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LA RICERCA SUL CAMPO: UNO STUDIO QUALITATIVO FENOMENOLOGICO

2.2 I risultati dell’analisi qualitativa delle interviste agli operator

L’analisi che qui viene presentata riporta i temi principali emersi dalle interviste ai medici e

agli infermieri: nonostante le molte differenze nella definizione, percezione e gestione delle questioni

etiche, è stato possibile rintracciare alcuni elementi in comune, soprattutto nella indicazione del ruolo

della morale nella relazione di cura e degli strumenti che essa ha per alimentare e sostenere tale

relazione. Trattandosi di intervista semi-strutturata e considerato l’obiettivo fortemente empirico

della ricerca168 le macro-aree o super ordinate themes sono in parte suggerite dalle stesse domande,

in parte emerse in modo ricorrente nelle 18 interviste. Ognuna di queste macro-aree è sostenuta da un

elenco di temi indicativi che in questa analisi non è stato riportato per intero: sono stati scelti i temi

più spesso utilizzati dai curanti e quelli che, seppur emersi anche soltanto una volta, risultano

particolarmente significativi sia per la consonanza con gli argomenti principali emersi dalla revisione

della letteratura, sia per l’importanza che hanno assunto nel dare senso alla specifica intervista. I super

ordinate themes individuati sono: complessità della morale; morale e modi del prendersi cura; i principi nella morale; mettere in atto la morale; la dinamica relazionale.

E’ importante ricordare che gli operatori intervistati hanno, per la maggior parte, ricevuto una

formazione di base in cure palliative e lavorano a contatto con pazienti che hanno potenzialmente bisogni di cure palliative. Inoltre, all’inizio dell’intervista, sono stati tutti invitati a fare riferimento al

loro lavoro quotidiano ed è stata molto sottolineata l’importanza del dato esperenziale, proprio perché

l’obiettivo di questo studio è quello di costruire una teoria sul ruolo dell’etica nella relazione di cura

e sulla comunicazione etica che si basi sulla loro esperienza e percezione di essa.

168 Il motivo per cui non è stata scelta l’intervista narrativa libera è che questi risultati devono rappresentare la base

per un modello di insegnamento della comunicazione che preveda competenze di tipo etico. E’stato necessario, quindi, costruire un’intervista che portasse l’operatore a parlare liberamente di alcuni temi individuati come necessari sia durante la revisione della letteratura che nella fase di osservazione etnografica.

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Morale e modi del prendersi cura: “la dimensione morale è complessa, ma fondamentale”: Questo

tema sottolinea il modo in cui i curanti parlano della morale, cosa intendono quando descrivono l’importanza di conoscere i valori del paziente e come concretizzano nel loro lavoro questo aspetto

del prendersi cura. Tutti gli intervistati hanno compreso immediatamente il senso della domanda e

perché fosse importante parlare della dimensione morale, ma il significato dell’etica non è condiviso, né tanto meno lo è quello relativo al come valorizzarla all’interno della cura. Sebbene molto spesso

sia emerso l’accostamento concettuale tra la morale e la sfera religiosa169 o culturale, quello che più

colpisce è la pluridimensionalità della categoria di morale, che risulta complessa, profonda, soggettiva ma anche potenzialmente condivisibile, comunque un piano “elevato” della relazione:

Dottor R.: Io penso che bisognerebbe cambiare il nostro modo di intendere le cose, ma soprattutto di approcciare

il malato. E’ necessario avere più spazio, più tempo per questo tipo di approccio…

Intervistatore: Secondo te esistono strategie o modalità precise per approfondire questo “approccio?”

Dottor D.C.: Oddio, da come poni la domanda sembra che si possano compilare delle schede, che esista un metodo oggettivo… in realtà si fa molta fatica. L’etica e la morale sono sfere complesse e nessuno ci insegna come porci davanti al paziente.

Dottor A.: Il tema secondo me è che senso dare a quel tratto di vita che pensiamo ci possa ancora essere, che

tipo di speranza dare… Non so bene cosa voglia dire visione etica, ma credo che ci debba essere sincerità e che tutto si sposti su un ambito relazionale affettivo.

Dottor A(2).: La morale è il primo scoglio che affrontiamo, insieme all’etica e alla deontologia.

Deontologicamente è l’ammalato che è al centro della cura, moralmente si dovrebbe cercare di andare pari passo con l’etica, intesa come buon comportamento… ma non sempre questi concetti vanno a braccetto. Morale è anche dimensione “domestica”.

169 Il discorso sulla dimensione religiosa è emerso spesso: sia perché il termine valore viene spesso accostato al

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Intervistatore: Con domestica che intendi?

Dottor A(2).: Intendo dire che coinvolge anche la famiglia, in un momento tale della malattia è normale.

Infermiera C.: La morale è il rispetto del modo di pensare del paziente, delle sue decisioni, dei suoi valori, la

capacità di non farlo soffrire, di eliminare tutto ciò che è dannoso accondiscendendo alle sue richieste anche dovessero andar contro quel che io penso.

Da questi estratti emergono diverse questioni importanti: la morale viene definita come rispetto dei

valori del paziente, come dimensione esistenziale complessa che richiede tempo e impegno, come “primo scoglio” dell’incontro con il paziente. Da tutte le interviste emerge come non sia mai data per

scontata o assodata, ma come richieda sempre un surplus di attenzione e cura da parte dell’operatore.

Così, essa acquista anche un ruolo ben preciso della relazione di cura, non demandabile,

impossibile da eludere:

Infermiere F.: La morale è il rispetto di tutto, la cura del suo morale, la cura di tutto (…). Si concretizza

nell’aiuto. E’ il piano affettivo della cura, riguarda… non so come posso chiamarlo, il far del bene?

Intervistatore: Quindi tu pensi che quando si parla di morale nella relazione di cura si faccia riferimento alla dimensione affettiva?

Infermiere F.: Certo! Io penso che un lavoratore qualsiasi debba avere prima rispetto per se stesso e poi darlo all’altro e nella professione di curante, ovviamente, ciò vale ancora di più.

Infermiera C.: Io credo che esistano dei modi o delle strategie per parlare di morale, ma noi non le abbiamo. E

questo ci manca. Poi però ti rendi conto che spesso basta ascoltare e quando dai delle risposte, darle con il cuore. Alla luce delle esperienze che ho avuto di fronte a certe domande, posso dire che rispondere d’istinto, con il cuore, funziona… soprattutto di fronte a domande del tipo: “Mi dicono che morirò tu cosa faresti?”

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Intervistatore: Quindi morale è dialogare?

Infermiera C.: Si, tramite il dialogo comprendi quali sono i valori della persona, stabilisci una linea sotto la quale non puoi andare con nessuno.

Infermiera C (2).: Io parto sempre ascoltando quello che i pazienti dicono. Quando parlano ti fanno capire quel

che vogliono o desiderano. Li ascolto e poi metto insieme tutti i pezzi.

Dottoressa G.: non è così facile rispondere alla domanda sulla morale e sul ruolo che ha, ci sono molti aspetti…

ma direi, innanzitutto, che parliamo del lato umano della cura. Si, direi componente umana, relazionale. E poi il lato onesto della cura.

Intervistatore: Quindi la morale è instaurare un rapporto corretto?

Dottoressa G.: E’ importante mettersi in contatto con il paziente, proporre un lavoro d’equipe funzionante, essere umani… la morale riguarda l’umanità del rapporto di cura.