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Risultati dell’analisi del Piano Territoriale di Coordinamento

6. Risultati

6.1 Risultati dell’analisi degli strumenti di pianificazione

6.1.2 Risultati dell’analisi del Piano Territoriale di Coordinamento

L’individuazione degli elementi del paesaggio agrario tutelati nel Piano Territoriale di Coordinamento e delle modalità di tutela (limitata al territorio del caso di studio), ha comportato l’analisi dell’articolazione del territorio della Provincia di Lucca contenuta nel piano e l’identificazione degli ambiti includenti il territorio del caso di studio. Il P.T.C. della Provincia di Lucca (il quale fa riferimento al Piano di Indirizzo Territoriale regionale precedente rispetto a quello preso in esame nel sottocapitolo precedente) è strutturato in maniera molto diversa rispetto al P.I.T., per questo motivo la ricerca ha presentato alcune difficoltà in quanto non è stata individuata una sezione specifica contenente l’individuazione degli elementi del paesaggio per l’area di studio (come per il P.I.T.). Il P.T.C. di Lucca, invece, opera una complessa articolazione del territorio provinciale in “strutture territoriali” e “sistemi funzionali”, per i quali sono assegnati “criteri e indirizzi” di tutela.

Si è presa in esame, dunque, la descrizione dei “criteri ed indirizzi” di tutela paesaggistica previsti per l’ “ambito territoriale” in cui ricade il territorio caso di studio. L’ ambito territoriale di interesse è stato quindi:

. Territorio dell’Appennino . AP6 - Dorsale di Sillico;

ed i “sistemi funzionali” che rientrano nell’ambito territoriale “AP 6 - dorsale di

Sillico” sono:

. Territorio a prevalente naturalità di crinale; . Territorio a prevalente naturalità diffusa; . Territorio di interesse agricolo primario.

L’articolazione del territorio della Provincia di Lucca è riportata in maniera schematica nella Tabella 8.

Il territorio del caso di studio, ricadente nell’ambito “AP6 - La dorsale di

Sillico”, segue i criteri e indirizzi indicati per: . Territorio a prevalente naturalità di crinale

. ambito 1 - Crinale appenninico e sue articolazioni; . Territorio a prevalente naturalità diffusa

. ambito 1 - Territorio appenninico; . Territorio di interesse agricolo primario:

. ambito 11 - Territorio della valle del Serchio.

Tabella 8 - Articolazione del territorio della Provincia di Lucca.

ARTICOLAZIONE del TERRITORIO PROVINCIALE in “STRUTTURE TERRITORIALI”

- Le “Strutture Territoriali” della Provincia di Lucca sono: - il territorio del fiume Serchio e del torrente Lima; - il territorio dell’Appennino;

- il territorio delle Alpi Apuane; - il massiccio delle Pizzorne; - la collina di Montecarlo e Porcari;

- il territorio dell’Oltreserchio e delle colline del Quiesa e di Massarosa;

- i Monti Pisani;

- Il territorio studiato ricade nella struttura “Il TERRITORIO dell’APPENNINO”; ARTICOLAZIONE delle “STRUTTURE TERRITIORIALI” in “AMBIENTI e PAESAGGI LOCALI”

- Per comodità non si riporta l’articolazione provinciale nei 52 “ambienti e paesaggi locali”, ma solamente i 12 che costituiscono la struttura del “territorio dell’Appennino”:

- AP1 La Sella: lo spartiacque Serchio/Aulella – Appennino/Apuane; - AP2 La valle di Sillano;

- AP3 Il monte Prato, la Pania di Corfino e l’Orecchiella; - AP4 La fascia pedemontana dal Serchio appenninico a Pieve Fosciana;

- AP5 La valle del Torrente Castiglione; - AP6 La dorsale di Sillico;

- AP7 La valle del Torrente Ceserano e di Fosciandora; - AP8 Il preappennino montano e l’orrido di Botri;

