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1. Introduzione

8.1 Risposta all’interrogativo di tesi

Quali sono le strategie adottate dall’operatore sociale comunale, per far sì che la rete diventi un supporto all’utenza e che quest’ultima resti attrice partecipe del proprio

progetto di vita?

Consapevole di non poter dare una risposta completamente esaustiva alla presente domanda in quanto durante la ricerca sono emersi molteplici temi d’interesse che avrebbero meritato di essere approfonditi, si è provato a dare una risposta alla sopracitata domanda attraverso i temi emersi durante l’analisi delle interviste che hanno portato alla stesura della dissertazione18.

Durante l’analisi delle interviste relazionate a una parte di ricerca teorica, se ne evince che per far sì che l’utente rimanga un attore partecipe del proprio progetto e che la rete gli sia di supporto, bisogna dividere l’osservazione in due aree: l’area personale e l’area professionale.

8.1.1 l’area personale

All’interno dell’area personale concorrono due mondi che, per vicissitudini della vita saranno portati a incontrarsi e intraprendere insieme un percorso di arricchimento reciproco volto al sostegno delle problematiche emerse. In quest’area si può assistere all’incontro della parte più personale di tutti gli attori coinvolti in un progetto di rete in quanto tutti possedenti una parte umana sviluppata nel tempo e frutto della somma di esperienze, vissuti, ideali, preconcetti e, inutile negarlo, giudizi. È fondamentale analizzare la parte personale prima di quella professionale in quanto è proprio grazie a quest’ultima e alla successione di eventi durante la propria vita che gli individui scelgono di operare nel settore delle relazioni umane.

L’operatore e i professionisti della rete, per poter essere di supporto all’utenza e fargli mantenere la propria posizione di attore principale del percorso, all’interno dell’area personale dovranno essere consapevoli delle proprie premesse, in modo da poter scindere le proprie rappresentazioni da quelle portate dall’utenza, senza correre il rischio di forzare la percezione della realtà dell’utente affinché diventi medesima alla propria, o viceversa: scambiare le percezioni dell’utenza come qualcosa di appartenente alla propria persona e, di conseguenza, faticare a lavorare in maniera lucida e consapevole.

18

Come espresso da Maria Luisa Ranieri, risulta fondamentale accorgersi della pluralità delle visioni, in modo da riconoscere l’emergere di tutti i protagonisti presenti nel percorso e avere

“l’opportunità di mettere insieme il lavoro di più soggetti” (Ranieri, 2001, p.77).

Attraverso la consapevolezza delle rappresentazioni, la rete potrà tradurre il proprio immaginario in dialoghi costruttivi con tutti i componenti, muovendosi così dentro un percorso di conoscenza reciproca che porterà tutti gli attori a essere consapevoli della realtà degli altri, facendo chiarezza. L’utente, ricevendo un unico feedback da parte dei professionisti, avrà facilità a comprendere il senso del proprio progetto e a condividerlo in termini di partecipazione e attivazione (Schön, 199, cit. in Ranieri 2001).

8.1.2 l’area professionale

Dopo aver chiarito le proprie rappresentazioni, è fondamentale che tutti gli attori della rete provvedano a prestare attenzione anche alla parte professionale della propria figura che, in termini pragmatici, è l’area che all’utente si traduce in azioni, interventi e riflessioni comuni in merito agli obiettivi costruiti insieme.

Dall’analisi delle interviste è emerso che per poter rendere la rete di supporto alla persona beneficiaria del progetto, è fondamentale che quest’ultimo sia condiviso dall’inizio alla fine con la persona. Rendendola partecipe di ogni passo, piccolo o grande che sia, la persona avrà l’opportunità di comprendere i pensieri di tutti gli attori a suo supporto e paragonandoli ai suoi, potrà creare un dialogo con la rete, volto al raggiungimento di un punto d’incontro che permetta sì l’evoluzione del progetto, ma anche l’evoluzione personale. Grazie a più punti di vista che l’utente potrà osservare dai feedback con i professionisti, potrà sperimentare la crescita attraverso pareri differenti che gli permetteranno di confrontarsi con realtà diverse dalla sua ed essere partecipe di un progetto consapevole. Attraverso l’ascolto e il dialogo reciproco sarà possibile analizzare le varie problematiche con l’ausilio di lenti differenti, portate dai diversi professionisti e dalla persona.

Se da un lato bisognerà prestare attenzione alla comunicazione e al dialogo tra professionisti e utenza, come espresso nelle interviste sarà fondamentale curare anche quello tra i vari professionisti della rete. Analizzando le interviste è stato possibile apprendere che la maggior parte degli intervistati reputa che il passaggio delle informazioni debba arrivare da ogni specialista in modo da avere degli aggiornamenti continui, mentre solo un intervistato ha comunicato di fungere da Case manager all’interno delle situazioni e di essere la figura che passa le informazioni all’interno della rete. Tale discordanza ha portato alla conclusione che, come detto nei capitoli precedenti, il lavoro di rete è un percorso soggettivo in quanto pieno di sfaccettature personali: all’interno di una rete, dunque, non esiste un modo di operare “giusto” e uno “sbagliato”, ma bensì dei percorsi in cui tutti i professionisti lavorano per dare un senso di unità al progetto per poi far passare all’utente un senso di coesione.

La rete, dunque, per dare supporto all’utente dev’essere in grado di creare un progetto basato sull’adesione e la condivisione di significati, in modo da riuscire a essere uniti nel sostenere la persona all’interno dei momenti di difficoltà, ma anche nei momenti di sviluppo positivo in cui l’utente prova a compiere dei passi da solo, magari prematuramente.

È dunque fondamentale concludere dicendo che non esiste una corretta “ricetta” da somministrare per far sì che l’utente si senta attore partecipe del proprio progetto, con la rete a supportarlo, se non una continua condivisione dei significati personali e un costante dialogo in merito alle rappresentazioni di ognuno. Oltre alla condivisione delle rappresentazioni personali è indispensabile che all’interno della rete, utente e professionisti si sentano ascoltati sia nella parte più personale che in relazione alle responsabilità. L’utente dovrà sentirsi preso in considerazione dalla rete e sarà fondamentale che le sue capacità vengano valorizzate e, limiti e bisogni, sostenuti. I professionisti dal canto loro dovranno sentirsi riconosciuti per le loro peculiarità professionali e dovranno sentire che il loro ruolo, all’interno del lavoro multidisciplinare, venga valorizzato.

Nell’area professionale dunque, l’operatore sociale oltre che a individuare le figure necessarie al raggiungimento degli obiettivi dell’utenza, deve anche occuparsi di curare aspetti quali la considerazione e l’ascolto di tutti gli attori coinvolti. Per fare ciò è necessario che alla base, prima di qualsiasi intervento, l’operatore si impegni a creare una relazione di fiducia con la persona con cui percorrerà il progetto personale, in modo da solidificare le basi per eventuali momenti di stallo che ne precluderanno il percorso.

Il senso di considerazione e i livelli di fiducia che l’operatore sociale riuscirà ad instaurare con l’utenza, aggiunte al dialogo, l’ascolto e la disponibilità trattate all’interno della dissertazione del presente lavoro di tesi, permetteranno alla rete di lavorare in un clima di condivisione pronto a sopportare i momenti di crisi.

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