficienti dal punto di vista energetico di quelle costruite diversi decenni prima e nel peggiore dei casi anche bisognose di interventi strutturali che per forze di cose hanno avuto la priorità su interventi di efficientamento energetico.

Obiettivi per uno Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (UNESCO)

Occorre ripensare al concetto di sostenibilità, considerando oltre agli aspetti ambientali anche quelli sociali. Questo difatti dovrebbe essere reinterpretato secondo i nuovi obiettivi di Sviluppo Sostenibili (Sustainable Development Goals, https://en.unesco.org/sdgs) definiti dall’UNESCO, l’Agenzia delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura.

Nel settembre 2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, nella quale si delineano a livello mondiale le direttrici delle attività per i successivi 15 anni.

I 17 obiettivi per uno Sviluppo Sostenibile che compongono l’Agenda 2030 rappresentano il piano di azione globale delle Nazioni Unite per sradicare la povertà, proteggere il pianeta e garantire la prosperità per tutti:

1. povertà zero; 2. fame zero;

9. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E IMPATTO PAESAGGISTICO,ECONOMICO E SOCIALE NELLA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI 4. istruzione di qualità;

5. uguaglianza di genere; 6. acqua pulita e igiene; 7. energia pulita accessibile;

8. lavoro dignitoso e crescita economica; 9. industria innovazione e infrastrutture; 10. ridurre le disuguaglianze;

11. città e comunità sostenibili;

12. consumo e riproduzione responsabili; 13. agire per il clima;

14. la vita sott’acqua; 15. la vita sulla Terra;

16. pace giustizia e istituzioni forti; 17. partnership degli obiettivi.

Gli obiettivi 7, 9, 11, 12, 13, 15 e 17 sono correlabili direttamente o indirettamente alla politiche collegate all’efficienza energetica e quindi anche al tema nZEB.

9.2 Linee guida per l’integrazione degli impianti che utilizzano fonti di energia