- AP9 Le alte colline pedemontane di Tiglio e Sommocolonia; - AP10 Gli altopiani di Barga e della Media Valle;

- AP12 Il Prato Fiorito e la valle della Scesta;

- Il territorio studiato ricade nell’ambito “La DORSALE di SILLICO” (AP6); ARTICOLAZIONE del TERRITORIO RURALE PROVINCIALE in “SISTEMI FUNZIONALI”

- I “sistemi funzionali” del territorio rurale della Provincia di Lucca sono: - territorio a prevalente naturalità di crinale;

- territorio a prevalente naturalità diffusa; - territorio di interesse agricolo primario; - territorio di interesse agricolo;

- Il territorio studiato ricade nei sistemi “a prevalente naturalità di crinale”, “a prevalente naturalità diffusa” e “di interesse agricolo primario”;

Le nove “strutture territoriali” sono individuate dal P.T.C. allo scopo di riconoscere le specifiche qualità paesaggistiche del territorio provinciale. Dette strutture si distinguono per peculiare identità culturale, paesaggistica e ambientale e sono caratterizzate da problematiche specifiche. I criteri per l’identificazione delle “strutture territoriali” da parte del piano hanno riguardato la morfologia del territorio, le forme d’uso del suolo e i caratteri del sistema insediativo e del paesaggio.

Le “strutture territoriali” vengono quindi articolate, come riportato in tabella, in ambiti minori denominati “ambienti e paesaggi locali”. I cinquantadue “ambienti e paesaggi locali” della Provincia di Lucca costituiscono l’articolazione del P.T.C. quale “piano urbanistico–territoriale” con specifica considerazione dei valori paesistici. Nel piano è riportato che l’articolazione del territorio provinciale in ambiti dotati di proprie identità e specificità paesaggistiche costituisce un utile supporto e un indirizzo per la formazione dei “Piani Strutturali” dei Comuni i quali, a loro volta, dovranno approfondire il riconoscimento degli elementi costitutivi propri delle strutture paesaggistiche locali, integrando nel dettaglio le conoscenze del quadro conoscitivo provinciale. Secondo il piano, l’attenzione deve essere rivolta, più che ai singoli elementi tematici, alle relazioni che, in quello specifico territorio, si sviluppano tra i diversi elementi che compongono il paesaggio e che conferiscono una specifica

identità a quel luogo. I criteri di individuazione degli “ambienti e paesaggi locali” da parte del piano hanno fatto riferimento ai sistemi vegetazionali, ai sistemi agricoli, al sistema dei beni culturali e al sistema insediativo concentrato e sparso emersi nell’elaborazione del quadro conoscitivo.

Infine, il P.T.C. effettua l’articolazione del territorio rurale in “sistemi funzionali”. Tale articolazione è effettuata al fine di individuare indirizzi atti alla salvaguardia delle risorse agro-ambientali che costituiscono la caratterizzazione strutturale dell’ambiente e del paesaggio. I criteri e gli indirizzi di tutela riportati nelle tabelle che seguono, dunque, sono organizzati secondo l’articolazione del territorio in “sistemi funzionali”.

Il sistema funzionale del “territorio a prevalente naturalità di crinale” (Tab. 9) è il sistema dove, secondo il P.T.C., le caratteristiche di naturalità assumono una valenza maggiore e che presenta caratteristiche naturali più accentuate e meno soggette all’azione antropica. Gli elementi caratterizzanti sono i crinali montani dove si presenta una continuità di classi di uso del suolo con una frequenza ripetuta e costante dei boschi, praterie di crinale e affioramenti rocciosi. Il territorio a prevalente naturalità di crinale assume, per i suoi aspetti paesaggistici, funzione di invariante strutturale.

