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3. La ricerca su studi di genere e pari opportunità

3.4. I risultati della ricerca

Dopo aver illustrato le tecniche di ricerca impiegate e averne evidenziato le potenzialità e i limiti, si può senz’altro affermare che il repertorio bibliografico qui presentato, anche se mira ad essere esauriente, tuttavia non possiede i caratteri dell’esaustività perché purtroppo non è stato possibile recuperare le registrazioni bibliografiche prive di accesso semantico (soggetto o CDD) e il cui titolo fosse chiaramente fuorviante.

Nonostante questa premessa, i risultati della ricerca bibliografica così condotta sono stati molto numerosi.

Prima di organizzare questi record in una bibliografia coerente e ordinata, è stato necessario eseguire un’operazione di schiacciamento e pulizia delle registrazioni bibliografiche reperite perché le tre modalità di ricerca illustrate, condotte separatamente, hanno dato risultati parzialmente sovrapponibili.

L’altra operazione eseguita è stata quella di pulizia dei risultati. Infatti, un difetto che accomuna la maggior parte dei cataloghi elettronici di reti di biblioteche è la presenza di più registrazioni per una stessa pubblicazione, definiti “duplicati”. La loro presenza è legata alla storia dei cataloghi stessi: nella fase di fusione dei singoli cataloghi automatizzati delle varie biblioteche in uno solo - quello unico d’Ateneo - alcune registrazioni bibliografiche sono sfuggite allo schiacciamento.

I risultati ottenuti sono eterogenei per tipologia del materiale: infatti oltre alle monografie vere e proprie, vi sono tesi di laurea, in formato sia cartaceo che elettronico, opere in più volumi, spogli, estratti e opere in formato elettronico disponibili in rete oppure presenti nelle nostre banche dati. Non sono compresi, invece, i periodici cartacei e elettronici dell’Università di Pisa.

Nel caso, inoltre, di opere possedute in più edizioni, si è scelto di inserire solo l’ultima di esse in ordine temporale.

3.5. Le categorie

La complessità della materia trattata accompagnata al numero elevato dei risultati ottenuti (1516 record complessivi), ci ha spinto ad individuare 19 grandi “categorie di soggetto” entro cui raggruppare i testi rintracciati, a loro volta suddivise in sottocategorie, di cui si fornisce lo schema ad inizio repertorio.

La scelta delle 19 categorie ha richiesto un lavoro particolarmente lungo ed è stata il risultato di diversi fattori – sia pratici che teorici – al fine di soddisfare la necessità di un’organizzazione concettuale del materiale a disposizione che ne permettesse una fruizione quanto più possibile immediata, corente ed efficace. Tali suddivisioni, quindi, sono state pensate ed applicate per favorire lo studioso delle differenze di genere e delle pari opportunità e, di conseguenza, non devono essere considerate il frutto di una suddivisione teorica di questa materia, così complessa e variegata.

Dal punto di vista biblioteconomico, inoltre, la suddivisione in categorie non ha voluto in alcun modo ricalcare la CDD, spesso non conosciuta dagli utenti o non sempre immediatamente coincidente con il linguaggio di uso comune.

Ogni categoria è introdotta da una breve descrizione concettuale del significato ad essa attribuito, ovvero dell’argomento specifico ivi raccolto e delle eventuali sottocategorie individuate.

L’elenco delle sottocategorie è preceduto, inoltre, ove necessario, dall’individuazione dei legami con altre categorie e dall’esplicitazione dello specifico approccio ad uno tema ben definito accettato in questo raggruppamento.

A questa parte introduttiva, propria di ogni categoria, fa seguito una sezione che si pone l’obiettivo di fornire all’utente alcune indicazioni utili per ampliare la ricerca su altri cataloghi o per effettuarla nuovamente nel nostro. Si forniscono, cioè, alcuni soggetti e numeri CDD “ideali”, ovvero non necessariamente presenti nel nostro catalogo.

Questi due elenchi costituiscono semplicemente dei suggerimenti e non hanno alcuna pretesa di esaustività.

I soggetti ed i numeri CDD “ideali” qui presentati sono tratti dall’opac della Biblioteca nazionale centrale di Firenze13. La loro varietà e, non di rado, contraddittorietà, derivano tanto dal fatto che non tutti i record ivi presenti sono BNI (Bibliografia nazionale italiana) quanto dall’applicazione, negli ultimi tempi, dei nuovi soggetti presenti nel Soggettario. Si è scelto, comunque, di rifarsi a quanto presente in questo opac per fornire all’utente uno strumento non tanto teorico bensì di comodo utilizzo pratico.

Anche nella scelta delle “vedette”, ci si è conformati a quelle in uso nell’opac della BNCF (benché spesso discordanti con quelle presenti nel nostro catalogo).

L’edizione della CDD è la 21: si è scelto, quindi, di non ripetere il numero “- 21” alla fine di ogni vedetta, così da rendere questa parte di più agevole lettura.