L’ambito del “crinale appenninico e sue articolazioni”, compreso nel sistema funzionale del “territorio a prevalente naturalità di crinale”, si caratterizza per la presenza di praterie di crinale che si sviluppano prevalentemente sopra il limite di quota dei 1.200 metri sul livello del mare, salvo alcuni casi nelle propaggini meridionali dove la quota di crinale diminuisce. Tali praterie si trovano generalmente oltre il limite superiore della vegetazione arborea della zona. L’ambito presenta affioramenti rocciosi sparsi, che si spingono anche al disotto del limite dei 1.200 metri sul livello del mare, intersecandosi con i prati-pascolo più elevati e con il bosco. La zona di crinale descritta presenta uno sviluppo pressoché continuo. Il bosco interrompe questa

sua continuità nelle zone di valico per brevi tratti. L’estensione delle praterie di crinale, interrotte da aree con affioramenti rocciosi più o meno ampie, è notevole sia per lo sviluppo lungo il crinale che ortogonalmente a questo. Il sistema delle vallate che scendono verso i fondovalle è più ampio ed esteso che il sistema apuano, e ciò determina di conseguenza una maggior estensione dei crinali secondari.

Tabella 9 - Individuazione di “criteri ed indirizzi” per il “territorio a prevalente naturalità di crinale”.

TERRITORIO a PREVALENTE NATURALITA’ di CRINALE

(ambito 1 - Crinale appenninico e sue articolazioni)

Criteri e indirizzi specifici:

- Favorire il mantenimento di elementi di continuità fra il sistema di crinale primario e quello secondario;

- Porre particolare attenzione ai valichi di crinale soprattutto in funzione

dell’avifauna migratoria, evitando l'introduzione di elementi di disturbo e mitigando le situazioni esistenti;

- Salvaguardare e preservare da elementi di disturbo le zone umide in quota, nonché le sorgenti di quota e le origini degli impluvi;

- Intraprendere azioni di disciplina di uso e di fruizione per le zone di caccia e nidificazione di rapaci e di altra avifauna protetta, e per le zone di alimentazione e di riproduzione di mammiferi quali la marmotta, di rettili e di insetti;

- Tenere conto della contiguità con il sistema dei parchi e delle aree protette del versante emiliano;

Il sistema funzionale del “territorio a prevalente naturalità diffusa” (Tab.

10) comprende quelle parti del territorio in cui prevalgono nettamente classi di

uso del suolo gradualmente sempre più indipendenti nella loro evoluzione o equilibrio dall’attività umana, o dove l’attività colturale dell’uomo non comporta cadenze periodiche brevi ma presenta cicli di diversi anni (ad esempio ceduazione, taglio alto fusto, ecc.) oppure l’attività agricola si limita alla

raccolta dei prodotti senza modifiche sostanziali delle condizioni del suolo e soprassuolo (pascoli – castagneto da frutto).

L’ambito del “territorio appenninico”, compreso nel sistema funzionale del “territorio a prevalente naturalità diffusa” viene caratterizzato dal piano per la presenza di vallate più estese che nel sistema apuano e con un maggiore sviluppo della classe dell’uso del suolo relativo a prati e prati-pascoli. Questi sono siti principalmente lungo i crinali secondari e si spingono fino ai limiti inferiori delle praterie di crinale. Nel “territorio appenninico” è rilevante la presenza del castagneto da frutto, il quale si colloca a ridosso della fascia dei prati-pascolo, fino al limite superiore dei seminativi che anche qui si sviluppano principalmente attorno ai nuclei di antica formazione. Nel territorio descritto sono presenti elementi organici, composti dal bosco, dal castagneto da frutto, da prati-pascoli e seminativi che gravitano e si sono sviluppati intorno a sistemi insediativi rurali.

Tabella 10 - Descrizione e individuazione di “criteri ed indirizzi” per il “territorio a prevalente naturalità diffusa”.