L’elenco dei soggetti “ideali”, in alcuni casi, è seguito dalle possibili suddivisioni ad essi potenzialmente applicabili e necessarie per delimitare la propria indagine: starà all’utente, poi, di volta in volta, decidere come combinare gli stimoli alla ricerca qui forniti.

Le suddivisioni permettono di circoscrivere la capacità informativa di un termine il cui significato non coincide sistematicamente con l’argomento trattato dal documento. Esse possono essere: generiche (ad es. Femminismo - Storia), formali (ad es. Femminismo - Periodici), geografiche che delimitano il soggetto nello spazio (ad es. Donne immigrate africane - Italia), di voci geografiche (ad es. Italia – Condizioni

economiche e sociali), delle voci biografiche (ad es. Weil, Simone – Biografia),

cronologiche che delimitano il soggetto nel tempo (ad es. Donna - Educazione - Sec.

15.-19.).

Le suddivisioni geografiche e cronologiche sono volutamente assenti dall’elenco dei soggetti “ideali” per ogni categoria, in quanto “sempre” applicabili.

Anche i soggetti “ideali” elencati all’inizio di ogni categoria, al pari dei numeri CDD, potrebbero non corrispondere meccanicamente a quelli presenti nel nostro catalogo.

Come già accennato sopra, l’indagine bibliografica qui presentata è aggiornata al 31 dicembre 2007. L’utente può, quindi, utilizzare i soggetti e le CDD “ideali” per interrogare nuovamente l’opac dell’Ateneo per individuare le opere di inserite a partire

dal 1 gennaio 2008. Tramite la maschera di ricerca “Multi-base” è possibile interrogare il Bollettino delle nuove accessioni.

I dati bibliografici inseriti nel catalogo, infatti, possono essere utilizzati anche per procedure di tipo amministrativo-gestionale ed essere affiancati anche da dati di natura amministrativa: tramite, quindi, la compilazione da parte del catalogatore, nel caso di una nuova acquisizione, di un particolare campo, è possibile effettuare una ricerca solo tra le opere “nuove” (questa qualificazione si riferisce all’acquisizione dell’opera in questione all’interno del patrimonio librario dell’Università di Pisa, e non tanto alla data di pubblicazione). L’etichetta “novità” ha una durata di 60 giorni, scaduti i quali può essere rintracciata solo effettuando la ricerca nel catalogo.

Come si evince dall’esempio riportato (Fig. 8) è possibile effettuare l’interrogazione, a partire da questa maschera di ricerca, solo tra le nuove accessioni, solo nel catalogo dell’Ateneo od in entrambi (oltre che in BIT e nel catalogo degli enti locali).

Inserendo nel campo “Digita parola o stringa” l’espressione “donn?”, posso recuperare tutte le opere aventi, in tutti i campi, la parola donna o donne, come si evince dall’esempio sottostante. Accanto al nome di ognuna delle basi dati interrogate è visualizzato il numero totale di record rispondenti ai nostri criteri di ricerca. Cliccando, poi, su tale risultato si potranno vedere in dettaglio le singole registrazioni catalografiche. In questo caso le nuove accessioni sono 17, mentre le “vecchie” sono 2.815 (Fig. 9).

Nei casi in cui una stessa opera possa essere compresa in più categorie concettuali, si è scelto di inserirla in entrambe (così come, ove ritenuto necessario, può essere duplicata anche in più sottocategorie), così da “ampliare” lo spettro dei titoli utili per la ricerca in uno specifico ambito, pur all’interno della particolarità disciplinare propria di questo strumento bibliografico.

All’interno delle categorie e sottocategorie, le opere seguono l’ordinamento alfebetico per cognome dell’autore principale o, nel caso delle opere anonime e con più di tre autori (compresi gli atti di convegni ecc.), per la prima parola del titolo (escludendo – come di norma - gli articoli).

Una volta suddiviso il lavoro in macrocategorie si è proceduto ad un controllo di qualità operato nel senso della coerenza di tutte le opere in esse inserite e della qualità della citazione bibliografica.

FIGURA 8: ESEMPIO DIRICERCANEL BOLLETTINODELLENUOVEACCESSIONI

Completa l’ordinamento sistematico dell’opera la costruzione di alcuni indici: per autore principale (sono esclusi, quindi, tutti gli autori secondari), per autore di tesi di laurea (laurea vecchio ordinamento, specialistica, di dottorato, di specializzazione, così come gli elaborati triennali e le tesine di master quando depositati in ETD) e per

FIGURA 9: ESEMPIO DIRICERCANEL BOLLETTINO DELLENUOVEACCESSIONI

La scelta di costruire degli indici per autore della tesi e per relatore è stata pensata, in particolare, per l’utenza che consulterà questo strumento bibliografico in occasione della preparazione della propria tesi o nel proseguire, alla fine degli studi, l’attività di ricerca scientifica.