TERRITORIO a PREVALENTE NATURALITA’ DIFFUSA

(ambito 1 - Territorio appenninico)

Criteri e indirizzi specifici:

- Perseguire la salvaguardia del sistema dei soprassuoli boschivi, ponendo particolare attenzione alla conservazione e al miglioramento della sua funzione di difesa dell'assetto idro-geologico del territorio, e favorendo la sua utilizzazione per fini turistico-ricreativi;

- Programmare ed effettuare azioni di salvaguardia e di presidio del sistema dei corsi d'acqua a carattere torrentizio e del sistema vegetazionale ripariale, preservandoli quali elementi di continuità e corridoi biologici tra il crinale e il fondovalle;

- Perseguire la salvaguardia e la conservazione dei sistemi insediativi rurali mediante azioni che favoriscano il mantenimento del presidio antropico e delle attività ad esso connesse, favorendo attività integrative quali il turismo rurale e l’agriturismo;

Il sistema funzionale del “territorio di interesse agricolo primario” (Tab. 11) comprende quelle parti di territorio in cui l’attività agricola caratterizza attualmente, ed ha caratterizzato in passato, l’intero sistema territoriale e rappresenta ancor oggi l’elemento strutturante la morfologia del territorio, del sistema insediativo e del paesaggio.

L’ambito del “territorio della valle del Serchio” compreso nel sistema funzionale del “territorio di interesse agricolo primario” comprende tutto il bacino idrografico montano del fiume Serchio, dove il sistema agricolo- forestale, secondo il P.T.C. presenta un ruolo particolare in termini sia di caratterizzazione socio-economica e paesaggistica sia di salvaguardia attiva del territorio. Le sommità dei versanti del sistema vallivo presentano i territori a prevalente naturalità di crinale, mentre i sottostanti territori a prevalente naturalità diffusa caratterizzano vaste parti dei versanti del sistema vallivo. Nell’area descritta assume funzione di invariante strutturale, riconoscibile a livello provinciale, il sistema delle aree agricole collegato al sistema insediativo di antica formazione e a quello del castagneto.

Tabella 11 - Descrizione e individuazione di “criteri ed indirizzi” per il “territorio di interesse agricolo primario”.

TERRITORIO di INTERESSE AGRICOLO PRIMARIO

(ambito 11 - Territorio della valle del Serchio)

Criteri e indirizzi specifici:

- Definire e individuare le risorse agro-ambientali e le invarianti strutturali alla scala comunale;

- Salvaguardare le zone di particolare importanza per il ciclo biologico di specie di flora e di fauna selvatica protetta riconoscibili attraverso il quadro conoscitivo comunale;

- Individuare e perimetrare le aree agricole da definire quali aree agricole di controllo dei caratteri del paesaggio, in vista della tutela del sistema insediativo storico e del territorio ad esso connesso;

storica, le alberature esistenti, i parchi e giardini storici;

- Mantenere il tessuto delle sistemazioni agrarie esistenti (superfici, forme, ecc.); - Individuare e classificare gli edifici e i complessi edilizi di interesse storico- architettonico e testimoniale;

- Disciplinare le trasformazioni ammissibili degli edifici e dei complessi edilizi di cui al punto 6), e quelle ammissibili degli altri edifici e manufatti edilizi esistenti;

- Individuare e disciplinare idonei contesti territoriali a salvaguardia degli edifici e dei complessi edilizi di cui al punto 6);

- Individuare le aree nelle quali sia vietata la nuova edificazione funzionale alle attività agricole a norma dell’articolo 3 della legge regionale 14 aprile 1995, n.64; - Individuare e disciplinare le aree nelle quali siano ammissibili gli interventi di cui al comma 4 dell’articolo 1 della legge regionale 14 aprile 1995, n.64;

Come già indicato per il P.I.T., anche in questo caso i singoli sistemi e le relative caratteristiche descritte hanno costituito gli elementi di riferimento rispetto ai quali confrontare quanto derivato dall’indagine sul campo (cf.

sottocapitolo 5.3)

6.1.3

Risultati dell’analisi del Piano Strutturale (comune